Il Paese è oramai una polveriera. Dai tassisti, ai camionisti, ai pensionati fino agli avvocati non c’è categoria che non protesti. Il governo con Loden, guidato dal massone a sua insaputa Monti (copyright Grande Oriente Democratico), funziona con teutonica efficienza. D’altronde, soltanto una figura come Monti, fintamente autorevole, vagamente naif, fredda e accompagnata dall’incessante battimani della stampa interessata e di parte poteva imprimere una così decisa accelerazione nella direzione del definitivo annichilimento della classi medie e proletarie. Il prossimo passo, statene certi, sarà quello di rivoluzionare il mercato del lavoro. I nuovi lavoratori dovranno somigliare molto di più a quelli di inizio ottocento che non a quelli delle generazioni precedenti. Salari da fame, nessuna garanzia e tutto affidato alle sapienti cure del libero mercato, capace da solo di sprigionare quegli istinti animali cari all’economista Adam Smith. Temo che anziché il sacro spirito animale finalizzato all’arricchimento e al progresso economico e scientifico delle nazioni, questo tipo di politiche scatenerà soltanto gli appetiti famelici di altre categorie animalesche, pronte a sfruttare senza pietà una nuova moltitudine di straccioni piegati dalla fame e dalla paura. A breve probabilmente rivedremo i bimbi lavorare in fabbrica, le donne licenziate perché incinte e gli uomini costretti a turni massacranti per conservare posti di lavoro umili e mal pagati. Lo spettro dello scatenamento di una indotta guerra tra poveri per la sopravvivenza sarà (è?)il leit motiv del nuovo millennio. La paura avvolgerà le nazioni e i moderni negrieri, cavalcandoli, fiaccheranno le deboli residue resistenze. A meno che il popolo non provi a rialzare la testa. La protesta dei Forconi è una prima forma di eroica resistenza contro un nemico non meno pericoloso e potente del nazifascismo. Al posto delle stragi in stile Sant’Anna di Stazzema, i nuovi dittatori useranno l’arma della calunnia e della delegittimazione, riservandosi l’uso della violenza pura solo come ultima ipotesi. Di fronte all’inaspettata prova di dignità di migliaia di lavoratori che non intendono farsi silenziosamente schiavizzare, fonti governative ed industriali non a caso lanciano il fantomatico rischio dell’infiltrazione mafiosa nella protesta. Tutto questo mentre le inchieste siciliane stanno finalmente provando a fare luce sulla vera natura delle stragi del ’92 e del ’93, dando forza all’ipotesi di una oscena trattativa Stato-mafia alla base del complessivo equilibrio di potere della cosiddetta seconda Repubblica. Riportava brillantemente il direttore di Calabria Ora Piero Sansonetti, in un editoriale di ieri, il contenuto di uno striscione esposto durante una delle tante manifestazioni di protesta sparse per lo stivale: “Insorgere è giusto”.
Francesco: «[...] un nemico non meno pericoloso e potente del nazifascismo [...]»
Nel leggere la prima parte della tua pagina stavo pensando esattamente la stessa cosa. Mi conforta vedere che quel pensiero tanto negativo non è la conseguenza d’una mia tendenza alla paranoia. A meno che noi si sia entrambi paranoici.