I migliori acrobati da circo del mondo non riuscirebbero a raggiungere le vette innevate scalate dai leader Udc, Casini e Cesa, per spiegare una linea politica comica e paradossale. Ricapitoliamo: a livello nazionale, i casinisti combattono ferocemente il sistema di potere berlusconiano e il suo bipolarismo muscolare. A livello locale, però, scelgono “caso per caso e sulla base dei programmi”. Motivetto un tantino ipocrita e che tradotto dal politichese significa che si buttano con chi ha più chance di vittoria. Bene, nulla di male. Nel Paese di Scilipoti si trova pure di peggio. I furbissimi reduci della tradizione democristiana hanno però sopravvalutato la capacità comica dei loro referenti sul territorio, i quali, a volte, incapaci di recitare tutte le parti in commedia, finiscono col fare danni e creare confusione. Prendiamo il caso ultimo di tale Dorina Bianchi, senatrice girovaga, pisana di nascita ma calabrese d’azione, che ha avuto “la bella pensata” di invitare il premier Berlusconi ad un incontro organizzato nella città di Pitagora per dare forza alla candidatura di se medesima Bianchi Dorina, soprannominata bionda fatina, a sindaco della città. Bene, un bel colpo, non c’è dubbio. Solo che finito l’entusiasmo iniziale è iniziato lo psicodramma. Perché Berlusconi nel suo intervento di sostegno alla candidata Udc appoggiata dal Pdl si è lasciato andare a considerazioni poco benevole nei confronti di Casini che, per mancanza di prove in senso contrario, risulta tutt’oggi il leader del partito della Bianchi. Apriti cielo. Cesa si arrabbia, Casini si offende, la Bianchi sbianca e la gente mormora. “Ma come”, si irrita Cesa, “Berlusconi sfotte Casini e la Bianchi ride”? “Evidentemente non ha completato il suo giro partitico”, chiosa velenosamente Cesa da Arcinazzo che fa rima con…sconquasso. In ogni caso, non si ricorda a memoria d’uomo una manifestazione elettorale in cui il bersaglio preferito dell’oratore principale finisce con l’essere, non tanto l’avversario, quanto il leader del partito di riferimento del candidato da sostenere. Alchimie e sottigliezze che la modernità propone. Una scena irreale che ricorda tanto una simpatica gag del film “La Cambiale” quando, ad un certo punto, i cugini Posalaquaglia ( Totò e Peppino), falsi testimoni per professione, si trovano nella difficile condizione di risultare testimoni pro e contro nella stessa causa.
Francesco Maria Toscano
nonostante mio nonno fosse un fascista vecchio stampo era solito ripetere con assoluta onestà intellettuale “meglio comunista che democristiano”
“P:…ahiahiahiahihai.. Hai capito? T: Che cosa? P: Che siamo testimoni pro e contro nella stessa causa…
T: Beh, non sei contento? Con una fava prendiamo due piccioni..
P: Eh quando si dice che uno è fesso! T: Chi tu? P: No, tu!!! T: e come lo sai?!!!
Complimenti, tuttavia ho un dubbio…1961 o 2011?
Grande!
Che un fascista dicesse che era meglio essere comiunisti che democristiani era ovvio, sempre di totalirismo di tratta. Ma da qui a voler dire che l’UDC è democristiana ce ne passa! L’UDC non ha assolutamente nulla della DC a cominciare dalla dignità. Del resto la DC era un grande e vero partito, l’UDC non è altro che una delle tante aziende di Caltagirone, in cui il proprietario investe denaro.
l’arrivismo che contraddistingue l’UDC è tale e quale a quello di democristiana memoria…