E’ passato quasi un mese dalle elezioni in Germania ma ancora il nuovo governo targato Merkel non ha visto la luce. Nel frattempo, negli Stati Uniti, un manipolo di fanatici raccolti intorno al Tea Party (corrente di esagitati interna al Partito Repubblicano), ha minacciato di mandare il Paese in default nella speranza di sterilizzare la riforma sanitaria di Obama (“Obamacare”) brandendo l’arma del più ignobile ricatto. Insomma, due fra i principali Paesi che esercitano una guida illuminata nel mondo contemporaneo, scosso da stravolgimenti profondi e radicali in grado di metterne in discussione i consolidati assetti, direbbe serio Napolitano, fanno le bizze. E la responsabilità, signori miei, dove la mettiamo? E il senso del bene collettivo? La rinuncia agli interessi di parte? La riscoperta di un sano realismo, accompagnato dal dovuto tempismo? E ancora. La difesa della stabilità come rimedio al populismo non vi dice nulla? Non sapete, cari politici teutonici e ammerricani ovunque dislocati, che i mercati vi guardano (male)? Non temete il giudizio severo e contrito dei giornalisti responsabili Antonio Polito, Massimo Franco, Eugenio Scalfari e Mario Calabresi che da anni si sgolano nella speranza forte e resoluta di ricondurre tutti a più miti consigli, evitando perciò di alzare i toni, di pigiare i bottoni e di spremere i limoni? Basterebbe una sola parola ripetuta all’infinito per sintetizzare lo stato d’animo dei nostri politicanti: irresponsabili, irresponsabili e ancora irresponsabili. Meno male, aggiungono poi quelli che la sanno lunga e volano alto, che c’è Giorgio Napolitano, saldo riferimento nel mare in tempesta, sicuro approdo nelle avversità, luminosa guida che squarcia le tenebre dell’insicurezza e del più tetro e infruttuoso pessimismo. Esecriamo, quindi, esecriamo e ancora con forza e sdegno esecriamo gli impuri, gli infedeli e i provocatori che hanno osato citare il Presidente Napolitano nella qualità di testimone nel processo in corso sulla trattativa Stato-mafia. Nonostante la recente sentenza con la quale la Consulta, raggiungendo vette del diritto innevate e inesplorate, abbia chiaramente affermato un principio giuridico nobile e ineccepibile, stabilente, al di là di ogni ragionevole dubbio, come il Presidente Napolitano vada considerato silente anche nel caso (non provato) in cui decidesse di parlare, alcuni esseri mortali hanno comunque inteso volgere il loro profano sguardo verso le austere e sacre stanze del Quirinale. Per queste ragioni, ancora e sempre, esecriamo, esecriamo ed esecriamo. Nella consapevolezza, forte, fiera e sincera, che l’ira degli Dei non tarderà ad abbattersi contro chi, vittima pervicace di un malsano scetticismo, continua a disconoscere la natura semidivina del nostro riconfermato Presidente. Da lodare invece il comportamento saggio, umile e lungimirante di un costituzionalista che non a caso si chiama De Siervo, il quale prontamente consiglia al Presidente Napolitano di ignorare eventuali domande non gradite, infischiandosene quindi altamente della previsione normativa che obbliga il testimone a rispondere sempre in maniera esaustiva e mai reticente (clicca per leggere). Ma cosa sono le leggi umane, transitorie e fallaci, di fronte allo splendore dell’infinito? L’umile (De) Siervo richiama giustamente tutti ad un più alto senso di responsabilità. Solo così il Paese potrà uscire dalla crisi più forte e più coeso. Amen
Francesco Maria Toscano
18/10/2013
[...] E’ passato quasi un mese dalle elezioni in Germania ma ancora il nuovo governo targato Merkel non ha visto la luce. Nel frattempo, negli Stati Uniti, un manipolo di fanatici raccolti intorno al Tea Party (corrente di esagitati interna al Partito Repubblicano), ha minacciato di mandare il Paese in default nella speranza di sterilizzare la riforma sanitaria di Obama (“Obamacare”) brandendo l’arma del più ignobile ricatto. Insomma, due fra i principali Paesi che esercitano una guida illuminata nel mondo contemporaneo, scosso da stravolgimenti profondi e radicali in grado di metterne in discussione i consolidati assetti, direbbe serio Napolitano, fanno le Leggi la notizia [...]
..e pensare che gia’ prima delle votazione tedesche, c’era qui in Italia, chi,diceva che la Germania, avrebbe fatto il governo in una settimana e non come noi che ci abbiamo messo due mesi..la Germania si che e’ un paese serio ed efficiente..invece noi siamo mafia/spaghetti e mandolino..
Secondo me il problema di un Paese non sono i tempi di formazione di un governo, ma l’Italia è invece mafia, spaghetti e mandolino. Non sono io a dirlo ma la Storia, purtroppo.
Ma quale storia,mafia e mandolino.Quella va bene per i baci perugina,fortuna che l’hai studiata,la “storia”,verita’ assoluta in quanto tale dai testi ufficiali,per fede.E che manco si e’ letta neppure quella (l’ufficiale) dato che il “tutto” lo esprimi con uno slogan.