Ha destato un fiume di provincialissime polemiche la diffusione di una foto che immortalava l’ex guardasigilli sedicente comunista Diliberto vicino ad una temibile manifestante-casalinga indossante una maglietta con su scritto “la Fornero al cimitero”. Scandalo, indignazione e unanime condanna per l’innocua signora che sperava di azzeccare la battuta. Solidarietà, vicinanza e comprensione per il ministro-terminator dalla lacrima facile, che sta mandando al cimitero per davvero intere generazioni di proletari senza neppure il bisogno di preannunciare stermini reali attraverso magliette sfoggiate per l’occasione. Diliberto, poi, anziché rispondere in maniera puerile alle contestazioni di killer su commissione travestiti da giornalisti, avrebbe dovuto limitarsi ad invitare i tanti scribi a farisei, continuamente pronti a stracciarsi le vesti, ad occuparsi di cose serie. Stesso discorso per la vignetta pubblicata da Grillo sul suo blog raffigurante il sobrio Monti dentro una bara a forma di automobile con su scritto art. 18. In una intervista pubblicata ieri sul Corriere della Sera, a firma Fabrizio Ronconi, il tasso di pericolosità sociale della signora con indosso la maglietta dello scandalo emergeva poi in tutta la sua evidenza. Dalle parole del bravo Ronconi, al contrario, si stagliava con nettezza la figura assolutamente bonaria di una mamma di famiglia, poco avvezza alle contestazioni di piazza, ancora sotto shock per le impreviste conseguenze mediatiche di una foto scattata con la stessa leggerezza di quelle che si fanno con i campioni dello sport all’uscita del campo d’allenamento. Ma siccome in Italia lo sport principale e più vantaggioso è sempre quello di correre in soccorso del vincitore, ecco mostrificata a beneficio dei lettori la casalinga romana al fine di rendere meno cattiva la coscienza di chi, come la Fornero, presta la sua insipida arte alla causa neoschiavista, classista e reazionaria. Stendo un velo pietoso poi sul tentativo di Diliberto, già inutile puntello del governo Prodi, di accreditarsi come difensore degli oppressi. Diliberto, a sentire il suo ex compagno di partito Rizzo, è più credibile nel ruolo di sodale di figure come quella di Giancarlo Elia Valori, già pidusta espulso, assiduo “telefonatore” dell’ex magistrato Achille Toro all’epoca delle inchieste sulle scalate bancarie del 2005. Lo stesso Elia Valori non a caso insignito di un riconoscimento speciale, per la meritoria opera in tempo di guerra della di lui mamma, direttamente consegnato dal Presidente Napolitano. Per concludere, Paola Francioni, la signora con la maglietta incriminata, somiglia molto meno ad Anteo Zamboni (nella foto) di quanto i governanti di oggi non somiglino a quelli del ventennio.
Francesco Maria Toscano
Come inadeguato risarcimento al Ministro Fornero, per la beffa ed il danno morale e di immagine subito con l’ostensione della maglietta recante la “scritta incriminata”, ho composto una breve ode poetica a Lei dedicata.
La poesia – dal titolo Roboanti Rutti – è appositamente creata per essere stampata su “T-shirt” da indossare nei casi di “festante adorazione” al passaggio dei nostri nuovi governanti.
Le prime quattro terzine devono essere stampate sul petto, mentre le ultime due terzine e la quartina finale, sul dorso delle “T-Shirt”.
Ecco a voi la poesia “ROBOANTI RUTTI”:
Forse è tardi,
ormai stanco
ricordo suoni antichi.
Notte negletta,
eremo gelido,
roboanti rutti.
Oblio fetido del
macabro rito che
unisce rabbia e dolore
Ora, il pianto.
Ricordo triste di
ideali andati.
Morbida notte,
oscuri la mente
nei sogni pulsanti.
Troppo livore,
in tanti pensieri,
accende il mio cuore.
Nulla si sente
che plachi il dolore,
han fatto lo scempio…..
ed ora …… si muore.