Con Alba Dorata, che non consideriamo un’organizzazione criminale, condividiamo l’area geografica, il programma politico e forse anche il destino». Più chiaro di così non poteva essere il numero due di Casapound, poche ore fa, nel palazzo che i fascisti del III millennio hanno sottratto alla città per scimmiottare i centri sociali e farne un fortino da cui dichiarare guerra un po’ a tutti, dai migranti agli attivisti di sinistra e perfino all’India che avrebbe sequestrato gli eroici marò (quelli che hanno ucciso due poveri pescatori). In sala, riferiscono i testimoni, un centinaio di persone di tutte le età e due ospiti di eccezione: Apostoloso Gkletsos e Konstantinos Boviatsos, alti papaveri di Alba Dorata, il movimento nazista greco di cui un recente libro di Dimitri Deliolanes (edito da Fandango) fornisce un ritratto efficace. Proprio rispetto a questo libro, l’iniziativa di Casapound rappresenta un mutamento di scenario probabilmente nel senso di grandi manovre in vista delle europee. Scrive Deliolanes, infatti, che “tradizionalmente Alba dorata greca ha rapporti in Italia con Forza nuova“, la sigla fondata da Roberto Fiore (schizzata sugli altari delle cronache per cose tipo il “bangla tour”) al suo ritorno da lunga latitanza. Fiore ha detto di non condividere il nazismo di Alba dorata ma di condividere il suo nazionalismo, l’ostilità verso i migranti e la lotta contro i centri finanziari che, in realtà, è in fondo alle preoccupazioni di Alba dorata il cui sport preferito è quello di fornire manovalanza agli armatori contro gli scioperanti o a imprenditori che sfruttano i migranti e non vogliono pagarli. Ma, almeno, finora i tentativi di Alba dorata di entrare in contatto con il gruppo di Iannone non avevano avuto buon esito perché i fascisti del III millennio provavano a mimetizzarsi nell’Onda, ad esempio, oppure con annunci di iniziative deturnanti (tipo “Il camerata Corto Maltese” o certe sortite apparentemente contro l’omofobia) e, infine, con la performance non brillante alle elezioni (lo 0,6%). Certo, i due mondi erano entrati in confindenza nelle curve quando in occasione di Lazio-Panathinaikos, una ventina di nazi ellenici (ma la curva della squadra greca è decisamente ostile ad Alba dorata) sono venuti a trovare i cugini biancazzurri. Uno degli ospiti greci (nel cui partito militano gli assassini del noto cantante antifascista Pavlos Fyssas) s’è guardato bene dal parlare di immigrazione e s’è sperticato nella dimostrazione di un teorema per cui il terrorismo sarebbe sempre e solo di sinistra. «I nostri militanti Georgios e Manolis uccisi dai terroristi di sinistra sono degli eroi per tutta la razza bianca». In sala, o comunque, nell’entourage di padri nobili o figli scemi dell’estrema destra, qualcuno potrebbe essersela presa a male per la sottovalutazione compiuta dall’ospite. Ora, le parole del numero due di Casapound, Andrea Antonini, non lasciano dubbi: fascisti italiani e nazisti greci, una faccia, una razza. Con buona pace di tutti quelli che hanno preso parte, negli ultimi anni, allo sdoganamento degli squadristi di Iannone. A partire dal noto ex direttore di un quotidiano della sinistra radicale. Già alcuni giorni fa, un’enorme bandiera greca era spuntata su un davanzale di via Napoleone III (sede di Cpi) nel quartiere multietnico di Piazza Vittorio, poco dopo l’attentato di due albadorati ad Atene. Nel frattempo erano apparsi striscioni di solidarietà all’Olimpico (nella curva della Lazio e di fronte al consolato greco di Firenze con la firma anche di Casapound Italia. Secondo l’informatissimo sito “Atenecalling“, di Kostantinos Boviatsos, uno dei due ospiti greci, non si sa molto, “a parte che collabora con RadioBandieraNera Hellas”. L’omonimia con la radio dei casapaundisti non sarà certo un caso. Su Apostolos Gletsos, invece, abbiamo trovato qualcosa. È un parlamentare di Alba Dorata, eletto nella regione di Fthiotida. Ama raccontare che milita da 18 anni nel partito nazista. È balzato agli onori delle cronache per il consiglio comunale di Lamia del 10 aprile 2012, quando, scortato dai suoi uomini, è intervenuto per illustrare le posizioni della sua banda riguardo alla costruzione di un campo di concentramento per migranti. Dopo questa proposta, fatta sotto le mentite spoglie del “cittadino indignato”, Gletsos e i suoi sgherri hanno lasciato l’aula, non senza omaggiare i presenti con il saluto nazista. In una sua intervista al giornale “Proto Thema”, l’albadorato dice di occuparsi di lumache e lavori agricoli. Sogna che un giorno la sua regione abbia una produzione autosufficiente di lumache. Autarchia portaci via! A parte il lavoro, Gletsos ha anche degli hobby: la musica in particolare. È il chitarrista degli Hellenik Stompers, che nel 2007 pubblicano il loro primo disco: “Dimios”, cioè “Boia”. Tra i pezzi di culto della band ricordiamo: “Ellinikà SS” e “White Europe”.

    di Ercole Olmi

    Fonte: http://www.scenariglobali.it/italia/389-casapound-programma-di-alba-dorata-e-il-nostro.html

    Categorie: Politica

    6 Commenti

    1. [...] Con Alba Dorata, che non consideriamo un’organizzazione criminale, condividiamo l’area geografica, il programma politico e forse anche il destino». Più chiaro di così non poteva essere il numero due di Casapound, poche ore fa, nel palazzo che i fascisti del III millennio hanno sottratto alla città per scimmiottare i centri sociali e farne un fortino da cui dichiarare guerra un po’ a tutti, dai migranti agli attivisti di sinistra e perfino all’India che avrebbe sequestrato gli eroici marò (quelli che hanno ucciso due poveri pescatori). In sala, riferiscono i testimoni, un centinaio di persone di tutte le età e due Leggi la notizia [...]

    2. [...] Con Alba Dorata, che non consideriamo un’organizzazione criminale, condividiamo l’area geografica, il programma politico e forse anche il destino». Più chiaro di così non poteva essere il numero due di Casapound, poche ore fa, nel palazzo che i fascisti del III millennio hanno sottratto alla città per scimmiottare i centri sociali e farne un fortino da cui dichiarare guerra un po’ a tutti, dai migranti agli attivisti di sinistra e perfino all’India che avrebbe sequestrato gli eroici marò (quelli che hanno ucciso due poveri pescatori). In sala, riferiscono i testimoni, un centinaio di persone di tutte le età e due Leggi la notizia [...]

    3. ugo scrive:

      Ma… non capisco. E’ nazista la massoneria finanziaria europea o sono nazisti questi di Alba Dorata? Perché pare che siano gli uni contro gli altri eppure, Francesco, dipingi gli uni e gli altri come “nazisti”, ovvero come legati dalla stessa linea di pensiero/azione. Decidiamoci, perché così i conti non tornano.

      Forza Nuova. Ho votato per Forza Nuova pur sentendomi “di sinistra” (ammesso che significhi ancora qualcosa). Lo rifarò. E lo rifarò spinto dal modo in cui si comportano i partiti tinti di rosso, quelli che dovrebbero essere di sinistra e non lo sono. Lo rifarò anche perché ritengo che la linea “di sinistra” sia fallimentare in particolare sulla questione migrazioni. In altre parole, se voto “a destra” è perché attualmente “a sinistra” si fanno cose che considero assolutamente contrarie al mio sentire e al mio essere. La “sinistra” è responsabile del mio scarrocciare verso “destra”. Si faccia magari un esame di coscienza, perché la sindrome di Sansone fa parte del mio carattere, e potrebbe essere che finisca per far parte di quello di tanti altri. I Filistei, in questa metafora, sono ovviamente i dirigenti di quell’abominio che sono le dirigenze tinte di rosso — se serve perire sotto al crollo delle colonne per togliermeli di torno, così sia.

      • Rodion scrive:

        Vorrei solo farti riflettere che nella storia moderna le forze di estrema destra hanno sempre avuto molto a che fare con i Servizi, la longa manus dei “nazisti della finanza”.

        Creare facili riferimenti in cui indirizzare l’indignazione o la speranza “disperata” sono il modo più semplice per creare destabilizzazione sociale e stabilizzazione del sistema di potere.

        Creare false contrapposizioni tesi vs antitesi coinvolge l’enorme energia della rabbia sociale verso obiettivi stabiliti dall’establishment ingenerando confusione dialettica nel dibattito politico: la manna dei politicanti.

        Pensa solo alla differenza tra la Le Pen (destra con un programma economico scritto da un noto marxista) con Alba Dorata che rimane vicina a FN, braccio armato nella strategia della tensione ed espressione di strategie che certe logge paramassoniche ora alla scoperto già operavano negli anni di piombo italiani, precursori della restaurazione totalitaria mondialista.

        Sangue freddo, informazioni, cultura e analisi: attualmente risposte politiche alla nostra disperazione non ci sono.

        • ugo scrive:

          Grazie Rodion, mi sembra una risposta ben argomentata. Diversa sarebbe stata la mia conclusione in assenza di quell’ultima clausola: “attualmente risposte politiche alla nostra disperazione non ci sono”. Mi piacerebbe però sapere se a tuo avviso, politiche o non politiche, esistono delle risposte alla nostra disperazione oppure no.

          Permane uno stato d’animo nel quale la pars destruens prevale sulla part costruens. Se l’emotività ha un valore di indirizzo, è ben vero che quando si ha di fronte un gran pasticcio, piuttosto che tentare di riparare conviene abbattere per poi ricostruire. Il problema è che c’è una certa penuria di cemento e mattoni…

    4. gold price scrive:

      Così oggi il moderno camino di Satiago è rimasto l’unico pellegrinaggio antico al mondo, in cui l’andare conta più dell’arrivo. In parte si è trasformato: è una via di mezzo tra trekking e turismo d’arte. C’è perfino chi lo fa a rate: 15 tappe un anno, 15 il successivo, e così via. Ma la rinascita di Compostela dice anche qualcosa di più profondo e (dal mio punto di vista) più preoccupante, ovvero che assistiamo a una controffensiva dell’«idolatria cattolica» (i retablos delle chiese spagnole evocano irresistibilmente i templi hindu), rispetto all’austerità del divino nella religione riformata. È in questo senso, e non solo dal punto di vista degli incidenti stradali, che ha un significato il motto del cartello stradale: «Pericolo: pellegrini in cammino».

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