Circa un anno fa ho scritto un pezzo, molto contestato, dal titolo “Resistenza di popolo contro neonazismo tecnocratico, il nuovo bipolarismo italiano“ (clicca per leggere). Invito i miei lettori a rileggere l’analisi di allora divenuta, nel frattempo, ancora più attuale. Andiamo con ordine. In questi ultimi giorni ho pubblicato un paio di articoli, uno mio l’altro a firma Pandolfi, volti ad approfondire “il fenomeno a 5 stelle“. Ne è scaturito un dibattito vivace, franco, profondo, argomentato e variegato che mi rende decisamente orgoglioso della qualità che contraddistingue i sempre più numerosi visitatori de “Il Moralista“. Non è piaggeria ma pura osservazione dei fatti. E quindi, siccome il tema è oggettivamente “caldo“, ho pensato bene di tornarci. Ho letto con attenzione tutti i commenti postati nelle ultime ore traendo spunti di riflessione e ispirazione dagli stessi. Il modo migliore per evitare fraintendimenti e polemiche campate in aria è quello di chiarire con estrema attenzione gli elementi principali che qualificano il ragionamento che si intende articolare. Bene. La domanda che tutti noi ci poniamo, se ho ben capito, è la seguente: “è corretto allo stato degli atti investire sul Movimento di Grillo“? Risponderò alla fine, dopo avere cioè tentato di sbrogliare insieme a voi i tanti nodi gordiani che aleggiano sui pentastellati. Primo punto. All’interno di quale contesto politico esplode il fenomeno Grillo? Ecco, capire questo aspetto è indispensabile per garantire un proseguo coerente del nostro ragionamento. Chi fra di voi risponderà “un contesto opaco, fatto di politici miopi e scialbi, ma comunque ancora rispettoso dei capisaldi che sorreggono una democrazia liberale“, finirà con il maturare una posizione conclusiva più o meno consapevolmente influenzata dalla accettazione di tale premessa iniziale; lo stesso accadrà, in maniera uguale e contraria, a tutti quelli che invece al medesimo quesito risponderanno: “un contesto già palesemente anti-democratico, sanguinario e lucido, destinato a riattualizzare i fasti del nazismo classico ora riproposti in chiave ipocrita e tecnocratica“. Io, giusto per non lasciare spazi di ambiguità, dico subito che sono fra quelli che credono nella bontà della seconda risposta. A questo punto, accettata razionalmente l’idea di dover oggi affrontare lo spaventoso riemergere delle mai del tutto sopite tentazioni sterminatrici tipiche del nazismo (clicca per leggere), sarebbe il caso di individuare con precisione entità, forze politiche e uomini in carne ed ossa protagonisti o complici di tale mostruosa progettualità. Ripetersi non fa mai male. Quindi, ragionando intorno ad alcuni dati certi, noi sappiamo che il processo di distruzione dolosa del benessere dei popoli europei è opera e vanto della massoneria reazionaria, ben rappresentata dal ghigno del Venerabile Mario Draghi, supervisore per l’Italia circa il definitivo trionfo dell’infame obiettivo, forte del sostegno interessato di partiti corrotti e violenti come quelli che hanno supportato l’azione del governo Monti prima e del governo Letta adesso. Pd, Pdl (ora Forza Italia) e i camaleontici centristi vanno quindi oggi vissuti come correnti diverse dello stesso occulto potere nazista dominante. Letta, Monti, Alfano, Berlusconi, Napolitano e via dicendo, nonostante i modi decisamente meno truci, possono eguagliare in prospettiva i ben più famigerati Hitler, Himmler, Rosenberg, Goebbles ed Hess. Come si chiamano tutti quelli che, comunisti o liberali, socialisti o cattolici, si sono opposti con coraggio e a viso aperto alla barbarie nazifascista del passato? Si chiamano Resistenti. Qualifica che, a prescindere dalle inclinazioni personali, i 5 stelle si sono guadagnati sul campo. Chi resiste contro un oppressore indegno, va da sè, non è comunque sol per questo portatore di una idea di società alternativa necessariamente brillante. Di fronte all’attuale occupazione nazifascista, però, due priorità pervadono l’animo dei giusti: la punizione dei tiranni e il ripristino di un modello di governo fondato sul diritto anziché sul sopruso. Chiunque può realizzare il primo imperativo, pochi sia il primo che il secondo. Ora, tralasciando per un attimo le ipotesi dietrologiche e non provate che dipingono il Movimento di Grillo come un prodotto strumentalmente pensato per rendere granitica la saldatura delle forze politiche cosiddette “tradizionali“, chiediamoci: Il Movimento 5 Stelle è solo il materializzarsi del mostro che promette vendetta nel nome degli oppressi, o è anche interprete maturo di una diversa idea di politica in grado perciò di offrire fin da subito una alternativa di governo? Non è semplice rispondere ad una domanda del genere, e, comunque, credo che qualsiasi ipotesi accademica sul punto rischierebbe presto o tardi di sfracellarsi contro il dato concreto. Per cui, per concludere, io sono dell’idea che Grillo faccia bene a perseguire il suo disegno senza contaminarsi con forze politiche che, come il vecchio partito fascista, andrebbero sciolte d’imperio e dichiarate costituzionalmente fuorilegge. Questa scelta tradisce forse pericolosi “istinti totalitari”? Non credo proprio. Non volersi sedere al tavolo con un manipolo di assassini per nulla pentiti (se i partiti tradizionali facessero autocritica e cambiassero da subito indirizzo l’indulgenza avrebbe un senso) non prova nulla di tutto ciò. Considerato poi che, mentre Renzi e Berlusconi confezionano una legge elettorale truffa, i grillini si esprimono al contrario per un proporzionale puro rispettoso della volontà popolare, ogni astratta illazione perde oggettivamente forza. Non ci resta quindi che seguire con attenzione la parabola dei 5 Stelle, bacchettandoli quando serve, sapendo comunque che nel mondo soggetto al dominio dei sensi non esistono ad oggi alternative tra loro e il più bieco e pavido collaborazionismo. A meno che l’imminente discesa in campo dell’associazione Eleanor Roosevelt, sulla scia di un prorompente sostegno popolare e dal basso, non offra in tempi brevi a chiunque una possibilità terza e decisamente migliore.
Francesco Maria Toscano
02/02/2014
Caro Il Moralista …. mi ritrovo.
Per quanto riguarda la discesa in campo dell’Associazione Eleanor Roosevelt e che mi ritroverebbe nei suoi aderenti, invece la mia opinione è che la vedrei più come un valido mezzo per paracadutare “cultura politica” ai Deputati e Senatori del M5S già sul fronte. La crescita dal territorio richiede tempo e leader credibili, che vivano ciò che predicano. Ma può essere una fucina che tempra una nuova lega di politici che devono agire su più livelli contemporaneamente : locale, Nazionale, Europeo ed extraeuropeo. Tutto ciò alla luce del sole. La battaglia è globale
concordo…
Sono d’accordo. Teniamo presente che siamo a febbraio e le elezioni sono a maggio quindi anche se uscisse la Eleanor Roosvelt non si presenterebbe certo alle elezioni.
Se si vuole sfruttare questa incredibile occasione del possibile superamento del 30% del M5S, che avrà un impatto psicologico mediatico formidabile, bisogna concentrarsi su una propaganda di voto ai grillini con un coordinamento di tutti i blog democratici, massonici, cristiani, dei movimenti di sinistra etc etc
E OVVIAMENTE spero che ci si comincerà a dare da fare con un’opera di diffusione della buona novella presso i cittadini meno informati, nelle associazioni, nei sindacati, porta a porta suonando ai citofoni.
Capite bene che se ci va un singolo signore o una associzioncina micorscopica la gente non inizia nemmeno a sentirti.
Se finalmente la Massoneria Democratica si decide a uscire allo scoperto, magari insieme ai cristiani o anche ai movimenti di sinistra, uno va con un minimo di “carisma” in più che gli permetterà di riuscire effettivamente a veicolare il messaggio.
Adesso è la fase della passione e del contagio della voglia di “esserci” quindi bisogna oensare di conseguenza e avere il coraggio di buttarsi in acqua tutti insieme.
Vedete cari fratelli del GOD e caro Fra’Velletri del Cazzo che anche solo qui qualcosa è successo…che ne dite…?
DOMANI ore 12 POTETE ASCOLTARMI DIRETTAMENTE DAI MICROFONI DELLE IMPORTANTE RADIO STUDIO 54 PREFERIBILMENTE IN STREAMING (sul sito al link seguente) IN VERSILIA (PROBLEMI DEL RIPETITORE) IN RADIO PER TUTTA TOSCANA E PARTE DELL’ITALIA. http://www.radiostudio54.it/ I temi bankitalia/legge elettorale/Spread ecc
A volte penso di perdere occasioni per tacere. Tuttavia voglio lasciarmi andare e semplificare l’analisi per esporre delle apparenti banalità. Spero non vi scandalizziate. Riferendomi ad uno dei post di Rodion (spettacolare): e se R. Casaleggio non fosse un genio? E se fosse solo un folle visionario? Uno che veramente immagina una società che interagisce tramite una rete informatizzata per realizzare la democrazia partecipativa che senza questa tecnologia sarebbe praticamente impensabile? E se Grillo, invece che un losco gregario, fosse solo un fottuto sognatore? E se i grillini (almeno la maggioranza) fossero lo strumento e l’incarnazione di quei sogni? Non dimentichiamo che i grillini sono fondamentalmente un fenomeno giovanile che si sviluppa sulle ali dell’incoscienza, se vogliamo, ma anche di quell’entusiasmo di chi riesce ancora a sognare e a credere in una realtà alternativa, cosa che Rodion e moltissimi come lui sembrano aver già perso? Se per assurdo tutto questo fosse vero, se fosse davvero l’armata brancaleone dotata solo di genuina onestà e voglia di riscatto nei confronti di un imbruttimento che spesso sembra inevitabile ed invincibile? Se tutto questo fosse vero, si potrebbero risparmiare le notevoli energie utilizzate per cercare di analizzare e comprendere la vera natura di questo misterioso fenomeno e si potrebbero convogliare nella scelta: sostenerlo, ignorarlo o addirittura contrastarlo.
Ovvero,non è forse tempo di agire, di scegliere? Loro una scelta, secondo me, l’hanno fatta. Loro. Quindi, sposo in pieno il concetto che il coraggio, l’entusiasmo e l’incoscienza non sono certo le armi più opportune per creare un’alternativa solida, strutturata e risolutiva ma sono indubbiamente le armi indispensabili per avviare un processo di rinnovamento indispensabile e di vitale importanza. Ben vengano le Eleanor Roosevelt e non solo quelle ma sicuramente non troveranno la strada spianata solo perchè offrono dei validi contenuti. Anzi. Forse ora è il momento di potenziare l’onda dell’autocoscienza rinnovatrice per quello che è (pura energia indifferenziata)e poi, subito dopo, occorre assolutamente che la si sostenga con i contenuti e le competenze indispensabili per strutturarla e orientarla affinchè si possano ottenere i miglioramenti auspicati e il risanamento sociale economico e culturale di cui abbiamo assoluto bisogno.
Non sarà che grillino è sinonimo di sognatore? E noi, siamo ancora capaci di sognare?
Non conosco l’associazione Eleanor Roosevelt, per il resto, anche se il mio “grillismo” potrebbe sembrare quasi fanatismo, condivido tutto quanto scritto nel post, anche con tutti i distinguo sempre legittimi. Credo che tutte le persone oneste dovrebbero poter facilmente giungere alle stesse conclusioni del “moralista”. La mia domanda però è questa: quante persone oneste può vantare l’italia? O meglio, quante persone non “tremendamente” malate di mentalità mafiosa e clientelare può vantare questo popolo? Perché il “partito unico” riesce a raccogliere ancora tanti consensi? E’ solo questione di disinformazione e ignoranza o c’è qualcosa di ben più terribile nell’animo dei nostri connazionali? Perché non si accorgono delle tremende sofferenze che causa, nella meno tragica delle ipotesi, la loro superficialità e supina acquiescenza a questo potere criminale?
Stefano grazie per i complimenti. In ogni caso ci tengo a chiarire un concetto. Quando tu dici “quanti sono gli italiani che non hanno una mentalità clientelare…”, manchi il bersaglio. Io penso l’esatto contrario e ti spiego il perché. Nella prima repubblica, quando il potere doveva fare i conti con i cittadini ancora sovrani, il cosiddetto “clientelismo” altro non era se non il potere di intermediazione che il basso rivendicava verso l’alto. E siccome non tutti combattano per grandi ideali ma molto spesso per ragioni di pratica convenienza il risultato che tu individui era il tanto deprecato “clientelismo”. Ora sai perché non c’è più il clientelismo? Perché il cittadino non conta un cazzo, non perché la società è diventata improvvisamente eterea. La cambiali i politici le pagano alle puttane d’alto bordo, banche d’affari e grandi assicurazioni, mentre alle troie di strada, quelle che un tempo affollavano la segreterie politica del ras di turno per strappare un posto di applicato al catasto, non restano neanche gli occhi per piangere. Bel progresso…
Non è necessario cospirare per un “gate keeper”: è sufficiente infiltrarlo o manipolarne i vertici. Ma vedete cosa succede in Ucraina? Oppure che fine ha fatto #OccupyWallStreet dopo il “supporto” di Soros?
Sono il primo a dividere la realtà in bianco e nero: ma più si guarda da lontano più tutto è confusamente grigio.
E’ evidente anche ad un cieco che il M5S è l’unica alternativa politica appetibile: e PROPRIO PER QUESTO non si possono fare passare frescacce neoliberiste e reazionarie. In particolare se calate dall’alto.
Qualcuno non si rende conto della gravità di aver proposto “il reddito di cittadinanza”. Non si rende conto della gravità della demonizzazione della spesa pubblica. Non si rende conto della gravità della mancata presa di posizione anti-UEM. Occhio!
Il M5S non è una squadra di calcio. Non è sufficiente il tifo. Si critica ciò che si ama. La diffamazione e la menzogna le lasciamo ai novelli Goebbles.
Sostenere il M5S significa picchiare duro su punti programmatici inamovibili: perché così è sancito in Costituzione. Punto.
Questo è parteggiare.
Sulla passionalità rivoluzionaria vorrei lasciare la parola a chi di “rivoluzioni” ne sa qualcosa: https://en.wikipedia.org/wiki/Lev_Gumilev
La strada per la dittatura europea è stata lastricata di buone intenzioni: prima si mette bene la rotta sul navigatore, poi si accende il motore. (Ma a quel punto ci si accorge di essere già arrivati).
(Mi spiace l’apparente pessimismo ma le giungle del sudest asiatico pare ci spettino. E una bella riserva di disoccupazione giovanile è casualmente funzionale).
Rodion, ma lascia perdere gli aspetti tecnico programmatici del M5S.
Ci siamo noi cittadini informati a fare la guardia, ci sono i fratelloni del GOD, mi auguro arriveranno i cristiani e da prima di tutti ci stannoi movimenti antisistema di sinistra ai quali andrebbe un minimo di rispettoso riconoscimento per aver capito tutto fin dalle manifestazioni contro il PCI nel ’77
Il M5S non devi intenderlo come un partito ma come il contenitore del primo stadio del risveglio popolare.
Perché la chiave é che non sarà più possibile far politica in maniera dirigista DATO CHE SU QUEL PIANO STRAVINCONO LE ÉLITES REAZIONARIE CHE DISPONGONO IL MONOPOLIO DEI MEZZI MEDIATICI E DI COERCIZIONE NECESSARI.
Il trionfo del ’5S serve a consolidare il senso di comunità del popolo che sentirà finalmente tutta l’importanza del suo contributo; su questo rinnovato orgoglio si comincerà a costruire una partecipazione razionale e non solo istinitiva (ossia ci vogliono entrambe contemporaneamente, non come oggi che o c’è una o c’è l’altra)
Se la massoneria democratica avrà il coraggio e l’intelligenza di esporsi in una dichiarazione di voto per i 5 stelle, SENZA distinguo CHE A 4 MESI DALLE ELEZIONI non significano nulla, ma limitandosi a dire che lo si fa perché si riconosce con ammirazione il coraggio e l’onestà dell’unica forza di opposizione rimasta a guardia della democrazia, il popolo ricomincerà a fidarsi di loro.
Il potere riceverà uno schiaffone che certo non lo abbatterà ma sarà il segnale che il popolo esiste e ha una sua forza che il potere deve temere.
Nel frattempo mi auguro si cominci a lavorare allo scoperto, a viso aperto sul campo e certamente se l’obiettivo sarà davvero il risveglio del popolo io mi impegnerò al massimo cercando di andare oltre i miei modestissimi limiti.
Possiamo davvero costruire qualcosa di importante qua sopra…siete grandi. Ma, soprattutto, un grazie enorme a “Il Moralista”.
Tornerò a fidarmi di Grillo e i grillini, quando cominceranno a dirigere la loro opposizione contro i veri centri di potere e non esclusivamente verso i politici nazionali che sono semplici esecutori. Il non aver ancora compreso questa realtà è nella migliore delle ipotesi una grave mancanza per un partito di vera opposizione che si definisce rivoluzionario, nella peggiore potrebbe essere intenzionale e voluta da parte del vertice (grillo-casaleggio-blog) la cui ambiguità è sotto gli occhi di tutti.
Carissimo “Moralista”, IO ho abbastanza simpatia per l’Associazione E. Roosevelt.. è legittimo che si ponga come “antagonista” a Tutto e a Tutti, ma quanti decenni ci vorranno affinché tale Associazione raggiunga la maggioranza assoluta per governare comuni, province, regioni, l’Italia, in contrapposizione a Tutte le altre formazioni di sinistra, centro e destra?
E’ plausibile una simile prospettiva o è solo velleitaria?
Non sarebbe meglio, pur nella propria “radicale diversità” dagli altri, “vecchi” partiti, che l’Associazione, prima di farsi parte politica, decidesse di fiancheggiare il M5S, aiutandolo a superare i propri limiti ed a perfezionarsi (quindi usando toni amichevoli senza voler “bacchettare” nessuno, termini, per altro, da professore senza cattedra), unendo ciò che c’è di buono, ma sparso?
L’alternativa a questa “discesa sulla Terra” è rimanere per sempre un Associazione minoritaria e marginale che aspira al “Regno dei Cieli” ma la cui funzione involontaria diventa soprattutto quella di togliere voti al M5S e mantenere i Grandi Manipolatori come Berlusconi e Renzi al potere.
Esatto, solo che DRP, che è molto vicina al GOD, sembra non essere d’accordo
http://www.democraziaradicalpopolare.it/DRP_il_Movimento_5_Stelle_l_Associazione_Roosevelt_e_l_inutile_consultazione_elettorale_europea_del_maggio_2014.html
Naturalmente sarebbe assurdo da parte mia rispondere punto per punto a DRP e proprio su questo attiro la loro attenzione piena di (parole loro) “tenerezza”.
Cosa sono riuscito a concludere con i miei interventi?
Ho per caso veicolato concetti rivoluzionari a cui nessuno nella storia aveva pensato prima? No.
Ho convinto una singola persona che prima la pensava diversamente? No.
Potevo anche solo ipotizzare vagamente che io privato signore profano potessi imporre improvvisamente un punto di vista nuovo non a una persona, ma a un’intera associazione che esiste da secoli e che ha avuto un ruolo fondamentale nei maggiori eventi storici almeno dal XVIII secolo in poi? Era ovvio che avrei potuto solo smuovere la loro “tenerezza” (parole loro).
Allora che risultato speravo di ottenere spendendomi in alcuni interventi appassionati e un po’ troppo lunghetti?
Quello che precisamente ho ottenuto e cioè almeno per un breve periodo di qualche giorno HO FATTO (ri)NASCERE IL “DISCORSO”; il “Discorso”, miei teneri amici di DRP,
è una cosa diversissima da quella alla quale siete affezionatissimi voi, arrivando al punto di vedere solo quella; il “discorso” è diverso dal concetto e lo insegnava un certo signore ormai defunto francese molto in voga negli anni ’70 e ’80 il quale su certe cose ha dimostrato di essere stato dettagliatamente profetico.
Siccome amate il linguaggio simbolico sapete ragionare per analogia: il discorso sta al concetto come la presa di coscienza del popolo sta al preciso progetto politico.
Oggi se non si fa rinascere il discorso i concetti non passeranno, se non rinascerà la conspaevolezza e la voglia di partecipare del popolo non sarà possibile realizzare alcun progetto politico economico (vedi l’Argentina); le lezioni europee non servono come pensate voi a far passare delle specifiche proposte ma alla prima fase di risveglio del popolo che è quella affettiva. Se si verificherà questa sarà possibile passare alla fase della consapevolezza razionale.
Se si preferiscono le posizioni di ripiegamento consolatorio e auto referenziali io da solo non posso farci niente; ma se si verificherà in questo blog la nascita di un “discorso”, forse alcuni riusciranno a prendere il coraggio di provare a guardare le cose sotto altri punti di vista.
Il m5s ha avuto il merito, rivoluzionario per il mare nostrum, di risvegliare il “pathos” dei cittadini, di dar loro un punto di riferimento nella possibilità di avere ancora una tutela dei diritti sociali. E’ un movimento di risveglio paragonabile a quelli del ’68, ma senza violenza. Ha riportato l’idea centrale di uomo come Zoon Politikon, il quale non deve meramente affidare, con ignavia, le proprie sorti al mandato di rappresentanza, pena la perdita, paradossale, di rappresentatività. Sono in disaccordo, opinione personale, con l’idea che il m5s sia un’organizzazione essenzialmente verticistica, ridotta a due componenti primarie. Ciò può esser vero, nella nascita del discorso, ma il concetto, a quanto dato da vedere, per poter essere realizzato, deve essere portato avanti da noi, dalla comunità delle persone, singole: non è soltanto un movimento politico, ma un aggregato, composito, di idee sociologiche, ambientali, immaginarie. Non mi pare che le opinioni di Grillo, non avendo forza vincolante, siano necessariamente attuate dalla base democratica degli iscritti (vedasi reato di immigrazione). I partiti politici hanno mostrato, infine, la loro fallibilità organizzativa, programmatica e di coerenza: le correnti saranno sempre minate al loro interno da infiltrati e da interessi eterodiretti, fino ad arrivare ad uno svuotamento di ideali e di riconoscibilità. E’ la loro storia a dimostrarlo.
Ciò che contesto è il metodo non il contenuto di DRP.
Ciò che non sopporto, invece, sono i toni da saccente di chi vorrebbe essere DRP, ma no è!
Per me le cose sono semplici:
1) un approccio costruttivo e pacato con il M5S (DRP metta a disposizione le proprie competenze, riconoscendo ai “Grillini” il coraggio e l’onestà delle proprie azioni, dal momento che altri (più colti e intelligenti) avrebbero dovuto guardare la stalla, anziché schiacciare un pisolino, o, forse, smaltire la sbornia).
2) qualora la dirigenza del M5S (legittima al 100% in quanto fondatori del progetto) non fosse d’accordo con le proposte e i contenuti di DRP (che condivido) la costituzione di un nuovo partito politico.
In tal caso con chi si alleerebbe?? Qualcuno tra i dotti sa colmare l’enorme spazio lasciato dai punti di domanda??
A me sembra la soluzione più semplice: la massima resa con il minimo sforzo. Troppo semplice? Forse sono una persona banale.
Cesare di nuovo qua stai? Per giunta con il nuovo nick (dubbio gusto) di “fra ciccio da limone”? Per una volta sono d’accordo con te: sei banale
Leggete qui
http://goofynomics.blogspot.com.br/2014/02/lo-smaltimento-differenziato-delleuro.html
Ora siccome loro sono più furbi e intraprendenti di noi la faranno passare per una patrimoniale, il popolo non ascolterà il nostro grido di allarme perché dirà: “Pori cocchi, ve svejate adesso che ve metteno e’ mani in tasca, ma quanno e’ mettevano a noi voi ‘ndo stavate?”
La classe media subirà un colpo durissimo che diminuirà drasticamente la sua capacità di reazione politica minandone la coesione al suo interno (dato che quando la situazione si fa pesante cominciano le diserzioni in massa per assoldarsi al nemico).
Una persona teneramente ingenua penserebbe che è arrivato il momento di capire che senza l’aiuto del popolo non c’è difesa contro il potere tecnocratico, che non é il momento di sottilizzare sulle questioni che al momento sono secondarie; che l’attuale classe media “proprietaria di mezzi di produzione” sta per essere spazzata via da una nuova classe media costruita appositamente di ingegneri, tecnici, manager “privi” di mezzi di produzione, quindi meno “pericolosi”, i quali staranno lì per rendere assolutamente impossibile qualsiasi conflitto sociale e politico che possa realmente intaccare il sistema di potere neo feudale che si sta instaurando.
Ma evidentemente è cosí solo per gli ingenui e non per i fratelli massoni, non per la sinistra incapace da decenni di superare i propri dogmatismi e le proprie divisioni interne, non per la destra anti imperialista auto relegatasi in un ruolo troppo beceramente localistico, non per i cristiani che cominciano a capire le cose solo adesso dopo che fino a ieri sui loro giornali gli alti prelati tessevano le lodi del governo dell’austerità, non per la maggioranza silenziosa che inspiegabilmente non si accorge che gli stessi padroni che prima gli garantivano il benessere li stavano solo allevando come tacchini da mettere in forno al momento opportuno.
In effetti si dice che le povere vittime del saggio serpente invece di reagire si incantino serenamente a guardarlo mentre si accinge a inghiottirli tutti interi.
@Petronius, quanta amarezza ma non demordere. Anche a me, quel “tenerezza” su DPR, mi ha dato fastidio ed il senso di chi vive ad eteree altezze. Ho poi riflettuto sul fatto che stiamo solo accordando le nostre intenzioni, noi cittadini con pathos che non siamo “grillini”, i cittadini e cittadine di DPR e i massoni di GOD. E’ una fase creativa e temperante, avanti tutta
Quoto:
“Anche a me, quel “tenerezza” su DPR, mi ha dato fastidio ed il senso di chi vive ad eteree altezze.”
Scusa ma ti devo correggere; la frase esatta è
“Il senso di chi CREDE di vivere a eteree altezze”
Perché esistono degli splendidi studi di Pierre Bourdieu sulle implicazioni rivelatrici, dal punto di vista dell’identificazione dell’estrazione sociale, che si possono inferire quando si ostentano reiteratamente e in forme stereotipate gli stilemi della distinzione sociale.
Mi domando e lo ripeto. Come è possibile che si acconsenta al linciaggio mediatico e istituzionale in atto contro il M5S per aver osato fare ostruzionismo ed essere stati condannati al silenzio dal Presidente della Camera? Si può essere d’accordo o meno con tale movimento, ma quello in atto è un grande, grandissimo campanello d’allarme.
Anche perché scripta manent…
Tornando sull’”inutile tornata elettorale di Maggio 2014″: a me, a prescindere dalle effettive potenzialità di cambiamento da parte del parlamento europeo, preme sottolineare che un’eventuale larga vittoria dei soliti partiti, con Renzi al timone, e una sconfitta del M5S sarebbe disastrosa in termini di legittimazione e propaganda, con tutte le conseguenze del caso. La vita non è fatta di soli governi.
Carissimi, direi che la semplice analisi che propone DRP non fa una piega. Sorry.
L’unica nota dissonte a chi ha un minimo di orecchio (o pancia) direi sia:
“andasse su tutti i tavoli europei e pretendesse una immediata revisione dei trattati vigenti, MINACCIANDO altrimenti la sospensione della loro efficacia sul suolo italiano quanto alle materie “economico-finanziarie””
Qui, con tutto il rispetto, mi è scesa la catena (e forse mi è caduto anche il sellino che per certi versi è peggio).
Ma esiste ancora nella nostra penisola chi CREDE che esistano spazi di trattativa? Si capisce perché abbiamo l’euro.
Agli amici (e in questo mi tocca sostener @Petronius) suggerirei un po’ più di umiltà: in Italia NON C’E’ NESSUNO abbastanza colto, intelligente e valoroso per deresponsabilizzarsi rispetto a questa disfatta totale. Per questo annientamento assoluto.
Ma quale trattativa? Ci stanno prendendo a calci nelle palle!!!
Ripetete con me: CI STANNO PRENDENDO A CALCI NELLE PALLE!
Ripetete con me: CI STANNO PRENDENDO A CALCI NELLE PALLE!
Ancora: CI STANNO PRENDENDO A CALCI NELLE PALLE!
*** Sveglia! ***
Con il disonore che mentre stuprano questa nazione guardiamo loro inebetiti senza neanche la minima dignità di emettere un flebile suono mentre disonorano e rendono sterile la nostra terra.
Ma quale minacce? Ma giù dal fico!
Mi ricordo quando da ragazzo mi attaccai con degli skin heads: dopo che due metri di kickboxer mi spaccò il setto nasale e iniziai a spruzzare sangue in tutte le direzioni ebbi la “lucidità” di sibilare: “Sei morto”.
Geniale, no?
Non racconto lo spavento di quell’energumeno… ricordo però la sensazione degli incisivi frantumati in bocca…
(Qui l’unica cosa da fare è non far nulla o, al limite, leggere qualche classico finché sarà ancora permesso. Se saremo ancora vivi ringrazieremo Dio nostro SIgnore, raccoglieremo i nostri stracci e andremo ad aspettare il sussidio e le lettere dei nostri figlioli dal fronte)
(Sarò depresso ma qui mi pare che di “pillole rosse” ne abbian vendute ben poche…)
Davvero, Francesco, mi deludi.
Non riesco a capire come si possa credere alla buona fede di Grillo e del M5S. Girano intorno alla questione dell’euro da due anni, senza mai dire una cosa così semplice come “usciamone”, senza contare che Grillo ci ha già fatti fessi l’anno scorso rubando il voto a gente che ha creduto alla sua buona fede.
Errare humanum est, perseverare diabolicum.
Da te non me l’aspettavo, sinceramente.
Cara Enrica, come tu sai io non credo affatto che basti uscire dall’euro per risolvere i problemi. Basta guardare l’Inghilterra di Cameron per rendersene conto. E’ la politica che decide non gli strumenti. Quanto a Grillo, io non ripongo nel Movimento 5 Stelle nessuna particolare fiducia. Perdono tempo a parlare di sprechi, Casta e corruzione, però, mettendo nel mirino i responsabili dell’Olocausto italiano ed europeo, costringono il potere a muoversi con maggiore circospezione. Non sarà molto ma non è nemmeno troppo poco. Quanto alla delusione, il miglior modo per non deludersi è sempre quello di evitare prima di illudersi. Un caro saluto,
Francesco
@Moralista
Quello che ** non torna ** è che NON c’è nessuno in Italia e in Europa che ha mai detto e possa pensare che basti uscire dall’euro.
Sarei curioso dei riferimenti per questa affermazione: “slogan” che, guarda a caso, arriva proprio da ambienti collaborazionisti (tinti di rosso sangue) in fase di falso pentimento.
Il M5S è propaganda pura. E la finezza del potere è sempre quella di mischiarla ad oggetti valoriali comprensibili al cittadino magari impegnato ma distratto.
L’euro è l’unità di misuta della nostra schiavitù: chi non mette questo al primo posto del programma NON VUOLE NEANCHE IL RESTO.
Chiunque rifiuti i valori politici nati da Westfalia può professare tutta la democraticità che vuole: è un antidemocratico, un liberticida e un antiumano.
Orwell è ora: non si può combattere un mostro senza prima guardarlo in faccia.
Occhio, carissimo ospite, a chi ti mette certe “pulci” nelle orecchie…
Caro Rodion, ti leggo sempre con piacere e non mi sfugge la profondità delle tue brillanti provocazioni. Però, per cortesia, ti prego di non dipingermi come un bambinone imboccato dal “burattinaio cattivo”. Chi sarebbe a mettermi le “pulci nelle orecchie”?
Lungi da me pensare a “bambinoni imboccati da burattinai cattivi”… ma sei un importante influencer.
Farsi largo tra sta overdose di info è un disastro.
Intanto scusa anche l’aggressività del tono assertivo (ma nell’orchestra mi vien da suonar il trombone… :o) ).
Non ne ho idea di quali siano le tue fonti: per questo chiedevo esplicitamente dei “riferimenti”.
So per certo da quali ambienti (che non ho mezzi termini a definire) nasce quello che chiamo “slogan” e quale sia il senso “politico”.
Io, come gli ultimi commentatori, mi preoccupo.
I pochissimi “Diderot” di questi giorni sono patrimonio da tutelare: meglio un “alert” in più che uno in meno…
Con grandissima stima.
Caro Rodion, intanto ricambio la stima. Quanto ai miei riferimenti culturali è chiaro a tutti come la lettura delle suggestioni offerte dai massoni di God abbia notevolmente influito sulla mia lettura delle dinamiche contemporanee. Ciò non toglie che sono e rimango un uomo libero che continua a coltivare sempre il beneficio del dubbio.
Carissimo Moralista,
non pensare neanche per un secondo che si dubiti della tua libertà di pensiero: per giove! E’ vero che tra noi abbiamo degli standard “lievemente” più alti della media… :o)
Non mi riferivo ai riferimenti culturali: anche nel GOD ci sarà un dibattito interno come in ogni comunità.
La “pulce nell’orecchio” può essere messa anche dalla lettura di un articolo tra i tanti: la preoccupazione, come espressa da alcuni commentatori, è “in funzione delle analisi e quindi per chi e per cosa si parteggia”.
Converrai che l’affermazione “non basta uscire dall’euro” è quantomeno bizzarra: chi potrebbe mai pensare il contrario dopo anni di dibattiti su l’escalation in essere in tutto il mondo civile e non? Quale intellettuale ha mai fatto delle pubblicazioni in tal senso?
O uno è “piddino” e il problema manco se lo pone (vuole la moneta tedesca) oppure capisce che l’euro è lo strumento peculiare per scardinare le Democrazie costituzionali post-fasciste: strumento non necessario nelle “democrazie liberiste” già “freedom from” come quelle anglosassoni: lì son bastati Reagan e la Tatcher.
Qualsiasi espressione politica che non passi attraverso il ripristino della sovranità è tautologicamente antidemocratica: e in Europa si passa dalla moneta unica e il ripristino della sovranità economica e fiscale.
Chiunque non ponga come prioritario ciò che materialmente tiene incatenato il servo agisce funzionalmente al padrone.
Non si può fare una “rivoluzione culturale” mentre si è tutti legati e segregati in cantina: chi fa proseliti di questo tipo è un “gate keeper”. E’ talmente banale che solo il non accettare la tragica e catastrofica realtà tiene in vita questa vana speranza.
“Una mattina – mi son svegliato – e ho trovato l’invasor”
E questo invasore ti sta puntando in faccia armi di “politica economica”: bisogna guardarlo, accettare che la “moneta dalla parte del conio” ce l’ha lui e partire da qui. Semplice ed evidente.
Tu la faresti una trattativa con chi ha già perso? Con chi è senza alimenti legato in cantina? Mentre gli stai svaligiando la casa e stai per appiccare il fuoco?
Tutto qui.
Rodion tu escludi che l’Europa possa evolvere in senso democratico sulla base di un processo finalisticamente identico a quello che ha portato alla unità d’Italia? E, se si, perché?
Chiarirei il pensiero con due semplici premesse che sono attualmente condivise da chi non ha particolare legami con il grande capitale:
1 – i limiti del processo di unificazione dell’Italia
2 – gli invalicabili limiti politici di QUALSIASI tipo di cooperazione nella situazione attuale (e non solo)
Dopo 150 anni i meridionali rivendicano la “depredazione” postunitaria subita e i settentrionali si incazzano per i trasferimenti. Chi ha ragione? Ovviamente entrambi.
Chi ne ha goduto? L’aristocrazia del nord e i “collaborazionisti” del sud
Chi ci ha perso? I poveri cristi dal sud al nord.
Il discriminante è stata l’unificazione in Stato unitario? Assolutamente no: piuttosto il “come” influenzato dall’aristocrazia imperialista.
I motivi di questa irrisolta sofferenza sociale sono il non rispetto di basilari regole geografico/economiche.
Solo la potenza delle moderne carte costituzionali è riuscita a lenire quelle tensioni naturali che si sprigionano dal forzare gli equilibri di popoli e società: c’è chi pensa che non ci sia stato tempo per “arrivare ad una convergenza”. Forse. Ma nel frattempo saremo stati comunque tutti morti.
Il sud è stato “serbatoio di manodopera” per la GRANDE impresa del nord: quella dei vassalli anglofili.
Nonostante l’incredibile produttività del nord italia la grande impresa manufatturiera poteva esportare con una valuta estremamente deprezzata (ricorda qualcosa?) e i “sacrifici migratori” dei meridionali venivano “ricompensati” con trasferimenti fiscali e politiche keynesiane (per i PIGS neanche quello: salario di cittadinanza “anche solo per non disturbare il quieto vivere dei gentiluomini”).
Il progetto €uropeo e il “mondialismo” in generale è un progetto reazionario che è stato “venduto per per progressista”. E non mi riferisco solo alle evidenze dal dopo guerra ad oggi: ma proprio storicamente. Sicuramente almeno da Adam Smith in avanti. Smith era molto, molto intelligente e servì la Corona egregiamente.
Il romanticismo del processo di internazionalizzazione affascinò subito i passionari di quegli anni quarantottini. (Gumilev va conosciuto!)
E NON è un caso che il socialismo sia intriso di internazionalismo: Marx è il caso più evidente.
Smith era consapevole che gli Stati nazionali erano di ostacolo all’Impero: quindi faceva poroseliti liberal liberisti per un mondo di mercati globali e, nel contempo, predicava il protezionismo in casa.
Quel genio di Bagnai ha usato un’espressione molto efficace: il capitale nasce internazionale, i lavoratori no. Ricordiamoci che la nostra Costituzione è fondata sul lavoro.
E’ possibile un’Europa democratica: sicuramente no come “USE”. E’ evidente a chi unque abbia un minimo di infarinatura di antropologia, geografia o, semplicemente, storia.
La classe dirigente teutonica ha deliri di egemonia da sempre: una nazione che basa il suo sistema socioeconomico sulla compressione salariale per attuare politiche mercantiliste non può che essere “instabile”: o espande i suoi mercati tramite politiche “beggar thy neighbor” oppure lo fa con modalità che preferiremmo non ricordare. E’ la terza volta in un secolo che rade al suolo l’industria europea.
A parte i “sognatori” nostrani agli USA è sempre stato chiaro questo fatto: come mai hanno sempre finanziato il progetto €uropeista, la moneta unica e hanno coordinato tutto ciò tramite “i famosi consessi” di cui Monti è uno dei più illustri esponenti?
Andreotti (che apparteneva ad una generazione di chi ancora due neuroni in zucca ce li aveva) amava così la Germania “che ne voleva due”. Per fortuna che almeno il cuore culturale della Prussia se l’è tenuta la Russia…
E come settanta anni fa vedremo un piano Marshall se e solo questo glorioso popolo di slavi saprà rimbalzare per l’ennesima volta l’avanzata ad est dei tedeschi (capito che succede in Ucraina?) In tal caso per magia spunteranno fuori i “progressisti” a stelle e strisce ad imporre il dollaro come valuta di riserva internazionale (e poi a far saltare di nuovo la Glass Steagal, e via andare coi corsi e ricorsi..)
Capito chi spinge da sempre i crucchi?
Analisi interessante e piena di spunti lodevoli e preziosi. Ciò non toglie, carissimo Rodion, che l’Italia post-unitaria, pur con tutti i difetti e le asimmetrie che tu ben sottolinei, divenne in poco tempo una delle principali potenze industriali al mondo. Un Paese, ricco, florido e con un fortissimo ceto medio. Siamo sicuri che lo stesso sarebbe accaduto anche nel caso in cui Il Regno di Sardegna e quello delle Due Sicilie avessero continuato a vivere destini completamente separati? In ogni caso si tratta di speculazione filosofica. Mai avremo controprova…
Agli amici “euoropeisti” (che proprio non vogliono accettare di essere stati presi per i fondelli da un paio di secoli) lascio una dedica:
«Io sono stato l’ultima speranza dell’Europa. L’Europa non poteva essere unificata per effetto di una riforma volontariamente concertata. Non poteva venire conquistata con il fascino e con la persuasione. Per poterla prendere bisognava violentarla. L’Europa può essere costruita soltanto su rovine. Non su rovine materiali, ma sulla rovina congiunta degli interessi privati, delle coalizioni economiche, sulla rovina delle idee ristrette, dei particolarismi superati e dello stupido spirito di campanile. Bisogna fare l’Europa nell’interesse di tutti e senza risparmiare nessuno. Napoleone lo aveva compreso perfettamente»
Adolf Hitler, Discorso del 26 febbraio 1945, in “Ultimi discorsi”, Edizioni di Ar, Padova, 1988
@Moralista
Solo un appunto: rispettare la legittima sovranità e autodeterminazione dei popoli non significa aver “destini separati”: significa COORDINARE legittimi interessi in modo ** democratico ** e non “paternalista”.
L’Unità d’Italia ha un senso “geografico” e parzialmente “storico”.
L’uguaglianza sostanziale si compie però anche nel rispetto delle differenze formali.
Infatti lo sviluppo industriale e il consolidamento della middle class è da ascriversi al Programma costituzionale che ha concertato la “democratica” impresa di Stato con gli interessi nazionali: è stato Mattei a “ricostruire” l’Italia dopo il XXV Aprile.
I più interessati all’Unità politica (oltre ai valorosi passionari) erano in particolare gli inglesi che, oltre a trovare una valida colonia “cuscinetto” tra gli Stati nazionali già affermati come “potenze”, dovevano garantire le rotte per nutrire la sua famelica aristocrazia “oil&finance”.
In breve, rimarcando la tua saggia chiosa: qualsiasi costruzione politica di tipo NON cooperativo tra Stati nazionali e autonomie locali comporta NECESSARIAMENTE una “grande società” NON organizzata per “etoregenità culturale” ma per cinica differenza di classe: l’esempio del fallimento culturale (e quindi sociale) USA è sotto gli occhi di tutti da sempre. (Con buona pace degli illuminati costituenti).
Quella mondialista è una distopia che porta ad una grande società razzista e classista “per costruzione”: proprio come gli USA. WASP al potere, nigger nelle carceri private. Chi parte da una posizione di privilegio avrà la possibilità di mantenerla: non ci saranno “confini” e mura per difendere i più deboli.
Quando saranno piegati i popoli in cui il “potere” viene ceduto per merito (quelli dei “politburo”) il significato del “mondialismo” sarà sotto gli occhi di tutti.
Le grandi famiglie WASP (anglosassoni) e i loro consanguinei al vertice, altri vassalli europei e non, meticciato indistinto e incolto a far da base proletaria regolato secondo i dettami alla Malthus.
Moneta denazionalizzata ed economia controllata da monopoli tecnici: sementi, informazione, software, materie prime, rapporti di debito/credito, distribuzione delle risorse naturali…
“L’integrazione razziale” non esiste in nessun testo di antropologia: esistono solo ghetti, ingiustizie sociali ed emarginazione.
Distopico? Assolutamente.
Speculazione fine a se stessa? Chissà.
(Che strano leggere un progressista che ammette l’esistenza di conflitti “etnicofamilisti” oltre che “redistributivi”)
Eppure penso che quel genio progressista di George Orwell avrebbe letto questi due appunti raffazzonati con mezzo sorriso… ma anche in questo caso non potremo mai avere la controprova :o)
Rodion, la tua costruzione logica, che si avvale di una formidabile talento narrativo accompagnato dallo sfoggio di una cultura solida ed enciclopedica, mi persuade fino ad un certo punto. Valutando l’oggetto delle tue riflessioni al lume del mio intelletto non riesco a condividere le tue stesse conclusioni. Senza aprire ora una discussione sul concetto di “popolo” che ci porterebbe troppo lontano, non sono ancora riuscito a cogliere con precisione i termini della tua proposta. Gli Stati Uniti d’America, ai quali dobbiamo la liberazione dal nazifascismo, hanno costituito un formidabile argine contro i totalitarismi del novecento. La nostra “età dell’oro” è figlia del piano Marshall. Mi pare una ovvietà storica difficile da negare o derubricare a trascurabile “incidente della storia”. Parafrasando Churchill, leggendoti, mi verrebbe infine da pensare che “il modello americano è il peggiore tra quelli possibili. Eccetto tutti gli altri…”
@Luca
Grazie dei più puntuali riferimenti storici e dell’analisi sui “parallelismi”.
Sottolineo, al limite, che l’Italia fino al secondo dopo guerra rimaneva comunque una paese sostanzialmente povero, agricolo e non comparabile con le altre potenze europee (e con grandi disuguaglianze sociali).
Le oligarchie che gestirono il processo di unificazione sono in gran parte le omologhe di quelle classiste che stanno facendo carne di porco delle democrazie costituzionali moderne che prevedono, per loro sommo fastidio, un NECESSITATO socialismo e un conseguente importante ruolo dello Stato in economia.
Chi vuole abbattere le frontiere sono coloro che non vogliono le Democrazie compiute, la piena occupazione e la necessaria redistribuzione del reddito.
(I progressisti moderni si facciano qualche domanda su questa disfatta totale)
@Moralista
Bhe, ti ringrazio per il “talento narrativo” che non merito: ho provato a far emergere una delle tante linee della storia che si intreccia insieme alle altre per delineare un futuro distopico.
Non condivido però la visione degli USA come “scriffo buono” del pianeta: sono stati sì i fautori del piamo Marshall ma hanno semplicemente saputo fare bene i propri pragmatici interessi finaziando il più grande mercato del mondo. Infatti contestualmente hanno vincolato l’intero pianeta al dollaro con BW rifiutando il “bancor” di Keynes. Sono un’espressione di brutale potenza imperiale.
La finanza apolide ha solamente parzialmente traslocato da Londra a Washington.
Il periodo d’oro delle socialdemocrazie NON è attribuibile agli USA: ma alla CONTRAPPOSIZIONE tra l’Impero d’Oriente a quello d’Occidente. “Equilibrio dinamico”.
Gli USA non sanno cosa siano “socialismo” e “socialdemocrazia”: e la tenuta democratica degli USA è stata minima durante la restaurazione del dopoguerra.
Il vero SOGNO NON era quello “americano”: era quello del WELFARE EUROPEO garantito dalla Cultura e dalla sua prima immediata espressione che si può socialmente scrivere alle democrazie costituzionali.
Gli USA sono ottimi “cineasti”: son bravissimi con “gli effetti speciali” e potrebbero far credere che il loro letame è oro: ciò non toglie, che come prima potenza mondiale, qualsiasi cambiamento della situzione attuale arriverà da là: MA SOLO NEI LORO INTERESSI: o meglio, in quelli delle oligarchie dominanti.
Non è mio interesse convincere nessuno: il disegno distopico è mia elaborazione.
Altri concetti come il non-sense antropologico delle società multirazziali sono pacifici al di fuori della demagogia politica.
Per capire cosa è la società USA ti invito a visionare i “numeri”.
Confronta tutti i vari benchmark (di qualsiasi tipo) che valutano gli aspetti “democratici” sostanziali: aspettative di vita, qualità delle carceri, distribuzione del reddito, ecc.
Europei primi in classifica mentre gli USA gareggiano con le “democrazie” russe e cinesi.
Grazie mille per tutto lo spazio di espressione concesso.
Per chiudere sull’ossimoro “mondialismo democratico”: una metafora che ho impresso a fuoco del mio professore di Etica, sulle FRONTIERE:
“Le organizzazioni sociali si comportano similmente agli organismi: sono necessarie delle “membrane”. Se non ci fossero non esisterebbero né cellule, né tessuti né, quindi, l’organismo stesso. Se fossero completamente chiuse avremmo invece una necrosi. Le membrane devono ** regolare ** i flussi e gli scambi. Lo stesso per “i fattori della produzione” Kapitale e Lavoro”.
Nè consegue che per un’ipotetica unificazione dell’Europa sarebbe necessaria la DISTRUZIONE stessa delle sue genti: eccoci serviti. Inoltre chi pensi che abbia finanziato il traffico di esseri umani verso l’Europa? Perché pensi sia stato fatto Scenghen? Per gli Erasmus?
Solo la cecità ideologica e decenni di plagio non rendono evidente ai più ciò che sta avvenendo.
L’Italia post-unitaria, divenne una superpotenza grazie ad una dura imposizione indiretta (Tassa sul Macinato, Tassa sullo zucchero…) sui consumi popolari, che aumentarono il distacco tra i latifondisti agrari del Sud e i braccianti. Ciò fu dovuto al timore che l’Italia appena nata perdesse la sua sovranità nei confronti dei banchieri esteri, da cui si finanziava già allora per tenere sotto controllo l’altissimo debito pubblico derivante soprattutto dal regno Sabaudo e guerre di Indipendenza. Si assistette ad un’agevolazione dell’accentramento capitalistico in mano a pochi industriali del Nord (che erano alleati con i latifondisti agrari), tramite privatizzazioni di grandi settori pubblici, come quello ferroviario e marittimo: da qui possiamo fissare la nascita dell’Italia come potenza industriale. Un’oligarchia spietata nelle repressioni e che odiava l’integrazione sociale dei ceti medio-bassi…Una netta inversione di tendenza si ebbe solo con l’avvento al potere di Giolitti, già nel 1900, il quale assumeva il disavanzo pubblico come il volano dell’economia, teoria che ben presto si incardino negli schemi keynesiani. Come vediamo, la storia è ciclica, ed è incredibile l’assonanza con i fatti odierni… (ho tralasciato l’accostamento plausibile tra scandalo bancario del 1891 e tangentopoli).
Rodion, riprendi un parallelismo storico fra camice verdi del Nord Italia (Lega Nord) e camice nere del Nord Europa, traendo spunto da una suggestione come al solito brillante ed acuta dell’ottimo Prof. Bagnai, ma non rispondi alla domanda posta da Francesco. Ovvero non gli dici in sintesi quello che non vuole sentirsi dire. Scrivi molto bene e sei molto colto e preparato, ma cerchiamo di arrivare ad una sintesi. Scusa ma sono un uomo pratico. Unificare o federare degli stati con economie differenti può provocare delle asimmetrie molto gravi, se si adotta una moneta unica a cambio fisso. E’ questo a cui inevitabilmente stiamo assistendo oggi in Europa. Dopo l’unificazione le differenze fra nord e sud Italia sono state colmate in parte con la mobilità del lavoro, l’armonizzazione dell’ordinamento giuridico e con una vera Unione politica, ma per gran parte con la politica fiscale. I trasferimenti fra regioni del Nord e regioni del sud Italia hanno fatto nascere i partiti secessionisti Leghisti, come una politica di convergenza fiscale europea, presente ad esempio negli USA, creerebbe inevitabilmente le camicie brune nei paesi del Centro-Nord Europa. Detto ciò lasciamo stare la storia d’Italia, il Regno delle due Sicilie, Giolitti e tutto il resto. Rispondi al Moralista che in effetti ha posto una domanda semplice. E’ possibile realizzare gli Stati Uniti d’Europa con l’euro? Se è stato possibile con l’unificazione d’Italia e la lira, ci si potrebbe chiedere perché non sia possibile per l’Antico continente. D’altro canto nemmeno il più euroscettico può affermare che teoricamente l’euro può essere, se non desiderabile, almeno sostenibile se ci fosse una vera integrazione politica ed economica. Logica vuole che, se è stato possibile negli USA, può essere possibile anche in Europa. Ma quanti credono in un fine così ambizioso viaggiano in una dimensione ultraterrena che io non immagino nemmeno in sogno. Caro Francesco, io credo che la storia la fanno e la scriveranno i visionari, coloro che vedono più in la di altri, ma in questo caso più che di visionari parliamo di allucinati e vaneggiatori, con tutto il rispetto per le tue nobili idealità e la tua integrità che ho sempre apprezzato. L’integrazione dovrebbe essere tale da superare i nazionalismi, gli egoismi nazionali, le pretese egemoniche di uno stato che si risveglia ogni 50 anni… Gli Stati dovrebbero cedere una notevole quota di sovranità nazionale e di autonomia decisionale sulle politiche di difesa (e solo qui già mi fermerei, senza addentrarci su questioni di business degli armamenti), sulle politiche energetiche, sulle politiche economiche (armonizzare tassi d’inflazione, soglie d’indebitamento privato, e bilance commerciali) ecc. ma soprattutto fiscali (utopia)! Immagina come un tedesco notoriamente produttivo (li avrei voluti vedere con il marco se avrebbero mantenuto lo stesso export di oggi!) possa ignorare e sbattersene totalmente che una parte delle tasse che paga finanzi un obiettivo di convergenza economica di un’area sperduta del Sulcis-Iglesiente o di una campagna Irlandese o intervenga per la crisi del settore industriale dello yogurt greco! L’integrazione politica la vogliono far passare con metodi fascisti e antidemocratici! laddove ha fallito Napoleone o Hitler, oggi ci ritentano con l’euro e la neo-lingua. L’euro è il principale strumento. Va bene alla Germania, va bene ai detentori dei capitali (quelli dell’inflazione bassa per intenderci), va bene a quelli che chiedono le riforme utili per l’involuzione oligarchica paventata da te, GOD e DRP, va bene per gli speculatori, ecc. insomma va bene per tutta l’oligarchia di potere dominante, fuorché per Noi poveri Cristi. Con ciò il problema è: nel mentre che le avanguardie visionarie di pensiero offrono un nuovo paradigma e promuovono la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, cosa sarà rimasto dell’Italia? Allora è vero che l’Europa si costruisce sulle macerie? Ci vorranno verosimilmente molte decine d’anni per realizzare una unione politica compiuta (20, 30, 40 anni?), tale che possa garantire anche una, se non desiderabile, quantomeno relativamente sicura stabilità dell’euro. Ci sono studi che nessun economista serio confuterebbe, che insegnano come una moneta unica introdotta in un’area con economie profondamente diverse crea delle inevitabili asimmetrie, che se non arginate con una forte integrazione e convergenza fiscale, politica ed economica, sono destinate a far schiattare le aree più colpite dagli shock esterni. Io non voglio schiattare ed essere annesso a mò di anschluss realizzato a colpi di spread, anziché con i carroarmati! L’euro che scarica la crisi sui salari non mi piace. Per l’Europa politica c’è tempo, come dici te: “la storia non ha fretta”. Intanto decidiamo democraticamente le nostre politiche fiscali monetarie ed economiche, nel mentre lavoriamo per l’Europa di Altiero Spinelli, prima che ci vengano gli occhi a mandorla.
in poche parole volevo inserire il fattore “tempo”. Non c’è il tempo per l’Unione politica. A quale costo la vorremo realizzare? Se si esce dall’euro è perfettamente ovvio che dovremo anche cambiare paradigma, altrimenti ripeteremo l’esperienza inglese, che in ogni caso ha uno strumento in più da esercitare di sovranità monetaria. L’euro e il mercato Unico Europeo sono due cose diverse. Del primo nessuno è riuscito a dimostrarne l’utilità, del secondo concordo che ne valga la pena di promuoverne lo sviluppo democraticamente ma rispettando i tempi che richiede la storia. Un attimo di realismo!
@Alessandro
Il lavoro didattico e intellettuale del prof. Bagnai non ha pari e, nonostante egli sia degno nipote dei nostri antichi ed illustri toscani, non condivido in toto il suo pessimismo sull’Unione Europea. Io sono MOLTO più pessimista.
Bagnai dimostra “scientificamente” perchè non può avvenire il sogno (incubo) europeo e mi aspetto che il @Moralista abbia letto “Il Tramonto dell’Euro” (o abbia intenzione di leggerlo).
Io credo, invece, che una forma di unificazione ci sarà: “nell’interesse di tutti senza risparmiare nessuno” – e il prezzo, a differenza di ciò che sottolinea il nostro, non sarà “semplicemente” socioeconomico ma sarà “antropologico” nel senso più totale della sua accezione.
Sono MOLTO più pessimista perché ho la certezza che gli ultimi tre secoli di storia vadano completamente riscritti.
Rodion grazie a te per la tua capacità di impreziosire il nostro dibattito. Più che continuare a dire io come la penso, preferisco socraticamente ascoltare le tue ragioni. Ti chiedo: quale modello proponi per il superamento della “crisi” in atto?
@Moralista
Escludiamo per un momento “come la penso io”: @Alessandro ha ragione.
Rimaniamo all’essenziale:
1 – in letteratura “le unioni monetarie non sono possibili” (tesi di laurea di Marietto Draghi con Federico Caffè, ndr) Infatti sono ottime in funzione colonialista e classista perché piacciono ai vassalli coloni per moderare i salari e l’inflazione e pemettono “l’espoliazione” della “periferia” da parte del “centro”.
2 – gli USA hanno ottenuto il risultato grazie alla sanguinosa guerra di secessione: i trasferimenti fiscali tra gli stati sono accettati: il governo federale permette di aggiustare degli squilibri come quelli tra “Alabama e California” che comportano trasferimenrti di diversi ordini di grandezza maggiori di quelli che sarebbero stati necessari a salvare la Grecia. Per molto meno tutti i pease creditori hanno detto “nein” ed è in atto un genocidio.
3 – NON esiste nessuna volontà di cooperazione a partire dal paese più forte, la Germania, che non ha mai rispettato i Trattati: non si possono sbattere i pugni “su un tavolo che no c’è”. (La BuBa ha recentemente chiesto una patrimoniale ai cittadini dei PIGS).
4 – Se gli Italiani sono stati manipolati con: pigri, porci, corrotti, untermischen, ecc… I politici tedeschi invece hanno detto ai loro sudditi che lavorano da sempre 50 ore a settimana con paghe da sale e kartoffel: bravi, quanti sacrifici che fate per la crante Cermania, NOOON come quei pigri e corrotti porcellini che ora VOGLIONO I VOSTRI SOLDI.
La cooperazione è politicamente impossibile: i risultati elettorali della Merkel da una parte e del PD dall’altra sono abbastanza esplicativi: “eurobond” = “trasferimenti fiscali” ==> “Camice verdi” = “Camice brune” (v. Bagnai)
(che non sono comunque sufficienti per interrompere la desertificazione dei paesi periferici e l’immigrazione di massa che sta avvenendo: sì, proprio come in 150 anni di unità d’Italia con il meridione: o si crede che anche i siciliani siano degli “untermischen”?)
5- Inoltre a partire dall’imputare al “debito pubblico” anziché al DEBITO PRIVATO la crisi economica (quindi dagli squilibri della BdP ingenerata dalla moneta unica) sono state dette così tante menzogne che la situazione è insanabile: si stanno ripetendo i MEDESIMI errori che dagli anni ’20 hanno portato alla WWII. Indovina come si sono risolti quei giganteschi squilibri? Il New Deal non fu sufficiente. Per i dettagli (e i numeri) rimando al
solito prof. Bagnai.
SINTESI
E’ necessario colmare l’enorme gap culturale delle classi politiche europee costringendo intellettuali ed economisti di “spessore” a dire la VERITA’ su ciò che sta avvenendo. E’ necessario preparare le classi dirigenti a gestire lo SHOCK che si genererà quando le enormi tensioni accumulate faranno esplodere l’Europa: esplosione che paradossalmente non è ancora avvenuta a causa della contrapposizione nucleare (no winner).
Solo la Cultura e la Verità possono attutire la caduta: e quindi ogni sforzo per far cooperare i governi cercando di far trovare negli immediati “interessi materiali” delle “dominant social force behind the authority” europee una convergenza: vana speranza di risolvere il “dilemma del prigioniero”.
Siamo di fronte a un gigantesco circolo vizioso di follie ideologiche… e non si può ricostruire in pochi mesi ciò che è stato sistematicamente distrutto per decenni.
L’unica proposta attualmente valida consiste nello: SMANTELLAMENTO CONTROLLATO DELL’EUROZONA
*******
A questo punto, dopo tanta fatica, mi chiedo: DOVE, IN QUALE DI QUESTI PUNTI NON TI TROVI d’ACCORDO (al di là degli aspetti marginali e “filosofici” di cui giustamente sono stato cazziato da @Alessando)?
Il punto 3 per esempio. A mio modesto avviso la Germania non esiste come entità autonoma che, ragionando in termini nazionalistici sulla base di un processo autonomo e interno, si pone come definitivo impedimento all’integrazione politica europea. La Germania è solo utilizzata dalla massoneria reazionaria di Mario Draghi alla stregua di una nazione kapò che tiene in riga tutti gli altri. Quando, e se, cambieranno gli equilibri interni alla massoneria, la Germania, senza neppure accorgersene, dirà e farà l’esatto contrario di quello che sta facendo oggi. Fenomeno peraltro già visto e conosciuto nel secolo scorso.
p.s. Caro Rodion se volessi precisare il tuo pensiero a beneficio di tutti con appositi articoli, sappi che Il Moralista sarà lietissimo di pubblicarti. Anche e soprattutto nel caso in cui dovessi proporre una lettura degli eventi antitetica, polemica o incompatibile con quella che io quotidianamente propongo.
intanto, nonostante i punti di vista differenti rispetto alla possibilità/necessità di uscire dall’eurozona, siamo senz’altro tutti d’accordo che è fondamentale ricercare la verità, come giustamente Rodion suggerisce “costringendo intellettuali ed economisti di “spessore” a dire la VERITA’ su ciò che sta avvenendo” e questa attività informativa è su più fronti portata avanti da numerosi intellettuali, specialmente nei blog, egregiamente anche dal nostro F.Toscano, a cui dobbiamo rendere atto.
ha ha pensavo di aiutarti a fare una sintesi… non è mia abitudine cazziare nessuno. Toglimi una curiosità, ma il nome “Rodion” l’hai scelto ispirandoti a quel compositore russo?
@Moralista
Ti ringrazio per lo spazio offerto: mi par di capire che, a grandi linee, la differenza di opinione possa essere sintetizzata
a) dall’auspicio di una soluzione cooperativa che possa portare al progetto USE tramite “un cambio di governance” a partire del primo paese europeo [@moralista]
vs
b) impraticabilità di qualsiasi soluzione cooperativa e democratica di integrazione europea a causa dell’insostenibilità dell’unione monetaria e delle tensioni politiche dovute ai legittimi interessi contrapposti degli Stati nazionali [@Rodion]
Vedo se riesco a sviluppare un’analisi sintetica con i dovuti riferimenti ai maggiori attori del dibattito in essere con l’obiettivo di rispondere alla domanda:
—
Perchè si esclude che l’Europa possa evolvere in senso democratico sulla base di un processo finalisticamente identico a quello che ha portato alla unità d’Italia?
—
Provo ad inviarti una bozza: se credi che possa essere utile al dibattito e a chiarire le “diverse visioni” che conducono la medesima (si spera con la maiuscola) “Resistenza” sarò lieto di aver fornito il mio contributo.
Un caro saluto.
Attendo frigido pacatoque animo…
@Alessandro
Fra’ Rodion de Dunja :o)
@Rodion se sei contro l’euro DEVI votare 5 Stelle; casomai Lega che pero’ comporta altre implicazioni ma per adesso sono fatti tuoi, capirai col tempo.
Ma mai l’astensione, MAI TSIPRAS che sta li’ solo per rubare voti a Grillo e alla Lega, MAI E POI MAI QUEI VOTI IMBECILLI TIPO A RENZI, VENDOLA E COMPAGNIA BELLA.
O 5 Stelle o Lega.
@Petronius
Mi pare di aver già dato il mio contributo esprimendo un’opinione chiara.
1 – TSIPRAS è un espediente per fessi: ma tifo per loro e che si facciano la loro “esperienza” (ovviamente traumatica): che sbattano i pugni sul tavalo e facciano rinsavire la Merkel, la BuBa e i Quandt. Felice di aspettare il buon esito.
2 – M5S: a differenza tua il M5S l’ho visto nascere e svilupparsi, conosco buona parte della materia di Casaleggio e sono un fan di Beppe Grillo dai tempi di Fantastico. Ti posso dire che ho fatto anche una grande chiaccherata con Sibilia sugli argomenti che ci premono: veramente con gli attributi rispetto alla sua età.
Ma, leggi bene: sugli argomenti che sono veramente importanti NON CONTANO UN CAZZO. Sono costretti con la scusa della stampa che gli demolisce a seguire determinate linee. In più subiscono in Parlamento un mobbing che farebbe andar fuori di testa chiunque.
E soprattutto, carissimo: se vuoi capire capisci, se no ci aspettiamo al prossimo giro:
*** IL M5S (cioè Grillo+Casaleggio) NON VUOLE USCIRE DALL’EURO ***
Gli attivisti veri (non gli ultimi arrivati come te, sorry) sono fuoriusciti da un pezzo dal M5S: quelli più in gamba sono, ad esempio, confluiti nell’ARS.
Ah no! Tutto ma non l’ARS!
Insomma se vanno bene e riescono a concludere qualcosa farei buon viso a cattivo gioco, ma mi auguro che nasca qualcosa di meglio orima che non mi costringa a seguire l’ARS di quel signore.
A parte gli scherzi, sono il primo a dire che adesso è il momento di marciare uniti per cui basta che si sia contro il potere dei nazisti liberisti e a me va bene.
Diciamo che consigliare l’astensionismonalle europee come fa l’ARS è una stronzata da drizzare i capelli. Bisogna giocarsi tutte le carte no atteggiarsi a quello che non si degna di giocare.
..concordo con Arlette, dopo l”incontro che hanno avuto con gli economisti Borghi, Rinaldi, e con L.B.Caracciolo e N.Galloni..non hanno piu’ scuse..Sibilia ha detto chiaramente che loro prima di fare una rivoluzione economica vogliono fare una rivoluzione culturale..intanto pero’ la gente muore di fame, quando non si suicida prima..
Perché GOD ha detto che dobbiamo uscire dall’euro?
Io qui leggo che GOD ha fatto in modo che fosse votata la fiducia al governo Letta, per la verità:
http://www.grandeoriente-democratico.com/GOD_esprime_paradossale_soddisfazione_per_la_rinnovata_fiducia_al_governo_del_Para_Massone_Enrico_Letta.html
Dove si legge:
“e vedrete che avevamo visto giusto, in questi giorni, ad adoperarci in mille modi per fargli ottenere un’amplissima fiducia…”
Perché si sono adoperati in mille modi per dare l’amplissima fiducia a Letta?
Quoto il GOD:
“Siccome la gran parte del popolo italiano è costituito da somari che non imparano mai le lezioni e non sanno vedere al di là delle menzogne manipolatorie e conformistiche, l’unico modo per sconfiggere cattivi governanti come Monti, Letta, Renzi, etc., è lasciarli provare…”
Quindi siccome noi siamo somari il GOD vota la fiducia a Letta perché noi impariamo la lezione.
Boh…
Ci saranno degli ottimi motivi, ci sarà un piano raffinatissimo che noi profani non possiamo comprendere a fondo (mancando dei mezzi ermeneutici), non dico di no, certamente i fratelli massoni democratici stanno giocando una partita difficile da capire all’esterno.
Sto rischiando di fare la figura del grillino che fa propaganda elettorale e anche quella del rompi scatole.
Per un po’ mi limiterò al silenzio dell’apprendista (che sta zitto ma pensa e valuta).
@Petronius
Carissimo, tu hai mai sentito (o letto) di un uomo SAGGIO che dà dei “somari” in riferimento all’antropologia stessa di un popolo? E’ la stessa questione dell’ “italiota”: dispregiativo che qualifica chi lo usa.
Analizza:
1 – il sentimento ** paternalista ** che traspare dalle considerazioni pubblicate è incompatibile con la sostanza della Democrazia stessa
2 – il “demonio” non si combatte con le stesse armi del demonio stesso: mia nonna con la quinta elementare non avrebbe avuto dubbi in merito. Ma il *** controintuitivo *** piace sempre a chi non ha il coraggio (o l’onestà – che generalmente sono la stessa cosa) di accettare ed esprimere la realtà per quella che è
3 – i TRAUMI non sono mai lezioni (al contrario i carceri avrebbero la funziona costituzionale che spetta loro: di rieducazione e di reinserimento). Sostenere un governo di nazisti è sostenere un governo di nazisti: punto. Non educa nessuno. C’è solo vergognosa collaborazione con un sistema che ingenera sofferenza negli uomini
4 – di “illuminati” in Italia NON ce ne sono: viceversa non saremmo in questa situazione: non parliamo poi di “valorosi”. Coraggio e valore non sono generalmente propri del privilegiato.
Vorrei inoltre ricordare che per tradizione l’Italia bene è collaborazionismo e “autorazzismo” per antonomasia (e sono sempre gli altri gli “italioti”) già dal tempo del Risorgimento. (Al contrario qualcuno avrebbe dato retta ad un Cattaneo o avrebbe prestato attenzione alle considerazioni di Taparelli. Ma è meglio non ricordare come gli imperi amino gestire le colonie…)
La Resistenza è quella dei nipotini di Olivetti (dove sono?): tutto il resto sono chiacchere e distintivo.
(Chi disprezza i propri concittadini disprezza il proprio Paese: Lenin lo chiamava l’internazionalismo degli imbecilli)
Pertanto, la possibilità di creare un novello CNL non trova un riscontro di fattibilità ?
@Moralista
L’Europa adesso non esiste se non nei suoi aspetti normativi vessatori.
L’Europa “buona” dei popoli è un obiettivo possibile ma il sentimento di comunità fra i diversi paesi dalle culture diverse si realizzerà solo dopo una lotta in comune.
Con i tecnocrati non è possibile mediazione e chi è a favore dell’Europa deve accettare una prima fase in cui si lotterà tutti assieme per distruggerla.
Sarà solo dall’esperienza della lotta combattuta insieme che nasceranno e saranno “comprensibili” i profondi legami che ci uniranno.
Quello su cui non sono d’accordo con Rodion è che lui dà la massima importanza agli aspetti programmatici esplicitamente dichiarati mentre a mio avviso, in questa prima fase di lotta contro il potere oppressivo, le due posizioni, quella di chi vuole uscire dall’euro e quella di chi è contro i liberisti oppressori ma che dopo averli sconfitti manterrebbe l’Unione semplicemente riformandola, queste due posizioni sono allo stato perfettamente equivalenti e non in contrasto.
Se uno capisce questo salta un passaggio difficilissimo, ma sembra che sia un concetto di trascendentale difficoltà.
Che Grillo non abbia detto ente di preciso contro l’Europa non significa nulla; che Rodion assicuri che Grillo vuole mantenere l’euro NON SIGNIFICA UNA MAZZA.
Grillo non può volere nulla sull’euro perché il destino della moneta unica dilenderà solo ed esclusivamente dagli sviluppi politici che potremo capire davvero SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SE COMINCEREMO A DARCI DA FARE E NON A COLTIVARE GELOSAMENTE OGNUNO IL PROPRIO RIDICOLO ORTICELLO.
IN CONCRETO: la lotta “prenderà” i cuori solo se sarà radicale ma la persona intelligente sa che gli sviluppi saranno imprevedibili.
Quindi il primo passo è fare ciò di cui il sistema ha più paura ADESSO, non domani.
Allora sono dipostissimo a farmi convincere da Rodion anche sull’ARS, ma ARS e tutti i vari gruppuscoli avranno una funzione fra tre o quattro anni, oggi bisogna votare Grillo non per il programma ma perché SE PARTECIPEREMO quel movimento prenderà la forma CHE NOI GLI VORREMO DARE.