Marine Le Pen ce l’ha fatta. Ha raccolto le 500 firme di sostegno di sindaci o persone elette in almeno 30 diversi dipartimenti della Francia, e può ora ambire alla conquista dell’Eliseo. Una cattiva notizia per Sarkozy che si ritrova ora a dover fare i conti non soltanto con lo scialbo candidato socialista Hollande, dato favorito dai sondaggi, ma anche con una agguerrita concorrenza alla sua destra, ben interpretata dalla figlia del fondatore del Front National, il pittoresco Jean Marie Le Pen. L’estrema destra in Francia è accreditata di numeri crescenti e rilevanti. I sondaggi assegnano al Front National circa il 20% dei consensi, ipotesi certamente sviluppata al ribasso, considerata la storica ritrosia dell’elettorato di tradizione fascista ad esplicitare alla luce del sole le proprie intenzioni di voto. Già nel lontano 2002, il padre di Marine ottenne un risultato straordinario e imprevisto, superando al primo turno il candidato socialista Lionel Jospin perdendo poi vistosamente il ballottaggio contro Chirac. Marine Le Pen è un avversario più insidioso del padre. Si presenta meglio, ha depurato il lessico politico del suo partito dalle periodiche indecenze paterne, e ha messo al centro della sua battaglia politica tematiche economiche e sociali, accusando senza giri di parole l’attuale costruzione Europea di rappresentare una camicia di forza che umilia i popoli in nome e per conto di una oligarchia finanziaria avida e senza scrupoli. I temi populistici della sicurezza legati all’immigrazione non scompaiono, ma restano defilati rispetto alle nuove priorità anticomunitarie indicate dalla bionda Marine. Sbaglia chi pensa di sottovalutare la leader della destra francese, trattandola alla stregua di uno Storace in gonnella. Ecco cosa scrive a tal proposito lo studioso Costanzo Preve sul tema in oggetto per il sito www.comedonchisciotte.org(http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&thold=-1&mode=flat&order=0&sid=9984): “Ultimamente un caro amico francese mi ha spedito il libro di Marine Le Pen (cfr. Perché la Francia viva, in lingua francese, Grancher, Paris 2012). So già che si parlerà di astuta manovra di infiltrazione populista del fascismo eterno, ma provate a leggerlo. C’è da restare stupiti. Io non sono stupito, perché conosco la dialettica di Hegel, l’unità dei contrari, e la logica di sviluppo dell’ultimo ventennio sia della sinistra che della destra. Ma veniamo ai fatti. A pagina 135 Marine Le Pen scrive, traduco letteralmente: Non ho da parte mia nessun patema d’animo a dirlo: la dicotomia fra destra e sinistra non esiste più. I principali riferimenti filosofici sono a due pensatori di sinistra, Bourdieu e Michéa (pagina 148). Il vecchio comunismo francese di Marchais è citato positivamente e quindi, niente Pétain e Vichy. Sarkozy è vituperato sia per la sua politica estera filo-USA che per quella interna, favorevole alle diseguaglianze sociali. Sul mercato il principale riferimento teorico è Polanyi (pagina 26). Si rivendica il no alla guerra dell’Iraq 2003 (pagina 37). Marx è citato (pagina 61), e si sostiene, citando ripetutamente l’economista Allais, l’incompatibilità di mercato e democrazia. Ma soprattutto ci ho ritrovato quello che mi seduceva nel comunismo degli anni Sessanta, il fatto che la chiacchiera polemica di piccolo cabotaggio è messa in fondo e non all’inizio, perché all’inizio vi è un lungo capitolo intitolato, alla francese, Il Mondialismo non è un Umanesimo. La globalizzazione è correttamente definita un orizzonte di rinuncia, e si riafferma che l’impero del Bene è prima di tutto nelle nostre teste, ed infatti è così…”. Di fronte alle timidezze delle forze politiche che si rifanno ad un’idea classica di socialdemocrazia, svuotata da un lunghissimo periodo di regressione culturale che ha finito per renderla di fatto evidentemente subalterna rispetto ai nuovi dogmi del turbo capitalismo trionfante, è maturo il ritorno prepotente sulla scena di partiti che conservano tratti autoritari, potenzialmente pronti ad incanalare una rabbia violenta che pervade larghe fette di società ad ogni latitudine. Anche il nazismo e il fascismo, a ben vedere, incubarono a lungo, snaturandoli, filoni culturali di matrice chiaramente socialista. Vi dico chiaramente che l’idea che la Le Pen finisca al ballottaggio, magari contro Hollande, non mi impressiona affatto. Mi impressiona invece molto di più leggere un passaggio dell’interessante intervista di Marco Zerbino per la rivista Micromega a Yiannis Bournous del partito greco di sinistra radicale Synaspismos(http://temi.repubblica.it/micromega-online/grecia-una-catastrofe-senza-fine-intervista-a-yiannis-bournous-synaspismos/): “…la sanità e l’istruzione pubblica”, spiega il politico ellenico, “sono allo sfascio, i bambini svengono in classe perché a casa sono sottoalimentati, mentre il numero dei senzatetto è sensibilmente aumentato. Quella che stiamo attraversando non è una semplice crisi economica: si sta rapidamente trasformando in una vera e propria catastrofe umanitaria!”. Le imposizioni astratte della Troika hanno prodotto questi risultati concreti. Bambini greci che svengono in classe perché denutriti nel cuore della moderna Europa. Avrò poca fantasia ma non riesco ad immaginare nessuna tragedia, anche sull’onda di un ipotizzato ritorno sulla scena di forze di supposta matrice nazista, peggiore di quella che stiamo vivendo. E se di fronte ad un quadro così allarmante la ricetta dei partiti che si riconoscono nel Pse, in Italia come in Europa, continuerà ad essere quella di delegare il potere politico ai soliti tecnocrati illuminati alla Mario Monti, al fine di ripetere a distanza di venti anni gli stessi malevoli riti inaugurati in Italia con il governo Ciampi, la capillare diffusione di totalitarismi di ritorno troverà infine pure la benedizione della dea greca Ananke, in nome e per conto della necessità inalterabile.
Francesco Maria Toscano
Nel suo recente discorso Sarkosì rispolvera temi di destra, quali misure protezionistiche e la rivisitazione degli accordi di Schengen evidentemente per strategia elettorare, per cercare di strappare qualche voto a Marine Le Pen, appunto in forte ascesa. Qualche giorno fa RAI storia ha mandato in onda un servizio sulla deriva delle destre populiste in Europa e dei leaders più rappresentativi: in Olanda, Geert Wilders; in Svizzera, Oskar Freysinger (principale promotore dei referendum per vietare la costruzione di minareti in Svizzera); in Gran Bretagna, Luton, i vari leaders della English Defence League; in Francia Marine Le Pen.
Non ho letto il libro di M. Le Pen di cui si parla nel sito comedonchisiotte.org, ma di cose belle se ne scrivono tante sui libri… ma nei fatti questa signora francese va a braccetto con i personaggi sopra citati che, senza una linea politica precisa per orientare il cambiamento, trovano i colpevoli negli altri, nel diverso… c’è crisi economica che causa tensioni sociali? Dai soluzioni! non si veicola la tensione sul diverso, cavalcando e alimentando le paure verso gli extracomunitari… e sfruttando chi non ha mai aperto un libro di storia e compreso gli scempi del nazional socialismo nel primo dopoguerra. Tanto per capirci la signora francese si è recata a Lampedusa assieme a Borghezio (non per dare etichette, ma potrei definirlo.. palesemente anti-semita?), per fare il solito populismo di destra. Il sito comedonchisiotte.org (se non ho capito male) dice sostanzialmente che in Europa e nel mondo governano già le destre oligarchiche dei tecnocrati della finanza, quindi basta trovare qualche forza politica che li mandi via, sia di destra che di sinistra anche se nelle “fronde” più radicali.. e poi M. Le Pen non è da sottovalutare, mica male.. leggi il libro … Ok se ci accontentiamo vabbè. Quindi? va via uno e ne entra un altro? …che a sua volta per cacciarlo ne dobbiamo cercare un terzo? Io so cosa vuol dire essere di sinistra e essere di destra e francamente credo che demonizzare questa dicotomia è utile esattamente ai tecnocrati che ci governano, che hanno interesse a sminuire il ruolo della politica per dar risalto alla loro presunta benefica azione pragmatica… tanto destra o sinistra è uguale non cambia niente… no! Destra e sinistra sono cose diverse e questo la politica lo deve comprendere e deve rispondere con la politica, se non vuole lasciare spazio alle destre populiste.
Ma torniamo in Francia. Ho recentemente scaricato il programma elettorale del candidato socialista Hollande in lingua francese dal suo sito http://francoishollande.fr/ e credo che, almenochè non si tratti della solita propaganda pre-elettorale, offra, più di M. Le Pen, maggiori spunti su cui ragionare, in ordine alle “tematiche economiche e sociali, accusando senza giri di parole l’attuale costruzione Europea di rappresentare una camicia di forza che umilia i popoli in nome e per conto di una oligarchia finanziaria avida e senza scrupoli”.
Il programma, dopo aver accennato alla crisi economica in atto, già nelle prime righe esordisce così:
“… per questa crisi ci sono dei responsabili: c’è al finanza, si naturalmente, che ha preso il controllo sull’economia, la società e sulle nostre stesse vite. Ci sono i politici ingiusti ed inefficaci che ci governano da 10 anni…” Seguono poi diversi aspetti programmatici importanti quale l’incentivo alla separazione fra la attività delle banche di credito commerciali da quelle speculative, lotta ai paradisi fiscali, tasse sulle transazioni finanziarie, l’abbandono delle politiche di austerity per sposare politiche espansive per la crescita, l’introduzione degli eurobond. Aspetto non marginale e molto concreto è inoltre l’intento di rinegoziare il trattato del 9/12/2011 sul fiscal compact, per privilegiare crescita ed impiego, riorientando il ruolo della BCE in questa direzione. Come noto in una recente dichiarazione Hollande disse che in caso di sua elezione sarà ridiscusso nel Parlamento francese il fiscal compact con un dibattito pubblico e votazione palese, al fine di garantire una maggior consapevolezza e partecipazione democratica del cittadino sulle scelte europee. In una successiva dichiarazione denuncia apertamente che i leaders europei (con riferimento particolare alla Sig.ra Merkel) marciano apertamente contro il socialismo francese, che offre una alternativa alle politiche di austerity dei tecnocrati europei. Per evitare di scrivere un trattato consiglio la lettura del programma elettorale di Hollande che potrebbe essere la sponda per ricostruire la piattaforma politica socialista in Europa.
Destra e sinistra non esistono più? Probabilmente l’unico errore in questa frase è quel “più”, giacché destra e sinistra non sono *mai*esistite così come si raccontano/raccontavano. In effetti, nelle dinamiche politiche e sociali esistono due sole entità: sopra e sotto. In pochi sopra, in molti sotto. I tracotanti violenti sopra, i deboli e gli sconfitti sotto. Studiamo l’etologia, che ha molto di più da insegnarci rispetto alla storia, alla sociologia, alla politica. Bestie siamo, bestie rimaniamo. Forse da bestie all’angolo conviene reagire ai tracotanti, mordendo senza freni. Puntare alla gola, per chi ne ha la stoffa.
Caro Alessandro,
Non ho alcuna simpatia per le destre xenofobe europee e anche io, come te, credo che destra e sinistra non siano la stessa cosa. Ma siccome alla costruzione di questa Europa comandata dai demoni hanno concorso tanto le destre quanto le sinistre ritengo che il tempo sia oramai scaduto. Jospin, Schoder, D’Alema e Zapatero non portano meno colpe di Merkel, Sarkozy, Berlusconi e Aznar. Anzi, forse i rappresentanti delle cosiddette sinistre europee portano colpe maggiori. Perché hanno dolosamente tradito le aspettative di chi come te insegue un ideale alto di politica. Se le destre sono coerenti rispetto a questo scempio di Europa e le classi dirigenti di sinistra sono sostanzialmente colluse, non resta che augurarsi “una salutare tragedia” come quella che insanguinò l’Europa degli anni ’30 e ’40. Per poi, forse, provare a ripartire.
Ciao Francesco.. forse mi accaloro troppo.. spero di non essere stato frainteso, la mia critica non era rivolta a te, si capisce che non hai simpatia per le destre xenofobe e che il messaggio è lo stesso di un precedente articolo dedicato a Geert Wilders… Ex malo bonum
ciao a presto
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[...] con un seguito stimato oltre il 15%, mi sono già occupato in un recente articolo ( vai al link http://www.ilmoralista.it/e-se-vincesse-marine-le-pen). Ora è il caso di approfondire la figura di Jean Luc Melenchon, nuovo e apprezzato leader della [...]
[...] ascesa di Marine Le Pen, peraltro ampiamente prevista in tempi lontani dal Moralista (clicca per leggere). Ma mi sono accorto che il lungo preambolo sulle dinamiche che dominano il mondo dell’informazione [...]