Mentre l’economia reale sprofonda negli abissi della recessione, i media continuano a distrarre la pubblica opinione con il balletto dello spread. Da un anno non si parla d’altro. “Euforia sui mercati, la borsa vola” e “tensione sui mercati, sale lo spread”, sono le uniche notizie che il nostro sistema informativo, corrotto, disonesto e insipiente, spara a giorni alterni per disorientare i poveri lettori. Tutto il dibattito è concentrato interamente sull’aspetto finanziario di una crisi che, è bene ricordarlo, punta in ultima istanza a distruggere l’economia reale. La produzione industriale del nostro Paese infatti continua a crollare a ritmi vertiginosi (clicca per leggere). Il falsario Mario Monti, imposto dalla massoneria reazionaria a capo del governo italiano, sta evidentemente eseguendo gli ordini con straordinaria lucidità. E mentre i cittadini, quotidianamente rincoglioniti dalle indiscrezioni sull’ andamento dei nostri titoli di Stato, tirano magari paradossali sospiri di sollievo nella misura in cui la divinità-spread cala di qualche punto, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, l’economia ristagna e la disperazione dilaga. Ma che ce ne frega! Tanto abbiamo la fortuna di avere Monti che tiene a bada lo spread. Non so se vi rendete conto del livello di isteria collettiva oramai raggiunto. Appena insediato, il professorino varesotto lanciava slogan mistificanti dal vago sapore berlusconiano del tipo: “decreto salva Italia”; oppure, prevalendo il lato comico della faccenda, il governo montiano prometteva indefiniti programmi sintetizzabili nella battuta “decreto cresci Italia”. Il Pil italiano invece, certificano le statistiche, è crollato del 3%. Quindi, a rigor di logica, il governo Monti ha ottenuto risultati straordinari nella direzione della “decrescita infelice” ( da non confondere con quella presuntivamente felice dello strampalato Latouche). Io vi dico che la distruzione del tessuto produttivo italiano e, più in generale, di tutti i Paesi dell’Europa mediterranea è un obiettivo perseguito lucidamente e sadicamente dai mondi che sorreggono Monti. Voi siete liberi di non credere ad una affermazione come questa che, giocoforza, comporterebbe la collettiva presa di coscienza circa l’intento pacificamente luciferino che sottende le scelte di Monti. Ma se non credete alla ricerca della diffusione di miseria e disperazione quale obiettivo teleologico dei nostri attuali governanti, allora, come minimo, per onestà intellettuale, dovete pensare che siamo nelle mani di emeriti incapaci che con le loro ricette economiche hanno portato il Paese al collasso per eccesso di stupidità. Tertium non datur. Qualunque sia la visuale prospettica che più vi aggrada, però, non potete non capire che l’arrivo al potere di questi tecnocrati da due soldi si è già palesemente rivelato un bluff che si nasconde dentro un dramma.
Francesco Maria Toscano
07/08/2012
Il lento smantellamento
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Da oltre un ventennio il nostro Paese vive uno dei periodi più tristi, dopo aver conquistato molti diritti e molte libertà, al prezzo dell’impegno e, talvolta, della vita di molti italiani intelligenti e valorosi. Lentamente stiamo vedendo la regressione dei diritti e delle libertà, a favore del potere gestito da una piccola elite politica (di destra e/o di sinistra, poco cambia) che con molta incompetenza gestisce i beni comuni, esautorando il popolo da qualsiasi forma di partecipazione attiva ed efficace nella tutela degli interessi comuni e delle scelte importanti di politica sociale ed economica: perfino gli esiti referendari vengono ignorati. La democrazia e la libertà sono grandi conquiste e la nostra Costituzione era una delle più avanzate nel mondo (cominciando dall’Art. 1), contenente quei valori e quei principi donati dai nostri padri, con l’intento di custodire e difendere il prezioso patrimonio evitando illegittimi stravolgimenti: nulla è scontato, senza la vigilanza su una mediocre classe politica che non opera per il bene del Paese, ma che si sta macchiando di tradimento delle promesse fatte ai cittadini in materia di lavoro, di sviluppo, di equità fiscale e della giustizia sociale. Alla luce di sempre più evidenti cessioni di pezzi di sovranità nazionale a favore di organizzazioni sovranazionali, non elette democraticamente e dotate di ordinamento organizzativo, come il Parlamento UE, che a malapena rappresentano un simulacro di democrazia neanche troppo credibile. In una comunità di 27 Paesi membri, in sostanza, contano le scelte di un solo soggetto nazionale: la Germania, in nome dell’Euro e dello spread. Con il palese tradimento della sovranità popolare è’ in atto lo smantellamento dello Stato, dal momento che che una ristretta elite governa non per il bene del nostro Paese, ma per il rafforzamento del proprio potere: i veri statisti, come non ce ne sono, sanno bene che la democrazia, la libertà e, in definitiva, la vita di un popolo non prescinde dalla sovranità dello stesso popolo, che è indisponibile, non cedibile allo straniero: cedere la sovranità significa consegnare lo Stato in altre mani, agli sciacalli che lo deprederanno segnando la sua fine. Un vero statista, soprattutto, non cede la propria moneta, perché da essa dipende il benessere del suo popolo, invece di destinare il corso finanziario degli eventi alla mercè di un ristretto gruppo di ricchi speculatori, che trattano la moneta stessa come uno scambio di merce dozzinale su cui lucrare ogni giorno. Questa tragedia economica italiana culminerà con la cessione, a buon mercato, di importanti ed appetibili beni dello Stato per far cassa, coronando il sogno di quella elite sovranazionale che vuole depredare l’Italia, sottomettendola con un’arma più micidiale dei carri armati: lo spread/Euro, ovvero il grande ricatto subito a causa del nostro elevato debito pubblico. Dovremo far fronte ad una nuova raffica di sacrifici, insostenibili, per colmare la sete di denaro della speculazione internazionale mai sazia. Ogni ulteriore misura di contenimento del deficit e della spesa pubblica sarà vana, a fronte di una montagna di debito con crescenti interessi che questo Paese, in recessione netta, non potrà mai pagare e allora, secondo questi statisti dilettanti e perversi, non rimane che svendere la sovranità popolare residua e quei “gioielli di famiglia” che ci sono rimasti, dopo il lungo “shopping” ventennale che le multinazionali hanno fatto in Italia, scegliendo già i pezzi pregiati. Sono i beni pubblici, dei cittadini a garanzia dello Stato stesso, che vanno via in cambio di quattro soldi in un mercato che offre prezzi al ribasso e che consentiranno alla nostra contabilità nazionale d respirare per qualche mese, fino a quando ci ritroveremo peggio di prima della vendita, ma con minori garanzie materiali da offrire. Se questo è il disegno perverso tracciato da qualche grande architetto, allora occorre contrastare il corso degli eventi per riprendersi quella sovranità che si estingue, difendendo e riprendendo con un moto di orgoglio nel pensiero e nell’azione, quei diritti e libertà ereditate dai nostri padri costituenti che ne pagarono a caro prezzo la realizzazione. Oltre questa classe politica corrotta ed incapace pure di partorire una semplice legge elettorale, occorre impegnarsi almeno un po’, aderendo a movimenti politici nuovi ed alternativi, per diffondere la consapevolezza che ancora è possibile fare qualcosa in forma partecipata ed attiva, per salvare la nostra Italia dalla fine annunciata, nella libertà e nella democrazia.
Per quanto tempo ancora angosceranno con questo famigerato spread? E’ sbalorditiva l’altalena di menzogne, omissioni, dissimulazioni, che ci piovono addosso dalle varie emittenti (molte di esse foraggiate da chi ha interesse a mantenere lo status quo), con trasalimenti ad ogni microscopica variazione dei parametri: vogliono renderci psicologicamente responsabili di uno sfascio voluto e orchestrato da speculatori bastardi, che i problemi li creano ad arte per rimpinguare i propri forzieri alle spalle dei cittadini, vittime sacrificali bersagliate da cricche aristocratiche.
E’ uno stillicidio, tutti i giorni siamo inondati da flussi di notizie, decisioni, riunioni ai vertici che non cavano un ragno dal buco, la situazione peggiora per noi comuni mortali.
Lo spread è diventato il nostro pane quotidiano, la finanza fagocita l’economia schiacciando la voglia di una vita “normale”, sovverte le priorità valoriali.
Il governo Monti è un pallone gonfiatosi anche grazie all’inconcepibile fiducia di una sinistra ormai ai ferri corti con la realtà del Paese.