Oggi le tre scimmiette, Alfano, Bersani e Casini, che tengono in vita il governo Monti si vedranno per una sobria colazione di lavoro. Non sappiamo cosa partoriranno i quattro cavalieri dell’apocalisse riuniti in seduta comune, molto probabilmente nulla di buono. Ognuno continuerà a recitare la sua parte all’interno di un copione già scritto, raggirando con eleganza gli elettori di riferimento. Quest’ultimo aspetto vale solo per Bersani e Alfano che, nonostante gli sforzi, gli elettori li hanno davvero. Mentre Casini, per sua fortuna, non ha di questi problemi: non avendo mai avuto un elettorato, infatti, non deve neppure porsi il problema di come conservarlo. I prodigi dei professori al governo, intanto, sono sempre più evidenti. Lo Spread è ancora sopra 500 punti, le agenzie di rating hanno sprofondato l’Italia in serie b come la Juventus di Calciopoli mentre il governo continua a varare misure recessive puntando sul lato masochistico degli italiani, invitati a riguadagnarsi il paradiso perduto attraverso nuovi cilici e vecchie sofferenze. In linea con l’impianto delle politiche auto afflittive che piegano i poveri ma eccitano i commentatori, si inserisce anche il nostro Papa Benedetto XVI, malignamente apostrofato il giorno della sua ascesa al soglio pontificio con il sarcastico appellativo di “ pastore tedesco” dal quotidiano il Manifesto, il quale ha trovato il tempo di farci sapere che il governo Monti “sta facendo bene pur tra mille difficoltà”. Il Santo padre non ha però specificato “per chi” starebbe facendo bene il pluri inumidito Monti da Varese. Certamente non per gli ultimi, al centro di tutto il messaggio evangelico, ancora una volta colpiti e schiacciati con insaziabile e vorace foga da chi come Monti, si fa palese portatore di egoistici interessi occulti con il beneplacito deprimente delle più alte sfere vaticane.
Anche Ratzinger è piuttosto anziano. Ho in cantina una bottiglia di spumante pronta.