“Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra…”, cantava l’indimenticato Giorgio Gaber qualche tempo fa. Già, ed oggi, ha ancora senso parlare di destra e sinistra come categorie politiche?, o queste ultime fanno orami parte di schemi novecenteschi superati dalla modernità? Proviamo a fare un minimo di chiarezza. In genere, in tutto il mondo, la parola destra è sinonimo di libero mercato, rispetto per le tradizioni e amor patrio. Per sinistra si intende invece giustizia sociale, welfare e diritti civili. Questi, a grandissime linee, gli ideali di riferimento che demarcano i rispettivi campi. Il problema della modernità, che non riguarda solo l’Italia a dire il vero, è che alle elezioni per la conquista del potere nei principali Paesi dell’occidente si confrontano in genere due formazioni, entrambe di estrema destra, delle quali però una finge di essere di sinistra. Prendiamo il caso Italia. La Bce impone direttamente politiche tipiche delle destra estrema che mirano ad aumentare le disuguaglianze sociali ed economiche, a creare una moltitudine di schiavi piegati dal bisogno pronti a servire i padroni per sopravvivere, a disintegrare lo stato sociale, le tutele sul lavoro e a colpire le pensioni. In sintesi, gli euro padroni ci invitano a proseguire sul sentiero di morte, fame e miseria tracciato venti anni orsono da questi galantuomini. Le tragedie che vive il popolo greco a causa di queste politiche scellerate non hanno fatto cambiare idea ai patrizi contemporanei. A loro, infatti, interessano i numeri e i bilanci, non le persone. Bene, in Italia Berlusconi si prepara supino a servire i veri re del mondo con la loro finanza avida e immorale. E fin qui nulla di straordinario. La pseudo sinistra, invece, che dovrebbe colpire con forza tali nefandezze ,non trova di meglio da fare che attaccare il governo perché “non è in grado di rispondere alle priorità che ci indica l’Europa”. Di fatto scavalcando perciò a destra il governo Berlusconi. Non a caso sul colle siede un presidente della Repubblica, molto riverito, proveniente dalla cosiddetta sinistra, molto sensibile ai richiami degli euro burocrati. Il Quirinale costa più di Buckingham Palace, i giovani campano con 500 euro al mese (quando va bene), e il nostro osannato Presidente invoca “sacrifici” (con chi parla?). Tutti i vecchi leader dell’attuale sinistra, da Bersani in giù, hanno sostituito l’amore per il comunismo con un asservimento acritico per le ragioni del neoschiavismo mercatista. Ma i possibili nuovi leader sono pure peggio. Il sindaco Renzi, non a caso pompato dai giornali dei padroni, rispolvera le tesi del prof. Ichino e crede che “rendere più semplici i licenziamenti aiuti le assunzioni”. Che è un po’ come dire che iniettarsi una miriade di virus letali favorisce la salute. Mentre il corpulento Bettini, già (para)guru di Veltroni, ha il pregio della chiarezza e suggerisce, dalle pagine del Corriere del Sera ,alla sinistra di candidare premier direttamente uno di destra come Casini, già autorevole rappresentante per più di un decennio della festosa “casa delle libertà”. “Ma che cos’è la destra, cos’è la sinistra…”