Guido Bertolaso, già a capo della protezione civile italiana, ha rilasciato una interessante intervista al Fatto Quotidiano (clicca per leggere). Bertolaso, finito in bassa fortuna in seguito al deflagrare delle inchieste sulla cricca, ha reso una confessione importante: “il mio terminale non è mai stato Letta o Berlusconi, quanto Giorgio Napolitano”. Per dare forza al concetto appena espresso, Bertolaso si domanda  inoltre retoricamente come mai “Repubblica”, pur avendole, abbia deciso di non pubblicare le telefonate intercorse tra lo stesso Napolitano e Bertolaso. Ascoltandole, chiosa l’ex capo della protezione civile, l’opinione pubblica avrebbe capito molte cose. Mi fanno tenerezza gli ingenui che in tutti questi anni hanno dipinto (alcuni temerari ancora ci provano) Napolitano quale figura illuminata chiamata a difendere la Costituzione dagli assalti di Silvio Berlusconi. I giornali di regime, quelli che come Repubblica occultano le intercettazioni scomode, dipingono falsamente uno scenario che non esiste e non è mai esistito. Napolitano e Berlusconi difendono, recitando ruoli diversi, le stesse logiche, gli stessi poteri e gli stessi interessi. Napolitano probabilmente, sulla falsariga di Scajola, condivide però “a sua insaputa” gli stessi obiettivi del Caimano. Tutte le leggi ad personam proposte dai governi Berlusconi non hanno, infatti, quasi mai trovato ostacoli quirinalizi. Entrambi poi puntellano e sostengono convintamente il piano neo-oligarchico di sterminio sociale,  attualmente in atto, che trova in Monti uno dei suoi più illustri protagonisti. Per tutte queste ovvie  ed evidenti ragioni la confessione di Bertolaso non stupisce affatto. Napolitano è perfetto nel ruolo dell’indefesso difensore della Costituzione che limita saggiamente gli eccessi di un istrione con poco senso dello Stato come Silvio Berlusconi. E’ un gioco delle parti. Lo stesso giochino, solo un tantinello più raffinato, che in questi giorni mettono in atto le finte colombe Monti e Draghi al fine di “arginare il rigorismo dei falchi tedeschi”. Tutto sanno perfettamente che in realtà questi diversi personaggi perseguono in concreto lo stesso obiettivo; quello cioè di far morire per fame o stenti il maggior numero possibile di europei, imbambolando con sapienza la pubblica opinione attraverso  qualche finta ma salutare contrapposizione strumentale.

    Francesco Maria Toscano

    05/08/2012

    Categorie: Attualità

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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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