Ci siamo quasi. Tra poche ore gli italiani potranno recarsi ai seggi per esprimere un voto che farà piazza pulita dei tanti sondaggi taroccati che girano da mesi sui giornali di regime. Monti sembra nel pallone più totale. “Salito” nell’arena elettorale con le stimmate del santo salvatore, adulato fino alla paranoia dai media, il professorino di Varese sembra avere rivisto gli originari obiettivi. E se qualche mese fa uno spavaldo Pierferdinando Casini si permetteva di ventilare una travolgente vittoria elettorale delle armate guidate dal divino Monti, oggi la musica è decisamente cambiata. A dicembre la coalizione di Monti puntava al primo posto, a metà gennaio “anche il secondo non sarebbe un risultato da buttare”, a fine gennaio “il terzo posto non è poi così male”, i primi di febbraio “siamo quarti ma decisivi” e nell’ultima settimana “se superiamo il quorum avremo fatto una grande impresa” (Monti dixit). Meno male che mancano solo tre giorni al voto sennò, di questo passo, Scelta Cinica avrebbe finito con il puntare alla conquista del Comune di Cinisello Balsamo. In ogni caso, a parziale consolazione del robotico Monti, è arrivato inaspettato e gradito l’endorsement del sempre sobrio Gigi Buffon. Una parabola politica, quella del portierone della nazionale, decisamente coerente: presentatosi davanti alle telecamere Rai nel lontano 1999 con una maglietta con su scritto “boia chi molla” (clicca per leggere), Buffon ha comprensibilmente trovato in Mario Monti aspetti in grado di riportarlo al, mai sopito, primo amore. A meno che il grande Gigi, noto scommettitore di successo, (clicca per leggere), al netto delle letture nostalgiche e sentimentali, non abbia invece deciso più prosaicamente di puntare un “cinquantino” sulla vittoria elettorale del nostro prestigioso premier, oramai quotato decisamente alto dai bookmakers di tutto il mondo (clicca per leggere). In ogni caso, non so voi, ma io sono rimasto piacevolmente colpito dalla metamorfosi che in campagna elettorale ha trasformato Mario Monti con la stessa rapidità e credibilità tipica degli indimenticabili Visitors (clicca per ricordare). Per un anno intero Monti ha vestito i panni dell’algido e severo professore che non ride nemmeno di fronte alle irresistibili barzellette del Cavalier patonza; sempre attento, cupo, crucciato, accigliato, preoccupato, meditabondo, schivo, pensoso e (naturalmente) prestigioso, Monti, da quando ha assoldato il consulente americano Axelrold, si è trasfigurato in una specie di tristissimo mister Bean alla milanese. Va su Twitter e scrive “Wow” come un adolescente brufoloso che ha appena preso 7 nella versione di latino, va dalla Bignardi e accarezza il cagnolino e, non pago, denuncia l’irresponsabilità di chi promette di abbassare le tasse per poi rimangiarsi tutto come un Berlusconi qualsiasi. Ma il vero coupe de theatre che, senza ombra di dubbio, farà aumentare a dismisura il livello di simpatia (già alto) goduto da Monti presso l’italico elettorato, è stato decisamente un altro. L’altro giorno, infatti, Monti ha svelato al popolo gaudente il segreto arcano, palesando urbi et orbi (più orbi per la verità) i sentimenti di ostilità che mamma Merkel proverebbe nei confronti di Pierluigi Bersani (di Berlusconi già si sapeva). E ora, una volta saputo tutto ciò, quale cittadino italiano potrebbe con animo sgombro e sereno esprimere in coscienza un voto in favore di personaggi che non piacciono a Berlino? Non vorrete mica fare andare i crauti di traverso a frau Merkel che, tra mille fatiche, sta tentando di ri-evangelizzare i popoli mediterranei intorno ai nuovi dogmi del rigore e dell’austerità che, finalmente, raddrizzeranno la schiena anche a tanti italiani fannulloni e manciaspachetti? Sono sicuro che milioni di italiani si recheranno domenica alle urne armati di bandiera teutonica e vestendo, in segno di solidarietà con il popolo crucco, calzettoni bianchi sotto sandali aperti. Solo una cosa mi preoccupa dell’ultimo Monti: non vorrei che a furia di sforzarsi di sorridere finisse con il contrarre in maniera cronica i muscoli facciali. Dopo le elezioni, secondo giustizia, l’attuale “Monti ridens” avrebbe perciò tutto il diritto di tornare (triste) come prima.
Francesco Maria Toscano
22/02/2013
Vedrai che lunedì prossimo i muscoli facciali del bocconiano saranno rigidi, anchilosati. Mi preoccupo, invece, per quel tenero cagnolino bianco, che dopo la Caporetto elettorale, rischierà di diventare un esodato a 4 zampe, restituito a qualche canile.
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