Per chi non l’avesse capito è in atto una delle più riuscite pantomime della storia della Repubblica. Anche Romano Prodi è finito rosolato nella corsa per il Colle. Prima di lui il povero Marini ci aveva lasciato le penne. Il Pd sembra navigare senza bussola in un mare in tempesta. Non fatevi ingannare: è tutta falsa politica. I candidati veri, quelli graditi all’establishment massonico reazionario continentale, non sono ancora usciti. Ma quando usciranno (magari prestissimo) centreranno immediatamente il bersaglio. Se, dico per ipotesi, domani rispuntasse un candidato gradito al duo Pdl-Pd, tipo Giuliano Amato (clicca per leggere), passerebbe senza affanni. I numeri ci sono. Franco Marini, espressione dell’inciucione, ha già preso 521 voti. Ne basterebbero 17 in meno per eleggere immediatamente un uomo di sistema. E’ in atto una guerra di posizione. I diversi leader politici mandano messaggi rassicuranti ai rispettivi elettorati ma il gioco è sostanzialmente chiaro dall’inizio. La stessa maggioranza semplice che si era raccolta intorno al nome di Marini eleggerà presto un Presidente gradito a chi conta per davvero. Questi giochetti servono al Pd per lavarsi la coscienza. A questo punto, in preda ad una crisi istituzionale dai risvolti preoccupanti, i sinistri vantano un alibi per giustificare l’accordo con Berlusconi. “Non c’era alternativa”, diranno quelli che la sanno lunga sottolineando il fallimento di un personaggio importante come Prodi. “Se perfino il padre dell’Ulivo non è riuscito a compattare l’italica gauche”, questo sarà da ora in avanti il refrain, “significa che bisogna tornare ad allargare il tavolo”. Tradotto: ritornare all’inciucione con il Cavaliere ringalluzzito. Ma la trattativa, in realtà, non si è mai interrotta. L’umiliazione di Prodi è servita solo a placare temporaneamente l’ansia di rigetto che assilla la base del Pd, finalmente capace di riconoscere la nomenclatura del partito democratico per quello che effettivamente è: una accozzaglia di pervertiti della politica, al soldo della tecnocrazia europea, che svolge il ruolo classico riservato all’utile idiota in grado di puntellare, dissimulando, le operazioni più sporche e miserabili che la mente umana può freddamente pianificare. Questo è lo scenario più probabile che ci attende, a meno che, come ultimo atto di dignità prima di scomparire per sempre dalla vita pubblica, Bersani non decida di convergere su Rodotà chiudendo decorosamente una carriera politica grigia e mediocre. Ci credo poco. Bersani, e come lui gran parte dei capetti del Pd, senza il permesso delle persone giuste non va nemmeno in bagno. Aspettare per credere…
Francesco Maria Toscano
19/04/2013
Lo schema per il 2015 sarà questo?
Cassese RE
Letta segretario del RE
Grasso alla consulta
Berlusconi presidente del Senato