Ho incontrato per servizio l’ex magistrato Gherardo Colombo, il quale ha presentato un suo libro presso il liceo scientifico “Da Vinci” di Reggio Calabria. Ci tenevo a sentire di persona l’ex componente di quel pool di Mani pulite che fece tremare l’Italia intera. Devo ammettere di non essere rimasto particolarmente colpito dalla figura di Colombo. Il suo approccio con la giovane platea è stato molto informale e il suo modo di rapportarsi con il pubblico mi ha colpito più della forza dei suoi argomenti. In sostanza il magistrato si è speso molto nel tentativo di inculcare ai ragazzi il valore della libertà che si accompagna al senso di responsabilità, dicendo inoltre che è decisivo rapportarsi con il potere armati di quel senso critico che deriva dalla conoscenza. E proprio in virtù di quel senso critico tanto in teoria decantato che, in chiusura dei lavori, ho tentato di approfondire alcuni argomenti che, partendo dal passato, ritornano di strettissima attualità. Ho chiesto alla famosa ex toga milanese di analizzare il contesto politico odierno in confronto a quello degli anni di Tangentopoli. Ho cercato di capire se, alla luce delle risultanze, crede che Mani pulite abbia rappresentato un oggettivo avanzamento per l’etica pubblica italiana. Gli ho chiesto poi se sapeva spiegarsi il motivo per il quale le televisioni del Biscione facessero all’epoca un tifo sfegatato per il pool di Milano, se intravedesse una questione morale anche all’interno della magistratura e cosa pensasse della richiesta di revisione per il processo Borsellino. Cercavo chiarimenti infine circa il riemergere di variopinte p2 e la palese incapacità della magistratura di oggi di perseguire il potere politico a dispetto dei tantissimi scandali. Tanti interrogativi, poche risposte. Sull’esperienza di Tangentopoli Colombo si è detto convinto della eccezionalità di quella stagione favorita dal crollo del muro di Berlino. Su tante altre cose invece ha elegantemente glissato. Peccato.
Francesco Maria Toscano