In Italia il perno della dittatura tecno-nazista che punta all’impoverimento coatto di alcune categorie umane ritenute indegne ed inferiori è il Partito Democratico. Dietro una stantia retorica che predica uguaglianza e diritti a parole si cela il desiderio concreto e scientifico di realizzare nei fatti controriforme degne del peggiore Pinochet.  Non a caso il lucido piano di destrutturazione dell’apparato produttivo italiano, a garanzia della supremazia francese e tedesca,  ha subìto una decisa accelerazione negli anni in cui Giorgio Napolitano ha ricoperto e ricopre il ruolo di dominus incontrastato della nostra vita politica. I governi Monti e Letta, in maniera diversa, sono entrambi ascrivibili al Pd, vera cinghia di trasmissione in grado di trasformare in realtà gli ordini impartiti da massoni reazionari, ipocriti e contro-iniziati, come Mario Draghi, regista e artefice della rielezione di Napolitano sul Colle più alto. Berlusconi, mai veramente accettato dal primo cerchio del potere massonico sovranazionale, è considerato dalle èlite come un Muqtada Al Sadr in doppio petto, una specie di balordo che però, vantando sul piano locale una forza di interposizione considerevole, conviene asservire, salvo buttarlo a mare una volta divenuto superfluo e screditato. Giusto quello che sta succedendo in questi giorni. In tale ottica si spiega l’atteggiamento di chiusura del Pd nei confronti delle suppliche del povero Biscione che teme di finire accompagnato a calci in culo fuori da Palazzo Madama. Dopo avere per un ventennio fatto il palo mentre Berlusconi combinava sconcezze di ogni tipo, i piddini sono diventati improvvisamente inflessibili. Ma fateci il piacere! Come vi ripeto da mesi, i massoni reazionari che parlano per bocca di Draghi non hanno gradito i toni utilizzati da Berlusconi in campagna elettorale volti a demistificare l’inganno dello spread che giustifica le misure “lacrime e sangue”. Da quel giorno Silvio è segnato. Nulla e nessuno potrà più aiutarlo. Il servo che si ribella una volta, nell’ottica dei “massoni tecnonazisti” che dominano la Ue, deve essere punito senza pietà. La linea è sempre quella suggerita da Mao: colpirne uno per educarne cento in ogni angolo del Vecchio Continente. Il Pd si sta limitando, come sempre, a fare in Italia il lavoro sporco nel nome e per conto di alcuni potentati occulti sempre più arroganti, sfacciati e scoperti. Non per nulla, cambiando per rimanere uguale a se stesso, il Pd esprimerà a breve la leadership di Matteo Renzi, cocco della Merkel nonché figlio di Tiziano, già notabile democristiano e massone elitario tra i più influenti della Toscana, regione d’Italia che esprime il maggior numero di iscritti alle logge.  Il Bersani che ieri, dal palco di una delle tante feste del Pd (che avranno poi da festeggiare?), attacca Renzi perché privo di contenuti e incapace di interiorizzare valori intramontabili come l’uguaglianza dovrebbe mettersi una maschera nascondendosi per la vergogna nelle grotte di Tora Bora al confine tra Pakistan e Afghanistan. Questo volgare lestofante emiliano come crede di aver tutelato il valore “dell’uguaglianza” negli anni in cui ha guidato in maniera scellerata e meschina il partito nato dalla fusione a freddo tra ex comunisti ed ex popolari? Forse garantendo a Monti i numeri in Parlamento per frustare a sangue lavoratori, pensionati ed esodati? O facendo approvare nuove e moderne leggi sulla razza di mussoliniana memoria come il Fiscal Compact ed il Pareggio di Bilancio in Costituzione? Taci Bersani, omuncolo pavido e subalterno affossato dalla tua stessa insipienza e cupidigia di servilismo. In chiusura un plauso a Giulio Tremonti, pessimo ministro dell’Economia nei governi passati, che evidentemente migliora invecchiando. Oggi, sulle pagine del Corriere, il fiscalista di Sondrio difende a ragione la bontà di una sua proposta di legge che, richiamandosi chiaramente al luminoso Steagall Act di rooseveltiana memoria, intende separare le banche d’affari da quelle dedite alla raccolta del risparmio sull’assunto inoppugnabile che chi vuole speculare deve farlo rischiando capitali propri e non quelli dei correntisti. Si tratta di una questione di grandissima importanza perché il superamento dello Steagall Act, voluto da Clinton e simmetricamente trasferito in Italia da Draghi negli anni in cui ricopriva l’incarico di direttore generale del Tesoro durante il governo Ciampi, rappresenta uno dei pilastri indispensabili per permettere il definitivo trionfo del tecno-nazismo moderno. L’iniziativa di Tremonti, che si somma a quella precedente del senatore Vacciano del Movimento 5 Stelle, è perciò saggia, giusta e lodevole. Con buona pace della Gabanelli, Madonna pellegrina in forza a Raitre che questa volta ha completamente sbagliato bersaglio. Stranamente, mentre il Movimento 5 Stelle e Tremonti riscoprono il pensiero rooseveltiano, il Pd nicchia e fa finta di non sentire. I sinistri rimarranno a difesa del bidone fino all’ultimo nella ottusa convinzione di essere dalla parte del giusto. Nel caso poi  il Tribunale della storia dovesse mai provvedere ad interrogarli, gli odierni sciacalli potranno sempre rispondere: “Noi eseguivamo soltanto gli ordini”. Una linea difensiva che, da qualche parte, mi sembra di avere già sentito…

    Francesco Maria Toscano

    4/09/2013

    Categorie: Politica

    7 Commenti

    1. Gabriele scrive:

      Perfetto

    2. francesco scrive:

      ottimo,bello

    3. GLS scrive:

      Centrato! Se solo questi pochi e semplici concetti fossero noti ai più, cambierebbe tutto. Ma probabilmente non saremmo in Italia.

    4. Diego scrive:

      Che ha detto/scritto la Gabanelli?

    5. alessandro scrive:

      Le suggestioni evocate dal Moralista arricchiscono con contenuti inediti ed autonomi di pregio numerose riflessioni e analisi proposte da Grande Oriente Democratico e dal movimento Democrazia Radical Popolare, in particolar modo in ordine al disegno di involuzione oligarchica del tessuto sociale ed economico, in particolare dell’Europa e sul ruolo determinante e pianificatorio della massoneria reazionaria. Con questo commento vorrei contribuire ad approfondire un aspetto. Quali sono le motivazioni di questo sinistro disegno? ovvero cui prodest? Chi si avvantaggerebbe a destrutturare le economie in questo modo? Non che i lettori secolari del Moralista non l’abbiano ben compreso… non che a più riprese il Moralista, così come GOD e DRP non l’abbiano già trattato l’argomento nello specifico, ma a mio modesto avviso (potrei anche sbagliarmi) si è rimarcato con forza chi c’è dietro il back-office del potere, ma forse non abbastanza il perché utilizza il proprio potere destrutturando la società. Conosciamo chi, ma probabilmente non abbastanza il perché! E’ difficile per un inquirente accusare qualcuno di un reato senza dimostrare un solido movente. E’ facile che in molti, in buona o cattiva fede, non riconoscendo il movente, provino a smontare certe analisi tacciandole come complottiste. Certo, smontare le analisi del Moralista o di GOD e DRP non è così semplice come smontare le fregnacce degne delle trasmissioni “Mistero di Adam Kadmon”, ma per rafforzare il già pregevole contenuto delle analisi proposte, approfondire “cui prodest” arricchirebbe e completerebbe senz’altro il quadretto. La maggior parte della gente comune (a cui spero il Moralista continui a volgere la sua costante anche se ardua opera di divulgazione e stimolo alla riflessione) vive una dimensione culturale ristretta e provinciale. Nella città dove vivo alcuni anziani considerano il quartiere a fianco di quello di residenza come un’altra città. In molti non hanno messo il naso fuori dalla propria regione e mai si recherebbero all’estero. Non sempre le persona più aperte riescono a comprendere la realtà che vivono e il momento storico attuale dell’era della globalizzazione, spesso per carenza di messi e strumenti culturali e intellettuali. Se dico al mio amico muratore che la massoneria vuole cinesizzarlo, questi immediatamente proverà a traslare il mio ragionamento nella sua dimensione provinciale: penserà che il suo datore di lavoro si vuole fare la cresta sul suo stipendio o peggio che il capo è massone. Senza spiegare che questo disegno d’involuzione ha carattere sovra-nazionale e perciò è manovrato da una classe dominante che si serve di strutture e istituzioni globalizzate e opera a questo livello, non si comprenderà mai chi può trarre vantaggio nella destrutturazione economica e quindi sociale in atto, in particolare in Europa. Gli stessi piccoli imprenditori che operano a livello locale potrebbero applaudire a riforme del mercato del lavoro che consentono licenziamenti facili e quindi maggior potere contrattuale nel fissare i salari (leggi ti assicuro per 25 ore settimanali ma lavori per 40 ore.. altrimenti la porta è aperta!!), ma se ragionassero appena, capirebbero che è un guadagno effimero. Con poco salario le famiglie comprano pochi beni dagli stessi imprenditori, che come si sa per stare a galla e competere con la grande distribuzione e i grandi franchising o evadono/eludono il fisco o pagano poco i dipendenti. L’alternativa è chiudere. Poiché oggi il numero di piccole-medie imprese che chiudono in Italia è spaventoso, sarebbe opportuno che i pesci piccoli, che ragionano in piccolo nella ristrettezza di ragionamenti provincialotti, nella bramosia di ramazzare pochi soldi puzzolenti maledetti ma subito… volgessero lo sguardo oltre confine… oltre le alpi, oltre le acque del Mediterraneo e oltre gli oceani che separano i continenti, perché la dimensione del ragionamento è intercontinentale, sovranazionale, globalizzata. Mettiamoci in testa che l’obiettivo è quello di favorire grandi industrie, grandi gruppi finanziari e industriali che hanno superato il concetto di produzione nazionale (non a caso si chiamano multinazionali), che possono produrre in Italia per due anni chiudere battenti in un mese (grazie a leggi ed istituzioni e amministratori compiacenti, sindacati in primis) e aprire una sede in Serbia il giorno dopo, scegliere dove costa meno il salario, dove si pagano meno tasse, oppure potrebbe scegliere di produrre nel cuore dell’Europa, dove fra pochi anni si disporrà di manodopera altamente qualificata, ma a basso costo, se si prosegue nel processo di cinesizzazione. Tutto sembra convergere in un’unica direzione. Ogni notizia sulla situazione economica del paese sembra un’altra tesserina del puzzle fino al completamento della figura, del disegno e ogni volta non possiamo che esclamare: “come volevasi dimostrare”. Le numerosi crisi industriali, si pensi in Italia le numerose vertenze nel settore automobilistico o petrolchimico, vedono coinvolti migliaia di lavoratori (spesso migliaia per stabilimento!) che vengono licenziati o messi in cassaintegrazione o in mobilità quando le multinazionali, il più delle volte straniere, decidono di non trovare più conveniente sfruttare quel settore produttivo o quel determinato stabilimento industriale e quindi delocalizzano o decidono di produrre in Brasile o in paesi dell’est, con manodopera più a buon mercato. Si assiste così ai tristi viaggi della speranza degli amministratori per coccolare qualche ricco magnate del Quatar o degli Emirati Arabi o qualche altro produttore brasiliano o cinese per convincerlo ad investire in quello stabilimento prossimo allo smantellamento, che nel caso acquisirà con i saldi di fine stagione e alle condizioni salariali che vorrà decidere senza sindacare e sindacati. Quelle mille buste paga bruciate dalle crisi industriali sono soldi persi per le piccole attività commerciali del centro storico che chiudono bottega e cadono come mosche al suolo. Chi ha visto l’ultima puntata di “Presa Diretta” in onda su RAI3, ha potuto constatare gli effetti sulle piccole attività del desertificato centro storico torinese a seguito della crisi dell’area industriale locale. Chiediamoci il perché i piccoli negozietti di abbigliamento chiudono e riaprono frequentemente, mentre i megastore targati “ZARA” rimangono sempre in piedi e aumentano sempre più i profitti. A dispetto dei piccoli, le imprese globalizzate senza patria e nazione, se ne sbattono di dove fanno i soldi: se i greci muoiono di fame e non possono più comprare i loro prodotti, andranno a produrre e vendere in Spagna, finché non rastrelleranno l’ultimo centesimo dei risparmi ispanici, visto che ormai i redditi sono ridotti al minimo. Poi passeranno in Italia e in qualsiasi altro paese dove la classe dirigente (…a proposito di Piddini), ben oleata con le migliori prebende, gli aprirà le porte e gli costruirà il sentiero “legislativo” per addomesticare le masse incolte dei nuovi schiavi del ventunesimo secolo. La dimensione finanziaria dei grandi gruppi ne determina la misura del loro potere e la possibilità di incidere, attraverso istituzioni, lobby e forme di organizzazione che operano alla luce del sole o all’ombra di organizzazioni in grembiulino, sulle nostre vite. Non importa quanti sacrifici umani, quanta ricchezza distruggeranno nel cammino, purché quel poco che rimarrà si concentrerà nelle loro mani e quel poco di patrimonio che ci sarà rimasto a Noi disgraziati, lo venderemo a saldo! Quello che ingenuamente e bonariamente non riesco a comprendere è come un uomo possa ordire un tale disegno così orrendo, come possa solo pensare di fare così del male a milioni di persone, quale può essere l’origine di questo male, come può un satanasso che partecipa come architetto di un simile progetto a non vomitarsi addosso nel vedersi allo specchio.

    6. davide scrive:

      concordo con quanto scritto anche se da l’impressione che la crisi sia colpa della germania e della francia con la complicità del pd…come se il pdl non ha votato il pareggio di bilancio e gli altri provvedimenti di monti(senza contare che l’imu era prevista nel federalismo fiscale)…forse è meglio ricordare quanto ha scritto God dicendo che la germania è uno strumento nelle mani della massoneria reazionaria-conservatrice che manipolando l’opinione pubblica tedesca ne orienta le scelte politiche( al netto ovviamente del desiderio di egemonia da parte della classe dirigente tedesca…) tramite le quali influisce sull’andamento dell’europa….

    7. Twin Astir scrive:

      PD, P sico D ramma.

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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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