Entra nel vivo la corsa per il Colle. Sui giornali terrorizzati da possibili novità circolano i soliti nomi logori, alcuni dei quali vantano carte da giocare per avere ricoperto incarichi di governo durante la misteriosa fase di passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, stagione tristemente cadenzata dalle bombe di mafia (clicca per leggere). Nel frattempo le quirinarie di Beppe Grillo hanno incoronato la maestrina di Report, Milena Gabanelli. Una brava giornalista, per carità, che recita la parte dell’antisistema molto meglio di Santoro. Ho avuto tempo fa la prova provata della straordinaria capacità di Mi-Jena (copyright Dagospia) di servire l’ordine costituito conservando però l’aureola dell’eroina lontana da furbizie interessate. Andiamo ai fatti. Nell’ottobre del 2012 Michele Buono, collaboratore della Gabanelli, chiese e ottenne una intervista da Gioele Magaldi, leader del movimento massonico di opinione Grande Oriente Democratico. Durante la lunga chiacchierata con il giornalista di Raitre, Magaldi ebbe modo di circostanziare la reale cifra massonica di personaggi molto influenti dell’establishment italiano e internazionale. Da Mario Monti a Mario Draghi, da Carlo De Benedetti a Ettore Bernabei,da Corrado Passera ad Antonio Baldassarre gli italiani avrebbero potuto per una volta comprendere il tipo di autorità che legittima il potere esercitato da alcuni dei sopraccitati personaggi. Ma, purtroppo, anziché puntare in alto e fornire notizie indigeste al primo cerchio del potere reazionario contemporaneo, la Gabenelli ha preferito la via dell’operazione all’italiana: scherza con i fanti ma lascia stare i santi. E così, come un Pedellaro qualunque (clicca per leggere), la Gabanelli ha scelto di mandare in onda solo uno spezzone della lunga intervista a Magaldi, un passaggio nel quale tra l’altro si parlava di un personaggio minore e sconosciuto ai più come Pasquale De Lise (clicca per leggere). Una operazione di altissima e raffinata mistificazione nel solco della migliore tradizione italiana immortalata da scrittori del calibro di Tomasi di Lampedusa. Sotto un altro punto di vista, riconosco la straordinaria lucidità di Grillo e Casaleggio nel mettere in seria difficoltà il Partito Democratico. Di fronte a nomi come Gabanelli o Rodotà, che scaldano molto più di vecchi arnesi come Amato e Prodi, Bersani è costretto a rinculare riscoprendosi afono tutto di un tratto. In questo modo i grillini possono uscire facilmente dall’angolo, dipingendo a ragione il Pd come il partito della conservazione che, nei fatti, si oppone al pari di Berlusconi al desiderio di cambiamento che scuote il Paese. Una mossa tatticamente molto arguta. In conclusione, anche il Moralista propone il suo candidato per la presidenza della Repubblica: Franco Cordero, fine giurista, penna brillante ed elegante, uomo libero e dalla cultura variegata ed erudita. Mentre Giorgio Napolitano faceva scempio della nostra Costituzione rivendicando per sé il diritto monarchico alla segretezza assoluta nei giorni della polemica riguardanti il caso Mancino, Cordero, in splendida e maestosa solitudine, difendeva il diritto e il buon senso dalle grinfie di un manipolo di pesudo-giuristi adusi a confondere l’interesse con la legge e la forza con la giustizia (clicca per leggere). Franco Cordero sarebbe perciò un ottimo presidente della Repubblica.
Francesco Maria Toscano
17/04/2013