Giorgio Napolitano Voto 0. Con lui sul Colle, l’Italia è diventata preda della speculazione intarnazionale. Ha minato la credibilità dell’istituzione che rappresenta con il caso Mancino. Un settennato da dimenticare in fretta. Unica consolazione: la sua presidenza è agli sgoccioli
Mario Monti Voto 1. Cavallo di troia della massoneria reazionaria, imposto sul trono d’Italia per svendere beni pubblici e aumentare sacche di povertà e indigenza. Un voto in più di Napolitano perché il bocconiano, almeno, ci risparmia la retorica quirinalizia
Elsa Fornero Voto 2. Un misto raro di sadismo, supponenza, arroganza, opportunismo e incapacità. E se lo diciamo noi del Moralista che non siamo affatto “choosy”…
Gianfranco Fini Voto 3. L’uomo nero buono per tutte le stagioni. Fascista, berlusconiano o montiano in base alle convenienze, verrà ricordato dagli storici come il cognato del più scaltro Giancarlo Tulliani, alias il conte di Montecarlo.
Antonio Di Pietro Voto 4. Esperto nel ramo degli immobili da fare invidia alla famiglia Fini, Tonino, intervistato da Report ha fatto la figura del peracottaro. Qualche buona intuizione ma, nel complesso, antiquato e fuori tempo
Pierluigi Bersani Voto 5. Calmo, banale, rassicurante ma solido. Va in giro per l’Europa a promettere supina obbedienza nei confronti dell’aristocrazia comunitaria, salvo nascondere le vergogne in Italia grazie alle due foglie di fico Vendola e Fassina. Da vedere all’opera, ma anche no.
Pierferdinando Casini Voto 6. Il trionfo dell’ovvietà che non invecchia mai. Ricordate Catalano, il personaggio di Indietro Tutta che sparava ovvietà in continuazione? Ecco, Casini è il Catalano della politica italiana. Non sarà colto e non sarà brillante, ma resta pur sempre il mago indiscusso della tattica. E’ riuscito pure a infinocchiare Monti (al quale, vedrete, farà digerire Cesa e Buttiglione)
Silvio Berlusconi Voto 7 E’ uscito dalle catacombe più arzillo che mai. Cambia versione ogni quarto d’ora (“Monti è bravissimo anzi un disastro”) ma ha detto chiaro che l’austerità è sbagliata e ha perfino citato Krugman. Il massimo della inaffidabilità che, comunque, non annoia mai.
Beppe Grillo Voto 8 Sarà un despota, sarà il pappagallo di Casaleggio ma è riuscito a costruire in rete un movimento a due cifre. I media tradizionali lo odiano e già questo lo rende di per sé accattivante. Ha creato una pseudo-classe dirigente degna della famiglia Addams (i vari Pizzarotti, Favia e compagnia) ma spariglia. Eccome se spariglia.
D’Alema e Veltroni Voto 9. La prima scelta giusta dopo tanti anni di vita politica: il ritiro
Disoccupati, esodati e raggirati vari Voto 10. Vittime incolpevoli di politici (e tecnici) venduti e balordi che, dignitosamente, hanno sopportato ( e sopportano) umiliazioni e soprusi indicibili.
Francesco Maria Toscano
1/01/2013
il 10 doveva andare ai nuovi bloggers come il Moralista, Bagnai, Piga, GOD, e almeno altri 5 o 6 che hanno surclassato gli editorialisti dei grandi giornali per coraggio, capacità di previsione e anche impegno didattica.
Disoccupati, esodati etc etc devono ancora meritarselo il 10; se a febbraio voteranno per propiziare un sostanziale “Monti due” si saranno meritati tutto quello che gli è stato inflitto.
Se invece ci sarà una risposta meno supina c’è la possibilità di un 2013 molto interessante.
Il primo passo lo devono comunque fare i cittadini e fino a adesso bisogna dire che non è che ci sia stata una fortissima reazione popolare al governo Monti, anzi…
Grazie Balbillus, troppo buono. Diciamo che è un 10 ottimistico. A urne chiuse facciamo sempre in tempo ad abbassare il voto.
p.s. Grazie per la traduzione del pezzo di Black e un caro augurio per un felice 2013
Francesco
..non so se mi sono persa qualcosa sul sito di GOD, sicuramente si..ma non mi sembra di aver letto niente su Grillo e il M5S..cosa ne pensa GOD..c’e qualcuno che mi puo’ridurre rispondere?
[…] l’indiscusso successo dello scorso anno (clicca per leggere), ripropongo a furor di popolo la speciale classifica de “Il meglio e il peggio del 2013”. Buon […]