La politica italiana è sempre più farsesca. In questi giorni si parla molto di Imu. Il centrodestra ne chiede l’abolizione totale mentre il centrosinistra, ottuso come sempre, trova vantaggioso ergersi di fronte alla pubblica opinione quale indefesso (poco “inde” e molto “fesso”) baluardo a difesa di una tassa odiatissima da tutti gli italiani a prescindere dal colore politico. Nel mezzo Letta e il massone reazionario Saccomanni, cane da guardia imposto dal Venerabile Draghi al ministero dell’Economia con il preciso compito di impedire che i pubblici poteri allevino le sofferenze sadicamente e inutilmente imposte dal politburo europeo ai cittadini italiani al pari di quelli greci, spagnoli o portoghesi. Vi invito a non perdere tempo di fronte a notizie dal chiaro sapore propagandistico. Qualunque decisione il governo Letta dovesse prendere in tema di Economia non potrà che rivelarsi inutile o dannosa. Impiccandosi infatti ad un malsano obbligo di pareggio di bilancio ad ogni carezza dovrà corrispondere con matematica certezza una bastonata di valore uguale e contrario. Il pareggio di bilancio impone all’Italia di tassare i cittadini in misura proporzionale rispetto a quello che spende. Chiaro? Se il governo per il nostro benessere spenderà 10, allora 10 chiederà in cambio. Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, invece, ci chiederà 11, 12, 15 o perfino 20. In virtù degli effetti distruttivi del Fiscal Compact approvato nella scorsa legislatura, infatti, il nostro sciagurato Paese dovrà tagliare il debito pubblico per i prossimi decenni, fino cioè a riportarlo sotto la percentuale aleatoria e scientificamente insignificante del 60%. Questo comporta che da ora in avanti, chiunque governi, sarà costretto a mettere in atto per forza una terroristica campagna volta ad affamarci con zelo e costanza nel nome dell’oramai mitico “risanamento dei conti”. Il piano di scientifica distruzione del nostro tessuto produttivo cammina su questi due pilastri: pareggio di bilancio, ovvero “tot spendo tot tasso”; fiscal compact, ovvero tagli indiscriminati per appagare un istinto irrazionale e feticistico. Probabilmente vi starete chiedendo: ma dopo anni di sacrifici disumani, una volta cioè ricondotto il debito pubblico sotto la soglia prevista del 60%, che succede di bello? Una beata minchia!, verrebbe da rispondere parafrasando il Cetto La Qualunque impegnato a spiegare al suo elettorato le politiche da intraprendere, una volta eletto, in tema di contrasto alla povertà. Per cui non fatevi prendere in giro. Se il governo toglie provvisoriamente l’Imu, di contro introdurrà presto o tardi una tassa dal valore equivalente o maggiore chiamandola in maniera diversa (service tax?). Altrimenti taglierà in maniera indiscriminata servizi essenziali come scuola o sanità. Rimanendo alll’interno del quadro legislativo sovranazionale disegnato dalla massoneria reazionaria continentale non è possibile fare diversamente. I mostri, per lavarsi la coscienza e timorosi di inimicarsi i padroni occulti, vi diranno che per ottenere la crescita bisogna puntare sulla “lotta agli sprechi”. Altra idiozia sempreverde buona per gettare un po’ di fumo negli occhi degli ingenui. Tagliare i costi della politica, le auto blu e fare mangiare i parlamentari da Burger King anziché nel ristorante del Senato, può forse momentaneamente appagare il legittimo desiderio di vendetta che pervade un popolo intero ridotto alla fame da una manica di politicanti inetti, corrotti e ignoranti. Non serve però a nulla sul piano macroeconomico. Dalla crisi si può uscire soltanto approntando un grande piano di opere infrastrutturali, materiali e immateriali, finanziate a deficit dallo Stato fino al raggiungimento della piena e dignitosa occupazione. Chi vi dice che la soluzione è quella di stringere ulteriormente la cinghia è certamente un delinquente, un criminale, un venduto e un perfido miserabile che veicola bugie a pagamento destinate a spargere ulteriore miseria, povertà e disperazione. Non si può sperare di guarire un uomo disidratato ordinandogli l’astinenza dal bere. Si tratta di una grossolana mistificazione, illogica e senza senso. Eppure, per restare in tema, l’hanno bevuta in molti.
Francesco Maria Toscano
28/08/2013
[...] La politica italiana è sempre più farsesca. In questi giorni si parla molto di Imu. Il centrodestra ne chiede l’abolizione totale mentre il centrosinistra, ottuso come sempre, trova vantaggioso ergersi di fronte alla pubblica opinione quale indefesso (poco “inde” e molto “fesso”) baluardo a difesa di una tassa odiatissima da tutti gli italiani a prescindere dal colore politico. Nel mezzo Letta e il massone reazionario Saccomanni, cane da guardia imposto dal Venerabile Draghi al ministero dell’Economia con il preciso compito di impedire che i pubblici poteri allevino le sofferenze sadicamente e inutilmente imposte dal politburo europeo ai cittadini italiani al Leggi la notizia [...]
Parrebbe, almeno per mia esperienza, che nessuno anche il più ingenuo o ignorante degli uomini sia in grado di contraddire la frase “la mia spesa è il tuo reddito”. Questo è l’unico concetto che riesco a far passare nelle comuni discussioni di politica ed economia con la gente comune. Tutti concordano che il consumo che sia proveniente dal settore privato (famiglie e imprese) o dal settore pubblico (Stato, Regioni, Enti pubblici, ecc) “sono soldi che girano nell’economia e più ne girano e meglio è!”. Nonostante digeriscano facilmente questo ovvio concetto, in molti concludono con il solito slogan preconfezionato: “il debito è troppo alto, è colpa degli sprechi, dei politici che guadagnano troppo della corruzione, ecc.” L’uomo medio, dopo aver asserito che lo Stato più spende più fa girare i soldi nell’economia, si contraddice applaudendo ai tagli della spesa pubblica. E’ questo il salto che l’uomo medio non riesce a fare nel ragionamento, ma ci si può lavorare su questa pietra grezza. Per contro un altro concetto che mi porta a non essere del tutto convinto del ragionamento dell’articolo è l’irrilevanza economica alla lotta agli sprechi e alla corruzione. Se ci mettessimo una volta tanto d’accordo su cosa ci va dentro al concetto di “castacriccacorruzione” (da Prof. Bagnai coniato)forse riusciremo anche a superare la diffidenza di chi non riesce a fare quel salto nel ragionamento. Non sono convinto neanche della modestia degli importi di “castacriccacorruzione”, che gradirei fossero meglio impiegati per chi ne ha più bisogno, ma questo è un lavoro che lascio ai vari Stella e Rizzo. Genericamente credo che non sia così irrilevante dal punto di vista macroeconomico. Il sistema di corruttella e di prebende delle caste è un anello essenziale per garantire alla classe dominante che intende perpetrare il disegno di involuzione sociale in atto (massoneria reazionaria, grandi gruppi della finanza, corporation, multinazionali) di disporre di burattini allo scopo ben remunerati o al peggio ben oleati o convinti con “proposte che non puoi rifiutare”. Le leggi delle caste sono favorevoli al potere dei più grandi e le conseguenze economiche ricadono sui più piccoli. E’ una lotta di classe rovesciata dall’alto verso il basso che deprime ogni forma di redistribuzione dei redditi. Questo sistema del più grande che mangia il più piccolo non si potrebbe reggere se la politica prendesse le redini del gioco e dettasse le regole e rifiutasse di essere oleata dalle lobby di potere in grembiulino. Questo aspetto non può essere liquidato come irrilevante sotto l’aspetto macroeconomico, un approccio multidisciplinare non può esaurire l’analisi di certi fenomeni solo utilizzando la disciplina economica con la pretesa di aver spiegato la complessità e le varie sfaccettature di un problema. Concordo sicuramente che le lotte esasperate alla “castacriccacorruzione” servono unicamente a sviare il problema, a cercare un colpevole per i danni economici prodotti da poteri altri e per ridurre lo Stato, unico potere capace di resettare con la forza della sovranità popolare le classi dominanti. Concordo che gli sprechi e le prebende possono essere una minima percentuale dovuta rispetto ai burattinai in cima alla piramide, ma forse dovremo analizzare il fenomeno con una certa attenzione e maggior approfondimento, anche perché è un tema molto caro al paese.
Praticamente, hanno solo cambiato il nome all’IMU, che si chiamerà “Service Tax”, o meglio “TASER”, come scrive qualche pennivendolo che si unisce al coro gaudente per la cancellazione dell’IMU, una “vittoria di Pir…la”: nel 2014 si pagherà una imposta che sommerà l’equivalente della vecchia IMU, della TARES sulla mondezza ed in più il costo dei servizi comunali “indivisibili”, come, per esempio, quelli dell’illuminazione e del mantenimento della polizia locale. I sindaci avranno ampia facoltà di “modulare” le aliquote, spolpando i cittadini in base alla superficie degli appartamenti, al valore catastale e, bontà loro, del reddito dichiarato. Non ci provate ad immaginare esenzioni, perché il disoccupato, l’esodato o il pensionato povero, che possiedono una casa pagata col sangue negli anni, non sfuggiranno a questa “Service Tax”. Domanda: ma l’addizionale comunale che ci prelevano in busta paga (tredicesima compresa), non è già una “Service Tax che paghiamo per gli scadenti servizi comunali? Altra domanda: perché si usa la lingua inglese per indicare una nuova supposta fiscale? Non sarebbe più onesto, in lingua italiana, chiamare questa “Service Tax” col termine “Cetriolo”?
Esatto… Cetriolo tax!
oltrettutto se è veramente possibile modulare la cetriolo tax in base al reddito dichiarato dalle famiglie, ci si può immaginare il rischio di aumento di avasione o elusione fiscale che potrebbe avere la naturale conseguenza di far gravare le imposte sui redditi con ritenute alla fonte o comunque sui redditi di chi li dichiara.