imagesUna schiera di opinionisti molto prestigiosi, perennemente corrucciati e sempre attentissimi al bene (da pronunciare alla tedesca) del Paese, denuncia in queste ore l’imbarbarimento della società, preda di pulsioni selvagge, infestata da social network che gioiscono per il malore occorso a Bersani e per la caduta di frau Angela Merkel, ostaggio di uomini e donne incapaci di empatizzare con chi soffre, specie se percepito quale membro dell’establishment di potere. Ultimo in ordine di tempo a lanciare lo straziante allarme il cazzuto Cazzullo sul Corriere della Sera di oggi. Premetto di non aver provato alcuna perfida gioia nell’apprendere la notizia del ricovero dell’ex segretario del Pd, limitandomi invece alla mera “presa d’atto” circa l’incidente occorso alla Cancelliera tedesca della cui sorti, francamente, me ne impipo altamente. Questa ossessione mediatica che pretende che i neosudditi partecipino commossi al dolore che ingiustamente colpisce di tanto in tanto pure i più vip fra i vip ha un non so che di borbonico. La gerarchizzazione feroce delle nostre moderne società non si gioca soltanto sul piano economico, schiacciando cioè la moltitudine al fine di renderla subdolamente schiava a causa del bisogno. No. Per indurre davvero le masse a sentirsi inferiori sul piano antropologico rispetto a chi è stato chiamato dalla Provvidenza a guidare la plebaglia con pugno di ferro, è necessario inoltre indurre gli inferiori a condividere con fare adorante e dimesso le disgrazie dei padroni. Nell’Antica Roma erano molto in voga le Prefiche (termine che, nonostante le apparenze, non indica le prorompenti bellezze del passato), ovvero donne pronte a disperarsi a pagamento durante i più svariati funerali. Tale prassi, certamente pittoresca, è rimasta in vita nell’Italia meridionale fino a tempi relativamente recenti. Perché pagare una donna per mostrare pubblico strazio a causa della morte di un uomo della cui stessa esistenza in vita probabilmente perfino disconosceva? Perché anche attraverso tali riti, per quanto grotteschi, si consolida il predominio delle classi dirigenti. Gli uomini potenti devono essere anche giusti, proprio perché dalla loro indiscussa superiorità morale (ricevuta in dono da Dio) discende implicitamente l’onere di determinare le condizioni di vita dell’intero gregge belante. E quando muore un giusto, di norma, si piange. Se invece nessun popolano dimostrasse tristezza per la dipartita di chi ha pur sempre rivestito in vita ruoli apicali, tale circostanza cosa finirebbe implicitamente col dimostrare? Che quell’uomo, per quanto temuto, non era amato da nessuno in quanto profondamente cattivo. Ma se l’esercizio del potere è comunemente accettato sulla base della finzione che attribuisce ai potenti qualità e doti indiscutibili, sulla base di quale segno divino sarà in tal caso possibile giustificarne  il pregresso earbitrario comando? Chi è odiato in morte era probabilmente infimo in vita. E nessuno è disposto a riconoscere come intimamente accettabile il governo dei peggiori. A questo punto è chiara la ragione per la quale il sistema mediatico enfatizza sempre il coinvolgimento emotivo della gente durante gli eventi luttuosi che colpiscono l’upper class. Una eventuale e palese manifestazione di ostilità da parte della plebe, o, peggio, di gelida indifferenza, finirebbe con il minare quel principio di autorità farlocco tanto caro ai soliti furbastri. Il privilegio di pochi attecchisce grazie alla pavidità di molti. Ma quando i molti, per un motivo o per altro, decidono improvvisamente di non auto-assegnarsi oltre il triste ruolo di miserabili al servizio dell’élite, il mondo cambia protetto dal silenzio più assordante. Una postilla per concludere. Perché gli schiavi moderni dovrebbero dispiacersi una volta venuti a conoscenza della caduta accidentale della Merkel in versione sciatrice? I neosudditi, pur non avendo strumenti eruditi, intuiscono a livello epidermico che i suicidi dei disperati, dei disoccupati, degli imprenditori falliti e dei giovani raggirati sono il risultato programmato, voluto e lucidamente perseguito da gente come Angela Merkel. Come si può chiedere all’orfano di baciare la mano di chi ha ucciso suo padre? E’ assurdo. Il potente che frusta lo fa per correggere. Il povero che si ribella (anche solo su facebook) è invece un terrorista accecato dall’odio, pervaso da pulsioni primitive e selvagge, quindi avulso rispetto al concetto di civiltà difeso dai “Signori”. A breve qualcuno vi dirà che se siete sprofondati nel girone dell’esclusione sociale la colpa è vostra: non avete pianto abbastanza nel sapere che la nipote di Merkel ha preso il morbillo. L’odio virtuale circola in rete, mentre nel mondo reale, nell’indifferenza più assoluta, anche adesso qualche povera vittima del Sistema  che esprime le Merkel e i Cazzullo è pronta a farla finita. Ma voi non lasciatevi intristire. Tanto fine degli ultimi non importa mai a nessuno.  

    Francesco Maria Toscano

    7/01/2013

    Categorie: Editoriale

    5 Commenti

    1. Laura scrive:

      C’è gente che pur di bearsi nel leggere il proprio nome scritto su quella testata prestigiosa che si rigira fra le mani scriverebbe qualunque cosa gli si chieda, anche la lista della spesa.

    2. Barbara scrive:

      Sottoscrivo tutto, a parte il “borbonico”, che sostituirei con “savoiardo”, vista l’incomparabile superiorità e democraticità della dinastia del Sud contrapposta a quella del Nord, alla luce di ciò che si sta leggendo ultimamente sui saggi storici che rileggono il Risorgimento, trovandovi inquietanti analogie con l’euro-mercantilismo attuale.
      Ti leggo sempre con piacere.
      Barbara

    3. Diego scrive:

      Anche a me il “letamaio in rete” non ha suscitato più di un alzata di spalle. Un pò perchè internet è sempre stato questo, un pò perchè penso che ognuno sia libero di avere una propria personale sensibilità verso una forma sofferenza, che in questi casi è “normale” (sono cose che capitano, no?) e non tragica.
      Al netto di tutto ciò che è sotto i nostri occhi.

    4. LARS scrive:

      Concordo pienamente con l’articolo. Sono solo i casi umani d’alto bordo, a dover commuovere, a fronte di tante morti silenziose?

    Commenta


    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


    LA GEOPOLITICA DEL CORONAVIRUS

    Scritto il 22 - mar - 2020

    0 Commenti

    LA GENEROSITA’ IPOCRITA DEI...

    Scritto il 18 - mar - 2020

    0 Commenti

    NASCE VOX ITALIA TV

    Scritto il 26 - feb - 2020

    2 Commenti

    COME E PERCHE’ VOX...

    Scritto il 18 - feb - 2020

    0 Commenti

    A FURIA DI USARE...

    Scritto il 10 - ott - 2019

    5 Commenti

    BEPPE GRILLO NAVIGA VERSO...

    Scritto il 23 - lug - 2013

    20 Comment1

    BASTONE E MANIPOLAZIONE SONO...

    Scritto il 22 - apr - 2017

    0 Commenti

    NUOVA LEGA, STESSA SOLFA...

    Scritto il 30 - giu - 2012

    1 Commento

    MASSIMO D’ALEMA E I...

    Scritto il 3 - mag - 2013

    2 Comment1

    • Chi è il moralista

      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

    • Cos’è il moralista

      Sito di approfondimento politico, storico e culturale. Si occupa di temi di attualità con uno sguardo libero e disincantato sulle cose. Il Moralista è un personaggio complesso, indeciso tra l'accettazione di una indigeribile realtà e il desiderio di contribuire alla creazione di una società capace di riscoprire sentimenti nobili. Ogni giorno il Moralista commenterà le notizie che la cronaca propone col piglio di chi non deve servire nessuno se non la ricerca della verità. Una ricerca naturalmente relativa e quindi soggettiva, ma onesta e leale.

    • Disclaimer

      ilmoralista.it è un sito web con aggiornamenti aperiodici non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari, qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci tramite la apposita pagina.