Francesco Maria Toscano per Gazzetta del sud.
Molte generazioni sono rimaste tradite…”, spiega nel corso del suo articolato intervento il dott. Fabio Filocamo, dirigente presso il ministero dell’istruzione, durante un incontro promosso dall’università per stranieri sull’importanza dell’innovazione e della conoscenza come fattori di crescita e di promozione della democrazia per l’area del mediterraneo. E proprio mentre spira fortissimo il vento del cambiamento in una vastissima area del mondo arabo che tenta, tra aneliti di libertà e istanze di vero cambiamento, di tagliare d’un fiato il traguardo ambito delle conquiste civili e democratiche, che l’altra sponda del “mare nostrum”, quella che bagna i Paesi europei industrializzati, rischia una pericolosa involuzione democratica, figlia della crisi economica, dell’instabilità sociale e della crescente sfiducia verso la politica. E proprio per non tradire (almeno) le generazioni presenti e future che il prof. Ferrara, direttore generale presso il dipartimento cultura della regione Calabria nonché animatore e moderatore dell’incontro, ha inteso dettare alcune linee guida, cristallizzando piani di intervento possibili al fine di preparare nuove figure professionali che, una volta formate, non finiscano per contribuire alla crescita economica di altri territori o, peggio, non ingrossino soltanto le già numerose fila della disoccupazione intellettuale. “ La fuga dei cervelli”, chiarisce Ferrara, “deve essere avvertita come problema prioritario, perché è impossibile conciliare strategie di crescita economica con la progressiva perdita delle migliori energie intellettuali. Fino ad oggi la formazione fatta in Calabria però”, insiste Ferrara, “non ha prodotto risultati apprezzabili per la nostra regione. Noi vogliamo invertire la rotta puntando su un sistema formativo coerente con i bisogni della nostra terra”. Indispensabile a tal fine il coinvolgimento delle università, centri formativi per eccellenza. “L’università per stranieri continuerà a vivere”, dice il rettore Salvatore Berlingò, “anche se andrebbe sfruttata meglio. In ogni caso”, conclude Berlingò, “dobbiamo constatare che la realtà imprenditoriale calabrese è purtroppo minima”. Allarga la visuale il dott. Filocamo che a fianco alla questione generazionale, individua altri aspetti decisivi per il rilancio del Paese: “ L’Italia oggi è carente sotto il profilo della strategia sia sul piano dell’autosufficienza energetica che sotto quello più generico della preparazione formativa e culturale. Esiste una vasta area del Paese che non ha tutele e la crisi certamente non aiuta. Bisogna però affrontare le difficoltà con spirito costruttivo perché dalle emergenze possono nascere grandi opportunità”. Rispetto poi alla cosiddetta “primavera araba” in atto, che alcuni attenti opinionisti hanno paragonato ai profondi cambiamenti che caratterizzarono l’est Europa all’indomani della caduta del muro di Berlino, Filocamo ha offerto una precisa chiave di lettura: “Le rivoluzioni arabe”, conclude, “sono il risultato del desiderio crescente di maggiore benessere e più democrazia. Ovunque il potere illiberale si consolida anche grazie alla dolosa tenuta in uno stato di ignoranza di larghe fette di popolazione”. Il prof. Vincenzo Morabito dell’università Luigi Bocconi di Milano ha poi spiegato come alcuni master altamente formativi offrano concrete opportunità di lavoro perché “il futuro”, prevede, “ sorriderà principalmente a chi avrà alte competenze tecnologiche”. Analisi sviluppate e impreziosite durante i rispettivi interventi anche dall’Ing. Alberto Mauritano di Confindustria Calabria e dal dott. Roberto Mavilia, direttore di Medalics. Resta sullo sfondo un messaggio di speranza che invita la giovane platea a puntare sulla cultura e la preparazione come unico volano per la realizzazione professionale e l’emancipazione sociale. Un messaggio che va raccolto e valorizzato perché in realtà solo un nuovo modo di pensare la società, basato un concetto di meritocrazia veramente applicato e non solo ipocritamente sbandierato, potrà fare uscire il Paese dalle pericolose sabbie mobile che lo circondano.