Sono arrivati gli americani e chissà se, oggi come allora, luglio non ci abbia regalato sigarette, saponette e cioccolate. Ci sono le navi, ci sono i soldati, ora c’è persino un porto franco dove sbarcare senza che la sabbia copra il lucido degli anfibi. Mancavano le due ali di folla festante e i ragazzi che salgono sui mezzi militari ieri mattina, all’arrivo della Cape Ray – il magico alambicco galleggiante a stelle e strisce che a Gioia Tauro dovrà prendere in consegna 560t di materiale chimico, pericoloso e proveniente dalla Siria. Di più ancora non è dato sapere. Abbiamo solo appreso che la missione sarà simbolo di pace perché distruggerà iprite e Sarin, gas micidiali che hanno sterminato donne e bambini. Oggi, l’Occidente si riprende ciò che aveva venduto sulla via di Damasco. Tanti, invece, i giornalisti e le troupe televisive: sulle colline che dominano il mega terminal di Mct erano imboscati i colossi dell’informazione mondiale. Al vecchio molo, giù alla marina, l’aria carica di sale. Crepitii metallici, mamma Rai e quattro pensionati. Il più intrepido cala la lenza e pastura con una fiondata di bigattini. Erano le 6.30 quando l’imbarcazione è entrata nello scalo reggino trainata da due rimorchiatori e scortata da due motovedette della Guardia Costiera. 648 piedi di ferraglia anni settanta con a bordo due sistemi di smaltimento da 7 milioni di euro. Il cargo Usa ha così superato le gru ed è stata ormeggiato. A metà mattinata, quando il sole bacia il litorale, a dire il vero il grigiume della MV stonava con la bellezza della costa Viola e, all’orizzonte, Stromboli sembrava ammonire le prime navi militari che iniziavano il pattugliamento delle acque antistanti. In questi giorni fata Morgana gioca brutti scherzi: non più fantastiche visioni ma drammatici scenari da guerra. Blindato il porto, blindata l’area industriale, blindata la periferia nord della città. A girare lo zucchero dentro il caffè dei bar né commercianti né impiegati ma i Carabinieri del nucleo antisabotaggio. In contrada Lamia, un forestiero stoppato al posto di blocco obietta che ha da lavorare. Mentre i cronisti più sprovveduti vanno alla ricerca del passi giallo o tentano invano di imbucarsi, quasi fosse un diciottesimo. Per il resto, la vita scorre nella quotidianità più alienante. I negozi aperti, il problema del traffico, le mamme che riempiono i carrelli della spesa. Tra i vicoli si sente l’odore del sugo fresco al basilico. Allo sportello qualcuno si ricorda e domanda: “ma le navi sono arrivate? Anziché portare la Concordia ci mandano i veleni!”. E poi ci sono loro, i bagnanti che continuano a nuotare e a prendere la tintarella. Nello stesso momento i palombari ispezionavano i fondali del bacino di Levante. Un vecchio lupo marino con la barba bianca e la pipa giura di aver visto un sottomarino. Mia figlia a casa che legge le avventure di Jules Verne; fuori la calura scioglie i gelati. Mentre mi state leggendo sarà arrivata la nave dei veleni e tra qualche minuto inizierà il trasbordo. Quello dei misteri. La Piana vivrà queste 48 ore con le contraddizioni di sempre. Sganciata dalla realtà non solo portuale. Cosa ci vuoi fare, così è la vita … paisà!
Domenico Latino
Fonte: Gazzetta del Sud