Generazioni intere invecchiate senza mai diventare veramente adulte. Donne e uomini inseguiti per decenni dall’ombra lunga della precarietà, e perciò incapaci di pensare liberamente ad un progetto di vita non condizionato dalla paura e dal bisogno. Cominciano infatti ad imbiancarsi i capelli dei tanti giovani entrati nel mondo del lavoro nella magnifica era della “flessibilità”, e rimasti tutt’ora prigionieri di un modello culturale e produttivo che, spacciato per baluardo di modernità e progresso, ha sostanzialmente neo mercificato il concetto stesso di lavoro. Senza contare il dramma della disoccupazione che, tra troppi silenzi, continua ad essere un fenomeno che non accenna a diminuire e che, al contrario, specie al sud, raggiunge picchi intollerabili. Partendo da una analisi cruda della realtà, la Cgil reggina ha pensato di organizzare un incontro, svoltosi presso l’Hotel Excelsior di Reggio Calabria, ed avente principalmente due finalità: di spiegare le ragioni dello sciopero generale previsto per il 6 Maggio e, al contempo, di interrogare la politica sulle priorità da affrontare in tema di lavoro ma non solo. “Il lavoro è sotto attacco”, chiarisce la moderatrice del dibattito Elisa Gambello, della segreteria confederale della Cgil. “Le altre organizzazioni sindacali”, continua Gambello, “ rispetto a certi problemi hanno mollato la presa. Noi invece continuiamo le nostre battaglie nell’interesse dei lavoratori incalzando la politica”. Il segretario generale Cgil della Piana di Gioia Tauro Antonino Maria Calogero punta poi il dito contro la politica: “Bisogna riportare l’agenda del governo sui temi concreti dei diritti e del lavoro. Mentre il governo continua a dividere il Paese con politiche scellerate che aumentano i problemi delle classi deboli e dei precari. Scioperiamo anche per la stabilizzazione dei precari. La politica però è disattenta. Abbiamo bisogno di nuove classi dirigenti capaci di investire su università, ricerca e innovazione”. Analisi condivisa anche dal segretario filcams della Piana Valerio Romano. Il sindacato chiama e la politica risponde. Per il sindaco Raffa “la legalità è una precondizione indispensabile per garantire il lavoro e i lavoratori. Bisogna provare a spezzare il binomio incestuoso che lega il lavoro ad interessi politici di tipo elettorale. Credo nel confronto con le parti sociali e punto su una politica che si nutra di dialogo e confronto”. Piccato l’intervento dell’ex presidente del consiglio regionale e candidato sindaco per la città di Reggio Calabria Giuseppe Bova: “Esiste una questione sociale esplosiva che il federalismo fiscale rischierà di aggravare. La politica è oramai asservita agli interessi dei più forti mentre l’economia del mezzogiorno rallenta in maniera considerevole”. Per Massimo Canale, candidato sindaco del centrosinistra, “è ora di finirla con i balletti e gli spettacolini per puntare di più su arte e cultura. Questa città”, attacca Canale” ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità. La presenza della ‘ndrangheta è asfissiante e ramificata. Chiedo bandi pubblici per l’assunzione del personale nelle società miste e mi auguro che la politica si schieri con fermezza a fianco di quelle imprese che con coraggio hanno sfidato il pizzo a viso aperto”. Per il presidente della provincia Pino Morabito “La collaborazione tra le istituzioni è fondamentale. La mia amministrazione si è costituita parte civile in tutti i processi di ‘ndrangheta. Ci tengo poi a sottolineare la bontà del progetto del Museo della ‘ndrangheta che svolge un ruolo prezioso sotto il profilo il culturale. La cultura della legalità è infatti una precondizione essenziale dello sviluppo economico”. Per Consuelo Nava del Pd “mafia e lavoro sono due fenomeni drammatici che vanno affrontati in un’ottica unitaria”. Chiude il dibattito il segretario generale della Cgil di Reggio-Locri Mimma Pacifici “Siamo aperti al dialogo con chiunque senza preclusioni per nessuno”, puntualizza Pacifici. “Bisogna spendere con giudizio i fondi comunitari per creare lavoro e buona occupazione. Bisogna affrontare il problema delle municipalizzate che costano molto e non rendono servizi all’altezza. E’ giusto inoltre prestare una attenzione maggiore ai problemi che riguardano la salvaguardia del territorio”.

    Francesco Maria Toscano

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    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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