Ho appena finito di ascoltare un’intervista di una troupe di “Servizio pubblico” ad Orazio Fergnani autore di un esposto-querela contro, tra gli altri, il Presidente Napolitano finalizzato all’accertamento dell’eventuale consumazione del reato di Alto tradimento, con l’aggravante dell’ausilio di potenze straniere. Naturalmente, aldilà del merito, tutto finirà in una bolla di sapone, sia perché la costituzione prevede per la messa in stato di accusa del presidente la maggioranza assoluta del Parlamento riunito in seduta comune, sia perché a questi livelli è la forza che modella l’interpretazione delle leggi e non il contrario. In ogni caso la notizia è politicamente interessante perché coglie provocatoriamente aspetti degni di approfondimento, permettendoci così di riflettere sulla bontà dell’ormai lunga presidenza di Giorgio Napolitano. Io sono fra quelli che credono che per ripristinare un corretto equilibrio tra i poteri, in ossequio al dettato costituzionale, bisognerà attendere la naturale scadenza del mandato quirinalizio previsto nel 2013. L’esondazione continua dell’attuale Capo dello Stato verso temi e prerogative che non sono di competenza del Presidente della Repubblica non fa più notizia. Anche se, a mo’ di giustificazione preventiva, il Colle quasi sempre, un minuto prima di esondare, si premura di specificare che (il Presidente) “non intende intervenire su materie di competenza esclusiva del Parlamento”. Pure oggi, però, in occasione del dibattito apertosi sulla base del decreto “Salva Italia”( ma ammazza italiani), il Presidente si è dimostrato “differentemente indifferente”, preoccupandosi perciò di esprimere “compiacimento per l’approvazione di un decreto indispensabile”. Anche in occasione delle polemiche scaturenti dall’inchiesta che i magistrati di Salerno avviarono nei confronti dei colleghi di Catanzaro, ai tempi di de Magistris e del caso “Why Not”, Napolitano, con un atto senza precedenti, chiese “le carte” ai giudici campani entrando così a gamba tesa in una inchiesta evidentemente solida, visto il successivo rinvio a giudizio di molti personaggi chiave di quell’indagine. Un martellamento quindi pressoché continuo e multidirezionale , agevolato anche dal conformismo dei media e dalla pochezza di una classe politica ridotta a recitare il ruolo della giuliva valletta. La Blitzkrieg con la quale Napolitano ha imposto Monti, sospendendo contestualmente la naturale alternanza democratica è inoltre coerente, a mio modesto avviso, con la formazione politica del primo Presidente della Repubblica di provenienza comunista della storia d’Italia. Basti pensare che nel lontanissimo 1956, mentre l’Urss soffocava nel sangue le istanze degli ungheresi che chiedevano libertà, un giovane responsabile della commissione meridionale del Comitato Centrale del PCI, di nome Giorgio Napolitano, plaudiva all’intervento sovietico bollando come “controrivoluzionari” gli eroici insorti ungheresi. Oggi in molti, magari sulla scia delle stesse emozioni, applaudono quell’ex giovane dirigente comunista cui magari la storia, tra un altro cinquantennio, si premurerà di certificare che sbagliava non solo da applaudente ma anche da applaudito.

    Francesco Maria Toscano

    Categorie: Editoriale

    10 Commenti

    1. Teobaldo di Provins scrive:

      Ve lo dico io chi è Giorgio Napolitano.

      Occorre però fare un passo indietro per capire chi è Napolitano, occorre partire dal ruolo di Giorgio Amendola e del PCI dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Il PCI prima e meglio di altri aveva esteso la sua rete clandestina a supporto delle operazioni partigiane e di resistenza al nazi-fascismo, e per questo il PCI divenne per molti socialisti e repubblicani (anche per qualche liberale) comunque un punto di riferimento. Per molti laici non necessariamente di stretta osservanza comunista, il Partito Comunista Italiano apparve come l’unica forza organizzata capace di limitare la democrazia cristiana e frenare il fascismo sempre pronto ad alzare la testa.

      Uno dei capi stipite di questa corrente fu Giorgio Amendola figlio di quel Giovanni che assieme a Calamandrei e altri leader del movimento repubblicano organizzarono l’Aventino.
      Del resto il PCI fin dalle sue origini fu un partito comunista anomalo, esso è stato il partito di Gramsci e di Togliatti, un partito comunista quindi che poteva vantare una struttura ideologica e di pensiero autonomo e coerente, da qualsiasi altra forma di pensiero marxista.

      Giorgio Napolitano come altri appartenne a quella corrente amendoliana e più e prima di altri pose il problema dell’ala dura del PCI quella che sperava in una affermazione in positivo dell’URSS.
      La così detta ala migliorista, di cui Napolitano fu esponente si adoperò molto per creare una diversa collocazione del PCI. Sarà grazie a Napolitano e ai suoi rapporti non ortodossi che il PCI di Berlinguer fu visto in una diversa luce dagli USA. Nel 1978 infatti Napolitano va negli USA a spiegare a tutti (convincendoli) che il PCI era un partito democratico.

      Napolitano è stato attaccato da delle meteore, da dei Giacobini della Domenica, inutili comparse della storia. De Magistrs un uomo che parala di leggi e costituzione, senza averle mai lette, da cui si spiega la fine delle sue inchieste. Da quel mentecatto reazionario di Marco Travaglio, che scambia la politica per un’aula giudiziaria, a da quell’uomo a servizio di de Benedetti che è d’Arcais. Chissà quante altre meteore, altri inutili giacobini della domenica penseranno di criticare il migliore Presidente della Repubblica che l’Italia Repubblicana abbaia avuto nella sua breve e sciagurata storia.

      Con (se pur polemico, ma non per questo meno sincero) affetto, vostro Teobaldo.

    2. Il Moralista scrive:

      Caro Teobaldo, ogni tanto mi ricordi Catalano il mitoco personaggio di “Indietro Tutta” che snocciolava ovvietà in continuazione. Nel tuo lungo commento ci ricordi che Napolitano era sì comunista ma migliorista e che perciò abbe l’onore di andare negli States nel 1978. Benissimo. Non dici però una parole sulle questione di fondo che animano il pezzo:
      1) è vero che Napolitano interpreta il suo mandato per oltre i limiti che la Costituzione gli impone?
      2)E’ vero che, in maniera irrituale, aldilà del giudizio sulla figura di de Magistris, entrò a gamba tesa su una inchiesta delal magistratura salernitana? E, se sì, perchè?
      3)E’ vero che nel 1956 bollò come “controrivoluzionari” gli eroi ungheresi invasi sall’Urss?

      Per ora mi fermo qui.
      Ti prego di rispondermi senza citare le guerre puniche ma nel merito dei quesiti posti.

      Ciao

    3. Teobaldo di Provins scrive:

      Caro Moralista, cominciamo con l’ultima; La vicenda del 56 è storia, ma viene messa li per far caciara, non ha nessun nesso con la vicenda Berlusconi-Monti, o con il “settennato da archiviare”, tranne che si pensi che Napolitano sia un novello Nostradamus (cosa che io non credo). E’ come dire: “Ricordate anche Napolitano era un comunista mangia bambini”. La verità è che Napolitano (in questo senso va letto il mo post) era un socialista democratico all’interno del PCI, e se questa è una affermazione ovvia, facciamola essere ovvia.

      Per quanto riguarda la prima affermazione; No. Asor Rosa voleva l’intervento dei Carabinieri, Scalfari e dintorni volevano lo scioglimento delle camere mentre il governo Berlusconi continuava ad avere la fiducia in parlamento, incuranti del conflitto istituzionale che si sarebbe aperto. Napolitano invece ha rispettato la Costituzione in modo maniacale, dimostrando che essa è più forte del miliardario populista di turno. Scalfaro e Ciampi alla fine (con tutto il dovuto rispetto, soprattutto per il secondo), dando retta troppo agli editoriali di Scalfari, finirono per essere meno efficaci e de facto, loro indebolirono maggiormente la figura del Presidente della Repubblica e la forza della Costituzione.

      Per quanto riguarda de Magistrs, non ho nulla da dire, perché vorrei parlare di cose serie e non occuparmi di stupidaggini come de Magistris.

      PS
      Personalmente sono molto vicino alle idee che si professano in Democrazia-RadicalPopolare, tuttavia c’è un po’ di confusione. Proprio adesso mi sono scaricato “il viaggio allucinogeno” di Paolo Barnard. Credo che gli Stati Uniti d’Europa siano la nostra luce del mattino, il nostro risorgimento, la rivoluzione delle nostre generazioni, credo che la BCE debba acquistare i debiti sovrani degli stati europei tramite gli EuroBond, credo anche che l’euro si debba svalutare, penso pure che non dobbiamo avere paura della parità Euro-Dollaro, ma presentare Nixon come l’eroe delle masse e Delors e Prodi come i difensori delle elite è un po’ bizzarro.

      Per restare nelle banalità e così rispondere anche a Paolo Barnard, nel novecento c’è stata una lotta tra Capitalismo e Socialismo (lotta che si è fatta notare, direi, a cui Nixon ha dato un notevole contributo) e ha vinto il capitalismo. Ma come sapevamo il capitalismo non è privo di difetti, restando nell’ovvio, Lenin avrebbe detto (un secolo prima di Paolo Barnard):

      Se la forma dominante del capitale non è più quella industriale, ma è quella finanziaria, se «per il vecchio capitalismo, sotto il pieno dominio della libera concorrenza, era caratteristica l’esportazione di merci, per il nuovo capitalismo, sotto il dominio dei monopoli, è caratteristica l’esportazione del capitale [...] la necessità dell’esportazione di capitale è determinata dal fatto che in alcuni paesi il capitalismo è diventato più che maturo e al capitale [...] non rimane più un campo di investimento redditizio». Lenin 1909.

      Vostro Teobaldo.

    4. Il Moralista scrive:

      Caro Teobaldo,
      in sintesi rispondi
      1)Il fatto che nel 1956 Napolitano tifasse per i carri armati sovietici non tradisce una formazione di tipo antidemocratico. Per me sì e non vorrei ritrovarmi tra un ventennio un Presidente della Repubblica che oggi, ad esempio, tifasse per un regime qualsiasi solo perché “è passato molto tempo”. Politica è responsabilità.
      2)Sul secondo quesito, circa l’intrepretazione larga del ruolo, nel merito non dici nulla ma ti limiti a svolgere un ragionamneto di tipo comparativo volto a dimostrare che Scalfaro e Ciampi erano pure peggio. Sarà ma converrai, non è un argomento che induce ottimismo.
      3) Sull’ingerenza irrituale circa il libero operato di una procura indipendente tiri la palla in corner rifugiandoti dietro l’asserita inutilità della figura di de Magistris. Ma chi se ne frega di de Magistris? Il problema riguarda le regole e i principi, non i personaggi più o meno credibili.

      Taci infine sul ruolo di Napolitano in relazione all’avvento del governo Monti così come all’intervento in Libia.

      Il Moralista

    5. Pane al pane scrive:

      Forse il Blitzkrieg è arrivato con una ventina d’ anni di ritardo, altro che De Magistris e equilibri di potere.
      L’ Italia è il paese di Berlusconi, del debito pubblico incontrollato, degli evasori fiscali e dei partiti (destra e sinistra) che per ragioni elettorali non hanno mai avuto il coraggio di affrontare la questione delle riforme.
      Il piano di Monti però è abbastanza sorprendente (almeno per adesso; sono passati si e no 20 giorni) e sembra un autentico accanimento contro la classe media o forse medio-bassa, senza dei chiari e anche severi provvedimenti contro l’ evasione fiscale e lasciando sostanzialmente intoccati i grandi patrimoni (Monti ha detto che ci vuole troppo tempo per scovarli e non so bene come interpretare questa sua affermazione…).
      In sostanza: stai dicendo che il presunto attacco alla democrazia di Napolitano è funzionale a un piano di cinesizzazione della classe media e bassa? Ne parlano in molti ed potrebbe essere anche verosimile, ma curiosamente arrivati al “quis quid ubi…” ci si limita a denunciare forze impersonali come “gli speculatori internazionali”, “il capitale”, “le banche” tralasciando quelli più folcoristici come gli Illuminati di Baviera o addirittura i Rothscild.
      Se chi critica Napolitano ha degli elementi concreti per dimostrare che dei gruppi sovranazionali stanno realizzando l’ ultima parte di un piano di soppressione delle libertà democratiche, distruzione delle sovranità nazionali e impoverimento delle masse che faccia i nomi o almeno che riveli i dettagli. Fino ad allora la versione più verosimile è quella di una popolazione che se ne è sempre fregata dell’ interesse comune, che si è regolarmente messa sotto la cappella del vincitore di turno per ottenere dei vantaggi personali e che oggi si trova a pagare il prezzo della propria meschinità e ignavia.

    6. Il Moralista scrive:

      Caro Pane al Pane,

      In questo tentativo di cinesizzare l’Italia e l’Europa di impersonale non c’è proprio nulla. Trichet è impersonale? Draghi è un oleogramma? Napolitano e Monti sono due fantasmi? I tanti economisti cresciuti alla scuola di Fridman sono alieni? Papademos, Merkel e Sarkozy sono personaggi dei fumetti? Questi, come il loro avamposto italiano Berlusconi, puntano a ridisegnare la società secondo il modello indiano delle caste, ma hanno almeno il pregio della coerenza. Poi c’è chi come Bersani e D’Alema lavora allo stesso obiettivo facendo finta di difendere poveri, pensionati e salariati. Il dramma vero è che, purtroppo, non c’è nessun mistero. E’ tutto chiarissimo. La storia si fa (quasi) sempre alla luce del sole.

    7. Pane al pane scrive:

      Draghi casomai è un ologramma (anche se “oleogramma”, per un presunto cortigiano dannato di poteri occulti, ne rappresenta meglio la servile natura untuosa).
      A parte le battute tu e molti altri in vari siti sul web citate dell persone che tutt’ al più possono essere considerate ipoteticamente dei grands commis al servizio di “qualcuno” e non certo gli autentici fantomatici poteri forti che da anni (se non da secoli secondo altri) tramano ai danni dell’ ignara popolazione mondiale.
      Primo punto: ma questa benedetta popolazione o “ggente” con due “g” che fa, dorme? Non si rende conto della situazione e va in giro per la storia come Cappuccetto Rosso nel bosco? Io invece penso che tutti, ma proprio tutti, conoscano l’ andazzo e semplicemente che la maggioranza pensi di approfittarsene pur di evitare di lottare seriamente rischiando in prima persona(perché complotto o non complotto è evidente che esistono classi sociali, paesi ed etnie vergognosamente sfruttate in tutte le epoche e in tutti i continenti; o sei disposto a confrontarti con i presunti o reali nemici o sei corresponsabile della tua stessa condizione di schiavitù).
      Secondo: do quindi per scontato che tu stia parlando di poteri molto al di sopra delle persone che hai nominato. Ma allora quali sarebbero? E’ evidente che senza nemmeno sapere chi sono o sarebbero i referenti ultimi di questa cospirazione o magari limitandosi a intuirlo vagamente non è possibile in alcun modo contrastarli.
      Ho letto un libro interessantissimo che si intitola “Tragedy and Hope” di Carroll Quigley che è in sostanza l’ unico storico di fama che ha sposato queste teorie del potere segreto. Piccolo particolare il libro è del 1966…come mai nel frattempo nessun altro “credibile” si è deciso a denunciare in termini espliciti i nomi e cognomi delle persone e delle entità che starebbero dietro a questo grande inganno?
      Naturalmente non mi rivolgo solo a te, sei uno dei tanti che sostiene queste teorie rimanendo un po’ troppo nel vago.
      Come è noto la Rivoluzione Francese è stata fatta dagli aristocratici e dagli intellettuali che magari senza capire bene a cosa andavano incontro hanno deciso di svegliarsi e di rendere di pubblico dominio il carattere oppressivo di un sistema sociale e culturale che la “ggente” non era in grado di capire. O succede lo stesso oggi da noi o, limitandosi alle vaghe intuizioni o alle velate allusioni non “provate”, le caste indiane diventeranno di moda in tutto il mondo, perché complotto o non complotto il risultato finale mi sembra solo quello.

      Due citazioni dal libro di C.Q. (1966)

      “The powers of financial capitalism had another far-reaching aim, nothing less
      than to create a world system of financial control in private hands able to dominate the political system of each country and the economy of the world as a whole. this system was to be controlled in a feudalist fashion by the central banks of the world acting in concert by secret agreements arrived at in frequent private meetings and conferences.”

      E questo ancora più significativo

      “It must not be felt that these heads of the world’s chief central banks were themselves substantive powers in world finance. They were not. Rather, they were the technicians and agents of the dominant investment bankers of their own countries, who had raised them up and were perfectly capable of throwing them down. The substantive financial powers of the world were in the hands of these investment bankers (also called’international’ or ‘merchant’ bankers) who remained largely behind the scenes in their own unincorporated private banks. These formed a system of international cooperation and
      national dominance which was more private, more powerful, and more secret than that of their agents in the central banks. this dominance of investment bankers was based on their control over the flows of credit and investment funds in their own countries and throughout the world. They could dominate the financial and industrial systems of their own countries by their influence over the flow of current funds though bank loans, the
      discount rate, and the re-discounting of commercial debts; they could dominate
      governments by their own control over current government loans and the play of the international exchanges. Almost all of this power was exercised by the personal influence and prestige of men who had demonstrated their ability in the past to bring off successful financial coupes, to keep their word, to remain cool in a crisis, and to share their winning
      opportunities with their associates.”

    8. Il Moralista scrive:

      Pana al Pane, riconosco che la tua analisi è ben scritta, suggestiva e non priva di riferimenti culturali interessanti. Non ti seguo però nella tua ossessiva ricerca di grandi e occulti burattinai. Non ci credo e non ne cerco, mi accontento dei mostri visibili. Il tuo ragionamente è, inconsapevolmente, funzionale al mantenimento dello status quo. Non inseguire fantasmi che ti sviano dalle verità semplici. Monti ha il potere e intende imporre una manovra che indebolisce ceti medi e proletari? Sì? Monti è il problema. Monti, nel fare quello che fa,è spalleggiato da Tizo, Caio e Sempronio che ne hanno, tra l’altro, favorito l’ascesa? Sì, quelli sono i suoi complici. Per decenni tutti i più importanti boss mafiosi non hanno mai pagato per i loro crimini. Nonostante le ‘ndrine siano strutturate, specie in Calabria, come delle casate che trasferiscono il potere criminale per via ereditaria, di fronte ad ogni fatto di sangue rimasto impunito, fiorivano fantasie variegate circa i possibili grandi scenari che si nascondevano dietro l’avvenuta tragedia. Con l’avvento dei pentiti tutti hanno saputo quello che era chiaro fin dall’inizio. I singoli boss, ognuno nel territorio di competenza, dispongono direttamente del diritto di vita e di morte sugli abitanti. Che poi, un potere così strutturato, trovi di volta un volta conveniente accordarsi, servire o ricattare il potere cosidetto legittimo non cambia la natura delle cose. Ripeto, non c’è bisogno di impressionarsi inseguendo chissà quali scenari, per far tremare i polsi basta guardare gli attori sulla scena al netto di chi, dietro le quinte, probabilmente si gode lo spettacolo.

      p.s. Ti prego di perdonarmi magnanimamente eventuali errori di battitura e punteggiatura, prevalentemente dovuti alla fretta nello scrivere.

      Il Moralista

    9. Pane al pane scrive:

      Veramente mi sembra di aver identificato con precisione un solo responsabile certo e cioè proprio la classe media che adesso tutti compatiscono come l’ innocente vittima sacrificale.
      I burattinai li citano altri, anzi pare che ormai sia diventata una moda sui vari blog di internet.
      Se Napolitano e Monti sono due signori con delle idee più o meno condivisibili che agiscono in nome e per conto di loro stessi vale il discorso del mio primo post: non c’è mai stata autentica democrazia in Italia per non parlare delle peculiari modalità nazionali della gestione della cosa pubblica e l’ avvento del dictator era semplicemente l’ unica alternativa possibile alla catastrofe (in altre parole la democrazia in Italia era finita da un pezzo quindi è inutile lamentarsi).
      Se invece (ed evidentemente non è il tuo caso – e me ne scuso – ma di moltissimi altri che lamentano l’ attacco alla democrazia e alla classe media) si viene a parlare di complotti, di trame ordite da chissà quanto tempo, di poteri forti e finanza internazionale bisognerebbe entrare più nello specifico mentre attualmente sull’ argomento leggo molto fumo e poco arrosto.
      Le uniche due cose che mi insospettiscono è che il fumo c’è anche dalla parte di chi nega le trame occulte e, francamente, il tono generale della manovra di Monti che come ho detto mi ha lasciato un po’ interdetto (anche se è solo all’ inizio del suo mandato).
      Un altro fatto curioso è che nonostante l’ attualità dell’ argomento in Italia non escano film sull’ attuale crisi finanziaria come “Margin Call” (2011). Si fanno film di guerra e dell’ orrore con scene terrificanti che non spaventano nessuno mentre questo film inizia con dei “tagliatori di teste” che entrano nel grattacielo di un grande broker finanziario e cominciano a chiamare gli impiegati per licenziarli. Sembra niente ma ti assicuro che è una delle scene più impressionanti (e ben fatte) che abbia visto al cinema.
      Se poi aggiungi che in Italia non mi pare di leggere notizie simili:

      The SEC alleges that one of the world’s largest hedge funds, Paulson & Co., paid Goldman Sachs to structure a transaction in which Paulson & Co. could take short positions against mortgage securities chosen by Paulson & Co. based on a belief that the securities would experience credit events.

      ……………

      Goldman Sachs did not disclose Paulson & Co.’s short position or its role in the collateral selection process in the term sheet, flip book, offering memorandum, or other marketing materials provided to investors (!!!)

      ti accorgi che in effetti di fumo ce n’è tantissimo da tutte le parti.

      P.S. Ti prego di perdonarmi magnanimamente qualche battutina ogni tanto

    10. Il Moralista scrive:

      Credo, per usare un lessico di democristiana memoria, che siano più le cose che ci uniscono da quelle che ci dividono.

      p.s. battute perdonate (forse dovrei cambiare nome al blog. Non più “ilmoralista” ma “ilpermaloso.it”.

      Ciao, a presto

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    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


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    • Chi è il moralista

      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

    • Cos’è il moralista

      Sito di approfondimento politico, storico e culturale. Si occupa di temi di attualità con uno sguardo libero e disincantato sulle cose. Il Moralista è un personaggio complesso, indeciso tra l'accettazione di una indigeribile realtà e il desiderio di contribuire alla creazione di una società capace di riscoprire sentimenti nobili. Ogni giorno il Moralista commenterà le notizie che la cronaca propone col piglio di chi non deve servire nessuno se non la ricerca della verità. Una ricerca naturalmente relativa e quindi soggettiva, ma onesta e leale.

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