La storiella che dipinge i Paesi virtuosi del nord Europa stanchi di pagare per le cicale del sud è falsa come Giuda. Il piano di involuzione oligarchica che inquina il Vecchio continente non risparmierà nessuno. E’ sbagliato leggere la contemporaneità con le lenti deformanti dell’interesse nazionale. I governanti tedeschi, olandesi o finlandesi, per citare solo i massimi custodi del rigore, non intendono affatto difendere i loro contribuenti dall’assalto famelico di un numero imprecisato di straccioni mediterranei; hanno solo interesse a farlo credere. Anche all’interno dei Paesi più solidi infatti, quelli che vantano la famosa tripla A per intenderci, aumentano le tensioni sociali e crescono in maniera considerevole le diseguaglianze. Il tentativo di dividere la società europea in moderne caste, sorvola abbondantemente il concetto di Stato-nazione, saltuariamente rispolverato da politicanti senza scrupoli che se ne servono solo per fini strumentali o elettoralistici. Prendete, ad esempio, il caso olandese. L’Olanda del premier uscente Mark Rutte si è fino ad oggi distinta per il sostegno acritico e convinto verso quelle misure di austerità, spacciate come rimedio di ogni male dalla tecnocrazia sovranazionale al potere, che generano dappertutto lutti e distruzione. Ma nonostante l’atteggiamento da saccente maestrina, l’Olanda non ha nulla da insegnare a nessuno. Il mito dei conti in ordine non si traduce mai in effettivo benessere per i cittadini, neppure per quelli che vivono in un Paese dipinto come modello di virtù. Emile Roemer (nella foto), leader del partito socialista olandese attualmente in testa nei sondaggi, denuncia chiaramente le nefandezze dell’euroburocrazia da una visuale privilegiata (clicca per leggere). Nessuno può infatti accusare i Tulipani di essere una nazione popolata da pigri mangia-spaghetti, desiderosi di arraffare i soldi del nord laborioso. E quindi l’analisi di Roemer risulta oltremodo indicativa nella misura in cui smaschera le mistificazioni diaboliche dei moderni nazisti che giocano a recitare il ruolo del poliziotto buono e di quello cattivo (leggi la finta polemica tra il “bravo” Mario Draghi contro i “perfidi falchi” della Bundesbank). Roemer, riprendendo il pensiero di Krugman, denuncia inoltre l’irrazionalità del fiscal compact, promettendo infine di sensibilizzare gli olandesi intorno ad una vicenda tanto importante quanto silenziata. Il fiscal compact sta alla moderna tecnocrazia come le leggi sulla razza stavano al regime fascista. In Italia tale infamia è passata anche grazie al sostegno dei progressisti in camicia nera di Pierluigi Bersani, mentre la Francia di Hollande continua inspiegabilmente a tacere.
Francesco Maria Toscano
17/08/2012
è ovvio che sia così…
il piano, evidentissimo, è mettere l’uno contro l’altro!
oggi, chi tiene a ribadire pubblicamente il virtuosismo dell’italia (sparagnina, che si sacrifica e che paga per i propri errori, che si rimmetterà in carreggieta) non fa altro che tramare sottobanco a favore dei propri interessi. E dell’èlite che rappresenta.
Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti!