Stefano Fassina, giovane turco-napoletano in forza al Pd, si è dimesso. Ha deciso di lasciare il governo in seguito ad una banale battuta rilasciata da quel guappo di Matteo Renzi, convinto di essere spiritoso nel rispondere “Fassina chi?” di fronte alla domanda di un giornalista che riportava le preoccupazioni espresse dall’oramai ex viceministro double face. Per quanto riguarda l’efficacia del governo Letta non cambia nulla: nessuno noterà l’assenza di Fassina, buono solo per fare la foglia di fico finto-progressista di un governo reazionario, disumano ed etero-diretto da quegli stessi massoni di ispirazione nazista che hanno già armato la mano dell’universalmente odiato masnadiero Mario Monti. Ogni volta che vedo Fassina in televisione o sui giornali mi torna alla mente quel passaggio biblico nel quale si specifica che “chi conosce la parola ma non la mette in pratica è in una condizione di peccato più grave rispetto a chi, al contrario, non ha mai avuto modo di approcciarsi al Vangelo”. Trasportato tale insegnamento su un piano molto più terreno e mediocre, e il Cielo mi perdoni per l’accostamento sacrilego, risulta evidente come Fassina indossi alla perfezione i panni del moderno fariseo che predica bene ma razzola malissimo. Fino a quando nel Pd comandava Bersani, suo sponsor e mentore, il nostro turco-napoletano se ne andava in giro per l’Europa a promettere continuità con le famigerate politiche dell’austerità imposte da Mario Monti (clicca per leggere); ora che invece, con l’arrivo dell’impetuoso Renzi, Fassina è rimasto con il culo scoperto, guarda caso, il nostro eroe si traveste da statista denunciando perfino i falsi miti neoliberisti accettati fino a ieri in nome di un ipocrita e comoda realpolitik. Tradotto in maniera ancora più brutale. Fassina, Orlando, Orfini e altri simili elementi sono disposti cioè a fare gli gnorri (“il rigore fa male ma non ci sono alternative”) solo nella misura in cui il trionfo della falsità possa per loro tradursi in immediati e tangibili vantaggi in termini di poltrone e di potere. Una volta estromessi dalla cabina di comando, invece, senza più un Bersani pronto a coprirli nonostante i continui errori, ai turchi non resta che provare a costruirsi una credibilità presso la pubblica opinione difendendo idee e progetti sacrosanti prima ignorati per opportunismo o pavidità (clicca per leggere). Tipi come Casini, che non leggono un libro da almeno due lustri, non hanno infatti gli strumenti intellettuali minimi per poter demistificare le menzogne maleficamente diffuse dal circuito mediatico mainstream. Fassina al contrario, al pari del suo ex capo Saccomanni, sa benissimo come le misure macroeconomiche adottate dal governo Monti prima e Letta adesso non possano fare altro che peggiorare gli effetti di una crisi che serve soltanto a drenare risorse dal basso verso l’alto (clicca per leggere). Chi è più meschino? Chi offre volutamente veleno per poi farsi ricompensare dagli occulti mandanti, o chi lo fa in buona fede sulle ali di una crassa e colpevole ignoranza? La risposta mi appare scontata. Per tali ragioni, quindi, qualunque cosa Fassina e simili dicano da ora in avanti non vanno creduti né considerati. Per questo tipo di categoria umana vale in eterno il lungimirante monito di Lacoonte contenuto nell’Eneide “Timeo danaos (leggasi “turcos”, ndm) et dona ferentes.” Invito infine chi conservasse ancora qualche dubbio sulla bontà della lettura appena proposta, a leggere una patetica intervista rilasciata oggi dall’apprendista Saccomanni su “la Repubblica” di proprietà del massone reazionario Carlo De Benedetti (clicca per leggere). Pezzo osceno nel quale il ministro dell’Economia trova il coraggio rivendicare i grandi risultati ottenuti grazie all’inasprimento delle politiche neoliberiste che vanno combinate al consolidamento della stabilità politica. Un concentrato di menzogne che fa venire letteralmente la nausea. Fassina, per capirci, fino a ieri faceva felice le veci di questo tecnocrate imposto al governo Letta da Draghi in qualità di garante della prosecuzione del già testato “montismo” al potere. Ma siccome tutti sanno che Saccomanni è un emissario del Venerabilissimo Maestro di stanza a Francoforte, riverito ultimamente pure dal finto rottamatore Renzi (“il calo dello spread è merito del presidente della Bce”), nessuno si scompone mai di fronte alle pacchiane, reiterate e ridicole panzane veicolate a giorni alterni e senza pudore dal paffuto ministro. E’ più comodo indirizzare gli strali contro i rumorosi burattini (alias Renzi) anziché alzare il dito contro gli immarcescibili burattinai (dicasi Draghi). Vero Fassina?
Francesco Maria Toscano
6/01/2013
E ma si sa… È notorio che lo spread è in strettissima relazione con la stabilità politica… Si si, come no… E il giornalista (di cui mi rifiuto di scrivere anche il nome…) non gli ha spruzzato in faccia per la panzanata…
Ecco, la decenza non esiste più in questo paese! Lo sapevamo già, ma questa ne è un’altissima riprova!!
Fassina come al solito non smentisce di essere un utile idiota….utile???
“Chi è più meschino? Chi offre volutamente veleno per poi farsi ricompensare dagli occulti mandanti, o chi lo fa in buona fede sulle ali di una crassa e colpevole ignoranza?”
Vorrei capire: chi sarebbe in buona fede?
Giampaolo, pensi davvero che uno come Cesa (guardalo bene in faccia prima di rispondere) abbia la più pallida di cosa significhi interventi pro o anticiclici? Gli dicono che i sacrifici sono indispensabili per salvare l’Italia e quello ripete tutto a pappagallo. Farebbe la stessa cosa se gli dicessero l’esatto contrario. Fassina no. Lui sa perfettamente quello che combina…
Concordo, e per la sola informazione, gli interessi sul debito per noi sono quasi immutati anche se lo spread è sceso, in quanto il nostro spread è la differenza di interesse sul bund tedesco, che un tempo era quasi negativo, ora è vicino al 2%.
Saluti
Un ricambio in politica è fondamentale per ripartire con una nuova operatività.
Dio come vedi sta collaborando, ma occorre metterci del nostro.
Dio non collabora per niente, in pochi mesi abbiamo perso Nando Ioppolo, Costanzo Preve e pure Augusto Graziani..e se ci fosse un Dio certe cose non le permetterebbe..fa piu’ bella figura a non esserci..
Fassina conosce molto bene origini, cause ed effetti della crisi e credo anche i responsabili. Ultimamente ha conosciuto l’eccellente lavoro del Prof. Bagnai e ha convenuto con Lui su alcuni aspetti che determinano la crisi economica. Se si fosse dimesso per questo motivo,avrebbe fatto un figurone. Anche se in ritardo, avrebbe acquistato maggior credibilità, se si fosse dimesso perchè l’attuale governo e il ministero dove ha svolto il suo mandato da sottosegretario del tirapiedi di Draghi non ha contrastato le misure recessive chieste dall’Europa. Ma l’intento di questo oscuro e ambiguo personaggio è quello di far entrare i renziani al governo, diciamo fra i ministerialisti di sinistra. Ha intuito che Renzi è in perenne campagna elettorale e non lesina critiche al governo, scegliendo come facile bersaglio il leader senza quid Alfano. Renzi stà facendo lo stesso gioco che fece Berlusconi con Monti nell’ultima campagna elettorale. Fassino ora gli stà dicendo “mettici la faccia e metti qualcuno dei tuoi a governare… poi vediamo se critichi”. Vecchia lenza… il buon Fassina. Se andassero al Governo anche i renziani rischierebbero di sputtanarsi e bruciarsi in pochi mesi e andrebbe a finire che il PD si giocherebbe anche l’ultimo leader rimasto, perdendo per l’ennesima volta le elezioni. Le correnti fanno male anche ai giovani caro Renzi..