Finalmente alcuni temi decisivi che condannano l’Europa ad un declino inesorabile vengono portati a conoscenza del grande pubblico. Domenica 12 maggio è andato in onda, all’interno della seguitissima trasmissione Report condotta da Milena Gabanelli, un servizio dell’ottimo giornalista Michele Buono (clicca per leggere) destinato ad infrangere quel malefico muro di omertà che ancora protegge i nefasti dogmi neoliberisti professati dai testardi difensori del dogma. Un evento mediaticamente rilevante considerato che, con la lodevole eccezione rappresentata dal programma di Paragone L’Ultima Parola, mai alcune ottuse sicumere erano state messe in discussione in maniera così puntuale a beneficio di una platea così vasta. Gli italiani sono perlopiù abituati ad introiettare acriticamente alcune sottili menzogne che, dalla presunta insostenibilità del debito pubblico fino alla impossibilità di far ripartire l’economia senza tagliare brutalmente lo Stato sociale, preparano il terreno culturale utile per permettere alla politica (manovrata dalla massoneria reazionaria continentale) di affondare il coltello nella carne viva dei ceti più sofferenti. “Ci dispiace, non c’è alternativa ai sacrifici”, sono soliti ripetere a reti unificate questi moderni e sofisticati dott. Mengele. A pensarci bene, e lo dico senza nessuno spirito provocatorio, si tratta dello stesso schema concettuale che, ai tempi del ventennio, suggeriva ad alcuni scienziati da strapazzo di firmare il manifesto sulla razza per permettere al regime di legittimare il razzismo dietro la foglia di fico di una scienza ridotta a volgare prostituta. Report ha infranto questo malefico pensiero unico che ricalca quegli stessi orrori del primo Novecento che aprirono la strada all’avvento di Adolf Hitler. Con soddisfazione ancora maggiore, inoltre, ho seguito nella serata di ieri, lunedì 13 maggio, la trasmissione Piazza Pulita di Corrado Formigli. Negli studi de la 7, infatti, il brillante economista francese Jean-Paul Fitoussi ha avuto modo di spiegare i disastri causati dalle politiche di austerità, ben coadiuvato da un Edward Luttwak in forma smagliante che, dopo avere liquidato con fastidio i soliti balordi che intendevano deviare l’attenzione intorno alle sgallettate di Berlusconi, ha raccontato con estrema chiarezza come l’approvazione del fiscal compact, insieme all’inserimento in Costituzione dell’obbligo del pareggio di bilancio, trasformerà presto l’Italia in una landa desolata. Per anni alcuni temi sono stati trattati soltanto da sporadiche avanguardie informative sulla rete. Oggi invece, seppur con colpevole ritardo, i grandi mezzi di comunicazione di massa cominciano a presentare paradigmi alternativi in grado di approfondire con onestà intellettuale cause e finalità nascoste di una crisi che pare infinita. Segnali che fanno ben sperare. Adesso, una volta insinuatosi presso la pubblica opinione il dubbio circa l’insensatezza delle politiche sublimate dal montismo, è bene passare al passaggio successivo: quello destinato cioè ad individuare il centro direzionale di questo progetto di involuzione neo-oligarchica razionalmente pianificato. Non c’è nulla di casuale in ciò che sta accadendo. L’austerità è un grimaldello funzionale alla destrutturazione di un vecchio patto sociale, equo ed inclusivo, da sostituire con il ripristino di un modello di tipo feudale fondato sul sopruso e sul privilegio. Protagonista di questo crimine sul piano storico è un’ala precisa della massoneria reazionaria (definita “contro-iniziatica” dai massoni di Grande Oriente Democratico), comprendente alcune figure di primo piano dell’establishment di potere continentale come gli italiani Mario Draghi, Mario Monti e il neoministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. In una lucidissima intervista concessa a Radio Padania (clicca per ascoltare), Gioele Magaldi fornisce utilissimi elementi per tentare di comprendere ruolo, evoluzione e struttura della massoneria contemporanea, fenomeno articolato e complesso troppo spesso trattato con complottistica superficialità da commentatori non attrezzati. Nell’approcciarsi seriamente alla comprensione delle attuali dinamiche di potere bisogna perciò partire dalla sedimentazione di due concetti fondamentali: 1) Le politiche del rigore non servono ad affrontare una presunta crisi economica ma perseguono l’obiettivo di ridisegnare la società europea in senso neoschiavistico; 2) Tale processo storico non è frutto di non meglio specificate fatalità ma, al contrario, costituisce il risultato coerente degli sforzi profusi da una parte della massoneria reazionaria cristallizzata all’interno delle cosiddette UR-LODGES (vedi www.grandeoriente-democratico.com). Mentre il fallimento delle ricette economiche “di risanamento” ha costretto l’opinione pubblica ad interrogarsi intorno alla effettiva validità di alcune teorie neoliberiste spacciate come Vangelo da personaggi del calibro di Oscar Giannino, Michele Boldrin e Fabio Scacciavillani, la percezione pubblica circa l’esistenza di alcuni centri decisionali di derivazione massonico-reazionaria è ancora pressoché nulla. E’ arrivato il momento di tentare di colmare questa lacuna.
Francesco Maria Toscano
14/05/2013
A chi interessa do il link del testo della Trilateral Commission a cui fa riderimento Gioele Magaldi nell’intervista a Radio Padania. Si tratta di un saggio del 1975 scritto da tre autori e l’articolo in cui si dice esplicitamente che è necessaria una limitazione della democrazia è quello di Samuel Huntington (molto noto per il suo “Clash of Civilizations”) che comincia a pag. 59.
http://www.trilateral.org/download/doc/crisis_of_democracy.pdf
Magaldi (e il Moralista) sono gli unici che parlano di questa questione e temo che finché non si riuscirà a levargli lo stigma di elucubrazione complottistica tutti gli sforzi saranno vani.
Certo che se il Maestro Magaldi non si decide a far uscire il suo (benedetto) libro di cui da più di un anno annuncia l’imminente pubblicazione…
Purtroppo “Report” e “piazza pulita” non bastano per smontare i dogmi sedimentati nelle menti italiote in anni di bombardamento mediatico a botte di “austerità” e “debito pubblico brutto e cattivo” e “L’ultima parola” va in onda ad un orario improponibile al grande pubblico. “Ballarò” e “porta porta” sono dei teatrini per bambini. Il messaggio deve passare nei TG della sera per mesi e mesi per far presa sulle menti dei poveri italiani offuscate da anni di balle. A sentimento, mi pare che gran parte della gente comune non abbia ancora compreso gli effetti negativi di una politica economica di austerità e il 95% non sa neanche chi è J.M. Keynes. Un terzo degli italiani è ancora convinto che l’Italia va a rotoli perché i politici si hanno magnato tutto… e alcuni pensano che i soldi dello Stato anziché darli per aiutare gli italiani li danno agli extracomunitari. I discorsi fra la gente comune vertono spesso su questi argomenti, difficilmente si sente parlare di argomentazioni che trattiamo in questo ed altri validi blog. Quindi il web rimane ancora l’unico porto sicuro dove reperire le informazioni. Fra i TG, a mio avviso, il meno peggio è RAINEWS24.
Il meno peggio e’ rainews24????
Ma stai dicendo sul serio?
Ma tu lo sai chi e’ la direttora di quella testata e come si e’ ” meritata” la nomina??????
…penso che alessandro volesse dire che il resto del “mainstream” é davvero infimo!
e di “meglio” neanche l’ombra!
Rimane tra i peggio, ma un po’ meno…
esatto! diciamo che ogni tanto da voce a qualche posizione fuori dal coro