E’ di pochi minuti fa la notizia di una inchiesta giudiziaria a carico del segretario amministrativo della Lega Francesco Belsito. Non entro nel merito di una vicenda che non conosco, ma mi limito a fare un ragionamento a voce alta in seguito ad alcune opportune premesse. Non ho alcuna simpatia per la Lega Nord, forza politica nata sull’onda moralisteggiante che produsse la strabica stagione di Mani Pulite, finita a svolgere il poco lusinghiero ruolo di guardaspalle dei vari Dell’Utri e Cosentino. Trovo ripugnante il doppiogiochismo di personaggi come Bossi, pronti a tradire le genuine aspettative di un elettorato in larga parte ingenuo ma in buona fede, per fini di potere personale e familiare slegati da qualsiasi idealità politica. Queste consapevolezze non mi impediscono però di notare altre peculiarità, proprie del movimento padano, certamente più lusinghiere. La Lega, ad esempio, è un partito di carne e non di plastica. I militanti vivono il partito garantendo una partecipazione dal basso coerente con lo spirito della nostra Costituzione. La Lega esprime, inoltre, una classe dirigente mediamente più giovane rispetto alle altre forze politiche, e aggrega consenso intorno ad una proposta politica, magari strumentale, ma riconoscibile. Queste specificità rendono pressoché immune il partito di Bossi dal degradante fenomeno del trasformismo parlamentare che colpisce in maniera massiccia tutti gli altri partiti presenti in parlamento, compreso l’Idv dei vari De Gregorio e Scilipoti. Chiunque ha minima contezza di come funzionano quei comitati d’affari chiamati partiti, sa che il ruolo del segretario amministrativo è molto delicato. In genere, tutti i personaggi che svolgono tale funzione vengono fatti eleggere in parlamento con l’obiettivo specifico di garantire “al militare in trincea” una rilassante immunità parlamentare che gli consenta di muoversi con la dovuta e richiesta spregiudicatezza in maniera relativamente tranquilla. In genere i vari leader politici, a prescindere dal candido Rutelli, scelgono per quel ruolo proprio i personaggi più spregiudicati, con il tacito accordo di rimanere al riparo dai problemi in caso di incidenti di percorso non preventivabili. L’ex tesoriere Lusi della Margherita ha rotto il patto di omertà, guadagnandosi gli strali dei suoi ex colleghi di partito che evidentemente dormivano mentre lui, a sentire loro, rubava a piene mani. Nonostante le accuse pubbliche di Lusi, nessun alto papavero è stato arrestato né risulta ufficialmente indagato. Una coltre di spaventoso silenzio ha finito con l’avvolgere poi le inchieste che riguardavano l’ex diessino Penati nonché l’udiccino Naro (clicca per leggere). Da quando è nato il governo Monti, anche grazie all’ennesima piroetta di Berlusconi, il cavaliere di Arcore pare molto più rilassato e fortunato rispetto al tema caldo della giustizia. Per Berlusconi reato prescritto per l’imbarazzante caso Mills e condanna cassata con rinvio anche per il fedele Marcello Dell’Utri. Tutti i pretoriani di Monti, in un modo o nell’altro, vivono sereni. L’unico partito che ha scelto dall’inizio una linea di forte contrapposizione al governo si ritrova invece guarda caso al centro di nuovi scandali. L’uso politico della giustizia non è una novità, e basta ricordare le accuse di un testimone diretto come il giudice Clementina Forleo, depotenziata nel 2005 mentre lavorava sul delicatissimo caso delle scalate bancarie coinvolgente anche i vertici diessini, per capirlo. Ma un conto è garantire un salvacondotto “di fatto” a chi si lascia convincere circa le meraviglie del montismo al potere, un altro è andare a snidare a colpi di avvisi garanzia chi disturba il manovratore. In ogni caso, l’odore dell’olio di ricino in salsa tecnica è sempre più forte.
Francesco Maria Toscano
mmmm non so.. la si può vedere anche così, ma anche no! e se invece Monti governa meglio senza intoppi vista la sua superiorità tecnica rispetto alla politica ormai priva di consenso e credibilità, messa a cuccia da una nuova tangentopoli? D’altronde l’aristocratico Monti bin-loden ha recentemente detto di avere più consensi della politica.. quanto alla lega (forse ora strumentalmente alla gogna mediatica più di altri), ora svela la sua vera faccia… non diceva Roma ladrona? ops.. fonte wikipedia: “Il 5 gennaio 1994, al processo ENIMONT, Umberto Bossi ha riconosciuto la colpevolezza dell’amministratore del movimento Alessandro Patelli relativamente ad un finanziamento illecito ricevuto dallo stesso da parte di Carlo Sama della Montedison. Dopo aver restituito integralmente la somma di 200.000.000 di lire, raccolta dagli stessi militanti leghisti, e dopo l’allontanamento dal partito di Patelli, Umberto Bossi è stato condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, condanna definitiva”
Alessandro voglio essere chiaro. Non ho fatica a credere che le indagini sui leghisti siano fondatissime. Trovo però stupefacente la tempistica nonché il silenzio assordante che circonda vicende gravissime come quelle di Lusi-Rutelli e Naro-Casini. La piroetta di Berlusconi in favore di Monti, poi, alla luce della prescrizione sul caso Mills e della sentenza della Cassazione su Dell’Utri assume un significato più pregnante. Invito chi non crede che esista una camera di compensazione del potere dove tutto si mischia a rileggersi le dichiarazioni del giudice Forleo. Ciao
quello che dici è chiaro come la luce del sole.. non mi appassionano molto questi casi giudiziari ma approfondirò le dichiarazioni della Forleo.. la mia polemica sulla la lega era fine a se stessa e slegata dal tuo ragionamento.. il fatto è che sono incazzato nero perchè in un momento come questo che richiede alla politica con la P maiuscola di avere un ruolo con la R maiuscola, non passa giorno che non sbuchi fuori un caso giudiziario su politici. Il tutto legittima i bin-loden dell’informazione a decretare la superiorità del governo tecnico (che non dimentichiamo anche loro hanno perso un pezzo.. vedi caso Malinconico). C’è più che una questione morale! questa è tangentopoli della quarta Repubblica! Interessante sarebbe approfondire l’argomento. Ciao
I tecnici sarebbero “puliti”? Ha, ha! Mi permetto di non crederci. Diciamo piuttosto che non c’è stato ancora un potere superiore che trovasse utile tirare fuori dagli armadi gli scheletri giusti. Lo scrivo in maiuscolo, perché sia più chiaro: NON ESISTONO DIRIGENTI CHE NON ABBIANO SCHELETRI NELL’ARMADIO. L’espressione “dirigente onesto” è un ossimoro.
Lo ha ammesso anche Bossi d’altronde… Colpiscono me per colpire la Lega.
Più chiaro di così!
Eh si, caro moralista… Il tuo ragionamento a voce alta non fa una grinza! È arrivato anche fino a Milano… Eh eh!