In questi giorni si discute molto della nomina del nuovo capo della Commissione Europea. Oramai le decisioni più importanti, come hanno tristemente imparato i cittadini nel corso degli ultimi anni, vengono prese direttamente a Bruxelles. I singoli governi nazionali, eletti con metodo democratico, svolgono soltanto il ruolo di ingrati intermediatori tra gli ordini impartiti dalla tecnocrazia continentale e le legittime aspettative dei neosudditi. Manuel Barroso, presidente uscente della Commissione, si è macchiato, in concorso con Draghi e Lagarde, di efferati crimini contro l’umanità, avendo dolosamente contribuito alla devastazione di intere regioni del Vecchio Continente attraverso la sadica imposizione di ricette fallimentari sotto l’aspetto economico, screanzate sotto il profilo della ricaduta sociale, nonché profondamente miserabili sul piano politico e antropologico. La famigerata Troika, infatti, porta sulla coscienza il peso di troppi inutili morti, sacrificati sull’altare di un’ idea di Europa perversa e nemica dell’uomo, della verità e della giustizia. Le condotte poste in essere da figuri alla Barroso ripugnano e indignano, sedimentando nella mente e nel cuore degli europei migliori l’imperituro desiderio di assistere prima o poi ad una nuova Norimberga capace di rendere giustizia alle tante vittime incolpevoli di un vero e proprio Olocausto mascherato consumatosi sotto l’ombrello striminzito dello spread. Nell’attesa che i tempi maturino in tal senso, alimentando contestualmente il ricordo di quanto accaduto per impedire il trionfo dell’oblio, è importante seguire con attenzione l’evolversi di una situazione in continuo movimento. Non è facile districarsi tra le tante ricostruzioni offerte dai canali informativi mainstream, spesso raffazzonate e superficiali. La lettura dei fatti ora prevalente dipinge una Merkel desiderosa di imporre il suo candidato, Juncker, anche a dispetto delle resistenze della perfida Albione guidata da Cameron. Le cose non stanno affatto così. Angela Merkel, testa d’ariete dell’aristocrazia massonica di ispirazione reazionaria che pianifica la distruzione del benessere degli europei, non è affatto entusiasta dell’ipotesi Juncker. Non a caso, fino a pochi giorni fa, come tra l’altro riportato dalla stampa di tutto il mondo, la Cancelliera tedesca tentava di superare l’impasse estraendo dal cilindro il nome di Christine Lagarde, capo del Fondo Monetario Internazionale (clicca per leggere). L’obiettivo della Merkel è quello di garantire una nomina che assicuri continuità, cristallizzando cioè l’attuale equilibrio infame che paralizza l’Europa, stretta in una morsa a-temporale che non prevede né la possibilità di fare un passo in avanti (nella direzione cioè della costruzione degli Stati Uniti d’Europa), né di optare per il passo indietro (ovvero il recupero delle singole sovranità nazionali). Lagarde, in quanto già componente della Troika, possedeva tutti i requisiti utili per rassicurare Angela Merkel. Il profilo di Juncker, invece, è certamente diverso. Pur non essendo un santo, infatti, l’ex premier lussemburghese è un uomo di spessore, ben inserito nelle segrete stanze. Juncker è un massone che gode fama di “moderato”, distante tanto dalle pulsioni reazionarie che camminano sulle gambe della signora Merkel, quanto dalla migliore tradizione massonico-progressista che parte dal Marchese di Condorcet e arriva fino a Gioele Magaldi, passando per Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Per ricevere ulteriori notizie sulla reale cifra massonica di Juncker, infine, invito quindi i miei lettori a monitorare nei prossimi giorni il sito di Grande Oriente Democratico. L’Inghilterra ritiene Juncker espressione di “una stagione vecchia e superata”. Il premier inglese non ha titoli per rimproverare a nessuno le politiche di austerità adottate dall’Europa nel recente passato, avendo egli stesso strozzato l’economia inglese per il tramite delle stesse scellerate ricette. Anzi, Juncker, a differenza dello scialbo Cameron, si è perfino permesso il lusso di citare Marx di fronte al Parlamento europeo (clicca per leggere). Attenti a non confondere la dialettica nazionalismo/federalismo con quella crescita/austerità. Si tratta di piani molto diversi che, per essere compresi, dovrebbero essere raccontanti con un minimo di acribia e di onestà intellettuale. Merce rara nel desolante panorama informativo italiano.
Francesco Maria Toscano
21/0672014
Nell’attesa di una nuova Norimberga; presente!
Mi pare di capire che il fronte democratico non abbia nessun candidato…
..scusa ma Massoni, come anche lo e’ Obama, non ce ne facciamo di niente..
La risoluzione di un problema parte dal riconoscere l’esistenza del problema, per quanto “difficile” possa essere.
Dunque …. siamo ancora nel periodo feudale. Nel grembo dell’umanità, c’è un sogno che sta prendendo corpo. L’ essere umano diventerà Uomo e darà vita alla Società, dove ogni membro si relazionerà con il suo prossimo da pari e nello stesso tempo né riconoscerà la diversità ….
” …. Coloro che credono che tutti i frutti maturino velocemente come le fragole, non sanno nulla dell’Uva. Parcelso”
«Wir beschließen etwas, stellen das dann in den Raum und warten einige Zeit ab, was passiert.
Wenn es dann kein großes Geschrei gibt und keine Aufstände, weil die meisten gar nicht begreifen, was da beschlossen wurde, dann machen wir weiter – Schritt für Schritt, bis es kein Zurück mehr gibt.»
http://www.spiegel.de/spiegel/print/d-15317086.html
«Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno»
O questa affermazione non è stata mai pronunciata oppure è necessario rivedere il concetto di “moderato”.
(Soprattutto non si vuole sapere cosa passa per la testa ai reazionari più estremisti…)
Davanti poi alla verissima constatazione:
«[...]l’Europa, stretta in una morsa a-temporale che non prevede né la possibilità di fare un passo in avanti (nella direzione cioè della costruzione degli Stati Uniti d’Europa), né di optare per il passo indietro (ovvero il recupero delle singole sovranità nazionali)[...]»
Questo fu abbondantemente previsto ed auspicato da Hayek in “The Economic Conditions of Interstate Federalism”, come già riportato più volte nei passaggi in cui TECNICAMENTE DIMOSTRA l’esito di un processo federativo in Europa: la semplice dispersione di sovranità e l’impossibilità di formare un super-governo continentale: Hayek aveva studiato numerosi casi simili e lo auspicò perché l’esito sarebbe stato necessariamente “la cessione delle sovranità ai mercati”.
Nero su bianco, con buona pace degli idealisti spinelliani, che i “suggerimenti” li prendevano dai grandi liberali come Einaudi e Robbins, fornendo una matrice progressista ad un progetto che considera il medioevo l’apice della civiltà umana.
Ci dimentichiamo che anche l’Italia non fu fatta secondo i desideri dei passionari mazziniani ma, OVVIAMENTE, secondo gli appetiti della cosmopolita “casa Savoia”: l’Italia avrebbe dovuto, forse, essere costruita ab origine secondo una decentralizzazione federale, date le sue eterogeneità.
Le eterogeneità culturali non sono da “armonizzare”, sono da “valorizzare”.
È l’economia la regina delle scienze sociali.
Un caro saluto.
Caro Rodion, quando non sali in cattedra e parli da umano, mi diventi assai simpatico, giacché tengo a precisare che per cogliere i battiti del cuore del popolo, bisogna andare incontro al popolo. L’unica sottigliezza che non condivido è; gli Stati Uniti d’Europa. D’altro canto, condivido il passaggio; LE ETEROGENEITA’ CULTURALI NON SONO DA ARMONIZZARE, SONO DA VALORIZZARE. Detto ciò, a mio avviso e non ti incazzare conoscendoti, il migliore progetto per una Europa unita è Euro-regio, ossia l’Europa delle Regioni. Se ti avessi leggermente alterato, sappi che ti leggo con piacere, ma anche tu usa un linguaggio più consono, più populista altrimenti debbo usare il ghiaccio per raffreddare i neuroni. Ad Maiora e lunga vita!
Caro Renato, ognuno è fatto a suo modo e gli esseri umani, mossi dalle proprie passioni, sono una crocevia di contraddizioni.
Motiva, per piacere perché un’Europa delle regioni dovrebbe essere una soluzione migliore rispetto a quelle delle nazioni con costituzioni socialdemocratiche del dopoguerra.
Soprattutto, che origini ha? Ha origini democratiche e socialiste? Oppure, in modo ancora meno velato del progetto federalista, ha origine reazionarie ed elitarie?
Non è che l’Europa delle regioni è la versione 2.0 di quella dei feudi? Un Sacro Romano Impero con la riaffermazione del razzismo di classe rispetto a quello hitleriano per etnia?
(questa tua visione di commentatore “populista” mi ha fatto sorridere: io, come credo tutti in questo spazio, SONO il popolo :o)
vedrò di sforzare la mia linearità comunicativa visto che, come fai notare, chi scrive potrebbe aspettarsi che c’è chi legge :o) )
Caro Rodion, non approfittarne della mia benevolenza; denoto che hai recepito il messaggio. Vossia scrive e io, oppure il popolo deve capire. Il popolo deve essere in grado di recepire il messaggio; convieni. Ti faccio una confidenza, benché siamo sulla stessa barricata; vince il pensiero filosofico di Denis de Rougemont. Vince l’europa delle regioni; e tu mi offrirai una cena. Approfitto della confidenza, giacché si evince nello scrivere che sei una persona aperta, intelligente e comunicativa, quando non ti ergi a LUMINARE.
Francamente mi infastidiscono le tue considerazioni, ma effettivamente le capisco.
Vedi, a me piace l’equità, l’uguaglianza, la parità: eppure ti assicuro che siamo profondamente diversi. Ma non per come pensi.
Non è la cultura specifica, nozionistica che ci divide: è qualcosa di profondamente diverso.
La tua “confidenza”, per quel che mi riguarda, è una “non confidenza”: l’Europa delle regioni ha già vinto. Quindi ti dovrò offrire la cena per altro.
I luminari eretti come me non hanno una visione feudale come la tua: i democratici non possono soffrire gli ossequi, sintomo di una visione, appunto, feudale dei rapporti interpersonali e di classe.
Denis de Rougemont fu un elitista che condivise la restaurazione neo-medioevale proposta da Coudenhove-Kalergi.
Ma capisco il motivo per cui puoi apprezzare i vaneggiamenti lisergici della nobiltà nera.
Saluti.
Varo Rodion, sto implementando un progetto ( in terra di Lomellina nello specifico Mede) inerente alla eliminazione dei comuni inferiori ai 5 mila abitanti. Catalizzare l’attenzione e instaurare anche nelle votazioni amministrative il concetto di comunità( per intenderci alla Rougemont) volto all’Europa. Non dico la ” CITTA’ STATO” bensì un comprensorio dove ogni singola famiglia si senta protetta e non consideri l’Europa unita come una sorta di timore, paura geopolitica. Voglio dire, giacché sono per Euroregio, sarebbe ora che i sindaci avessero visione sia del territorio sia dell’europa. Che pensi? logicamente in modo che possa delucidare ” a braccio” anche i Lomellini. P.s; hai ragione sul fatto che siamo diversi, poiché mi piace fare politica e stare in mezzo alla gente…ad maiora
Nobiltà nera? Cosí si chiama l’aristocrazia romana, che c’entra con le cose di cui parlate?
@Renato
Vabbé, continui a giudicare un anonimo interlocutore piuttosto che argomentare sui temi proposti e provare a confrontare il pensiero.
Comunque, buon lavoro, e che il tuo progetto porti benessere alla tua comunità.
@Marcello
Mi riferisco a questo: http://orizzonte48.blogspot.com/2014/05/la-grande-societa-pan-europeismo-per-la.html
Ovvero le origini “materiali” dell’Unione Europea che vuole un ritorno all’ordine medioevale, che rigetta il capitalismo “keynesiano” quanto quello “sfrenato” americano.
Il progetto pan-europeo trova le radici in un patto tra élite finanziarie, tecnocrati e aristocrazia che si rifà espressamente ai fasti del Sacro Romano Impero.
Ovviamente in nome della “pace”.
@Rodion
Quindi usi il termine in maniera generica o ti riferisci a quella storia della black nobility che gira sul web?
Personalmente non la ritengo credibile ma se pensi di avere degli elementi per confermarla mi interessa saperlo.
Secondo quella teoria esiste addirittura una linea diretta di discendenza con il SRI e il patriziato veneziano sarebbe al centro delle trame di queste élites.
Non so se parli di questo o di altro.
Le élites ci sono, questo è indubbio, ma arrivare a ininterrotte linee di discendenza e/o iniziatiche di secoli o millenni mi sembra leggermente forzato.
@Marcello
Mi riferisco semplicemente alle storiche case regnanti europee.
Nel “web”, come in una qualsiasi piazza gira di tutto: le favole metropolitane, le indagini dei giornalisti “cospirazionisti” e qualsiasi altra fregnaccia che stuzzica le morbosità delle persone sono già state affrontate da Karl Popper negli anni ’60.
Esiste un metodo scientifico, prevede la “falsificabilità” e l’articolo che ti ho linkato e che, a quanto pare, non hai letto, rispetta il metodo suddetto. Punto.
Le aristocrazie, “i nobili” e le antiche famiglie sono rimaste saldamente al potere fino almeno alla prima guerra mondiale, alla faccia delle rivoluzioni liberali.
Cosa ti turba? Che per fare i gialli cospirazionisti i venditori di patacche sono costretti a prendere spunti dalla storia fattuale?
Leggiti quell’articolo che ti ho linkato insieme ai relativi link.
Se non capisci chiedi: la realtà supera di gran lunga la fantasia di giornalisti e scrittori.
Saluti.
@Rodion
Per cortesia rilassati, ti ho solo chiesto una precisazione.
Juncker? Quello che ha detto:
“Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”
Belle persone proprio eh…
Continuiamo a ostinarci con una classe politica, anche quella dell’SPD tedesca, che non ha la minima intenzione di migliorare il benessere dei popoli sud europei, e che al massimo farà qualcosa solo per tirare per le lunghe l’euro. Qualunque costo quindi verrà valutato, cinicamente, rispetto al costo di una frammentazione dell’euro e la perdita del potere da parte delle élite tedesche e nord europei.
Rodion, ho chiesto gentilmente il tuo pensiero. Ti terrò informato del mio lavoro in terra di Lomellina. Come ho asserito, hai un caratteraccio.
Caro Rodion, ho iniziato a implementare ( tramite la mia pagina su facebook) il primo tassello. Accorpamento dei comuni inferiori a 5 mila abitanti, affinché con l’unione socio-politico e altresì socio-economico, diventi fattibile nel contesto EUROREGIO. Mi sono permesso di appropriarmi del tuo concetto; le eterogeneità culturali ecc! Detto ciò, hai ragione che siamo diversi. Io, sto in mezzo alla gente per creare una nuova Europa. A risentirci, giacché mi sei simpatico gradirei che, nel caso di ribaltamento politico della città di MEDE poiché il sindaco è rinviato a giudizio, che venissi a conferire a supporto della lista, di cui appartengo. Grazie e ogni tanto togliti le ragnatele! Lunga vita
Ma che è, adesso passo pure per la prima donna isterica? Prendo cazziate a destra e a manca…
Certo che bagnaizzarsi senza aver le competenze di Bagnai è veramente deprimente.
@Marcello
Ascolterò i tuoi preziosi consigli: grazie per le domande e per l’oppotunità di risponderti.
@Renato
Grazie sinceramente per la simpatia e per l’invito. Ti assicuro che la vera distanza che ci divide non è neanche quella nella visione dell’Europa che ci attende: la vera distanza è quella “fisica”… :o)
In bocca al lupo.
@Rodion
Sono contento di averti dato una dritta.
Visto che ti è stata utile te ne do un’altra: datti meno importanza o, se proprio non ne puoi fare a meno, cerca di farlo con meno foga che sembri uno che deve disperatamente compensare a qualche frustrazione personale.
@Marcello
Ma importanza de che? Per cosa? Perché sacrifico una parte della mia giornata per impegno civile? (cosa che, tra l’altro, non puoi sapere visto che l’impegno è totalmente anonimo)
Tu non ne hai di frustrazioni personali? Sai cosa è lo stress?
Tu hai chiesto un chiarimento ad un commento, e mi sembra di avertelo dato. Male? Inutile? Antipatico? Di uno che “se la tira”? Ma poi, tirarsela de che?
Probabilmente avrò foga nello scrivere, non sono capace di gestire emozioni e stress: cosa devo farci? Sono così e cerco di limare i difetti come posso.
Ci metto foga? È un mio limite, sono emotivo. Lavoro giorno e notte, ma quello che mi chiedo è:
ma che stracazzi te ne frega?
Non sono mica qui a far proseliti. (Al limite avrei la velleità di aiutare a far divulgazione). Si discute, si esprime un’opinione, al limite un’emozione.
Mi hai chiesto un chiarimento (per cui ti ringrazio dell’interesse) e ti ho fornito un link: mi sembra di essere stato solidale. (Un interlocutore mi può linkare una fonte mandandomi anche a stendere, ma se mi è utile RINGRAZIO e that’s it).
Vabbé, a questo punto ringrazio io i miei “detrattori” visto che, quanto meno, ho capito che per un bel po’ me ne andrò in vacanza.
A giorni migliori.