Amici lettori del Moralista lunedì 10 febbraio 2014, ancora una volta, verrà celebrata la “Giornata del Ricordo“. Istria “perduta”. La legge prevede che il 10 febbraio venga dichiarato, appunto, “giornata del Ricordo”. esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. iniziativa è stata intesa come risarcimento morale per gli esuli, che dopo il trattato di Osimo (anno 1975) si sono orientati elettoralmente verso le forze di destra e centrodestra, come la Lista per Trieste. La giornata del Ricordo è stata celebrata per la prima volta nel 2005. Ricordo che a Spalato e a Zara le autorità consolari italiane deposero corone al cimitero in ricordo delle vittime. Cerimonie simili, invece, non furono autorizzate né in Istria, né in Slovenia. opinione pubblica italiana sul crudele destino dei profughi della diaspora istriana. Le foibe, cavità carsiche diffuse nella Provincia di Trieste, vennero utilizzate dalle truppe di Tito per occultare i cadaveri delle vittime italiane, durante e alla fine della seconda guerra mondiale. 8 settembre 1943, avvenne in Istria e Dalmazia e vide centinaia di infoibati italiani. Colpevoli di esserlo. furono teatro di eccidi etnici a Trieste e a Gorizia. 45, il IX Corpus di Tito occupò per 40 giorni Trieste, infoibando senza alcuna pietà migliaia di italiani e tedeschi. anima della vittima di chiedere vendetta. … Difficile fare i conti, anche oggi. Stime credibili parlano di 5 mila infoibati. E altri 5 mila morti nei campi di concentramento. Ma altre fonti parlano di 30 mila. dire foiba significa evocare una tragedia storica di grandi dimensioni. armistizio e il 25 aprile 1945, data della liberazione. Istria e Dalmazia furono confiscate le case: per gli jugoslavi erano “italiani” e dovevano essere cacciati; per gli altri italiani erano fascisti, indesiderati. In Patria, furono accolti con diffidenza e ostilità. Molti emigrarono in Australia e Canada. Da anni, ahimé troppi anni, in trasmissioni che ho curato e condotto su tv private isontine e del Nordest, mi sono chiesto cosa ha da dire oggi questa Storia alle generazioni che “non l’hanno vissuta“. identità tra vicini di casa, in una terra “di confine”, dove si incrociano le diversità. Che mi pare essere, al presente, la nostra condizione “normale”. Ancora una volta, bisogna ricordare gli orrori della Storia, perché potrebbero ripetersi. Non per coltivare desideri di vendetta. Ma per evitare il male che verrà. Tolstoj dice che la Storia la scrivono sempre i vincitori. Ha ragione. Ma Nicolò Tommaseo aggiunge: “un popolo non è che memoria”. Tutta, non solo quella “autorizzata”. Così, parafrasando il titolo dello sceneggiato sulle foibe trasmesso anni fa dal servizio pubblico, ho capito che “il cuore nel pozzo”, finalmente, è riemerso alla luce. Forse perché i battiti del cuore della memoria si sentono meglio nel silenzio. Il silenzio vale a volte più di mille parole. Sapete. Un amico e grande collega, Paolo Scandalettiuna vicenda che secondo me è proprio come un romanzo thriller. Lui era un ufficiale di stanza a Merano in Altro Adige. Il generale l’aveva prescelto per una missione tanto delicata quanto destinata a rimanere tassativamente segreta. Il nostro soldato doveva documentare quello che aveva lasciato la spietata violenza dei partigiani di Tito sul fondo delle foibe. Ne erano state scelte due sopra Trieste e quattro in territorio jugoslavo. Il giovane militare aveva vent’anni, in quel lontano 1957. Svelo la sua identità, così come me l’ha suggerita l’amico e grande giornalista Paolo Scandaletti nella rubrica “Dietro l’Angolo” che tiene nella mia trasmissione mattutina. Lui era il sottotenente degli Alpini Mario Maffi. Camuffato nei panni di un turista, con l’aiuto dei carabinieri e di due speleologi locali, Maffi si calò nelle viscere della terra in quel di Monrupino e Basovizza, sul Carso giuliano. Nella terra di confine. Il tremendo confine orientale. Superando l’orrore, il militare riuscì a scattare foto, fare rilievi e raccogliere materiali per stendere quel rapporto che sarebbe rimasto nell’oscurità per mezzo secolo. Caduto il segreto militare, quell’ufficiale ne ha fatto un libro prezioso come la ginestra di Leopardi, un fiore che vive nel deserto riarso della verità, e che è pubblicato dall’editore Gaspari di Udine. Vi cito il titolo: “1957. Un alpino alla scoperta delle foibe“. Leggo nel testo, che è scorrevole e mozzafiato come un emozionante giallo storico: “Tra il pietrisco su cui camminavo spuntavano ossa umane, vertebre, un braccio così corto da fare pensare ad un bambino. Spostando le pietre, ….ancora ossa e materiali marcescenti….Un bottone di divisa tedesca“. Le informazioni locali dicevano che i partizansky Titini nel ’45 avevano catturato tutti i tedeschi degenti all’ospedale di Trieste, militari e civili. Li avevano caricati a forza sui camion. E infine li avevano ribaltati direttamente nella fossa, con la violenza, chiudendone infine l’imboccatura con una mina. Erano state stimate poco meno di cinquecento persone. Nella seconda foiba i comunisti titini ne hanno gettati il doppio, tutti italiani. Riprendo la lettura del libro di Maffi, con un senso di sgomento e di indignazione crescenti come una torta che lievita nel forno: “L’aria era irrespirabile, un odore acre attanagliava alla gola. Il fondo era formato da una melma nerastra dalla quale spuntavano rifiuti di ogni genere….ma non vidi resti umani. La massa saponosa al fondo, e sulle pareti alta 15 metri, era la decomposizione dei cadaveri. Almeno di mille persone“. Maffi stesso propose di chiudere quelle fosse, facendone delle tombe. Il giorno dei morti del ’59 il famoso vescovo di Trieste mons. Antonio Santincelebrò la messa di suffragio per quei defunti. Vedete, l’Istria e la Dalmazia sono terre antichissime. Terre che conservano l’impronta indelebile e la memoria incancellabile di Roma e di Venezia. Impronta e memoria e radici che, se ci andate, potrete respirare e toccare con mano ovunque in Istria. La violenza nazifascista e quella slava vi si sono abbattute come un maglio, in un singolare ma non inverosimile e divaricato combinato disposto, sugli sventurati concittadini istriani di famiglia e cultura italiana. Che sono stati brutalmente perseguitati e deportati. Una vera pulizia etnica: in almeno 25 mila sono stati ristretti nei campi di concentramento. Precipitandone altre migliaia nelle foibe dell’altopiano carsico di frontiera. Quanti? L’orribile contabilità non è mai stata definita completamente. Sono più di vent’anni che conduco trasmissioni di approfondimento su questa lacuna imperdonabile, su questa disattenzione cialtronesca, sulla rimozione e sulla mistificazione meschine. Ricordo che ne parlavo sempre con lo storico pordenonese Marco Pirina e con il grande scrittore friulano Carlo Sgorlon, che andavo a trovare nella sua casa di Via Micesio a Udine. E ne ho riparlato di recente ritrovando dopo oltre trent’anni un amico come Rodolfo Ziberna, dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Quelle intimidazioni, minacce, soprusi, violenze, ricatti provocarono l’esodo biblico di 350 mila istriani che erano profondamente legati alle loro case e totalmente, visceralmente innamorati della loro terra natìa. Ma che erano stati costretti ad abbandonare tutto agli invasori, per avere salva la vita. Propria e dei propri figli. gli istriani nella loro diaspora drammatica furono accolti con malagrazia e antipatia, giunti sul suolo italiano. La Madre Patria, alla stazione di Bologna “la rossa” si rivelava per quello che era: una scostumata, prevenuta, rancorosa e sguaiata matrigna vendicativa. Capace di calarsi nell’abisso dell’abbrutimento e dell’inumanità nel negare perfino il latte ai bambini degli esuli in fuga. Gli esuli istriani, insomma, hanno pagato sulla loro pelle caro ed amaro sia il conto della Guerra Fredda che quello delle lotte politiche intestine a Roma. E sapete il paradosso? Questo qui: chi di loro è ancora in vita, come la carissima e combattiva Anna Fagarazzi, è costretto ad assistere al nuovo straziante vilipendio della memoria. E a continuare a pagare quell’atroce conto sempre aperto. Per l’oblio in cui è stata confinata la tragedia adriatica dalla nostra memoria e dai libri di storia. Mi ha chiamato in diretta anche oggi, poco prima che rivedessi questo articolo: “Sai Gianluca, qualcuno dei telespettatori si lamenta perché parlo da te e ricordo la nostra tragedia. Bene, si rassegnino: finché avrò voce io parlerò e ricorderò”. Cara Anna, sappi che l’ambiguità mette radici quando un pensiero vuole morire. Anna ha affrontato e combatte ogni giorno contro un nemico ancor più subdolo dei prevenuti e antipatizzanti di mestiere, un ospite ingrato e bastardo annidato nel suo corpo quando il corpo ha solo il cielo scuro per vestito come avere appiccicato in testa il vuoto di un presente eterno: ciononostante, nell’ultimo anno è andata a parlare ai ragazzi di 56 scuole. Non può riposare, non se lo può permettere, segue strade senza inizio e senza fine, è tenuta in piedi dal dolore e dall’amore e il suo futuro di ieri passa sotto le gambe come un furetto dispettoso e insolente. Il dolore del ricordo di quel che ha subito e di cui porta i segni nel libro delle vita. Il dolore respira con lei, vaga lungo incerte terre di confine, ne segue il ritmo del suo cuore a sobbalzi. Non lo può abbandonare. Perché il dolore sale e scende dalla ruota del suo destino, suo e della sua famiglia e della sua gente. Però Anna vive e ricorda anche grazie all’amore: perché noi siamo quello che amiamo. Anna fa bene. Continui ad alimentare il “rumore della memoria”. Perché questi giovani devono sapere quel che ai loro padri è stato nascosto in un incantesimo ignobile. Glielo dobbiamo. Ce lo dobbiamo. Anna si indigna ancora: stavolta ricorda che il presidente Saragat decorò nel 1969 l’infoibatore Josep Broz Tito e ad una trentina di altri macellai slavi (alcuni ancora vivi) come “Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica italiana”. Con l’aggiunta, già che c’era, del “Gran Cordone”, il più alto riconoscimento previsto. Dico io: possibile che nessuno abbia pensato di levargli questa onorificenza per indegnità, come è previsto dalla legge? Solo a Tanzi togliamo il cavalierato in venti giorni? Era peggio di Tito? Per tacere di Franjo Rustja. Che nei 40 giorni di occupazione titina di Trieste, era il primo assistente al comando del IX Corpus. La famigerata, sanguinaria, feroce unità di Tito che catturò, massacrò, torturò e gettò nelle foibe migliaia di italiani. Colpevoli di esserlo. Ma niente da fare: la burocrazia ha frapposto il solito, scivoloso muro di gomma alla richiesta di revoca e cancellazione. Anna Fagarazzi ha ragione. Ma ricordi sempre che un uomo che ne uccide un altro è un assassino, mentre un uomo che ordina di ammazzarne un milione è uno statista. La storia dell’umanità certifica questo principio. Oggettivamente, l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, e quello della Serbia, ripropongono all’opinione pubblica italiana la memoria della tragedia adriatica: chi risarcirà mai i 350 mila italiani che furono costretti ad abbandonare l’Istria e la Dalmazia (ammesso e non concesso che un risarcimentro sia possibile)? Costretti a lasciare lì tutto di sé, il loro vissuto, i propri averi, le attività, sotto l’incalzare prima minaccioso e poi terroristico e genocidario dei partigiani di Tito? Nessuno, purtroppo: è una facile previsione. Anzi una certezza. Sebenico e Ragusa. Otto secoli, e arriverà Bisanzio, e poi ancora i Franchi col loro sistema feudale. Ma dal Mille, e per altri ottocento anni, la storia di queste terre benedette da una natura invidiabile, vigorosa e generosa sarà strettamente legata a quella della Serenissima Repubblica di san Marco. Venezia non è interessata alla conquista dei territori quanto alla sicurezza dei traffici, alla presenza di porti sicuri per le sue navi in rotta verso i ricchi mercati dell’Egeo e del Mediterraneo orientale. In cambio, la Serenissima repubblica è in grado di offrire protezione dai pirati e occasioni di sviluppo economico e culturale. Molto accortamente rimette in funzione le autonomie comunali, pur con la supervisione di alcuni suoi nobiluomini e il contrassegno del Leone alato alle porte delle città e sul palazzo della Loggia. Dopo il crollo della Repubblica marinara del 1797 e il rapido intermezzo di Napoleonesono diventati ormai maggioranza. E perfino là dove molte comunità di diversa etnia convivono pacificamente alla pari, senza alcuna prepotenza. Per non dire del passaggio rovinoso dei nazisti, nella ritirata rabbiosa visto che la guerra era ormai perduta; alla cui violenza subentra quella ancora più feroce, impietosa e “scientifica” delle armate del maresciallo Tito. Deportazioni, annegamenti e foibe costringono quei cittadini, solo perché la loro lingua, la loro cultura e identità sono italiane, ad abbandonare precipitosamente tutto. La tragedia accade fra il ’43 e il ’54. Costretti a lasciare la terra su cui erano nati e in cui quasi tutti avevano bene operato, abbandonandola nelle mani di sloveni e croati. Con i beni e le proprietà, le realizzazioni e i ricordi spesso felici. Il tutto tra le lacrime inconsolabili e il dolore insopportabile e le lacerazioni e le troppe ferite mai più rimarginate, per un’ amputazione così drastica, per uno stupro fisico e morale così indecente. Un popolo esodato che, con mezzi di fortuna e mille peripezie e disagi inenarrabili, approda a Trieste, Udine, Venezia, Padova, Bologna, e in Sardegna, nei campi di raccolta inospitali. E a loro i “locali” guardano con insofferenza se non proprio aperta ostilità. Proprio sulle loro teste si giocava infatti l’immane partita governata dagli untuosi corifei della real politik della spartizione, fra i vincitori, delle grandi aree mondiali di influenza. La Guerra fredda fra l’Occidente angloamericano e l’impero sovietico, nel quale oltretutto Tito prendeva le distanze da Mosca e dai suoi satelliti, spalleggiato da Londra e New York. Per tacere della “consueta” lotta politica intestina (e infatti ci è lassativa) a Roma, dove da sempre si fa finta di litigare mentre Sagunto brucia e i suoi abitanti schiattano. I 350 mila arrivati in Italia si sono progressivamente inseriti nella vita nazionale, con iniziative di grande significato e avendone meritata notorietà. L’hanno fatto non solo privi di alcuna agevolazione o corsia privilegiata, non avendo aperto com’è noto alcun centro sociale intitolato a qualche “compagno” terrorista o a “Maria” (non nel senso della Beata Vergine, ma della patrona del beatissimo sballo… culturale). Ma l’hanno dovuto fare superando gli ostacoli, trappole e trabocchetti frapposti dagli esponenti del potere sinistrorso e consociativo, per i quali il popolo istriano era un ottimo capro espiatorio sempreverde. – Napolitano, Turk e Josipovichanno prospettato a luglio del 2010, col grande concerto in piazza dell’Unità a Trieste. Nella comune patria europea, da oggi vi sono nuove e fondate ragioni per una migliore comprensione fra popoli confinanti. Per tramutare finalmente il confine da strumento di paura e divisione e oppressione, quindi di morte, in occasione di rilancio e cooperazione, quindi di vita. che nei decenni ha dimostrato “realmente” tutta la sua disumanità. “La profonda sofferenza di tutti i prigionieri e di tutti gli esuli è vivere con una memoria che non serve a nulla“, scriveva Camus ne La peste. Nel mio prossimo romanzo, in gestazione, racconterò di una immane strage dimenticata, accaduta proprio in Istria. Credo, nelle mie intenzioni, possa essere un piccolo, microscopico e modesto risarcimento morale. Con le mie scuse, per non essere riuscito a fare di più, in questi anni. Una carezza, per tutte quelle carezze che non abbiamo saputo dargli. Per lenire un poco tutto il loro immenso dolore che ci ha lasciati indifferenti e apatici. Per tutta l’ingiustizia su cui ci siamo lavati le mani, diventandone complici. No, scusate, secondo me non basta, non può bastare indire un “Giorno del Ricordo” per fingere di ricordare. Per risvegliare, annusando i sali della festa, la nostra memoria atrofizzata. Per farci imparare di nuovo a ricordare, cioè a essere davvero un popolo che vive in una Patria. No, non è mai sufficiente la protesi del calendario, anche se in pompa magna e coi bei discorsi inutili, per scaricarci dal rimorso, per tranquillizzarci la coscienza, per assolverci da tutte le omissioni per viltà, opportunismo, menefreghismo o paura. Ecco ciò che secondo me dobbiamo ai nostri – nostri – istriani: ammettere che la loro storia è la nostra storia, tutta intera, e che noi l’abbiamo tradita. Tradendo noi stessi. Dopotutto, l’Istria e gli istriani sono lo specchio di una nazione e di un popolo che ha smesso di amarsi e di rispettarsi. A partire da questa sgraziata e disgraziata emiplegia della memoria che genera l’anoressia del futuro. Il nostro futuro. Perché quel popolo senza sogni che non siano colpe siamo noi.
Gianluca Versace
i numeri forniti (tutti presunti!!!) dall’autore mi ricordano tanto i più famosi “sei milioni”. in realtà i corpi ufficialmente ritrovati nelle foibe sono 798.
ma a parte l’aritmetica, nulla si dice della realtà etnica dell’Istria. <>
e nulla si dice delle politiche italiane e della fascistizzazione dell’ istria a partire dal primo dopoguerra. <>. [Mussolini, discorso tenuto a Pola, 24 settembre 1920].
poi, l’occupazione nazifascita dopo l’8 settembre e la resistenza hanno fatto il resto per quanto riguarda repressione, guerra civile e vendette.
quando si fa storia, occorre sempre ricostruire un minimo di contesto. in caso contrario è solo inutile propaganda.
i numeri forniti (tutti presunti!!!) dall’autore mi ricordano tanto i più famosi “sei milioni”. in realtà i corpi ufficialmente ritrovati nelle foibe sono 798.
ma a parte l’aritmetica, nulla si dice della realtà etnica dell’Istria. “Etnicamente, nel 1910, su 404.309 abitanti, 168.116 erano di origine serbocroata;
55.356 sloveni; 13.279 tedeschi; 147.416 italiani. La penisola era dunque un territorio eterogeneo e multietnico, a maggioranza slava, e sotto controllo asburgico. Nulla legava queste terre all’Italia in quanto entità statale. Piuttosto, un contesto in cui erano presenti varie nazionalità e un intreccio di culture, fra cui quella
veneta.”
e nulla si dice delle politiche italiane e della fascistizzazione dell’ istria a partire dal primo dopoguerra. “di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica dello zuccherino, ma quella del bastone.[...]I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”. [Mussolini, discorso tenuto a Pola, 24 settembre 1920].
poi, l’occupazione nazifascita dopo l’8 settembre e la resistenza hanno fatto il resto per quanto riguarda repressione, guerra civile e vendette.
quando si fa storia, occorre sempre ricostruire un minimo di contesto. in caso contrario è solo inutile propaganda.
I suoi dati riferiti al 1910 potranno anche essere ineccepibili, ma mi pare grossolano omettere le politiche anti italiane degli Asburgo antecedenti a questa data, che portarono nella seconda metà del XIX secolo all’espatrio o alla “slavizzazione” di decina di migliaia di dalmati italiani, a lei le parole frutto di una riunione del consiglio dei ministri austriaco del 1866: « Sua maestà ha espresso il preciso ordine di opporsi in modo risolutivo all’influsso dell’elemento italiano ancora presente in alcuni Kronländer, e di mirare alla germanizzazione o slavizzazione – a seconda delle circostanze – delle zone in questione con tutte le energie e senza alcun riguardo, mediante un adeguato affidamento di incarichi a magistrati politici ed insegnanti, nonché attraverso l’influenza della stampa in Tirolo meridionale, Dalmazia e Litorale adriatico. »
(Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi, Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971, vol. 2, p. 297.[4].)
Dunque, Adamo, secondo lei anche la cifra di sei milioni è falsa?
non lo dico io.
lo afferma l’autorità che gestisce il campo si Auschwitz. Nel 1989 la targa commemorativa di 4 milioni di decessi è stata sostituita con un’altra che riferisce 1,5 milioni di vittime. faccia lei l’operazione aritmetica del caso.
non voglio aggiungere quello che si sente nei film poliziesco-giudiziari americani secondo cui chi mente una volta può mentire sempre….. basta ricordarsi delle vittime di Katyn per considerare l’attendibilità di certe fonti…più o meno storiche…
Però, anche se fossero “solo” 1,5 milioni di morti, si tratterebbe comunque di un crimine contro l’umanità. Analogamente, nel caso delle foibe, non mi sembra fondamentale sapere il numero esatto delle vittime, poiché comunque mi pare evidente che vi sia stato un crimine contro la comunità italiana. Pertanto, ritengo doveroso che il nostro Paese ricordi questo eccidio.
sottoscrivo!
c’è un fraintendimento (voluto?).
nessuno può e deve negare i piccoli o grandi eccidi della storia umana.
compito dello storico o del giornalista corretto è, però, quello di contestualizzarli, prima, e di denunciarne le strumentalizzazioni, poi.
tutto qui.
Concittadini infoibati o diversamente massacrati in tempo di guerra ed a guerra finita
Abate Umberto Carabiniere di Silvestro, nato a San Lucido (CS) il 01/01/1916, resid. a Gorizia
Abenante Rocco Militare nato a Bocchigliero (CS) il 16/08/1915
Afflisio Giovanni Sergente di Ottavio, n. a Tarsia (CS) il 18/09/1912
Albanese Pietro Bersagliere di Francesco, n. a Siderno (RC) il 06/02/1923
Alfano Gabriele V. Brigadiere P.S. di Serafino, a San Vincenzo la Costa (CS) il 02/03/1907, resid. a Udine
Aloe Nicola Guardia P.S. di Gennaro, n. a Longobardi (CS) il 14/05/1923, resid. a Gorizia
Angotti Sante M.llo Ca. nato a Nicastro (CZ) nel 1895
Arcà Rocco Carabiniere nato a Anoia (RC) il 23/10/1901
Arcari Rosario Militare di Raimondo, n. a Catanzaro il 27/06/1914, resid. a Trieste
Arconti Giuseppe Carabiniere nato a Bova Marina (RC) il 17/06/1921
Barbieri Aristide (dott.) S. Tenente di Giuseppe, n. a Rende (CS) il 26/08/1882, resid. a Pola
Basile Cosmo Geniere di Domenico, n. a San Cosmo Albanese (CS) il 02/11/1921
Benedetto Giuseppe Pioniere di Vincenzo, n. a Saline Joniche (RC) il 10/02/1912 (01/09/1911?)
Bertuca Francesco Sergente nato a Cortale (CZ) il 22/05/1917
Blotta Armando Pasquale Ten. Col. di Gennaro, n. a Catanzaro il 30/01/1895, resid. a Trieste
Bono Paolo Soldato di Giovanni, n. a Bianco (RC) nel 1923
Bradamante Giuseppe Guardia P.S. da Stignano (RC)
Brancatisano Giuseppe Militare da San Giovanni di Samo (RC)
Brasca Domenico Brigadiere di Rosario, n. a Vibo Valentia il 11/11/1917
Brigante Carmelo Militare di Antonio Gius., n. a Ferruzzano (RC) il 02/12/1922
Bruni Nicola Colonnello di Francesco, n. a Dasà (Vibo Valentia) il 19/03/1897
Calabretta Giovandomenico Carabiniere di Giuseppe, n. a Mesoraca (Crotone) nel 1924
Camminiti Sante (Santo) Guardia P.S. di Francesco, n. a Villa San Giovanni (RC) il 12/02/1907, resid. a Trieste
Canna Antonio Militare nato a Lamezia Terme (CZ) il 08/09/1923
Caruso Giuseppe Sergente di Francesco, n. a Platì (RC) il 31/08/1914
Ceravolo Vincenzo Milite di Filippo, n. a Maida (CZ) il 16/07/1907
Chiaravalle Antonio Militare n. a Pizzo (VV) il 15/05/1917
Cimino Pasquale Carabiniere nato a Cutro (KR) il 12/01/1915
Coccimiglio Salvatore S.Brigadiere di Antonio, n. a San Biase (CZ) il 24/12/1899, resid. a Trieste
Corbo Bruno Guardia P.S. di Nicola, n. a Arena (VV) il 26/04/1920
Corbo Giuseppe Guardia P.S. di Giovanni, n. a Conca d. Campania (NA) il 06/09/1913 (1918?), resid. famiglia a Marzano Appio (CS)
Cosmano Aurelio Serg. Maggiore di Angelo, n. a Locri (RC) il 23/01/1923
Cotronco Saverio Aviere di Giuseppe, nato nel 1924, resid. a Mileso (CZ)
Crea Giuseppe Guardia P.S. di Nicola, n. a Motta San Giovanni (RC) il 01/06/1923, resid. a Gorizia
Cupello Pasquale Militare di Francesco, n. a Paola (CS) il 25/06/1922
Cuzzucrea Giuseppe (Cuzzocrea Giuseppe) Fuciliere di Marina di Domenico, n. a Melito di Porto Salvo (RC) il 24/07/1924
D’Agostino Domenico Civile di Antonio, n. a Castrovillari (CS) il 15/10/1896, resid. a Trieste
D’Amico Luigi Antonino S.Tenente di Pasquale, n. a Reggio Calabria il 19/02/1925
D’Atri Oscar Civile di Antonio, n. a Castrovillari (CS) il 07/09/1897
Dattola Giuseppe P. Guardia Marina di Salvatore, n. a Reggio di Calabria il 07/01/1922
De Marco Francesco Maresciallo di Giuseppe, n. a Crotone il 25/08/1908, resid. a Udine
De Simone Luigi Militare di Pasquale, n. a Paludi (CS) il 15/08/1920
Domerillo Enrico Serg. A.U. di Oreste, n. ad Arena (VV) il 08/01/1922
Elia Felice Carabiniere di Giuseppe, n. a Petronà (CZ) il 16/10/1903, resid. a Trieste
Fazzari Pietro Bers. di Giovanni, n. a Ferruzzano (RC) il 06/06/1923, ivi resid.
Fissore Federico Milite di Amedeo, n. a Locri (RC) il 13/05/1917
Garofalo Angelo Ruggero Militare di Sante, n. a Parenti (CS) il 21/01/1921, ivi resid.
Ghedina Giovanni Milite sc. di Michele, n. a Stignano (RC) il 09/04/1907
Gigliotti Albino Civile di Giuseppe, n. a Rogliano Calabro (CS) il 19/03/1898, resid.a Duino Aurissina
Gigliotti Menotti Civile di Felice, n. a Serrastretta (CZ) il 28/09/1880, resid. a Gorizia
Giovinazzo Francesco Giuseppe Militare residente a Rosarno (RC)
Gnisci Concetta Civile nata a Reggio Calabria il 23/11/1876, resid. a Fiume
Guglielmi Luigi Militare di Rosario, n. a San Lucido (CS) il 07/02/1922
Gugliotti Luigi Civile nato ad Albidona (CS) il 08/01/1903
Ioppolo Domenico Militare di Francesco,n. a Polistena (RC) il 22/09/1908
Italiano Domenico Tenente di Vincenzo, n. ad Amendolara (CS) il 23/02/1912, resid. a Trieste
Italiano Prospero Guardia P.S. di Vincenzo, n. ad Amendolara (CS) il 23/11/1913, resid. a Trieste
Labate Giuseppe Maggiore nato a Reggio Calabria, di anni 48
Le Rose Francesco S.Brigadiere di Giuseppe, n. a Roccabernarda (KR) (Crotone) il 11/04/1908, resid. a Trieste
Ligato Antonino Finanza Appuntato di Francesco, n. a San Lorenzo (RC) il 12/04/1904, resid. a Trieste
Lo Monaco Domenico M.llo Magg. di Vincenzo, n. a Catanzaro il 24/03/1901, resid. a Trieste
Loiacono Giuseppe Militare di Francesco, n. a Rosarno (RC) il 07/04/1914
Lombardi Giovanni Milite di Giuseppe, n. a Fabrizia (VV) il 01/02/1901, resid. a Trieste
Lombardo Antonio Soldato da S.Marco Argentano (CS)
Lombardo Gaetano Brigadiere di Vincenzo, n. a Roccella Jonica (RC) il 20/06/1908, resid. a Trieste
Lotito Saverio Militare di Francesco, n. a Lungro (CS) il 23/02/1923
Lubrano Giovanni Soldato di Michele, n. a Radicena (RC) il 07/07/1924, resid. a Monfalcone
Madre Giuseppe Sergente di Giovanni, n. ad Africo (RC) nel 1923
Maffei Carlo Sergente nato ad Africo (RC) nel 1923
Malena Gregorio Civile di Cesare, n. a Rossano Calabro (CS) il 01/02/1886, resid. a Gorizia
Maltese Salvatore Civile di Vitaliano, n. a Catanzaro il 05/10/1899, resid. a Rovigno
Marte Giuseppe Bersagliere Sergente di Giovanni, n. ad Africo (RC) il 13/08/1923
Mazzacca Tullio Guardia P.S. di Arturo, nato a Mignano Monte Lungo (CS) il 19/07/1922, resid. a Gorizia
Miglio Carlo Umberto Finanziere nato a Castrovillari (CS) il 01/03/1907
Mirenzi Gaetano Appuntato di Francesco, n. a Vassano (CZ) il 16/11/1905
Mobilia Giorgio Milite di Serafino, n. a Laureana di Borrello (RC) il 04/05/1918
Muracca Antonio Cap.le Maggiore di Pasquale, nato a Reggio Calabria il 17/6/1918
Nebbioso Ernesto Guardia di Romolo, n. a Crotone il 19/06/1894, resid. a Rovigno (PL)
Nucera Domenico Finanziere nato a Guardavalle (CZ) il 29/11/1908
Paone Antonio Capo 3^ nato a Bova Marina (RC) il 28/08/1897, resid. a Monfalcone (GO)
Pellegrino Pasquale V. Brigadiere di Vincenzo, n. a Falerna (CZ) il 06/06/1908, resid. a Gorizia
Pellicano Luigi Cap.le Maggiore di Alfredo, n. a Reggio Calabria il 27/09/1899, resid. a Trieste
Petrone Salvatore Militare di Benedetto, n. a Acri (CS) il 04/03/1909
Pirrello Antonino Guardia P.S. di Antonino, n. a Reggio Calabria il 29/11/1916
Polito Filippo Guardia P.S. di Salvatore, n. ad Ardore (RC) il 18/08/1923, resi. a Trieste
Pugliese Filippo Milite di Antonio, n. a Vibo Valentia (VV) il 15/12/1920
Quartuccio Saverio/Severino impiegato Nato il 23-5-1899 a Cleto, Reggio Calabria, padre Paolo madre Severina Smorto.
Quartuccio Severino Civile di Paolo, n. a San Lorenzo fraz. Chorio (RC) il 23/05/1899, resid. a Gorizia
Raddi Angelo Cap.le Maggiore di Domenico, n. a Roggiano Gravina (CS) il 01/01/1914
Rionero Francesco Soldato di Salvatore, n. a Vascinezza (CZ) il 20/06/1920, resid. a Vazzano (VV)
Romano Francesco Militare resid. famiglia a Bisignano (CS)
Rosmarino Alberto Civile di Francesco, n. a Locri (RC) il 23/10/1926
Rumano Giuseppe Militare di Francesco, n. a San Demetrio Corone (CS) il 16/11/1912
Russo Vincenzo M.llo Ca. P.S. di Francesco, n. a Sambiase (CZ) il 10/10/1894, resid. a Trieste
Scanga Francesco Militare di Gregorio, n. a Lago (CS) il 02/02/1922
Scilinguo Vincenzo Maresciallo pilota di Giovanni, n. a Malvito (CS) il 16/01/1908CS
Scorza Giuseppe Militare scelto di Domenico, n. a Santa Sofia d’Epiro (CS) il 20/01/1920, resid. ad Azzano Decimo (PN)
Sergi Saverio Guardia P.S. di Leonardo, n. a Melito di Porto Salvo (RC) il 02/03/1923, resid. a Trieste
Sollazzo Vincenzo Fuciliere di Marina di Bruno, n. a Reggio Calabria il 24/02/1922, resid. a Trieste
Spezzano Giacomo Guardia P.S. di Giacomo, nato a Reggio Calabria il 18/08/1916, resid. a Gorizia
Spinella Giovanni Guardia P.S. di Rosario, n. a Reggio Calabria il 06/03/1920, resid. a Trieste
Stilo Giuseppe Marinaio di Pietro, n. a Campo Calabro (RC) il 03/08/1922
Storace Francesco Brigadiere di Oreste, n. a Falerno (CZ) il 16/12/1920, resid. a Campoformido (UD)
Talè Pasquale Sergente di Agostino, n. a Reggio Calabria il 15/03/1920, resid. a Trieste
Torchio Nicola Carabiniere/Brigadiere di Nicola, n. a Rocca Imperiale (CS) il 10/03/1911, resid. a Trieste
Toscano Michele Civile di Michele, n. a Vibo Valentia, di anni 50, resid. a San Gregorio nelle Alpi (BL)
Trovato Vincenzo Milite di Giovanni, n. a Lamezia Terme (CZ) il 25/08/1921
Truglio Vincenzo Militare nato a Curinga (CZ) il 01/04/1898
Valle Antonio Agente P.S. di Roberto, n. a Pignataro Maggiore (CS) il 14/12/1903
Vallone Antonio (Claudio) Bers. nato a Lamezia Terme (CZ) il 15/04/1925
Vangieri Salvatore Militare di Luigi, n. a San Giorgio Albanese (CS) il 13/01/1923
Zito Antonio Finanziere nato a Benestare (RC) il 04/12/1905
Per favore potresti dirmi dove hai trovato il nome di mio zio Cupello Pasquale, che cerchiamo dal 1945?Te ne sarò grata
Città che hanno onorato i Martiri delle Foibe nella propria Toponomastica e nella memorialistica istituzionale.
Un sentito ringraziamento a tutte le Amministrazioni per la lodevole iniziativa in Memoria
ABBIATEGRASSO (Milano) Parco Martiri delle Foibe
ABETONE (Pistoia) Scuola Norma Cossetto
ACQUAVIVA DELLE FONTI (Bari) Via Martiri delle Foibe
ACQUI TERME (Alessandria) P.zza Martiri delle Foibe
ADRANO (Catania) Lapide in Memoria Martiri delle Foibe
ADRANO (Catania) Parco in Memoria delle Vittime dell Foibe
AGNADELLO (Cremona) Memorial Martiri delle Foibe
ALBA (Cuneo) Giardini Vittime delle Foiba
ALBANO SANT’ALESSADRO (Bergamo) Via Martiri delle Foibe
ALBIGNASEGO (Padova) Viale Martiri delle Foibe
ALESSANDRIA Via Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati
ALESSANDRIA Via Vittime delle Foibe
ALGHERO fraz. Fertilia (Sassari) Via Martiri delle Foibe
ALLERONA scalo (Terni) Largo Martiri delle Foibe
ALTAMURA (Bari) Via Caduti delle Foibe
ALTAVILLA VICENTINA fraz. Tavernelle (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
ALTOPASCIO (Lucca) Via Martiri delle Foibe
ANCONA Scalinata Italiani di Istria Fiume e Dalmazia
ANCONA (Chiesa di S. Francesco alle Scale) Altare in onore dei Martiri Fiumani
ANDRIA (Barletta/Andria/Trani) Memorial ai Martiri delle Foibe ed agli Esuli
ANTRODOCO (Rieti) Giardino Martiri delle Foibe
Aosta
AREZZO Largo Martiri delle Foibe
ARONA (Novara) Largo Martiri delle Foibe
ARONA (Novara) Memorial A Perenne Ricordo delle Vittime delle Foibe
ASCOLI PICENO Largo Martiri delle Foibe
ASSISI – S.Maria degli Angeli (Perugia) Via Martiri delle Foibe
ATESSA (Chieti) Via Martiri delle Foibe
AVEZZANO (L’Aquila) Via Martiri delle Foibe
AZZANO DECIMO (Pordenone) proposta attesa di delibera
BADIA POLESINE (Rovigo) Via Martiri delle Foibe
BARANZATE (Milano) Giardino Martiri delle Foibe
BARI Via Martiri delle Foibe
BASCHI (Terni) P.zza Martiri delle Foibe
BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
BAUCINA (Palermo) Via Martiri delle Foibe
BELLUNO P.zzale Vittime delle Foibe
BELLUNO (Pian del Cansiglio) .- Foiba Bus de la Lum 1943 – 1945 – Ai Caduti senza Nome
BENEVENTO P.zzale Martiri delle Foibe
BETTOLA (Piacenza) Scalinata Martiri delle Foibe
BETTONA (Perugia) Via Martiri delle Foibe
BIASSONO (Monza-Brianza) Via Martiri delle Foibe – Istria (1943 – 47)
BIBIONE (San Michele al Tagliamento) Memorial ai Martiri delle Foibe
BISCEGLIE (Barletta – Andria – Trani) Proposta Memorial in onore del Martire delle Foibe Antonio Papagni – Agricoltore poi Aviatore scelto
BOLOGNA Giard. Martiri d’Istria, V.G. e Dalmazia
BOLOGNA Rotonda Martiri delle Foibe
BOLOGNA (Stazione) Memo x accoglienza Esuli alla Stazione di Bologna 1945-1947
BOLTIERE (Bergamo) Proposta – attesa di delibera
BOLZANO In Ricordo degli Esuli
BOLZANO P.zza Martiri delle Foibe
BONATE SOPRA (Bergamo) Parco Martiri delle foibe
BORGO SAN DALMAZZO (Cuneo) P.zza Vittime delle Foibe
BOVA MARINA (Reggio Calabria) Carabiniere Giuseppe Arconti
BRA (Cuneo) P.zza Martiri delle Foibe – Esuli in Istria, Fiume e Dalmazia
BRA (Cuneo) Memorial per gli Italiani Martiri delle Foibe o costretti all’Esodo
BRESCIA Via Martiri delle Foibe
BRESCIA via vittime d’istria, fiume, dalmazia
BRINDISI Via Martiri delle Foibe
BRONI (Pavia) Via Martiri delle Foibe
BRUGHERIO (Monza-Brianza) Parco Martiri delle Foibe
BUDRIO fraz. di Cento (Bologna) Via Vittime delle Foibe
BUSSOLENGO (Verona) Viale Martiri delle Foibe
BUSTO ARSIZIO(Varese) Via dei Giuliani e Dalmati
CAGLIARI Parco dei Martiri delle Foibe
CAGLIARI (Cimitero di San Michele) In memoria dei Martiri Italiani trucidati nelle Foibe
CALALZO (Belluno) Sala Consiliare in onore di Norma Cossetto
CALCINAIA fraz. Fornacette (Pisa) Via Vittime delle Foibe
CALCINATO (Brescia) Via Martiri delle Foibe
CALENDASCO (Piacenza) Proposta – attesa delibera
CALOLZIOCORTE (Lecco) Parco Martiri delle Foibe
CALTANISETTA Via Luigi Bruno – Guardia Scelta di Pubblica Sicurezza – Martire delle Foibe
CALTANISSETTA Memorial in onore dei Martiri delle Foibe
CAMAIORE (Lucca) Via Martiri delle Foibe
CAMOGLI (Genova) Scalinata Martiri delle Foibe
CAMPAGNATICO (Grosseto) Via Martiri d’Istria
CAMPELLO SUL CLITUNNO fraz. di Pettino (Perugia) Via Norma Cossetto
CAMPI BISENZIO (Firenze) Proposta – attesa delibera
CAMPIGLIA MARITTIMA fraz. Venturina (Livorno) via martiri delle foibe
Campobasso
CAMPOSAMPIERO (Padova) Corso Martiri delle Foibe
CANICATTI (Agrigento) Via Angelo Garlisi – Agente scelto di Pubblica Sicurezza
CANICATTI (Agrigento) Via Antonio Di Gioia – Carabiniere
CANNARA (Perugia) P.zza Martiri delle Foibe
CANOSA DI PUGLIA (Bari) Proposta – attesa delibera
CAORLE fraz. Ottava Presa (Venezia) Via Martiri delle Foibe
CARAPELLE (Foggia) Via Martiri delle Foibe
CARATE BRIANZA (Monza e Brianza) P.zzale Martiri delle Foibe
CARBONIA (Carbonia-Iglesias) Sezione ANFI in Ricordo del Finanziere Orazio Lai scomparso in Dalmazia dopo l’otto settembre
CARDITO (Napoli) Via Martiri delle Foibe
CARINI (Palermo) Via Martiri delle Foibe
CARPANETO Piacentino (Piacenza) Proposta – attesa delibera
CARPENETO (Alessandria) Proposta – attesa delibera
CARPI (Fossoli) (Modena) Memorial in ricordo degli Esuli Istriani e Dalmati
CARRARA, fraz. Marina di Carrara Memorial Ricordo degli Esuli Giuliano-Dalmati e tutti gli infoibati
CASACALENDA (Campobasso) Largo Martiri delle Foibe
CASALBORDINO (Chieti) Largo Vittime delle Foibe
CASALE MONFERRATO (Alessandria) Via Vittime delle Foibe
CASALECCHIO DI RENO (Bologna) Proposta – attesa delibera
CASALVECCHIO SICULO (Messina) Via Carmelo Principato – S. Tenente dei Bersaglieri – 1940 – 1945 (infoibato)
CASERTA fraz. Tuoro Via Martiri delle Foibe
CASPERIA (Rieti) P.zza Martiri delle Foibe
CASSANO DELLE MURGE (Bari) P.zza Martiri delle Foibe -’Esodo Istriano-giuliano-dalmata
CASTEL MAGGIORE (Bologna) Rotonda Martiri delle Foibe
CASTELFIDARDO (Ancona) P.zzale Martiri delle Foibe
CASTELFRANCO EMILIA, fraz, Recovato (Modena) Via Martiri delle Foibe
CASTELL’AZZARA (Grosseto) Via Martiri d’Istria
CASTELLABATE fraz. Lago di Castellabate (Salerno) Via Martiri delle Foibe
CASTELLABATE fraz.. San Marco (Salerno) Via Giovanni Romito – Militare di Leva – Vittima delle Foibe
CASTELLABATE fraz.. San Marco (Salerno) Via Norma Cossetto
CASTELLAMONTE (Torino) Via Martiri delle Foibe
CASTELLANA GROTTE (Bari) Proposta – attesa delibera
CASTELLANETA (Taranto) Via Martiri delle Foibe
CASTELNUOVO DEL GARDA (Verona) Via Martiri delle Foibe
CASTELVETRANO SELINUNTE (TRAPANI) Proposta – attesa delibera
CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (Mantova) Via Martiri delle Foibe
CATANIA Via Martiri delle Foibe
Catanzaro
CECINA (Livorno) P.zza Martiri delle Foibe
CEGLIE MESSAPICA (Brindisi) Via Martiri delle Foibe
CERESARA (Mantova) Via Martiri delle Foibe
CERIANO LAGHETTO (Milano) P.zzale Martiri delle Foibe
CERIGNOLA (Foggia) Proposta – attesa di delibera
CERVETERI (Roma) Via Martiri delle Foibe
CERVIA (Ravenna) Parco Martiri delle Foibe
CERVIGNANO (Udine) P.zza dell’esodo istriano, Giuliano e Dalmata
CESENA (S. Mauro in Valle)(Forlì-Cesena) Giardino Vittime delle Foibe
CETRARO (Cosenza) proposta attesa di delibera
CEVA (Cuneo) Parco Martiri delle Foibe
CHATHAM (Ontario) Memorial in onore degli Esuli Fiumani, Istriani e Dalmati
CHERASCO (Cuneo) P.zza Martiri delle Foibe
CHIARI (Brescia) Piazzetta Martiri delle Foibe
CHIARI (Brescia) Memorial Unica colpa fu quella d’esser Figli d’Italia
CHIOGGIA (Venezia) Giardini all’Esule istriano, giuliano e dalmata
CHIOGGIA (Venezia) P.zzale Martiri delle Foibe
CHIUPPANO (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
CHIVASSO (Torino) Via Martiri d’Istria e Dalmazia
CINISELLO BALSAMO (Milano) Proposta Via Norma Cossetto – Martire delle Foibe
CIRIE’ (Torino) Via Vittime delle Foibe (D. 195 del 3.11.2010)
CISTERNA DI LATINA (Latina) P.zza Martiri delle Foibe – esuli di Istria, Fiume e Dalmazia
CITTA’ DI CASTELLO (Perugia) Via Martiri delle Foibe
CIVIDALE (Udine) Via Martiri delle Foibe
CIVITANOVA MARCHE (Macerata) via martiri delle foibe
CIVITAVECCHIA (Roma) Parco Martiri delle Foibe – Parco Uliveto
COGGIOLA (Biella) Largo Vittime delle Foibe
COGOLETO (Genova) P.zza Martiri delle Foibe
COLLEFERRO (Roma) P.zzale Martiri delle Foibe
COLLEGNO (Torino) Giardino in onore degli Esuli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia
COMACCHIO (Ferrara) Memorial Giorno del Ricordo Foibe – Esodo
COMACCHIO (Ferrara) Largo Vittime delle Foibe
COMO P.zza Martiri Foibe Istriane
COMO Rondello Don Angelo Tarticchio
COMO fraz. Albate Giardini Martiri italiani delle Foibe istriane
CONEGLIANO fraz. Scomigo (Treviso) Via Martiri delle Foibe
COPERTINO (Lecce) Via Martiri delle Foibe
CORNAREDO (Milano) Via Vittime delle Foibe
CORNATE D’ADDA (Monza/Brianza) Via Martiri delle Foibe
CORROPOLI (Teramo) piazza martiri delle foibe
CORTEMAGGIORE (Piacenza) Via Martiri delle Foibe
COSTA VOLPINO (Bergamo) Parco Martiri delle Foibe
COSTABISSARA (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
CREAZZO (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
CREMA (Cremona) Memorial in onore dei Martiri delle Foibe
CREMA (Cremona) P.zza Istria e Dalmazia
CRESCENTINO (Vercelli) Via Martiri delle Foibe
CROTONE
DANTA DI CADORE (Belluno) Via Vittime delle Foibe
DESENZANO DEL GARDA (Brescia) Via Martiri Italiani delle Foibe
DESIO (Monza e Brianza) Via Martiri delle Foibe
DOMODOSSOLA (Verbano-Cusio-Ossola) P.zzale Vittime delle Foibe Istriane
DUE CARRARE (Padova) piazza norma cossetto – martiri delle foibe
FABRIANO (Ancona) Via dei Martiri delle Foibe Istriane
FAENZA (Ravenna) P.zza Vittime delle Foibe
FANO (Pesaro Urbino) Via Norma Cossetto-Martire delle Foibe (1920-1943)
FARA DI SOLIGO (Treviso) Via Martiri delle Foibe
FASANO fraz. Montalbano (Brindisi) Via Guarini Pasquale – Carabiniere – Martiri delle Foibe
FELTRE (Belluno) Proposta – attesa delibera
FERMO Largo Vittime delle Foibe
FERRARA Via Martiri delle Foibe
FERTILIA (Sassari) Via Martiri delle Foibe
FIDENZA (Parma) Via Martiri delle Foibe
FILOTTRANO (Ancona) P.zza Martiri delle Foibe
FIRENZE Largo Martiri delle Foibe
FIRENZE fraz. Trespiano Memorial in ricordo Martiri Caduti ed Esuli delle terre giuliano-dalmate ieri e sempre italiane (ANVGD)
FOGGIA P.zza dei Martiri Triestini
FOLIGNO (Perugia) P.zzale Martiri delle Foibe
FONDI (Latina) P.zza Martiri delle Foibe/Eroi Caduti per la Patria
FONTANIVA (Padova) Via Martiri delle Foibe
FORLI’ (Forlì-Cesena) Via Martiri delle Foibe
FORMIA (Latina) Proposta – attesa delibera
FORTE DEI MARMI (Lucca) P.zza Martiri delle Foibe
FORZA d’AGR0′ (Messina) Proposta – attesa delibera
FOSSANO (Cuneo) P. Norma Cossetto – Vittima delle Foibe (1920-1943)
FOSSO’ (Venezia) Via Martiri Giuliani e Dalmati
FRANCAVILLA AL MARE (Chieti) Via Martiri delle Foibe
FROSINONE P.zza Martiri delle Foibe
FURCI SICULO (Messina) Proposta – attesa delibera
GAETA (Latina) Memorial in onore degli Esuli Fiumani, Istriani e Dalmati
GALATINA (Lecce) P.zza Vittime delle Foibe
GALATONE (Lecce) Via Martiri delle Foibe (attesa aut. Pref.)
GALLIATE (Novara) Via 10 febbraio 1947 – Vittime delle Foibe
GATTINARA (Vercelli) P.zza Martiri delle Foibe
GAVIRATE (Varese) P.zza Martiri delle Foibe 1943 – 1945
GAVORRANO (Grosseto) Via Martiri d’Istria
GEMONIO (Varese) Memorial Esodo e Foibe
GENOVA Passo Vittime delle Foibe
GHEDI (Brescia) Via Martiri delle Foibe
GHEMME (Novara) Parco Norma Cossetto
GIULIANOVA (Teramo) Via Martire delle Foibe
GORIZIA Largo Martiri delle Foibe
GORIZIA Via Norma Cossetto – Martire infoibata (1920-1943)
GORIZIA Memorial in Ricordo dei 665 Fratelli deportati a guerra finita in Jugoslavia
GOSSOLENGO (Piacenza) Proposta – attesa delibera
GOZZANO (Novara) Via Vittime delle Foibe
GRADO (Gorizia) P.zza Martiri delle Foibe (pass. a mare)
GRAGNANO TREBBIENSE (Piacenza) Via Martiri delle Foibe – delibera ……
GRAVINA DI CATANIA (Catania) Via Vittime delle Foibe
GROSSETO P.zza Martiri delle Foibe Istriane
GRUGLIASCO (Torino) Giardino Vittime delle Foibe
GRUMOLO DELLE ABBADESSE (Vicenza) P.zza Norma Cossetto
GUAGNANO (Lecce) Via Martiri delle Foibe (aut.Pref. 29548 del 24.06.2009)
GUIDONIA MONTECELIO – Villalba (Roma) P.zza Martiri delle Foibe
IMOLA (Bologna) Giardini Martiri delle Foibe
IMPERIA Giardini Martiri delle Foibe
JESI (Ancona) P.zza Martiri delle Foibe
JESI (Ancona) Via Martiri delle Foibe
JESOLO (Venezia) Memorial in onore dell’Ultimo Prefetto di Zara Vincenzo Serrentino
JESOLO (Venezia) Viale Martiri delle Foibe
LA SPEZIA Piazzetta Martiri delle Foibe
LAMEZIA TERME (Catanzaro) Via Martiri delle Foibe
LANCIANO (Chieti) Largo Martiri delle Foibe
LANDIONA (Novara) Via Martiri delle Foibe
LANZO TORINESE (Torino) Memorial all’Esodo ed ai Martiri delle Foibe
L’AQUILA (fraz. Cansatessa) Via Norma Cossetto
LARIANO (Roma) Proposta – attesa delibera
LATERZA (Taranto) Via Martiri delle Foibe
LATINA P.zzale Martiri delle Foibe
LATINA Viale Martiri di Dalmazia
LATISANA (Udine) Via Martiri delle Foibe
LAVAGNO fraz. San Pietro (Verona) Via Martiri delle Foibe
LAZZATE (Monza-Brianza) Largo Martiri delle Foibe
LECCE Via Martiri delle Foibe
LECCO riva martiri delle foibe
LEGNAGO (Verona) via norma cossetto
LEINI’ (Torino) Via Martiri delle Foibe
LEONESSA (Rieti) Largo dei Martiri delle Foibe Istriane
LESINA (Foggia) P.zza Vincenzo De Ninno finanziere – Martire delle Foibe
LESMO (Monza/Brianza) Via Martiri delle Foibe
LICATA (Agrigento) P.zzale Martiri delle Foibe
LIMBIATE (Monza-Brianza) P.zza Martiri delle Foibe
LIMENA (Padova) Biblioteca Norma Cossetto
LISSONE (Monza-Brianza) P.zza Martiri delle Foibe
LIVORNO (frax. Antignano) Largo Vittime delle Foibe
LOANO (Savona) Via Martiri delle Foibe
LOCRI (Reggio Calabria) Via Martiri delle Foibe
LONIGO (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
LUCCA Via Martiri delle Foibe
MACERATA via vittime delle foibe
MAGENTA (Milano) Parco ai Martiri delle Foibe
MAIOLATI SPONTINI (Ancona) Largo Martiri delle Foibe
MANDANICI (Messina) Memorial per Domenico Bruno – Carabiniere – Martire delle Foibe
MANFREDONIA (Foggia) Via Martiri delle Foibe (1943 – 1947)
MANTOVA Giardini Vittime delle Foibe e profughi giuliani, istriani e dalmati
MAPELLO (Bergamo) Via Esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia
MAPELLO (Bergamo) Via Martiri delle Foibe
MARCELLINA (Roma) P.zza Martiri delle Foibe
MARINO (Roma) P.zzale Caduti delle Foibe
MARSALA (Trapani) Via Francesco Angileri – Martire delle Foibe
MARSALA (Trapani) Via Gaspare Stassi – Finanziere
MARTIGNACCO (Udine) P.zzale Martiri delle Foibe
MASSA (Massa-Carrara) Parco del ricordo ai Martiri delle Foibe.
MASSA COZZILE (Pistoia) P.zza Martiri delle Foibe
MATERA Memorial in onore dei Martiri delle Foibe – Testimonianza Udovisi
MAZARA DEL VALLO (Trapani) Via Martiri delle Foibe
MAZZANO (Brescia) Via Martiri delle Foibe
MELISSANO (Lecce) P. Martiri delle Foibe
MESENZANA (Varese) Largo Martiri delle Foibe
MESSINA P.zza Martiri delle Foibe, Esuli di Istria Fiume Dalmazia
MEZZOCORONA (Trento) Proposta – attesa delibera
MEZZOLOMBARDO (Trento) Proposta – attesa delibera
MILANO Largo Martiri delle Foibe
MILANO Via Martiri Triestini
MIRANDOLA (Modena) Via Martiri delle Foibe
MIRANO (Venezia) P.zza Martiri delle Foibe
MODENA Via Martiri delle Foibe
MODENA (Piazza Cesare Bruni) Memorial ai Martiri delle Foibe ed agli Esuli
MODUGNO (Bari) Parco del Ricordo delle Foibe
MODUGNO (Bari) Memorial in onore dell’Uff. Paolo De Benedictis – Martire delle Foibe
MOGLIANO VENETO (Treviso) Via Martiri delle Foibe
MONCALIERI (Torino) Via Vittime delle Foibe
MONDOVI’ (Cuneo) Giardini Martiri delle Foibe
MONFALCONE (Gorizia) Proposta Memo ai Martiri delle Foibe
MONSELICE (Padova) Via Martiri delle Foibe
MONTALE (Pistoia) Via Vittime delle Foibe
MONTE PORZIO (Pesaro) Via Martiri delle Foibe
MONTE SAN GIUSTO (Macerata) P.zzale Martiri delle Foibe
MONTEBELLUNA (Treviso) Vicolo Martiri Giuliani e Dalmati
MONTECASSIANO (Macerata) P.zzale Martiri delle Foibe
MONTECCHIO MAGGIORE (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
MONTECOMPATRI (Roma) Via dieci Febbraio
MONTEFANO (Macerata) Proposta – attesa delibera
MONTEFIORINO fraz. Casola (Modena) P.zza Lindo Bertogli (carabiniere Martire del massacro di Malga Bala)
MONTELUPONE (Macerata) Via Martiri delle Foibe
MONTEMURLO (Prato) Via Martiri delle Foibe (sottopasso)
MONTEROTONDO (Roma) Largo Martiri delle Foibe
MONTESILVANO (Pescara) via martiri delle foibe
MONTESILVANO (Pescara) via Antonio Pieramico – martire delle Foibe – finanziere
MONTEVARCHI (Arezzo) Giardino martiri dell’Istria
MONTIGNOSO (Massa Carrara) P.zza Mario Buffoni – Guardia di P.S. – Martire delle Foibe
MONZA Via Martiri delle Foibe
MORTARA (Pavia) Via Martiri delle Foibe
MOZZECANE (Verona) Via Martiri delle Foibe
MUGGIA (Trieste) Rotonda Martiri delle Foibe
MUGGIO’ (Monza e Brianza) P.zza Norma Cossetto
MUGNANO DI NAPOLI (Napoli) Via Vittime delle foibe
NANTO (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
Napoli
NARDO’ (Lecce) piazzale martiri delle foibe
NARNI (Terni) Via Norma Cossetto – Martire delle Foibe (1920-1943)
NEPI (Viterbo) Parco Martiri delle Foibe
NERVIANO (Milano) Via Martiri delle Foibe
NETTUNO (Roma) Proposta – attesa delibera
NISCEMI (Caltanisetta) P.za Martiri delle Foibe di Istria, Dalmazia e V.G.
NIZZA DI SICILIA (Messina) Proposta – attesa delibera
NOCERA UMBRA (Perugia) Via Martiri delle Foibe
NOCETO (Parma) Via Martiri delle Foibe
NOVARA Via Vittime delle Foibe
NOVARA Memorial in onore di Norma Cossetto Vittima delle Foibe 1920 – 1943 Medaglia d’Oro al Merito Civile
NOVATE MILANESE Giardino Martiri delle Foibe
NOVENTA VICENTINA (Vicenza) Via Vittime delle Foibe
NOVENTA VICENTINA (Vicenza) Memorial per i Fratelli Giuliani, Fiumani e Dalmati, Martiri delle Foibe
NOVOLI (Lecce) Via Martiri delle Foibe (aut. Pref. 38522 del 25.5.2010)
OLBIA (Tempio) P.zza Ennio Roych – Capitano dei Bersaglieri – Martire delle Foibe
OLBIA (Tempio) Via Martiri delle Foibe
ORIA (Brindisi) Via Martiri delle Foibe
ORIOLO ROMANO (Viterbo) Proposta – attesa delibera
ORISTANO P.zza Martiri delle Foibe
ORTONA (Chieti) Via Martiri delle Foibe
OSPITALETTO (Brescia) Via Martiri delle Foibe
OSTRA VETERE (Ancona) Giardino Martiri delle Foibe
OSTUNI (Brindisi) Via Caduti delle Foibe
OZIERI (Sassari) Via Martiri delle Foibe
PADOVA passaggio martiri delle foibe
PADOVA via martiri giuliani e dalmati
PADOVA Via Pietro e Nicolò Luxardo
PADOVA Via Riccardo Gigante
PADOVA (Comune – Palazzo “Moroni”) Memorial – 1943-1947 – In ricordo dei Martiri delle Foibe di Trieste, Gorizia, Istria, Fiume e mare della Dalmazia
PADOVA (Sacrario Nazionale del’Internato Ignoto) Memorial dei Giuliano-Dalmati Vittime delle Foibe e delle deportazioni Jugoslave 1943 – 1947
PADOVA (Università) Memorial Ricordo degli Esuli e di Norma Cossetto
PADOVA (Università) Lapide in Memoria di Norma Cossetto e di tutti gli studenti dell’Ateneo patavino Caduti per la Libertà
PAGLIARA (Messina) Proposta – attesa delibera
PAGNACCO (Udine) P.zzale Martiri delle Foibe (Istria 1943 -47)
PALAZZOLO SULL’OGLIO (Brescia) P.zza Martiri delle Foibe Istriane
PALERMO Villa Martiri delle Foibe
PALOMBARA SABINA (Roma) P.zza Martiri delle Foibe
PARMA Via Martiri delle Foibe (d. 1173 – 11.9.2009)
PASIAN DI PRATO (Udine) Via Martiri delle Foibe
PASIAN DI PRATO fraz. Passons (Udine) Via Carino Querini Agente P.S. Martire delle Foibe
PAVIA Proposta – attesa delibera
PERUGIA Via Vittime delle Foibe (Parco)
PESARO (Pesaro-Urbino) Parco Esuli Giuliano-Dalmati
PESCARA P.zza Martiri Dalmati e Giuliani
PESCHIERA DEL GARDA (Verona) Via Caduti delle Foibe
PIACENZA (Piacenza) Giardino del Ricordo ai Martiri delle foibe
PIEDIMONTE MATESE (Caserta) Proposta – attesa delibera
PIETRASANTA (Lucca) P.zza Martiri delle Foibe
PIGNATARO MAGGIORE (Caserta) Via caduti delle Foibe
PIOMBINO (Livorno) Proposta – attesa delibera
PIOVE DI SACCO (Padova) Via Martiri delle Foibe
PISA Rotonda Martiri delle Foibe
PISOGNE (Brescia) Via Martiri delle Foibe
PISTOIA Via Vittime delle Foibe
POGGIARDO (Lecce) Via Martiri delle Foibe (1943 – 1945)
POGGIBONSI (Siena) Via X febbraio
POGGIORSINI (Bari) Via Martiri delle Foibe
POMEZIA (Roma) Via Martiri delle Foibe
PONCARALE (Brescia) Via Martiri delle Foibe
PONTE DELL’OLIO (Piacenza) Via Martiri delle Foibe – delibera?
PONTE SAN PIETRO (Bergamo) P.zza Martiri delle Foibe
PONTEDERA (Pisa) Via Caduti delle Foibe
PONTENURE (Piacenza) Proposta – attesa delibera
PONTREMOLI (Massa – Carrara) P.zza Martiri delle Foibe
PORRETTA TERME (Bologna) P.zza Martiri delle Foibe
PORTO SANT’ELPIDIO (Fermo) Memorial ai Martiri delle Foibe
PORTOFERRAIO (Livorno) Via Martiri delle Foibe
PORTOGRUARO (Venezia) Via Vittime delle Foibe
PORTOMAGGIORE (Ferrara) via martiri delle foibe
Potenza
POVOLETTO (Udine) Ponte Martiri delle Foibe
PRATO Via Martiri delle Foibe
PRESSANA (Verona) Via Martiri delle Foibe
PRIVERNO (Latina) Giardino Martiri delle Foibe
PUTIGNANO (Bari) Via Martiri delle Foibe
RACCONIGI (Cuneo) Via Martiri delle Foibe
RAPALLO (Genova) P.zzale Martiri delle Foibe
RAVENNA fraz. Porto Corsini Parco Martiri delle Foibe
RECANATI (Macerata) Via Martiri delle Foibe
RECETTO (Novara) Via Vittime delle Foibe
REGGELLO (Firenze) Via Caduti delle Foibe
REGGIO CALABRIA Parco Norma Cossetto
REGGIO EMILIA via martiri delle foibe
REGGIO EMILIA fraz. Coviolo Viale Martiri delle Foibe
RESCALDINA (Milano) 10 Febbraio – Giornata Nazionale del Ricordo 1943 – 1945
REVERE (Mantova) Via Martiri delle Foibe
RICCIONE (Rimini) P.zzale Martiri delle Foibe
RIMINI Memorial ai Martiri delle Foibe ed all’Esodo (lungomare)
RIMINI Piazzale ai Martiri delle Foibe
RIVAROLO CANAVESE (Torino) Via Martiri delle Foibe
RIVERGARO (Piacenza) Proposta – attesa delibera
ROBECCO SUL NAVIGLIO, fraz. Cascinazza (Milano) Memorial in ricordo dei Martiri delle Foibe
ROCCA D’ARCE (Frosinone) Memorial in ricordo dei martiri (“m”! minuscola) “italiani”! uccisi nelle foibe
ROCCALUMERA (Messina) Piazzetta Vittime delle Foibe
ROCCARASO (Monte Zurrone) Memorial in onore degli Esuli Fiumani, Istriani e Dalmati
ROMA 21 febbraio 2010 – Mozione x Scuola Norma Cossetto
ROMA Memorial a Giuseppe Tosi Martire istriano
ROMA P.zza Dalmazia – Martiri delle Foibe
ROMA Via Icilio Bacci – Martire massacrato dagli slavi
ROMA Via Riccardo Gigante – Martire massacrato dagli slavi
ROMA (Fondovalle) Proposta – attesa delibera
ROMA (Laurentina) Largo Vittime delle Foibe istriane
ROMA (Montesacro) – Municipio IV Memo in ricordo dei Martiri delle Foibe e dell’Esodo
RONCHI DEI LEGIONARI (Gorizia) P.zzale Martiri delle Foibe
RONCO ALL’ADIGE (Verona) Via Martiri delle Foibe
ROSA’ (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
ROSOLINI (Siracusa) Memorial in onore dell’Ultimo Prefetto di Zara Vincenzo Serrentino
ROTTOFRENO (Piacenza) Proposta – attesa delibera
ROVATO (Brescia) Via Martiri delle Foibe
ROVERETO (Trento) Largo Vittime delle Foibe 1943 – 1947
ROVIGO quart. Tassina via cossetto n.!!!
RUVO DI PUGLIA (Bari) Via Martiri delle Foibe
SABAUDIA (Latina) Largo dei Martiri delle Foibe
SACROFANO (Roma) P.zza Martiri delle Foibe
SALO’ (Brescia) Galleria Martiri delle Foibe
SALO’ (Brescia) Via Martiri delle Foibe
SAN BONIFACIO (Verona) P.zza Martiri delle Foibe
SAN DANIELE DEL FRIULI (Udine) Parco Martiri delle Foibe
SAN DANIELE DEL FRIULI (Udine) Via Luxardo – Martire annegato
SAN DONA’ DI PIAVE -Calvecchia (VE) Via Martiri delle Foibe
SAN GIORGIO IN BOSCO (Padova) Atrio di Villa Bembo – Norma Cossetto
SAN GIORGIO PIACENTINO (Piacenza) Proposta – attesa delibera
SAN GIOVANNI ILARIONE (Verona) Via Martiri delle foibe
SAN GIOVANNI LUPATOTO (Verona) Parco Martiri delle Foibe
SAN LAZZARO DI SAVENA (Bologna) Via Martiri delle Foibe
SAN MARCO ARGENTANO (Cosenza) Proposta – Attesa delibera
SAN MAURO TORINESE (Torino) P.zzale Martiri Italiani delle Foibe
SAN MAURO TORINESE (Torino) Largo Martiri delle Foibe
SAN MINIATO (Pisa) Proposta Via Norma Cossetto – Martire delle Foibe
SAN MINIATO fraz. Ponte a Egola (Pisa) Via Vittime delle Foibe
SAN PIETRO IN CERRO (Piacenza) Proposta – attesa delibera
SAN SEVERINO MARCHE (Macerata) Via Martiri delle Foibe
SAN SEVERO (Foggia) Largo Vittime delle Foibe
SANREMO (Imperia) via martiri delle foibe
SANTA MARGHERITA LIGURE (Genova) Giardini Vittime delle Foibe
SANTA MARINELLA (Roma) Parco Martiri delle Foibe
SANTA TERESA di RIVA (Messina) Via Martiri delle Foibe
SANT’AGATA SUL SANTERNO (Ravenna) Via Martiri delle Foibe
SANT’AMBROGIO SUL GARIGLIANO (Frosinone) In memoria dei Finanzieri trucidati nella Foiba di Basovizza
SANT’ANGELO LODIGIANO (Lodi) Via Martiri delle Foibe
SANT’ANTIOCO (Carbonia/Iglesias) Via Norma Cossetto
SANTENA (Torino) Memorial Martiri delle Foibe
SANTO STEFANO DI MAGRA (La Spezia) proposta Via Martiri delle Foibe
SAONARA (Padova) Via Martiri Giuliani e Dalmati
SARMATO (Piacenza) Proposta – attesa delibera
SARONNO Memorial in onore dei Martiri delle Foibe e degli Esuli
SASSARI Via Martiri delle Foibe
SASSO MARCONI -Borgonuovo (Bologna) P.zzale Vittime delle Foibe
SASSUOLO (Modena) Via Martiri delle Foibe
SAVIGLIANO (Cuneo) Via Martiri delle Foibe
SAVOCA (Messina) Proposta – attesa delibera
SCAFATI (Salerno) Via Martiri delle Foibe (Via delle Foibe)
SCARLINO (Grosseto) Via Martiri d’Istria
SCORZE’ (Venezia) Parco Martiri delle Foibe
SEDICO (Belluno) Via Martiri delle Foibe
SEGRATE (Milano) Parco Martiri delle Foibe
SELCI Sabino (Rieti) P.zza Martiri delle Foibe
SERAVEZZA (Lucca) attesa delibera
SEREGNO (Monza e Brianza) Memorial in onore di Norma Cossetto – Medaglia d’Oro al V. Civile
SEREN DEL GRAPPA (Belluno) Via Vittime delle Foibe
SERIATE (Bergamo) Via Martiri delle Foibe
SERVIGLIANO (Fermo) Via Martiri delle Foibe
SESTO SAN GIOVANNI (Milano) Largo Martiri delle Foibe
SETTIMO TORINESE (Torino) Via Vittime delle Foibe
SICULIANA (Agrigento) Scuola Vasile Geraldo – Agente di Pubblica Sicurezza – Martire delle Foibe
SIMERI CRICHI (Catanzaro) P.zza Vittime delle Foibe
SINALUNGA (Siena) Piazzale Martiri delle Foibe
SORI (Genova) Ponte Martiri delle Foibe
SOVIZZO loc. Tavernelle (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
SULMONA (Aquila) Via Martiri Istriani Delle Foibe
SURBO (Lecce) Largo Vittime delle Foibe
TARANTO P.zzale Vittime delle Foibe
TEMPIO PAUSANIA (Olbia-Tempio) Via Martiri delle Foibe Istriane
TEOLO (Padova) Via Martiri delle Foibe
TERAMO Via Martiri delle Foibe
TERAMO fraz. Piano d’Accio Via Norma Cossetto
TERMINI IMERESE (Palermo) Largo Martiri delle Foibe
TERMOLI (Campobasso) Largo Martiri delle Foibe
TERNI Via Vittime delle Foibe
TERRALBA (Oristano) P.zza Martiri delle Foibe
THIENE (Vicenza) Via Martiri delle Foibe
THIESI (Sassari) V.Vittime delle Foibe (finanzieri A. Serra e G.Peralta)
TODI loc. Ponterio (Perugia) Via Martiri delle Foibe
TOLENTINO (Macerata) Campo Vittime delle Foibe
TOLMEZZO (Udine) Memorial alle Vittime delle Foibe ed Esuli di Istria, Fiume, Dalmazia
TOMBOLO fraz. Onara (Padova) Via Martiri delle Foibe
TORINO Giardini Vittime delle Foibe
TORINO Memorial Ricordo degli Esuli istriani, fiumani e dalmati
TORRE MAGGIORE Foggia) Via Martiri delle Foibe
TORTONA (Alessandria) Giardini Esuli Istriani, Fiumani, Dalmati e Rimpatriati
TRANI (Barletta – Andria – Trani) Memorial Alla Gente Giulia, alle Vittime delle Foibe d’Istria e di Dalmazia
TRAPANI
TRENTO Via Vittime delle Foibe
TREVI (Borgo Trevi) Perugia P.zza Martiri delle Foibe
TREVI (Perugia) Via Istriani
TREVISO Via Esuli Giuliano-Dalmati
TREVISO fraz. Santa Bona P.zza Martiri delle Foibe
TREZZO SULL’ADDA (Milano) Parco Martiri delle Foibe
TRICASE (Lecce) Via Martiri delle Foibe
TRIESTE Largo don Francesco Bonifacio
TRIESTE Via Norma Cossetto
TRIESTE Viale Martiri delle Foibe
TRIESTE Memorial dei Fratelli Italiani Esuli accolti nel Silos di Trieste nel 1947
TROFARELLO (Torino) Via Martiri delle Foibe
TUGLIE (Lecce) Via Martiri delle Foibe
TUORO (Caserta) Via Martiri delle Foibe
TURATE (Como) Memorial Ricordo degli Esuli Giuliano-Dalmati e tutti gli infoibati
UDINE Parco Vittime delle Foibe
UDINE (fraz. di Passons) Via Martiri delle Foibe
UGGIATE TREVANO (Como) Piazzetta 10 febbraio – Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo
URGNANO (Bergamo) P.zza Martiri delle Foibe
USINI (Sassari) P.zza Giovanni Solinas – Martire delle Foibe
VAIANO CREMASCO (Cremona) Via Martiri delle Foibe
VALDOBBIADENE (Treviso) Parco Martiri delle Foibe
VALEGGIO SUL MINCIO (Verona) Via Martiri delle Foibe
VARESE Via Istria – Martiri delle Foibe
VASTO MARINA (Chieti) via martiri istriani
VEDELAGO fraz. Casacorba (Treviso) P.zza Martiri delle Foibe
VELLETRI (Roma) Via Martiri delle Foibe
VENEZIA fraz. Marghera (Venezia) Memorial alle Vittime delle Foibe
VENEZIA fraz. Marghera (Venezia) P.zzale Martiri Giuliano-Dalmati delle Foibe
VENTIMIGLIA (Imperia) Giardini Martiri delle Foibe
VERBANIA (Verbano-Cusio-Ossola) Parco Norma Cossetto (Medaglia d’Oro al Merito Civile)
VERCELLI Via Martiri delle Foibe
VERONA Fraz… Santa Lucia Golosine P.zza Martiri Istria e Dalmazia
VERONA – IV Circoscrizione Santa Lucia Memorial alle Vittime delle Foibe ed agli Esuli
VETRALLA (Viterbo) Proposta – attesa delibera
VIAREGGIO (Lucca) Via Martiri delle Foibe
VICENZA Largo Martiri delle Foibe
VIENNA (Congregazione Italiana Madonna della Neve) Memorial a perenne ricordo dei Fratelli Istriani – Fiumani e Dalmati trucidati nelle Foibe
VIGEVANO (Pavia) Via Martiri delle Foibe
VIGONZA (Padova) Via Martiri delle Foibe
VIGUZZOLO (Alessandria) P.zza Vittime delle Foibe
VILLA SANT’ANGELO (L’Aquila) Vicolo Norma Cossetto
VILLAFRANCA IN LUNIGIANA (Massa Carrara) P.zza Martiri delle Foibe
VILLANOVA SULL’ARDA (Piacenza) Via Martiri delle Foibe
VILLASANTA (Monza e Brianza) Via Norma Cossetto
VILLONGO (Bergamo) Via Martiri delle Foibe
VITERBO Largo Martiri delle Foibe Istriane
VITTORIA fraz. Scoglitti (Ragusa) Via Martiri delle Foibe
VITTORIO VENETO (Treviso) Via Martiri delle Foibe
VOGHERA (Pavia) Via Martiri delle Foibe
VOLPIANO (Torino) Via Vittime delle Foibe
ZOAGLI (Genova) Scalinata Martiri delle Foibe
“Le radici profonde non gelano” (J.R.R. Tolkien).
Il Passato vive sempre, purchè anche uno solo lo ricordi
“Solo i Morti hanno il diritto di perdonare.
I vivi hanno il dovere di non dimenticare”
(David Ben Gurion)
“M’hanno chiesto: perchè piangi?
Poichè non avrebbero compreso il mio pianto,
ho risposto: nessuno piange. L’Esule è ovunque solo”.
(Lamennais)
Da: la piccola “Vedetta d’Italia” del 1950
“le idee non si strozzano ed anzi dal patibolo risorgono, terribilmente feconde”.
Non dimentichiamo le centinaia di Caduti al Bus de la Lum (Belluno)
Nessuno muore mai del tutto finchè ne viene onorato il Ricordo
LA VERITA’ E’ TANTO PIU’ DIFFICILE DA SENTIRE QUANTO PIU’ A LUNGO LA SI E’ TACIUTA.
ANNA FRANK
“Han ballato sui loro corpi, han sputato sul loro nome, han nascosto le loro tombe, ma non li possono cancellare”
On doit des égards aux vivants; on doit aux morts que la verité.
Ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la verità.
Voltaire, “Lettere scritte nel 1819”
Dilexi Justitiam, odivi iniquitatem, propterea morior in exilio
Papa Gregorio VII (Ildebrando di Sovana)
RAFFAELE AVALLONE
Martire delle Foibe
Medaglia “ad memoriam”
(Legge 30 marzo 2004 n. 92)
FRANCESCO AVALLONE
DALLE FOIBE ALL’ESODO
Salerno
2014
Sono nato a Fiume da genitori salernitani: mio padre prestava servizio presso la Questura dove collaborava con il Commissario Giovanni Palatucci, proseguendo un rapporto che era già iniziato a Genova, prima del loro trasferimento.
La mia testimonianza intende rendere onore, innanzi tutto, proprio al Dr. Palatucci: un vero e proprio Eroe, le cui straordinarie benemerenze si vorrebbero mettere in dubbio, se non addirittura distruggere. In proposito, mi ha negativamente sorpreso un articolo sul “Corriere della Sera” del 21 giugno 2013, successivo di pochi giorni all’incontro mondiale dei fiumani tenutosi nella città liburnica. Ebbi modo di parlare con la redazione, ponendo in evidenza che sarebbe bastato intervenire a detta assise per reperire notizie vere e sicure su Palatucci, anziché riportare informazioni di seconda mano, e quindi opinabili.
A seguito della mia protesta e di quelle altrui, dopo due giorni venne pubblicata una rettifica, ma soltanto parziale. Pertanto, sento il dovere di restituire alla figura del Commissario Palatucci tutti gli onori che gli sono dovuti.
Ho vissuto a Fiume per sette anni, fra il 1938 ed il 1945: sostanzialmente, lo stesso periodo in cui vi prestò la propria opera il “Giusto fra le Nazioni” che risponde al Nome di Giovanni Palatucci. Ricordo che tante volte, alla sera, mio padre usciva con lui per organizzare il salvataggio di molte persone, in larga maggioranza di fede ebraica, destinandole ad altre città italiane dove poteva contare su riferimenti sicuri, e talvolta anche all’estero.
L’episodio che ha cambiato radicalmente la mia vita e le sorti della mia famiglia ebbe luogo nel 1943; Palatucci aveva già disposto che mio padre accompagnasse due famiglie di Ebrei da Fiume a Salerno. Forse, pensava di salvarlo, ma un collega chiese di sostituirlo in questa missione, in quanto aveva la famiglia a Salerno: episodio ovviamente privo di qualsiasi responsabilità singola, confermato in tempi successivi dai congiunti del collega medesimo.
Mio padre rimase a Fiume con Palatucci e con noi, Vittima di una sorte iniqua, che si sarebbe compiuta nel maggio 1945, non appena la città venne invasa dai partigiani di Tito: sorte atroce oltre che imprevedibile, al pari di quella subita dal Commissario.
Mio padre fu gettato in una foiba carsica, forse ancora vivo, quando aveva 45 anni e la guerra era già finita, mentre Palatucci sarebbe scomparso in età ancora più giovane, a soli 36 anni, nel campo di sterminio tedesco di Dachau, ucciso dal tifo dopo incredibili stenti, privazioni ed angherie. L’Olocausto del Commissario porta la data del 10 febbraio 1945: una data che sarà sempre ricordata perché con la legge 30 marzo 2004 n. 92, la Repubblica italiana l’ha riconosciuta quale “Giorno del Ricordo” al fine di non dimenticare la tragedia delle Foibe e dell’Esodo, e la triste vicenda dei confini orientali; entrambe sconosciute alla maggior parte degli italiani. Ciò, senza dire che il 10 febbraio 1947 la firma del “diktat” coincise col gesto di estrema protesta compiuto da Maria Pasquinelli.
Le Foibe sono cavità naturali che si aprono nel terreno e sprofondano nella roccia anche per cento metri ed oltre, dove sono scomparsi, Vittime dei titini, tanti Italiani innocenti, la cui cifra, comprensiva di quelli fucilati, deportati senza ritorno od altrimenti massacrati, sale ad alcune decine di migliaia, con un’incidenza di donne e bambini pari, secondo la recente ricerca di Giuseppina Mellace, ad almeno il sette per cento.
L’Esodo istriano, fiumano e dalmata, invece, riguarda 350 mila italiani, cacciati dalle loro case e costretti ad abbandonare affetti, focolari e sepolcri degli Avi, pur di rimanere liberi e fedeli alla patria. Una piccola riflessione: si parla tanto dell’immigrazione extra-comunitaria, ma sul nostro dramma è scesa per troppo tempo una cortina di pervicace silenzio. Il Presidente della Repubblica, che ringraziamo, ha conferito una Medaglia ai Congiunti degli Infoibati e delle altre Vittime di una vera e propria pulizia etnica (il “genocidio programmato” di cui allo studio del prof. Italo Gabrielli), ma gli Esuli sono stati oggetto di strumentalizzazioni politiche sempre in agguato, che non dovranno più avvenire.
A volte si può credere di “seppellire” un passato di tristezze e di sofferenze custodito gelosamente, ma spesso torna a prorompere dalla coscienza, ed allora si avverte il bisogno di farlo conoscere e di attualizzare una tragedia la cui memoria storica è giusto diffondere.
Questa mia testimonianza è una storia vera, vissuta da me, dalla mia famiglia e da tanti italiani in un contesto storico volutamente dimenticato. E’ una storia scolpita nel mio animo e nella mia mente, che non potrà essere mai cancellata. In tutti questi anni, le più alte Autorità Istituzionali hanno chiesto scusa a tutti. Noi, per fare un esempio significativo, pretendiamo le scuse dalla città di Bologna, dai Sindacalisti e dai Ferrovieri di Bologna; perché pretendiamo le scuse? Lo vedremo fra poco.
Ora, ritorniamo all’epoca di quei tragici avvenimenti; vivevamo bene a Fiume; mio fratello aveva dieci anni, mia sorella sette ed io tre. Ma alla fine della guerra, col ritiro degli ultimi reparti tedeschi (2 maggio 1945) la città venne occupata dalle truppe del Maresciallo Tito, come quasi tutta la Venezia Giulia, in una sorta di silenzio tombale.
Senza nulla far trapelare, l’ordine di questa gente malvagia e crudele era quello di estirpare radicalmente ogni traccia di italianità eliminando in senso fisico uomini e donne, ricchi e poveri, militari e civili; confiscando e sequestrando i nostri beni ed infine, cacciando dalle proprie case chi era riuscito a rimanere vivo. I partigiani procedevano a retate improvvise, talvolta uccidendo per un nonnulla. I primi ad essere prelevati furono i servitori dello Stato, ed in particolare, gli appartenenti alle Forze dell’Ordine quali Pubblica Sicurezza, Guardia di Finanza, Esercito e Carabinieri. Portati sul ciglio delle foibe, legati fra di loro con un filo di ferro ai polsi, il primo del gruppo era il più fortunato perché veniva ucciso con un colpo di pistola alla nuca, ma precipitando trascinava tutti gli altri nel baratro: questi italiani hanno subito una morte atroce dopo sofferenze inumane; chissà dopo quanti giorni sarà arrivata per molti di loro, una morte liberatrice?
Fra questi Italiani gettati nelle foibe c’era anche mio padre, con la sola colpa di avere onorato il proprio dovere. I superstiti venivano sequestrati nelle abitazioni: sotto i palazzi bivaccavano famiglie slave in attesa che “liberassimo” le nostre case. Mia madre, donna di un coraggio e di una forza d’animo non comuni, venne informata in un primo momento che il marito era stato fucilato, ed ebbe modo di cercarlo nei magazzini del porto dove erano state poste le salme di parecchie Vittime in attesa di riconoscimento, ma la ricerca fu vana; da altre indiscrezioni, si seppe che era stato infoibato. Rimase sola con tre bambini, tentando di salvare qualcosa e chiedendo l’autorizzazione a partire e portare fuori città cinque casse contenenti le cose più care, quali indumenti e documenti: ebbene, il comando partigiano diede l’autorizzazione ben sapendo che sarebbe stato impossibile trasportare quelle casse, senza dire che pervennero diversi avvertimenti da chi bivaccava sotto casa: “Signora, pensi a salvare i bambini, lasci stare tutto il resto”.
Venimmo caricati su camion vecchi e sgangherati, ed un solo borsone conteneva tutto ciò che possedevamo: tra l’altro, un documento (ora depositato nel Museo fiumano di Roma) comprovante che quanto sto scrivendo è la pura verità. Con questi mezzi di fortuna su cui campeggiava la famosa stella rossa a cinque punte che incuteva terrore solo a guardarla, attraversammo Fiume caricando altri infelici come noi e viaggiando fino a Trieste, dove fummo scaricati alla stazione ferroviaria, mentre altri furono ammassati nella Risiera di San Sabba o nei tristemente famosi Silos.
La pulizia etnica avvenne in silenzio, dovuto in buona misura all’acquiescenza dei pubblici poteri, ed in primo luogo del Partito Comunista Italiano e dei suoi alleati, coinvolti in responsabilità governative: un silenzio che talvolta è più straziante del dissenso e di qualsiasi indignazione ululata, di qualsiasi verità dichiarata.
Dall’Italia avremmo atteso un’accoglienza normale, che invece fu pessima: nonostante la morte dei nostri Cari, e la perdita di tutto ciò che avevamo, fummo etichettati come i profughi istriani, fiumani e dalmati che avevano abbandonato il “paradiso” di Tito, e quindi da ignorare e dimenticare. L’Esodo dei 350 mila venne oscurato per il lungo decennio in cui si sarebbe protratto (fino al 1954); l’Italia ci accoglieva, ed avrebbe continuato a farlo anche in seguito, come relitti scomodi, e non come concittadini degnissimi che avevano sacrificato tutto alla patria.
Da quel momento fummo cancellati. Restammo diversi giorni accampati nella stazione di Trieste; poi, grazie alla Croce Rossa Internazionale ed alla Pontificia Opera di Assistenza, vennero predisposti alcuni carri merci con qualche giaciglio in paglia che scendevano lentamente verso il Sud, fra mille difficoltà dovute ai disastri bellici. Chi aveva qualche punto di riferimento scendeva nella stazione più vicina; quanto a noi, per giungere a Salerno impiegammo dieci giorni.
La maggior parte dei profughi venne stipata nei 114 campi dislocati su tutto il territorio nazionale, dove angherie e prevaricazioni erano all’ordine del giorno, subite con dignità e con tanta pazienza cristiana. Molti ebbero la possibilità di espatriare, soprattutto oltremare, come negli Stati Uniti d’America, in Canada, in America Latina, in Australia, dove furono accolti con maggiore disponibilità e se non altro, con quel rispetto che l’Italia non ha mai avuto nei nostri confronti, né sul piano morale né su quello materiale. I profughi emigrati non furono meno di 80 mila!
Tornando al caso di Bologna, giova porre in luce che, sempre grazie alla Croce Rossa Internazionale ed alla Pontificia Opera di Assistenza, erano stati preparati alcuni punti di ristoro nelle stazioni ferroviarie, dove venivano distribuite vivande per gli adulti e latte caldo per i bambini; a volte i treni giungevano con forte ritardo e noi piccoli davamo segni di insofferenza e nervosismo, o piangevamo per la fame, quella vera, quella che attanaglia lo stomaco: chi non l’ha sofferta non può immaginarla. Con impazienza attendevamo l’arrivo a Bologna, dove era annunciato un punto di ristoro, ma un’amara sorpresa ci aspettava: il comitato centrale e gli alti gerarchi del PCI avevano ordinato che non bisognava rifocillarci: avvenne così che, con la stessa crudeltà dei partigiani slavi, le vivande ed il latte furono gettati sulle rotaie, mentre noi fummo oggetto di contumelie e di sputi. Apostrofandoci con l’accusa di essere fascisti, i ferrovieri chiusero i portelloni e ci dirottarono verso Rimini: a distanza di 70 anni, mi sto ancora chiedendo come sia stato umanamente possibile dare un ordine di quel genere.
Personalmente non ricordo l’episodio (ottobre 1945), data la mia tenerissima età, ma lo ricordano perfettamente mia sorella Concetta e mio fratello Pasquale rispettivamente di sette e dieci anni. Si tenga presente che non fu un episodio isolato, come avrebbe dimostrato, addirittura sedici mesi dopo, l’accoglienza non dissimile che il treno dei profughi polesi, in viaggio da Ancona (dove erano sbarcati dal “Toscana” fra gli insulti dei portuali) e diretto al campo di raccolta della Spezia, ebbe proprio a Bologna, senza nemmeno la possibilità di sostare!
Arrivati a questo punto debbo chiarire che né il Commissario Palatucci né mio padre erano iscritti al Partito Nazionale Fascista: quindi, l’accusa di Bologna era a più forte ragione infondata. Il Dr. Palatucci ed i suoi uomini salvarono un alto numero di Ebrei da morte sicura, perché altrimenti sarebbero stati destinati ai campi di sterminio nazisti, sebbene si tenda spesso a dimenticarlo. Ciò accadde quando in Italia gli antifascisti ed i partigiani, nella migliore delle ipotesi, erano ancora “in sonno” se non addirittura fascisti tutti d’un pezzo.
La sola risposta ai fatti di Bologna, ripetuti per almeno due anni – come dicevo prima – fra il 1945 ed il 1947, sta nel fatto che i mandanti erano privi di coscienza. Eppure, il massimo della beffa doveva avvenire parecchio più tardi: esattamente nel 2007, quando la città di Bologna decise di dedicare agli Esuli una lapide dal testo inaccettabile, collocata in stazione, sotto la pensilina del primo binario; infatti, vi è scritto che dopo “un’iniziale incomprensione” Bologna seppe accogliere con calore gli Esuli istriani, giuliani e dalmati. L’ostracismo, al contrario, durò a lungo, cosa che evidenzia a più forte ragione, se per caso ve ne fosse bisogno, la vile menzogna di quella targa.
Pretendiamo la correzione della Targa di Bologna, errata storicamente.
Evidentemente, la verità è dura da ammettere, tanto che un’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Roberto Menia per chiedere la rimozione di quell’offesa non ebbe alcun seguito concreto: motivo di più per rinnovare (anche all’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, autrice di quel “memorial” assieme al Comune) l’appello a rispettare la verità storica, e prima ancora, noi profughi, viaggiatori sugli allucinanti carri bestiame.
I campi di raccolta, come si diceva, erano più di cento; noi riuscimmo ad evitare quel triste destino perché la mia famiglia era proprietaria di alcuni immobili sulla costa amalfitana che abbiamo venduto per poter sopravvivere; poi, arrivati alla maggiore età, ognuno di noi ha preso la sua strada, ed io mi sono impiegato presso un importante Istituto bancario dove, grazie a Dio, ho svolto le mie mansioni per 40 anni con impegno e con successo.
Uno di questi campi si trovava all’estrema periferia di Salerno, dove alloggiavano due famiglie di amici che a Fiume avevano abitato vicino a noi: si trattava di persone un tempo ricchissime, e vederle in quelle condizioni ci rattristava sempre di più. Cercammo di portare loro un po’ di cibo, sia pure fra difficoltà quasi insormontabili: per rendere l’idea di come si sopravviveva in quel campo, basti pensare che gli Esuli dovevano convivere con nomadi e con persone di etnia Rom, tanto che la popolazione locale, a sua volta povera ed ignorante, aveva ribattezzato quell’inferno come “campo degli zingari”.
Queste pagine tristi della nostra storia, o meglio della storia d’Italia, non sono mai state scritte compiutamente, né tanto meno metabolizzate da parte di una Nazione e di uno Stato che hanno preferito dimenticare.
Nondimeno, bisogna pur dire che le persone per bene esistono su tutti i versanti dello schieramento politico, anche se si tratta pur sempre di eccezioni. A questo riguardo, voglio ricordare l’esempio di qualche Sindaco comunista ligure o piemontese, e delle loro Amministrazioni, che accolsero i profughi con esemplare disponibilità anche attraverso l’invito, prontamente accolto, di mettere a disposizione quanto potesse alleviare il loro dramma, almeno sul piano della sistemazione logistica. Tutto ciò, mentre in altre grandi città come Ancona, Venezia e la stessa Bologna l’ostracismo nei confronti degli Esuli, tanto gratuito quanto immotivato, raggiunse livelli parossistici.
Il Trattato di pace del 10 febbraio1947, non a caso definito “diktat” nella nostra memoria e nella stessa storiografia, venne letteralmente imposto all’Italia, che nonostante la sua condizione di Stato cobelligerante fu costretta ad affrontare enormi sacrifici finanziari, onerose riparazioni di guerra ed umilianti amputazioni territoriali. Tuttavia, pur nella sua iniquità, almeno sulla carta concedeva agli italiani di Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, nonostante la condizione irreversibile di Esuli, l’opportunità di rimanere proprietari di immobili ed altri beni. La Jugoslavia sottoscrisse tali clausole in perfetta malafede, essendo ben consapevole che non avevano alcuna consistenza sostanziale, in quanto il suo Governo aveva già provveduto a definire il programma di nazionalizzazione.
Peggio ancora fu quanto accadde con il Trattato di Osimo del 10 novembre 1975 tra Italia e Jugoslavia, ratificato da Camera e Senato dopo oltre un anno, tra forti contrasti nella stessa maggioranza governativa. In effetti, con quell’atto (un alto tradimento perseguibile con la pena dell’ergastolo) l’Italia volle rinunciare alla sovranità sulla Zona “B” del mai costituito Territorio Libero di Trieste, senza alcuna contropartita: non era mai accaduto nella storia del diritto internazionale. Fu un accordo vile, ed oltre tutto inutile, tanto che lo stesso Tito avrebbe detto di non essersi mai aspettato simili concessioni.
La politica estera italiana basata sulla rinuncia ebbe a ripetersi all’inizio degli anni novanta, quando lo sfascio della Repubblica federativa diede luogo alla creazione dei nuovi Stati sovrani di Croazia e Slovenia, prontamente riconosciuti dal Governo di Roma a titolo parimenti gratuito, senza che l’ipotesi di denunziare Osimo venisse presa nemmeno in considerazione. Lo stesso è avvenuto, infine, con l’ingresso sloveno e croato in Europa, rispettivamente del 2004 e 2013: ultimo esempio della pervicace “cupidigia di servilismo” che Benedetto Croce e Vittorio Emanuele Orlando avevano nobilmente denunciato all’Assemblea Costituente sin dal 1947, quando l’Italia, dopo avere subito il trattato di pace, volle ratificarlo senza riserve.
Francesco Avallone (figlio del Caduto)
x A D A M O
Chi scrive che le Salme recuperate nelle foibe sono 798 è disinformato, o più probabilmente in malafede.
In effetti, il totale è di un migliaio, a fronte di circa 20 mila infoibati o diversamente massacrati; gli altri sono rimasti nelle voragini carsiche, nelle fosse comuni od in fondo all’Adriatico; i recuperi, quand’anche teoricamente ipotizzabili, sono stati condizionati dalle difficoltà operative e dalla totale indisponibilità a collaborare, da parte del nuovo “padrone”.
Quanto all’opera del fascismo, basti dire che nel Ventennio il progresso economico, sociale e civile di Istria e Dalmazia, nell’interesse di tutti, slavi compresi, raggiunse livelli straordinari, mai conseguiti né prima né dopo.
Pensiamo, solo come esempi, al grande acquedotto istriano, alle opere infrastrutturali, all’industrializzazione intensiva, anche dell’agricoltura, alle crescite spesso esponenziali delle produzioni. Ed ai relativi investimenti!
Prima di parlare a vanvera sarebbe consigliabile documentarsi, ma si sa: non c’è sordo peggiore di chi non vuole intendere.
http://www.isfida.it/a.htm
IS. FI. DA
LEGA NAZIONALE D’ISTRIA FIUME DALMAZIA
MIRABILI LEMBI D’ITALIA !
Via A. Cavaliere, 6 – 20153 MILANO
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CORAGGIO GIULIANO DALMATI!
VIVI E MORTI NON ABBIATE TIMORE, IL CERCHIO NON SI E’ ANCORA CHIUSO
SEMPRE PRESENTI!
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‘Alunno Camelia Pietro ‘Costacciaro ’01/01/1914
‘Amaricci Egisto ‘Perugia ’19/12/1923
‘Arcangeli Remigio ‘Terni ’25/04/1904
‘Argenti Bottoni Fabio ‘Ferentillo ’05/08/1920
‘Bittoni Vittorio ‘Panicale ’03/05/1922
‘Bonini Giovanni ‘Magione ’14/03/1908
‘Boschini Edoardo ‘Massa Martana ’29/11/1914
‘Bruni Pasquale ‘Castiglione del Lago ’11/11/1904
‘Carpinelli Tommaso ‘Acquasparta ’26/10/1912
‘Ceccatelli Fernando ‘Perugia ’16/05/1923
‘Cellini Armando ‘Todi ’13/08/1013
‘Centofanti Gabriele ‘Terni ’15/01/1925
‘Cessari Francesco ‘Perugia ’07/01/1924
‘Chiatella Fernando ‘Lisciano Niccone ’14/07/1910
‘Chipa Leonetto ‘Tuoro sul Trasimeno ’16/02/1922
‘Cinti Giacinto ‘Terni ’11/05/1926
‘Di Ciomma Gianfranco ‘Terni ’10/12/1924
‘Dubbini Giorgio ‘Terni ’21/08/1926
‘Fabretti Martino ‘Castel Viscardo ’05/03/1894
‘Falagiani Luigi ‘Perugia ’07/09/1905
‘Franciosini Alberto Mario ‘Ficulle ’19/05/1892
‘Gaudenzi Mario ‘Spoleto ’12/07/1918
‘Germani Alfredo ‘Trevi ’14/12/1903
‘Giuliani Salvatore ‘Sellano ’24/11/1919
‘Guglielmi Ferruccio ‘Orvieto ’20/09/1921
‘Iaconi Angelo ‘Montefalco ’30/08/1912
‘Lombroni Remo ‘Parrano ’17/04/1904
‘Mannucci Mario ‘Terni ’01/04/1918
‘Marini Guglielmo ‘Terni ’28/04/1897
‘Modugno Mario ‘Foligno ’16/07/1917
‘Paterni Alvaro ‘Terni ’07/05/1924
‘Pennella Luigi ‘Amelia ’14/05/1906
‘Peppoloni Gino ‘Castiglione del Lago ’15/11/1910
‘Peretti Celestino ‘Foligno ’21/04/1890
‘Peruzzi Tito ‘Amelia ’17/11/1921
‘Piciucchi Eugenio ‘Amelia ’12/03/1923
‘Rosati Edo ‘Terni ’21/05/1919
‘Rossi Girolamo ‘Terni ’12/04/1918
‘Sabbatini Giuseppe ‘Gualdo Tadino ’11/11/1922
‘Santarelli Umberto ‘Scheggia e Pascelupo ’10/01/1922
‘Santini Bruno ‘Foligno ’10/02/1918
‘Scarponi Sergio ‘Castel Ritaldi ’21/08/1912
‘Seccarelli Franco ‘Perugia ’01/02/1927
‘Silvestri Enio ‘Tuoro sul Trasimeno ’06/06/1924
‘Trabucchi Dornberg Mario ‘Terni ’29/10/1908
‘Valli Arcangelo ‘Pietralunga ’17/10/1912
‘Zampollin Giuseppe ‘Castiglione del Lago ’02/06/1906
‘Zeni Angelo ‘Perugia ’03/11/1898