Oltre alle forze politiche tradizionali, le urne hanno accertato la fine dell’informazione main-stream. La Repubblica, il Corriere della Sera e La Stampa, per citare solo i quotidiani principali, di proprietà di alcuni noti potentati finanziari e industriali, hanno improvvisamente scoperto di essere defunti. Erano trapassati da un pezzo, per la verità, ma nessun medico legale aveva ancora notificato loro il certificato di morte. Con il voto gli italiani hanno chiaramente fatto capire di non riporre più alcuna fiducia nei canali informativi tradizionali, cartacei e televisivi, correttamente percepiti come centri di potere avvezzi alla mistificazione più abbietta, orge di interessi trasversali e opachi specializzati nel tutelare privilegi oligarchici da far pagare sempre al popolo minuto, ritenuto ingenuo nonché inebetito da una poltiglia di scribacchini venduti, ipocriti, mediocri e meschini. Ma, cari i miei Padellaro, Polito, Giannini, Mauro, Scalfari, Napoletano e De Bortoli, la vostra pacchia è finalmente finita. Siete nudi e fate schifo a tutti. Avete passato un anno intero a provare a persuadere gli italiani a votare Monti, istigando impunemente al suicidio un popolo intero, e siete stati sconfitti e spernacchiati. Ora, invece di nascondervi, chiedere scusa e chiudervi in convento per meditare sulle vostre sconcezze, continuate a riproporre il vostro vecchio modello di informazione paludata, politicista, polverosa e già in avanzato stato di decomposizione. Come al solito, il primato di giornale peggiore e più servile spetta di diritto al Corriere della Sera, i cui lecchini travestiti da giornalisti verranno presto sfrattati dalla storica sede di via Solferino per finire deportati in qualche polveroso sottoscala che più si addice al loro vero status di maggiordomi ben pagati. Ieri Maria Teresi Meli, oggi il cazzuto Cazzullo, pubblicano interviste surreali, rispettivamente a D’Alema e Veltroni, nella speranza di cogliere nelle parole dei due famosi statisti, usciti per l’occasione dalle catacombe da dove avevano seguito la campagna elettorale, alcuni spunti per decifrare un quadro politico “divenuto nebuloso”. Non avete più il senso del ridicolo né conservate quello del pudore. Ma lo volete capire che è finita, che i barbari sono alle porte di Roma mentre voi, ciechi e ottusi commentatori da strapazzo, continuate a trastullarvi con i vostri stanchi e triti riti che fanno venire a tutti l’orticaria, alimentando con la vostra presenza un clima incandescente di ira e indignazione? Veltroni, come era prevedibile, propone un governo demagogico che, sulla scia delle cose che vi avevo anticipato ieri (clicca per leggere), truffi gli italiani con qualche provvedimento spot continuando però a perseguire le famigerate politiche di austerità, vere responsabili dell’attuale olocausto italiano ed europeo. Veltroni ha l’impudenza di evocare il “New Deal” senza citare mai Keynes, senza mettere in discussione la politica del rigore e, non contento, proponendo perfino di prorogare il mandato di Napolitano che, fino a ieri, elemosinava la comprensione della Germania garantendo la fedeltà dell’Italia circa il “rispetto dei patti” ( a partire dal Fiscal Compact che ci ammazzerà tutti). Vergognati Veltroni, affabulatore cialtrone e cerchiobottista, inventore del “ma-anchismo”, filosofia paraculeggiante che non incanta più nessuno. Se vuoi veramente fare qualcosa di buono per il tuo Paese, compra oggi stesso un biglietto di sola andata per l’Africa, allevierai le sofferenza degli italiani con la tua partenza, provocando contestualmente, però, comprensibili inquietudini tra le popolazioni del Continente nero. In conclusione una notizia esemplificativa che viene dagli Stati Uniti. Obama ha firmato il decreto che prevede tagli alla spesa pubblica per 85 miliardi di euro. I repubblicani, numericamente in grado di condizionare il congresso americano, non hanno voluto trovare una soluzione condivisa capace di impedire i “tagli automatici” (clicca per leggere). Obama denuncia il rischio, insito nelle politiche dei tagli selvaggi, di provocare un aumento della disoccupazione e un crollo dei consumi, devastando così sul nascere gli ancora timidi segnali di ripresa economica. Bravo Obama, tutto giusto; ancora non ci ha spiegato però perché tale ragionamento, buono per i suoi concittadini, non valga per gli europei, ampiamente vessati da quelle stesse politiche che lei, in patria, non ha esitato a definire sbagliate e foriere di gravi danni all’economia. Fino a ieri la sua amministrazione “liberal” non faceva che lodare il becchino Monti, al cui confronto i deputati repubblicani più ottusi sembrano dei progressisti illuminati. Caro Presidente Obama, un dubbio ci assale: non sarà rimasto giusto lei, nell’emisfero nord del globo terrestre, a credere agli editoriali di Eugenio Scalfari?
Francesco Maria Toscano
02/03/2013
Una domanda continua a martellarmi in testa: ma questa gente dove vuole arrivare e cosa vuole ottenere?
Quando tutto il pianeta sarà ridotto ad un ammasso di straccioni governeranno su una montagna di rifiuti?
Bella soddisfazione!!!
O forse c’è ben altro che non conosciamo, o che stiamo cominciando ad intuire e vogliono fermare la conoscenza?
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