I giornali italiani non parlano mai della straordinaria ripresa argentina. Tutti ricordano la gravissima crisi deflagrata nel 2001 nel Paese sud americano, causata in via principale dalla criminale applicazione coatta e forzata di quelle stesse misure di rigore e austerità che oggi in Europa vengono spacciate per salvifiche, ma in pochi conoscono l’evoluzione vera degli eventi. I media italiani ed europei, braccio armato della restaurazione di tipo feudale che oggi colpisce tutti i popoli del Vecchio continente, non hanno interesse a raccontare una storia che, d’incanto, fa crollare tutto il mefistofelico castello di menzogne che sorregge questo solido tentativo di involuzione sociale. Non si può non essere d’accordo con l’analisi dell’attuale Presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner che, lucidamente, denuncia con coraggio la furia antipopolare insita nelle politiche imposte con la forza intimidatrice del ricatto da parte dell’Unione europea (clicca per leggere). Un tempo i popoli sud americani esprimevano sovente classi dirigenti inette e corrotte che condannavano dolosamente ad una vita di fame e miseria la maggior parte dei loro cittadini malamente governati. Oggi il paradigma si è incredibilmente ribaltato. L’Europa è prigioniera di una oligarchia infame e sanguinaria, cementata da comuni radici esoteriche e spirituali, mentre il sud America rialza orgogliosamente la testa. Non sono pochi ad esempio gli spagnoli che, tartassati dal servo sciocco Mariano Rajoy, lasciano disperati ogni mese il proprio Paese per cercare fortuna magari nella vecchia colonia di un tempo (clicca per leggere). Grazie ad una politica economica di stampo neokeynesiano, l’Argentina ha saputo stupire il mondo raggiungendo livelli di crescita altissimi, abbattendo la disoccupazione, combattendo l’esclusione sociale e le eccessive e ingiustificabili diseguaglianze. All’interno di una sacrosanta logica di libero mercato, la mano illuminata di uno Stato capace di guidare un’idea di sviluppo equo e armonioso, ha restituito dignità e benessere sociale al popolo argentino, già stremato dagli iniqui e ripetuti saccheggi subiti dai profeti del neoliberismo dogmatico che, come lo sciagurato ex ministro dell’economia Domingo Cavallo, affamavano le classi medie e proletarie per ingraziarsi i favori degli speculatori internazionali. I delinquenti o, nel migliore dei casi, gli ignoranti in mala fede che attribuiscono al welfare europeo la causa dell’attuale crisi, riflettano attentamente sui dati forniti dalla Kirchner. In particolare, quelli che denunciano l’eventuale insostenibile esplosione del debito derivante dall’applicazione di misure economiche volte a stimolare la domanda interna, si chiedano come mai il debito pubblico argentino è crollato dal 166% del 2002 al 41,8 di oggi. Mentre nell’Italia di Monti, dove tutti i mali vengono spesso a sproposito addebitati all’eccesso di debito pubblico, i numeri continuano a crescere nonostante l’arrivo dei tecnici. Fino a quando i soldi pubblici verranno utilizzati per salvare la banche fallite, non usciremo mai da una crisi che punta in ultima istanza a distruggere lo stato sociale europeo. Per chi ci guarda da fuori la manovra è chiarissima. Mentre noi, come mosche intrappolate dentro una bottiglia, non ci rendiamo conto di essere già di fatto prigionieri.
Francesco Maria Toscano
28/08/2012
Il futuro del Sud America stà nella formazione di un fronte politico ed economico unico, contrapposto a quello occidentale euro-atlantico. Il futuro è qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_delle_Nazioni_Sudamericane
La creazione di un mercato unico, un’area di libero scambio, protetta dalle pretese neocoloniali degli stati occidentali, che protegge le proprie risorse naturali ed energetiche ed assegna un ruolo diverso allo Stato per guidare l’economia e la finanza. Pone come obiettivo primario la giustizia e il benessere sociale. Adotta un modello di sviluppo sociale. Questi paesi adottano per lo più politiche Keynesiane, rifiutano piani di austerità ed in particolare l’Argentina si è posta di traverso rispetto ai dogmi delle politiche neoliberiste del FMI ed ha segnato un duro colpo nazionalizzando la compagnia energetica spagnola RAPSOL
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-17/tensione-spagnaargentina-nazionalizzazione-controllata-141402.shtml?uuid=AboY6UPF
Una alternativa è possibile, basta guardarsi attorno. Eccellente il lavoro di DiCoriModigliani che nei suoi ultimi articoli del suo blog ha parlato abbondantemente della riscossa del Sud-America.