Si è dimesso il Prefetto Nicola Izzo, Vice Capo Vicario della Polizia. Fu lui a controfirmare e avallare gli atti propedeutici alla mia destituzione dal servizio dalla Polizia di Stato, poi disposta dal Capo della Polizia Antonio Manganelli, perché, intervenendo al congresso dell’Italia dei Valori del 6 febbraio 2010, avrei “offeso l’onore e il prestigio” dell’allora “Presidente del Consiglio dei ministri in carica, On. Silvio Berlusconi”. Quell’intervento è ancora in rete e come potrete notare non ho offeso nessuno. In quell’occasione ho solo manifestato liberamente il mio pensiero in un pubblico consesso, pacificamente e senz’armi, come l’art. 21 della Costituzione consente ad ogni cittadino. Peraltro, ove col mio dire avessi voluto realmente offendere “l’onore e il prestigio dell’On. Silvio Berlusconi” – così commettendo un reato per il quale lo stesso Berlusconi non mi ha mai querelato – si sarebbe comunque trattato di un “reato impossibile”, per inesistenza dell’oggetto giuridico tutelato. Alla destituzione dal servizio dalla Polizia ho fatto ricorso e attendo fiducioso che il TAR si pronunci, con i tempi biblici che purtroppo accompagnano questo tipo di giudizi. Ho altresì fiducia che la Giustizia faccia il suo corso nei confronti di quanti mi hanno voluto e mi hanno fatto del male, come il Prefetto Izzo. La Giustizia è lenta e procede come una macchina diesel. Alla fine, però trionfa e arriva per tutti, come è arrivata per gli autori dei pestaggi e delle violenze del G8, degli assassini del povero Aldovrandi e nei confronti di tanti (poliziotti, carabinieri e magistrati) che, investiti di una divisa, di una toga, o di una pubblica funzione, pensano di porsi al di sopra della Legge. Nel ricordo di quella vicenda l’unico e forse il più grande rammarico che mi è rimasto riguarda la notizia che mi è arrivata dopo qualche ora dal mio intervento al congresso dell’IDV di Roma del 6 febbraio 2010, mentre ero in viaggio per recarmi a Caltanissetta ad un altro evento organizzato dai grilli nisseni, voluto da Giancarlo Cancelleri. Giunto all’aeroporto di Palermo, mentre ero in viaggio per Caltanissetta, ho sentito alla radio e letto dalle agenzia della dichiarazione e della vile pugnalata alle spalle dell’On. Massimo Donadi, che aveva volutamente travisato e preso le distanze dal mio intervento. Si tratta dello stesso On. Donadi che dopo l’intervento, mentre ancora scrosciavano gli applausi, si fece largo sul palco a spintoni, mettendo da parte Orlando e Belisario (e data la stazza non è stata certo una cosa facile) per venirmi ad abbracciare per primo e congratularsi con me, come mostrano le foto e le riprese dell’evento. Dopo avermi abbracciato, appena due ore dopo mi ha pugnalato, come ora ha pugnalato alle spalle Antonio Di Pietro. Poco mi interessa entrare nelle beghe del partito dell’Italia dei Valori. Io ero e sono amico di Antonio Di Pietro, che ho conosciuto come magistrato nel 1992. Antonio Di Pietro è stato l’unico politico che ha avuto il coraggio di difendermi, quando tutti mi hanno linciato e gettato nella gogna, come fossi il peggiore delinquente. E’ anche per questo che lo stimo e gli voglio bene, con tutti i suoi limiti, le sue debolezze e gli errori che come ogni essere umano può fare ed avere fatto nel passato, compreso quello di avere sopravvalutato certi figuri e sottovalutato taluni mascalzoni. Di una cosa, però, sono certo. Antonio Di Pietro è una persona onesta come pochi e fino a quando non sarà dimostrato il contrario gli sarà amico come prima e più di prima. Chi mi conosce sa che non ho mai avuto paura delle mie scelte, anche quando queste potevano sembrare controcorrente. Se non mi fossi comportato così, nel 1993 sarei rimasto a dare ausilio a quanti, col falso pentito Scarantino (e non solo con Scarantino), hanno depistato le indagini sulla strage di Via D’Amelio del 19 luglio 1992. Per questo il Prefetto Manganelli (e il suo ex Vice Nicola Izzo) non mi avrebbero certo destituito dal servizio ed anzi avrei fatto carriera in Polizia, come l’hanno fatta loro e chi quelle indagini ha contribuito a depistare. Da garantista quale sono auguro comunque al Prefetto Nicola Izzo di potere dimostrare in ogni sede la sua estraneità alle accuse che gli vengono mosse. Da cittadino, inoltre, apprezzo il suo gesto di rassegnare subito le dimissioni dalla carica e presentarsi dai magistrati che svolgono le indagini. Spero questo sia d’esempio per quei tanti politici e uomini delle istituzioni pluri inquisiti e pluri condannati, che rimangono inchiodati alle poltrone.
Gioacchino Genchi
5/11/2012
Cosa dire adesso…!! …il 24 settembre il Tribunale di Roma ha condannato sia De Magistris che il “famoso” dott. GENCHI a 15 mesi di reclusione peR abuso di ufficio…!!!..altro che paladini della giustizia e della verità…!!!…adesso sicuramente la gente dovrà iniziare a meditare sulla reale consistenza di questi falsi miti e “professionisti” della legalità ad uso e consumo loro e….come si suol dire “un tanto al chilo”…..ovvero la Legge è uguale per tutti…”sed LEX dura Lex”….ma, secondo la loro presunzione ed arroganza, mai per loro stessi…!!!!