Ogni tanto qualche amico, bonariamente, mi rimprovera: “Scrivi bene, per carità, ma i toni dei tuoi articoli sono spesso inutilmente apocalittici. Quando usi l’ironia risulti più incisivo”. Questo tipo di critica, non solo l’accetto molto volentieri ma la ritengo spesso azzeccata. Immagini forti tipo “neoschiavizzazione”, “nazismo tecnocratico” e “cinesizzazione di massa” potrebbero obiettivamente  inquietare tanti imborghesiti lettori o, peggio, essere vissute come sterili e ridondanti iperbole da quella parte di pubblico che costituisce oggettivamente un’avanguardia politica e culturale. Questa seconda categoria, in genere più permalosa della prima, di fronte ad alcune analisi ritenute forzate ed estreme, alza certamente il sopracciglio intimamente pensando: “Caro Toscano non esagerare, se vivessimo veramente una emergenza di tipo nazista, non saremmo tranquillamente davanti al computer, ma nascosti in montagna per organizzare una nuova eroica resistenza”. Bene. Questo tipo di analisi  mi tranquillizza. Probabilmente, mi auto-psicanalizzo, sono io che tendo ad esasperare i concetti, vittima maniacale di una natura ipercritica che non conosce mezze misure. Ma proprio quando alcuni fra i migliori esegeti della realtà contemporanea mi avevano quasi definitivamente convinto ad  abbandonare toni truci, cupi e sentenziosi, ecco che mi imbatto nella seguente notizia: “Fiat licenzia 19 operai per assumere quelli Fiom” (clicca per leggere). Non so se avete capito bene. Leggete di nuovo. Siccome la magistratura ha imposto alla Fiat la riassunzione in servizio di 19 operai iscritti al sindacato Fiom, l’azienda ha pensato bene, non potendo ancora licenziare i giudici, di vendicarsi colpendo a casaccio altri 19 lavoratori da mettere in mobilità come ritorsione di classe per l’affronto subito. Per fare posto ai 19 della Fiom, finiranno quindi in mezzo ad una strada 19 lavoratori estranei alla vertenza, colpevoli però di appartenere alla stessa categoria di quelli che hanno avuto l’ardire di chiamare in giudizio il padrone rivendicando un diritto. L’unico diritto, per un nazista degno di questo nome, è quello imposto dalla forza bruta. E siccome Marchionne ha il coltello dalla parte del manico, pensa bene di terrorizzare la classe proletaria attraverso “fucilazioni” indiscriminate. Alcuni dei padri di famiglia messi in mobilità in maniera così abietta e arbitraria, dovranno perciò spiegare ai rispettivi figlioletti che quest’anno Babbo Natale non verrà perché alcuni giudici hanno osato dare ragione ad alcuni colleghi. Se scrivesse ancora il Toscano cupo, apocalittico ed estremo, probabilmente azzarderebbe un paragone ardito tra la condotta odierna dei vertici Fiat e l’eccidio delle Fosse Ardeatine compiuto dalle forze di occupazione della Germania nazista il 24 marzo del 1944 come folle, diabolico, rabbioso, cieco e inumano atto di rappresaglia. A pensarci bene, direbbe il Toscano ombroso, la condotta di Marchionne è particolarmente spregevole: non vendica torti ma il semplice riconoscimento di un diritto. A parziale discapito del manager “ammerricano”, aggiungerebbe, si potrebbe sottolineare che mentre i nazisti di allora decisero di trucidare 10 italiani per ogni tedesco, la Fiat sul numero è stata più equanime. 19 lavoratori licenziati per 19 lavoratori reintegrati. Da questo punto di vista, è giusto ammetterlo, Marchionne si è rivelato matematicamente migliore del generale teutonico Kurt Malzer. Questo direbbe il Toscano ante litteram. Per fortuna che ora il Moralista non usa più i toni sbagliati di prima. E quindi, per criticare Marchionne, sceglie correttamente di non  infuocare gli animi per ricorrere ad una sana ironia. Mi sento tranquillo. “Monti, Passera e Fornero reagiranno con durezza per fare rispettare la dignità dei lavoratori e il valore delle sentenze, impedendo in maniera risoluta inaccettabili abusi”. Fa ridere o no?

    Francesco Maria Toscano

    1/11/2012

    Categorie: Lavoro

    3 Commenti

    1. Ugo scrive:

      Sto ridendo a crepapelle. No, aspetta, è una paresi.

      Al contrario, trovo molto opportuno il paragone con le decimazioni naziste. Di base, il meccanismo è lo stesso.

      Chi ambisce al potere è sempre marcio. Chi lo consegue e lo esercita è il peggiore tra i marci.

      • Ugo scrive:

        Oh, sono molto rinfrancato dall’ennesima non-notizia di un apporto fresco fresco di ulteriori membri per l’esercito di riserva (manodopera a basso costo) dei lavoratori italiani e nuovi-italiani, parafrasando Napolitano “energie fresche per il Paese”. Costoro sono stati appena prelevati, direttamente alla fonte e con grande dispiego di mezzi e finanziamenti, dalle istituzioni di questa barzelletta che è diventata l’Italia. Se questa rilevazione sembra fuori tema, provate a ripensarci, perché non è così: una cosa è funzionale all’altra, e nessun cane muove la coda per niente.

        http://tinyurl.com/cx92mq6

    2. ampul scrive:

      la chiusura è certamente del corriere della sera… vero?! :-)

    Commenta a ampul


    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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