C’è da restare sbigottiti di fronte alle esternazioni del fronte sindacale che, perfino per bocca della segretaria della Cgil Camusso, profilano il rapido raggiungimento di un accordo per riformare il mercato del lavoro. Un impianto governativo di chiara matrice terrorista che però, a differenza di quello classico, non colpisce soltanto singoli soggetti sulla base di contestazioni specifiche, ma condanna alla morte perpetua il genere umano nel suo insieme, la civiltà europea e la dignità del lavoro. Si torna ad una visione ottocentesca dei rapporti di lavoro distinguendo bene e con nettezza i padroni dai braccianti. I secondi hanno diritto all’esistenza solo nella misura in cui risultino pienamente funzionali alle esigenze dei primi. Il dramma della disoccupazione, giovanile o sopravvenuta, non è più un problema di rilevanza pubblica ma attiene alla sfera delle condizioni personali. Su questa linea, si limita la cassa integrazione, si esaspera la mobilità e si permettono i licenziamenti senza giusta causa. Questa ecatombe civile e culturale, paragonabile alla fine della civiltà romana e all’evento del potere barbarico, è giustificata dalla menzogna che promette di facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro. Una colossale mistificazione, partorita da menti sadiche e assassine, usata anche venti anni fa per giustificare l’introduzione di dosi sempre più massicce di precarietà. Abbiamo visto quali risultati meravigliosi sono stati raggiunti grazie alla precarietà. Ed ora, non contenti di tanto scempio, disperazione e dolore, un governo di tecnici non rappresentativi, guidati da un uomo della Goldman Sachs come Mario Monti, sancisce in Italia la definitiva rivalsa della classe padronale rispetto a quella subordinata e neoschiavizzata. Il tutto grazie al martellamento dei mezzi di comunicazione utilizzati come strumento di classe, e alla collaborazione irresponsabile di sindacalisti senza scrupoli, pronti a sacrificare gli interessi dei lavoratori per guadagnarsi qualche credito nei confronti di politicanti burattini nelle mani della grande speculazione bancaria e finanziaria. Probabilmente la Camusso raggiungerà presto i vari Pezzotta e D’Antoni nelle aule dorate del nostro Parlamento ridotto a fantoccio. Mentre continua la cinesizzazione dell’Italia e dell’Europa, con il consenso complice di una aristocratica infiltrata nel maggiore sindacato italiano, cresciuta non a caso negli studi chic di Ballarò, la politica dei tecnici si impegna per venire incontro ai diktat della banche. I salariati affogano nell’indigenza e nello sfruttamento, e il Pd per bocca della Finocchiaro, spalleggiata da Casini, corre feroce in soccorso dei banchieri miliardari che pretendono la cancellazione di un provvedimento che interviene sui costi delle commissioni. E pensare che solo dieci anni fa, di fronte al tentativo di Berlusconi di annientare la classe lavoratrice, milioni di persone manifestarono il proprio sdegno denunciando chiaramente e con forza il tentativo schiavista e disumano in atto. Cosa è cambiato oggi? Perché le poche voci di protesta sono così flebili? Basta mettere a capo del governo un tecnico che applica alla lettera gli ordini della Bce per rendere tutto digeribile? Vi invito a rileggere i commenti di allora di quelli che oggi parlano di “accordo positivo”. Questi personaggi, che vivono strumentalizzando i bisogni e le speranze dei deboli che indegnamente rappresentano, non hanno alcun pudore. E sulla loro malefica ipocrisia ingrassano vecchi e nuovi negrieri.
Francesco Maria Toscano
Bravo. E sei stato fin troppo tenero. Sai cosa è curioso? Che tesi dello stesso tipo vengono sostenuti tanto da blogger che si etichettano come “di destra” come da blogger che si etichettano come “di sinistra”. Forse sarebbe ora di smetterla con questo genere di schieramenti da tifoserie calcistiche, e cominciare a prendere coscienza del fatto che il nemico non è né a destra né a sinistra ma, molto più semplicemente, è quello che sta sopra. Indipendentemente dalla sfumatura cromatica del drappo nel quale si avvolge a scopo mimetico.