Ogni giorno ha la sua pena. Dopo le prevedibili scazzottate romane nel giorno degli “indignados” arriva come al solito una proposta demenziale. Il merito, stavolta ex equo, va a due figure diverse ma importanti della politica italiana e cioè il ministro dell’interno Maroni subito spalleggiato dal duro Tonino Di Pietro. Entrambi, alla luce delle “inaccettabili violenze”, pensano ad un giro di vite di natura repressiva riponendo la filosofia che ispirò, molti anni orsono, la cosiddetta legge “Reale”. Ora, senza entrare nel merito del disegno reazionario, ci limiteremo ad evidenziare l’assoluta inutilità di una siffatta impostazione buona, perlopiù, solo a scaldare ulteriormente gli animi e ad accelerare, semmai, una nuova e ben più pericolosa spirale di violenza. Al netto degli imbecilli, genuini e non, che si sono distinti per l’idiozia del loro atteggiamento vandalico, la manifestazione è stata comunque un gran successo. La vera forza di questo movimento di opinione transnazionale risiede nella perfetta lucidità dell’analisi rispetto alla crisi contemporanea ai suoi protagonisti. Le politiche oligarchiche e depressive della banca centrale europea, i dogmi iperliberisti di Draghi e i suoi derivati, sono i veri responsabili della catastrofe. I governi nazionali, Berlusconi in primis, sono marionette nelle mani degli euro burocrati che oggi, a differenze di ieri, non si preoccupano più nemmeno di manovrare nell’ombra. La lettera inviata dalla Banca centrale all’indirizzo di Berlusconi, nella quale si spiegava al nostro Premier cosa deve fare, ne è un esempio lampante. La nostra democrazia è stata svuotata, e se l’alternativa a Berlusconi e Bossi è rappresentata dai vari D’Alema, Letta, Casini e Bersani stiamo freschi. Questi nei confronti degli oligarchi della finanza internazionale sono ancora più succubi dei due arzilli vecchietti oggi al potere.
Francesco Maria Toscano