“La semplificazione del processo produttivo rese possibile, soprattutto nell’industria tessile, il largo impiego di donne e bambini che furono sottoposti a livelli disumani di sfruttamento. La condizione operaia era caratterizzata dalla estrema precarietà del posto di lavoro (…). Gli operai erano costretti ad abitare in situazioni igieniche di sovraffollamento, in case fatiscenti e in pessime condizioni igieniche, potendo contare su una alimentazione povera in qualità e quantità. La formazione dei grandi agglomerati di popolazione urbana e le nuove modalità di aggregazione sociale (…), diffusero la consapevolezza di un destino comune. Si diffuse il luddismo, una delle prime manifestazioni di opposizione sociale. Questo movimento, organizzato in segrete e disciplinate bande di guerriglia, prese il nome dal leggendario tessitore Ned Ludd (…). In questa elementare protesta trovavano espressione soprattutto il rifiuto del nuovo ordinamento della produzione e delle condizioni di vita che a questo si accompagnavano, ma anche la reazione della politica governativa (…), improntata alla repressione di ogni fermento e di ogni spinta associativa dei ceti subalterni. La durissima legislazione penale (…) contro qualsiasi forma di organizzazione, di sciopero e di rivendicazioni salariali venne ulteriormente inasprita (…) con l’introduzione della pena di morte (…). Sabbatucci e Vidotti nel loro “Storia Contemporanea, l’Ottocento” (Laterza editore), fotografano la condizione disperata delle classi più deboli all’indomani della rivoluzione industriale inglese. La fame, la miseria, la disoccupazione e la violenta repressione, rappresentano i malevoli protagonisti di questa triste pagina storica. Provate ora, con un volo pindarico, a trasportare queste atmosfere ai giorni nostri. Il destino delle nostre giovani generazioni, disorientate da una globalizzazione strabica e mal gestita, è simile a quello dei salariati ai tempi della rivoluzione industriale. Le forze governative reazionarie, ieri Lord North oggi Mario Monti, usano il pugno di ferro per vincere l’eroica resistenza di uomini già piegati dalla miseria e dall’abbandono. Un malinteso concetto di “competitività” viene endemicamente declinato nell’accezione criminale che impone come ineluttabili alcuni provvedimenti destinati a comprimere salari e diritti dei più deboli. Possibile che la storia non insegni nulla? Possibile che qualcuno, magari in buona fede, possa per davvero ancora credere che l’opera di neoschiavizzazione attualmente in atto su scala continentale rappresenti per davvero soltanto il frutto di una non meglio specificata crisi economica? Nessuno di voi, commentatori illuminati, riconosce nelle scelte politiche di oggi lo stesso sadico indirizzo che guidava la mano dei governanti di ieri? Ned Ludd, eroe proletario inglese, fu giustiziato nel 1779 per avere distrutto un telaio. E’ morto da uomo, versando il sangue per una causa nobile che lo ha reso immortale. Ma se ieri Ludd affrontò la morte per difendere le ragioni dei suoi simili, oggi alcuni indegni rappresentati dei diritti dei lavoratori lavorano subdolamente nell’interesse dei negrieri. La disoccupazione è alle stelle ( clicca per leggere), i suicidi aumentano ma la Camusso, ad esempio, capo del principale sindacato italiano, fiancheggia un partito come il Pd che sostiene le politiche affamatrici di Mario Monti. Chiedere che la Cgil della Camusso difenda il lavoro contro lo sfruttamento e i soprusi è troppo. Sarebbe già importante che la smettesse di recitare in pratica l’indegno ruolo del caporale che bastona i lavoratori per ingraziarsi il padrone.
Francesco Maria Toscano
31/10/2012
Scommettiamo che tra qualche tempo vedremo anche lei tra le file della politica “ufficiale”? Così come accadde per Bertinotti, Marini, Cofferati… vai avanti tu.
Caro Ugo, questo pronostico è così scontato che la Snai nemmeno lo quota…
Già, è scontato. Ma dice tante, tante cose. I dirigenti son dirigenti, e tali restano indipendentemente dal ruolo che fingono di incarnare.