Nel processo sul caso Ruby l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato condannato dal Tribunale di Milano a sette anni per entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile. Inoltre è stato interdetto a vita dai pubblici uffici. I giudici hanno inflitto una pena più severa di quella chiesta dal pubblico ministero Ilda Bocassini, che aveva chiesto sei anni. Dal fronte giudiziario la palla avvelenata passa ora a quello politico. L’armata Brancaleone del Cavaliere si è già messa in moto, da Giuliano Ferrara che si mette il rossetto e dice “Siamo tutte puttane” alla moderna “prefica” (nell’antica Roma la donna pagata per piangere ai funerali) Daniela Santanché, secondo cui si tratta di una sentenza politica e la condanna è uno schifo ed una vergogna. Spetta invece a Fabrizio Cicchitto, vecchio falco berlusconiano, mandare messaggi obliqui al governo. Il deputato Pdl parla di “sentenza da tribunale speciale” e minaccia: “così salta la pacificazione”. Per la nipote del duce, Alessandra Mussolini, Berlusconi è stato condannato senza prove e così si sancisce la cancellazione del diritto in Italia (sic). Tombale il commento di Renato Brunetta: “oggi è morta la Giustizia”. Peccato non aver sentito queste esternazioni in occasione dei processi sulle morti di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, dove i responsabili degli omicidi dei due giovani sono stati puniti lievemente o peggio assolti. Questi “signori” vogliono far credere agli italiani di essere in pericolo, in balia di una giustizia perversa solo per difendere l’indifendibile. E il PD cosa dice? Imbarazzato tace perché “le sentenze non si commentano”. Uniche voci critiche all’interno del Partito Democratico sono quelle di Michele Emiliano e Pippo Civati. Il giovane consigliere regionale lombardo Civati sul suo blog, in un post titolato “Forse non è sufficiente”, scrive: “Dopo la condanna di oggi, che segue quell’altra, non è sufficiente (né sano) dire che bisogna batterlo politicamente, che non si commentano le sentenze (quelli del Pdl, però, le commentano, eccome se le commentano), che il governo prosegue come se nulla fosse. Perché in un Paese nel quale impazzano la corruzione – in tutte le sue forme – e l’evasione fiscale e la concezione ‘malata’ del potere (che per sua natura prevarica, come se facesse parte della definizione), non va bene alzare le spalle di fronte a fatti come quelli di queste ore. Non va bene che il dibattito riguardi solo il Pdl, come se la questione non riguardasse il Pd e la sua lettura del sistema politico. E più banalmente di quello che accade. E non è dettato dall’antiberlusconismo, ciò che scrivo, ma da quel minimo di dignità che ci dovrebbe sempre accompagnare. Fare finta di niente, non è da larghe intese, è semplicemente un malinteso. Grave e complice, non sul piano morale, sul piano politico. Anzi, sul piano di tutto quanto”. (www.ciwati.it, 24 giugno 2013 alle 20:47). Altrettanto critico il sindaco di Bari Michele Emiliano che usa twitter per esprimere il suo malumore verso le larghe intese: “PD non può governare alleato di un partito guidato da persona condannata x 12 anni di carcere. Quando se ne accorgono #Letta ed #Epifani?” e poi rincara la dose: “Il Gov nasce da 3 partiti sconfitti, ma adesso è definitivamente delegittimato. Che decisioni si prendono con condannato a 12 anni?”. L’Unità, …il giornale fondato da Antonio Gramsci, utilizza al contrario un titolo neutro: “La condanna di Berlusconi”. E il presidente della Repubblica Napolitano è intervenuto? No, nessun monito è ancora giunto dal Quirinale. Tutti però si affrettano a giurare sulla tenuta del governo. Con Emiliano c’è da chiedersi: con quale coraggio, dignità e credibilità Letta jr vuole proseguire l’alleanza con un personaggio accusato di concussione e prostituzione minorile? Vedremo. Il regista Nanni Moretti, con il film del 2006 “Il Caimano”, ispirato alla storia di Silvio Berlusconi, anticipò la condanna a 7 anni. Speriamo non sia stato profetico anche per quando riguarda il finale, con il caos e la violenza scatenata dai sostenitori del Caimano. Avvisaglie e precedenti non mancano. Vigiliamo, affinché questo non accada.
Emanuele Bellato
Ricordate? Qualche giorno fa il Foglio vi ha dato conto delle bozze di un dossier ancora inedito sul quale stava lavorando da tempo il guru economico di Matteo Renzi: Yoram Gutgeld, deputato del Pd, cinquantatré anni, una vita passata in McKinsey. Bene. Quel dossier ora è stato definitivamente completato, il consigliere del Rottamatore lo ha raccolto in cinquantuno pagine di powerpoint, il sindaco ha dato la sua approvazione di massima al lavoro di Gutgeld e da oggi in poi il documento di cui vi parliamo in questa pagina (e che da oggi sarà consultabile sul sito del Foglio, qui ) diventerà a tutti gli effetti la piattaforma programmatica attraverso la quale Renzi, proprio partendo dall’economia, proverà prima a conquistare il Pd e poi a incalzare con le buone o con le cattive il governo dell’“amico” Enrico Letta.