Francesco Maria Toscano per Gazzetta del sud
Mentre il dibattito planetario pare arrovellarsi quasi esclusivamente intorno ai nuovi dogmi del rigore e dell’austerità dei conti pubblici, c’è ancora chi ritiene che, prima dei bilanci, sia prioritario curare gli uomini e le donne in carne ed ossa. Questa consapevolezza è certamente prodromica alla sottoscrizione di un protocollo di intesa che l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria ha inteso stipulare con l’Ong (organizzazione non governativa) Emergency di Gino Strada al fine di garantire una basilare copertura sanitaria anche per i tanti lavoratori extracomunitari impegnati stagionalmente in lavori duri e usuranti come la raccolta degli agrumi. Sono ancora vive, nella mente della parte più sensibile della società calabrese, le immagini delle veementi proteste degli africani di Rosarno che due anni orsono fecero tristemente il giro del mondo. Centinaia di uomini, scappati dalla guerra, dalla fame e dalla miseria, ammassati in luoghi di fortuna in pessime condizioni igienico sanitarie per inseguire il miraggio di una integrazione dignitosa attraverso la via stretta e spesso illusoria del lavoro duro e della fatica più estrema. La fatica mista alle precarie condizioni di vita costituisce poi un naturale viatico per il proliferare di malattie, acciacchi ed affanni che non di rado minano la salute dei migranti. Anche piccoli problemi possono diventare insormontabili se colpiscono chi, per motivi comunicativi, economici o burocratici, non ha gli strumenti per porvi rimedio. Ed è proprio per porre un argine nei confronti di questa piaga dilagante e per garantire a tutti gli uomini che operano e vivono nel nostro territorio il diritto inalienabile alla salute e alla assistenza sanitaria che Emergency intende mettere al servizio della collettività la sua esperienza e la sua professionalità, maturata in tantissimi anni di lavoro nei posti più difficili e remoti del pianeta. Intento questo che ha evidentemente trovato il sostegno delle istituzioni locali, a partire dall’Asp. “La sottoscrizione di questo protocollo di intesa”, spiega Rosanna Squillacioti direttore generale dell’Asp reggina, “ci impegna a garantire una assistenza sanitaria per chi vive una condizione di difficoltà”. Dopo un breve encomio sulla indiscussa bontà dell’iniziativa presentata, Squillacioti si prodiga poi nella descrizione di uno scenario edificante circa lo “stato di salute” delle diverse articolazioni ospedaliere dislocate in provincia:”Gli ospedali di Locri, Melito, Polistena e Gioia Tauro”, certifica il direttore, “funzionano bene. L’ospedale di Scilla poi è in fase di riconversione al fine di limitare l’alta emigrazione sanitaria della nostra regione specie per i pazienti in dialisi. In Calabria”, chiosa sicura Squillacioti, “esistono tanti centri di eccellenza. Forse il problema riguarda la capacità di comunicare le tante cose positive.” Punta tutto sulla filantropia il dottore Francesco Sarica ricordando i suoi viaggi in Africa per aiutare i più bisognosi e invitando la politica a non dividersi intorno al tema della solidarietà perché “la sanità non ha colore”. Pietro Perrino, responsabile ufficio umanitario di Emergency, chiude l’incontro approfondendo alcuni aspetti dell’iniziativa presentata: “Il nostro è un progetto inclusivo che si rivolge indistintamente a tutte le persone che vivono un problema. Garantiremo un aiuto non solo sanitario ma anche amministrativo e di orientamento grazie alla qualità dei nostri mediatori culturali. Attraverso il nostro lavoro potremo consegnare alle autorità competenti una corretta fotografia circa la reale situazione sanitaria nella quale si trova quella parte di umanità che vive ai margini del sistema. La nostra è anche una battaglia sociale e culturale volta a difendere quel baluardo di civiltà rappresentato dal diritto alla sanità per tutti”. Un lavoro, quello di Emergency, che potrà risultare agevolato anche dalla nobile decisione di Adriano Celentano di devolvere parte del suo lauto cachet sanremese alla organizzazione guidata da Gino Strada sulla scia, anche ma non solo, delle roventi polemiche. Una ulteriore prova del fatto che, di tanto in tanto, anche le polemiche fanno bene alla salute.
La prossima volta che avrò un malanno, dunque, mi rivolgerò ad Emergency. Chissà che mi risparmino ticket e balzelli. Come dite? Che quei servizi non sono per noi comuni Italiani? E che sono, queste discriminazioni razziste?
Tra l’altro, chi usufruirà dei servizi offerti a seguito di questo protocollo d’intesa le paga le tasse o è un parassita della società? (parole non mie, ma che per equità occorre non dimenticare e non usare a senso unico)