
base di un processo finalisticamente identico a quello che ha portato alla
unità d’Italia
Globalizzazione ed internazionalismo: possono ideologie contrapposte percorrere la medesima strada e condurre ad antitetiche mete? Misteri del controintuitivo.
D’altronde, pare che la fisica teorica nei suoi più incredibili postulati1 abbia esteso le sue leggi alla dimensione umana per sommo dispiacere di Isacco Newton.
I controintuitivisti provano dalla nascita un’attrazione irresistibile per la supercazzola2 e, per estrema generosità, si pone questa summa questio:
«Come è possibile che l’utopia progressista trovi un qualsiasi compromesso con l’incubo distopico delle privatissime cerchie reazionarie? Come è possibile essere complementari senza tener quella distanza che non porti al decadimento, all’annichilimento naturale di ciò che per genesi è supplementare nel tempo e nello spazio. Il Tao trova il suo equilibrio nella dinamica della sua circolarità, forza centrifuga che separa i poli e resiste all’inevitabile collasso tra tesi ed antitesi, generando tensione, energia: la vita. De rerum naturae.»
Quindi? Quindi qualcuno può pensare che scavando una fossa per andare all’Inferno in realtà troverà le alte sfere celesti. D’altronde se una discesa vista dal basso assomiglia tanto ad una salita3 quanto la destra vista allo specchio sembra proprio una sinistra… per tutte le supercazzole! e già, dopo la quantistica mo fa capolino la relatività: dal controintuitivismo al relativismo, il non plus ultra della modernità modernizzata: l’over the top della massima nevrosi occidentale, figlia dell’infelice divorzio tra logos e pathos.
Nel corso di questo dantesco cammino per realizzare il sogno di una grande società universale, giusta, egualitaria e libera (specialmente libera!) ci troviamo per la terza volta in un secolo a sacrificare l’unico valore soggettivamente e socialmente assoluto: la vita umana. Perché persa, perché malvissuta, perché mai vissuta. Perché mai nata.
Una catarsi purificante, necessaria per la costituzione di una collettività universale, senza barriere: la grande società. Una palingenesi.
Società giusta perché i pigri e i corrotti saranno rieducati o epurati.
Società egualitaria perché saremo tutti uguali e, incredibile!, alcuni saranno anche più uguali degli altri.
Società libera – liberissima! – perché, finalmente, ci potremo liberare degli stati sociali: ingiuste catene che opprimono l’uomo rendendolo accidioso e non in touch con la durezza del vivere e le avversità della sorte. Tanti simpatici maverick liberi di scorrazzare per le grandi praterie ogm della postmodernità. Virilissimi John Wayne liberi di prendere a fucilate tanti pellerossa (o prolet rossi?) in nome della nostra giusta e meritata felicità che solo il più assoluto dei monopoli può concedere.
Religioni, ideologie e ibridi incestuosi che hanno avuto, dato l’opinabile spessore4, “un’inspiegabile” diffusione come tragiche barzellette5: il comunismo e il liberismo ordinamentale6 i cui padri sono comunemente considerati Karl Marx e F. A. Hayek.
Come fece notare Karl Popper7, nonostante il pensiero marxista fosse stato falsificato dall’esperienza storica, la sua longevità lo rendeva un dogma-pseudo scientifico: di converso il materialismo storico marxiano non dimostrava quelle caratteristiche di falsificabilità che avrebbero dovuto essere proprie di una teoria scientifica. Un miscuglio esplosivo di un rozzo pensiero economico e di una, de facto, violentissima ideologia.
Dello stesso avviso, prima di lui, Max Weber che metteva lucidamente in evidenza l’inconciliabilità, la supplementarietà tra l’etica dei fini ultimi e l’etica della responsabilità. Cari nipotini di Machiavelli, cari Kissinger, cari realpolitikanti: «la responsabilità non può, per sua natura, prescindere dai mezzi»
«Qualsiasi sia il motore delle vostre azioni è certo che non esista una finalità superiore: non ha come propellente un qualsiasi ideale degno di questo nome né idea degna di un essere umano»
(Certo, magari degna di un semidio: giusto? …forse perché il controintuitivismo è la logica di chi ha la coscienza lercia?)
La medesima miscela detonante la ritroviamo nell’opera hayekiana, dove l’economia neoclassica diventa strumento di una nuova formulazione ideologica che riuscirà a sedurre anche il plutocrate d’oltreoceano ormai insofferente “dell’oppressione democratica”8, vincolo alla propria libera crescita e alle proprie illimitate, sacrosante ambizioni: i vincoli, come si può immaginare, alla fine li ha imposti lui9 . A noi. A noi anonimo novantanovesimo percentile. Ma per educarci, per il nostro bene, per sollevarci da quel pantano edonistico chiamato “socialdemocrazia”, luogo di perdizione e corruzione, dove accidiosi individui godono di ingiusti privilegi.
Per i Paesi anglofoni, già freedom from10, l’ex-attore (ex?) Ronald Reagan e la working class hero Margaret Thatcher sono sufficienti a ricordare a quel “problema demografico”, a quello sciame di succhia risorse scarse, chi comanda e cosa e quanto consumare. E quindi, gentili impuri e inquinatori consumisti, please, decrescete felicemente. Redimetevi malthusianamente.
Un po’ di miseria vi (ripeto: “vi”) farà bene11. E catarsi da deflazione sia.
(Chiaramente, caro lettore, nel caso avessi nutrito qualche speranza di essere tra i fortunati del fantastico mondo neoliberale, la libertà, il perseguimento della felicità e la giustizia sono sempre e solo di “essi” e per “essi”: cioè chi si è meritato di diventare o, generalmente, di nascere “ricco”. Anzi, super ricco. Ricco con i fantastiliardi.)
Per quei fortuiti casi della vita, chi ama deflazioni e depressioni sono proprio i creditori e, in particolare, coloro che il credito lo erogano per funzione istituzionale.
E così, gli amici incapaci di produrre cultura ma capacissimi di produrre mega bolle affamapopoli, troveranno (ancora) nel teutonico vassallo il primo della classe che, come al solito, sarà più realista del re. Anzi, dell’imperatore. Si passa direttamente all’attacco degli Stati nazionali europei e, quindi, al lento smantellamento delle costituzioni antifasciste, socialiste e pluriclasse dei Paesi “freedom to”: prodotto di secoli di cultura. E di sangue.
Affidare a quel simpatico paesotto di filosofi, organisti e bevibirra la guida dell’Europa era doveroso dopo la responsabilità presa e i servigi resi durante la guerra fredda: il suo storico spirito egemonico, la sua politica mercantilista basata sulla spremitura del lavoratore a suon di corruzione sindacale e di compressione salariale, si univano alla tradizionale flessibilità e cooperatività della sua romantica classe dirigente: non potevano che far di lui Peter: la pietra su cui verrà costruita la chiesa ordoliberista. Così, carissimi concittadini, viene diffuso il nuovo testamento nato dal rapporto Werner12, immacolato concepimento.
Alleluja! Il calvario poteva iniziare.
Come è possibile che il mostro ordoliberale, nipote con gli stivali neri del neoliberalismo anglosassone, cercasse in Europa il primo fondamentale passo verso la “grande società” con il sostegno totale dei progressisti? E’ sufficiente parlare di capture dei dirigenti socialisti con la dissoluzione del blocco sovietico?
Una prima risposta, quanto meno a livello dialettico, la possiamo provare trovare nell’ideale internazionalista.
To be continued….
Rodion Romanovich Raskolnikov
1http://people.roma2.infn.it/~cini/eft2013/eft2013-12.pdf
2https://www.youtube.com/watch?v=tS_pTZNzQpk con approfondimenti a: https://it.wikipedia.org/wiki/Supercazzola
3Cit. http://goofynomics.blogspot.it
4«[...] illogical, obsolete, scientifically erroneous, and without interest or application to the modern world, [...]” J. M. Keynes, Laissez-Faire and Communism, p. 48.
5https://it.wikipedia.org/wiki/Il_barzellettiere
6Per un’ampia disamina dell’impatto del liberismo ordinamentale sulle democrazie costituzionali cfr. Euro e (o?) democrazie costituzionali, di Luciano Barra Caracciolo
7http://plato.stanford.edu/entries/popper/
8https://en.wikipedia.org/wiki/The_Crisis_of_Democracy
9In questa circontanza pluto non ha nulla a che fare con goofy. Forse.
10http://www.artofmanliness.com/2012/02/21/freedom-from-freedom-to/
11http://www.loccidentale.it/node/67577
12http://www.bankpedia.org/index.php/it/home-page-it?id=21929
Splendido e tragico.
Il destino è segnato, il loro potere è ormai sterminato, frutto dei secoli. La piramide che hanno costruito non può essere più abbattuta e cambiarla dall’interno è l’illusione di troppi. E’ questa stessa illusione che ne alimenta la forza e ne assicura la perpetua esistenza.
..io non posso credere che non ci sia alternativa..
Spesso chi è troppo addentro alle cose, soprattutto se è dotato di un intelletto fine, viene sopraffatto dal pessimismo. Tuttavia più o meno sepolto nel cuore di ogni essere umano esiste già un modo di vivere diverso, in sintonia con l’Evoluzione. Ognuno lo deve trovare da sé … insieme a chi si risveglia a questa scoperta.
[…] Internazionalismo: è necessario analizzare la dialettica con cui viene spacciato questo concetto che viene precompreso2 come un specie di fratellanza sconfinata, una comunione col tutto, un amore universale verso il prossimo libero da barriere etniche, linguistiche e sociali: peace & love. Un eden ecosostenibile, dove uomini e donne vivono in una comune globale in cui la proprietà viene generosamente condivisa in un’orgia multietnica. Il globo come un essere parmenideo dove la famiglia coincide con la patria e l’individuo si fonde con la società: ora e sempre nei secoli dei secoli… fino all’accoppiamento intergalattico dopo gli spasimati incontri ravvicinati del settimo tipo. […]
[…] 3http://www.ilmoralista.it/2014/02/17/2084-la-pace-e-guerra-la-schiavitu-e-liberta-la-forza-e-lignora… […]
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