Siccome il periodo è drammatico e l’avvento di una nuova ondata di miseria, fame e disperazione è alle porte, tutti i cittadini elettori hanno l’obbligo di partecipare alla vita pubblica per tentare di rallentare e invertire il tragico corso degli eventi impresso dai nazisti tecnocratici che infestano l’Europa. Astensioni, aventini e disimpegni vari non sono quindi moralmente accettabili né strategicamente giustificabili. Tutti le persone per bene, innamorate della civiltà e della democrazia, devono organizzare ora una nuova Resistenza pacifica per impedire che il piano oligarchico di ridisegno sociale in senso schiavista, pianificato dalla massoneria reazionaria che esprime Monti plenipotenziario per l’Italia,  trionfi definitivamente riportando le lancetta della storia indietro nel tempo. L’Italia è centrale per gli equilibri dell’eurozona. Per questo alcuni fra i principali leader europei, nipotini dei macellai con la svastica che insanguinarono il Novecento, tentano affannosamente di influenzare il voto italiano alternando blandizie e minacce. Il primo passo è quello di rimanere lucidi e attenti. I media, perlopiù manovrati da occulti esecutori del progetto di cinesizzazione in atto, hanno sviluppato tecniche raffinatissime per confondere le acque, governare con la paura e travestire i lupi in agnelli. I più attenti, però, possono facilmente smascherare questi mefistofelici tentativi dissimulatori utilizzando con giudizio il metro della ragione. E’ semplice riconoscere mandanti, esecutori e fiancheggiatori del genocidio in atto che, per semplicità descrittiva, definiremo “processo di cinesizzazione del Vecchio Continente”. I nazisti classici erano facilmente riconoscibili perché declinavano, in forme diverse ma coerenti, il concetto base di superiorità della razza ariana. I nazisti tecnocratici di oggi utilizzano uno schema simile predicando il dogma dei “necessari sacrifici”. Sia l’esaltazione di una non  meglio precisata superiorità razziale dei discendenti di Odino, che l’attuale adorazione dei “sacrifici”, indispensabili per salvarsi, costituiscono ovviamente delle balle spaziali. Ma questo ha poca importanza. Sul mito della razza Hitler ha terrorizzato per anni un Continente intero (e se non fosse arrivato Roosevelt saremmo ancora in camicia bruna) e , allo stesso modo, la Merkel può oggi indurre al suicidio popoli interi maneggiando con sapienza il falso mito pagano del sacrifico indispensabile che purifica dai peccati del passato (“abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità”). Quindi, in sintesi, tutti quelli che vi parlano di rigore e austerità sono protagonisti attivi, più o meno consapevoli, del progetto neo-nazista in fase di esecuzione. Pdl, Pd e Udc, sostenendo le politiche infami del governo Monti, hanno deciso perciò scientemente di seguire le orme del collaborazionista francese Petain piuttosto che dei repubblichini di Salò. Non fatevi abbindolare dalle false etichette di destra e sinistra. Fermatevi al merito dei provvedimenti e chiedetevi: è vero che le politiche del governo Monti hanno provocato una fortissima recessione economica in Italia, combinato disposto del tragico e feroce mix di taglio alla spesa e aumento della tassazione? E’ vero che la storiella del risanamento e dello spread è palesemente falsa, perché basterebbe trasformare la Bce in una normale banca di ultima istanza per impedire immediatamente la speculazione sui titoli sovrani dei Paesi dell’area euro ( se n’è accorto perfino Berlusconi che ora cita Krugman)? E’ vero che è impossibile conciliare le politiche del rigore con il rilancio dell’occupazione e dei consumi? Chi sostiene il contrario mente sapendo di mentire oppure è un ignorante totale. Queste sono le questioni vere che dovete attenzionare in campagna elettorale. Le “veline”, i “bunga bunga”, i “comunisti” e la “Casta”  rappresentano invece suggestioni sapienti brandite dai negrieri per materializzare bersagli di comodo utili per dare sfogo alla montante rabbia popolare. In definitiva: chi propone eurobond  e Bce banca prestatrice di ultima istanza è un sincero democratico. Chi vi parla invece di necessari sacrifici e agenda Monti, rivendicando pure continuità rispetto alle politiche del rigore, è certamente un tecno-nazista manovrato dalla massoneria reazionaria che intende distruggere la civiltà occidentale. Esiste poi una categorie terza, che non merita di essere demonizzata ma semmai stimolata ad allargare gli orizzonti. Mi riferisco ai tanti che, come il prof. Bagnai, predicano l’uscita dell’Italia dall’euro e il ritorno alla lira. L’Europa non è un’ aberrazione in sé. Non bisogna correre il rischio di identificare questo mostro di Ue con il progetto, valido e ancora attuale, di costruire un’Europa unita, democratica e florida, dispensatrice di pace e benessere economico. Soltanto nella misura in cui dovesse apparire definitivamente impossibile la trasformazione dell’attuale Ue, oligarchica e tecnocratica, negli Stati Uniti d’Europa, allora, ma solo allora, potrebbe avere un senso perseguire l’idea di un mesto ritorno allo status quo ante. Quel tempo non è ancora arrivato.

    Francesco Maria Toscano

    21/12/2012

    Categorie: Editoriale, Politica

    9 Commenti

    1. marco prato scrive:

      il problema è che non c’è un partito o un movimento che si possa votare ….

      ps: le faccio i miei complimenti per il blog… i suoi temi sarebbero sulle prime pagine di tutti i giornali se vivessimo in uno stato realmente democratico.

    2. marco prato scrive:

      La “grande stampa” oggi è rappresentata dai blog indipendenti come il suo. respect !

    3. Twin Astir scrive:

      Marco prato scrive che “il problema è che non c’è un partito o un movimento che si possa votare”. Cordialmente, non sono d’accordo perchè esistono diversi movimenti di opinione accomunati da un desiderio: quello di riprendersi la sovranità monetaria e la dignità politica svenduta agli euro-aguzzini. Poichè ci è rimasto ben poco da rischiare e da raschiare, chi ci impedisce di votare anche un piccolo/nuovo movimento senza essere catechizzati dai soliti pretendenti al trono? Tra l’11 ed il 13 gennaio il Servizio Elettorale del Viminale avrà molto lavoro, per prendere in carico i simboli e le liste con firme autenticate di questi nuovi movimenti popolari spontanei ed autofinanziati, voluti da lavoratori, casalinghe, pensionati, studenti e fior di professionisti ed imprenditori. Basta scegliere di mandare in pensione quegli apparati politici composti da professionisti della chiacchiera, che osano, ancora e senza vergogna, raccontare frottole agli italiani/contribuenti.

    4. Marco Balestra scrive:

      Francesco, scrivi: «Soltanto nella misura in cui dovesse apparire definitivamente impossibile la trasformazione dell’attuale Ue, oligarchica e tecnocratica, negli Stati Uniti d’Europa […]».

      Beh, c’è un aspetto che non viene considerato.
      L’attuale UE è fondata su un ordinamento antidemocratico, oligopolistico e lobbistico. Fin dai suoi mattoni fondanti, fin dalla definizione dei suoi ordinamenti, non c’è nessuna traccia di democrazia: un parlamento esautorato del potere legislativo, mero votatore di leggi che provengono da una Commissione nominata (tra commissione e sottocommissione parliamo di 5000 entità nominate), una BCE nominata, pagine e pagine del trattato di Lisbone che impongono una struttura tesa ad annichilire il potere dei parlamenti nazionali elettivi in favore del castello di nomine di questa Unione.

      La “trasformazione” di *questa* UE in una struttura vagamente democratica è impossibile proprio perché *questa* UE è stata disegnata per essere antidemocratica, fin dalle fondamenta.
      Se ci si accorge di aver preso una strada sbagliata si può correggere la rotta, ma se la strada intrapresa è l’opposto di quella giusta allora la correzione di rotta implica -necessariamente- una conversione ad U. Una deviazione, ma di 180°.

      • il Moralista scrive:

        Propongo:
        1)Abolizione dei trattati
        2)Elezione del presidente degli Stati Uniti d’Europa a suffragio universale sul modello statunitense
        3)Istituzione di una Banca centrale ricadente per intero sotto il controllo politico
        4)Eurobond
        5)Piano di investimento per l’Europa intera finanziato con titoli di nuova emissione
        6)Obbligo, da inserire nella nuova Costituzione Europea, di perseguire, a pena di immediata decadenza, poltiche finalizzate alla piena occupazione
        7)Obbligo di prevedere un salario minimo per tutti utile a soddisfare le esigenze di una intera famiglia
        8)Divisione tra banche commerciali e banche di investimento.
        9)Impedire per legge, nel settore pubblico e regolamentato, diseguagliaze economiche che superino la forbice di 1 a 7 (se il presidente Rai guadagna 350 mila euro l’anno, l’ultimo precario deve guadagnarne 50 mila)

        Gli europei rifiutano questa impostazione? Bene, torniamo Italia. Ma prima, per scrupolo, almeno proviamoci. Ciao,

        Francesco

        • Marco Balestra scrive:

          Nel momento stesso in cui dici “abolizione dei trattati” stiamo dicendo la stessa cosa: *questa* UE non si può riformare, da questa UE si può solo e soltanto uscire.

          Tecnicamente la MMT su un soggetto politico europeo potrebbe funzionare, garantendo pena occupazione e controllo sull’inflazione, e questo lo sai.

          Secondo me sei anche cosciente che non ci sono le basi per una unità socio-politica europea, in questo l’€ ha lavorato *contro* e non a favore (ha ragione W. Black). Ma sono dettagli implementativi e speculativi su possibilità, sulla sostanza di cosa fare nel concreto alla fine siamo d’accordo.

    5. alessandra scrive:

      Ciao Francesco..sai bene che sara’ impossibile che queste richieste vengano soddisfatte..quindi possiamo considerarti dei nostri..credo..
      Buon Natale!

    Commenta


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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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