Francesco Maria Toscano per “Gazzetta del sud”
L’incapacità dell’uomo di difendere la natura produce guasti a volte irreparabili. La tentazione poi, tristemente diffusa, di mortificare il corso naturale delle cose per fini economici e di lucro produce spesso mostri e sofferenze. La cementificazione selvaggia, l’inquinamento dell’aria e dei mari nonché la spasmodica ricerca di fonti di energia pulita che allontanino lo spettro del ritorno del nucleare, anche sull’onda emotiva delle immagini del disastro provenienti dal Giappone, sono tutti argomenti avvertiti come decisivi dalla pubblica opinione mondiale. Il difficile punto di equilibrio tra la necessaria crescita industriale e il rispetto dell’ecosistema, rappresenta forse la sfida più complicata che la politica contemporanea deve affrontare. I risultati, a dire il vero, specie alle nostre latitudini, non inducono all’ottimismo. A prescindere dalle inclinazioni politiche, le nostre classi dirigenti danno perennemente l’impressione, e forse non solo quella, di inseguire principalmente le emergenze, affrontando i problemi ex post. Una politica strategica e di largo respiro, invece, che metta la tutela ambientale ai primi posti nell’agenda delle priorità da risolvere i disastri li anticipa, nella consapevolezza che, parafrasando lo slogan di una fortunata pubblicità di qualche anno fa, “prevenire è meglio che curare”. Chi non deve convincersi circa l’indispensabilità di un approccio scientifico e sistemico ai tanti problemi ambientali che potenzialmente minacciano i nostri territori è certamente l’associazione “Ethos” che, al contrario, si batte affinché tematiche tanto delicate non finiscano depotenziate sotto un colpevole cono d’ombra. “I problemi che riguardano la salute e quindi la vita dei cittadini”, spiega deciso Giuseppe Musarella, “vanno discussi con estrema serietà. Noi non intendiamo utilizzare questi temi in maniera strumentale per fini propagandistici. Vogliamo invece dare il nostro contributo per la risoluzione pratica delle tante questioni ambientali rimaste per troppo tempo eluse. A partire dal problema delle fiumare. Non intendiamo accusare nessuno ma soltanto chiedere agli organi preposti di vigilare su fenomeni capaci di mettere in pericolo la salute pubblica. Nel dettaglio, chiediamo la pulizia straordinaria e ordinaria dei torrenti, la progettazione e la realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica, l’ultimazione della rete fognaria e idrica, la messa in sicurezza delle fiumare e la predisposizione di interventi atti alla risoluzione di problemi igienico-sanitari derivanti dallo scorrimento a cielo di liquami fognari lungo il Valanidi. Pensiamo inoltre che sia opportuno monitorare periodicamente i livelli di inquinamento attraverso indagini mirate. I complessi abusivi, infine, presenti nelle vicinanze delle fiumare vanno sequestrati e quindi eliminati. Il nostro territorio esprime molte intelligenze che operano con successo in ambito accademico e universitario. Le risorse umane in grado di fornire un contributo per la risoluzioni di tali problematiche non mancano. Basta saperle coinvolgere”.