Da segnalare una bella intervista del segretario del Pd Bersani che sul Messaggero di oggi, forse inconsapevolmente, dice cose importanti e sensate. Bersani pone finalmente l’accento su uno dei problemi principali che costringono i popoli europei a vivere una lunghissima stagione di regressione economica costituito dalle dissennate politiche liberiste e recessive in voga da oltre un ventennio. Sarà interessante capire come il capo del Pd (per mancanza di prove in senso contrario) riuscirà a conciliare tale raggiunta consapevolezza con i punti focali contenuti nella famosa lettera della Bce, già largamente accolti come dogma di fede da larga parte del suo partito, tra i quali spicca per dabbenaggine l’indicazione del pareggio di bilancio come priorità da inseguire “a prescindere”. Siccome il tempo delle sterili acrobazie dialettiche è finito e nessuno rimpiange il “ma anchismo” di veltroniana memoria, è bene che Bersani non si limiti a formulare analisi corrette in astratto, ma metta in pratica comportamenti ad esse consequenziali. La difesa delle posizioni del responsabile economico Stefano Fassina, indicate come espressione del partito intero, è atto meritorio e coraggioso soltanto nella misura in cui manifesta una volontà politica strategica e intellettualmente onesta. Se invece Bersani pensa di poter conciliare a lungo e strumentalmente le posizioni di chi, come Enrico Letta, si pone su un piano di acritica e interessata continuità con i peggiori propositi delle euro tecnocrazie finanziarie con quelle autenticamente liberali e progressiste di Fassina, si sbaglia di grosso. Capiremo presto, pur tuttavia, se l’adesione di Bersani ad alcune linee di indirizzo è reale o miseramente speculare a coprire furbescamente uno spazio politico insidiato da Vendola. E’ bene infine che Bersani si autoriconosca una leadership piena e legittimata all’interno del suo partito. Troppo spesso la sua figura appare debole o subalterna tanto a quella dei vecchi dioscuri diessini D’Alema e Veltroni quanto a quella del capo dello Stato Napolitano che in questo suo lunghissimo settennato ha interpretato il suo ruolo in maniera alquanto estensiva. Avere buone idee, caro Bersani, non serve a nulla se manca la forza e il coraggio di perseguirle.
Francesco Maria Toscano
ben detto, complimenti; temo che l’abile Bersani stia cercando di coprirsi a sinistra (di giorno) mentre la notte si incontra con la destra nel tentativo di democristianizzarsi, riuscendo quindi a n on ufficializzare mai in maniera netta e distinta una presa di posizione che sia chiara, anche a costo di avere cirtiche e opposizioni. Sembra che siano tutti più interessati a ramazzare votin che a trovare soluzioni adeguate per la nazione
Grazie Sergio. Il tuo giudizio è per me motivo di sincera soddisfazione.
Il Moralista
A proposito di subalternità, ricordiamoci del pizzino. Chiaro, conciso, essenziale. Verba volant, scripta manent.
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Cara Laura, osservazione inoppugnabile.
Ciao,
Il Moralista