imagesIl bluff di Renzi è sempre più scoperto. Come vi avevo precisato tempo fa, il successore di Enrico Letta è stato imposto al potere dai soliti noti  per aggravare una crisi economica che nasconde finalità sociali e politiche. Il Venerabile Mario Draghi ripete ossessivamente come il welfare sul modello europeo non sia più sostenibile. L’attacco al sistema pensionistico e alla sanità pubblica rappresenta l’ultimo stadio di un progetto politico pianificato nel tempo. Tenere i singoli Stati sotto stress, aumentando cioè dolosamente il livello della sofferenza sociale, è indispensabile per raggiungere l’obiettivo. Chi mai si sognerebbe di limitare l’accesso alle cure o di colpire i diritti acquisiti senza poter alla bisogna sventolare la bandiera di una provvidenziale (quanto inventata) emergenza? Capite ora perché dalla crisi non si uscirà mai? O, quantomeno, non si uscirà fino a quando rimarranno in piedi alcuni pilastri di civiltà eretti nel Vecchio Continente a partire dal secondo dopoguerra? Sapere che i vari Draghi, Merkel, Monti lavorano oramai sfacciatamente ad un progetto disumano ed infame non mi stupisce. Sapere che il movimento 5 Stelle è parte di questo sistema, con Casaleggio sempre più a suo agio nel ruolo di giullare di completamento da esporre come trofeo dalle parti di Cernobbio, non mi addolora. Mi indigna invece l’apatia dei cittadini, vittime colpevoli, complici e consenzienti di una situazione che per stupidaggine ed indolenza continuano ad aggravare. Ma come si fa a non capire che Renzi, con la sua inutile prosopopea, è solo un burattino nelle mani di quel Napolitano che ha già aperto la strada a Mario Monti ricevendone in cambio una irrituale e non prevista riconferma sul Colle? Ma come si fa a non capire che chiedere l’abbandono dell’austerità senza proporre una radicale revisione dei trattati è poco più che una presa in giro? Ma come si fa a spacciare un degno erede della Repubblica di Vichy come il francese Valls, massone reazionario nominato da quel miserabile di Hollande, quale fulgido esempio di una nuova classe dirigente progressista? A tutto c’è un limite. Ma questo limite gli italiani non sembrano coglierlo, sempre obnubilati dai soloni di turno che urlano a pagamento contro gli sprechi e la Casta. L’appena nominata Commissione europea, diretta da quel masnadiero brillo che risponde al nome di Juncker, è peggio perfino di quella precedente. Agli affari economici, al posto dell’ex terzino Olli Rehn, c’è ora il sedicente socialista Moscovici, figura scialba ed etero diretta per giunta di fatto commissariata da un altro cagnaccio finlandese, tale Katainen, cane tenuto al guinzaglio da Merkel in grado di proporre la confisca del Partenone quale garanzia per i debiti contratti dal povero popolo greco. Per uno come Katainen la corte marziale sarebbe poco, rappresentando infatti un modello di governance nella sostanza simile a quello praticato dai tagliatori di teste dell’Isis. Perché mai un qualunque cittadino italiano dovrebbe recepire le direttive di un oscuro e sconosciuto cravattaro finnico? Perché lo dice Renzi? Perché lo scrive il Corriere di de Bortoli o la Repubblica fondata da un vegliardo in odore di zolfo come Eugenio Scalfari? A nessuno sembra sia giunto il momento di dire basta? E mentre questa struttura mafiosa e corrotta chiamata Ue continua a mietere vittime dappertutto, in Scozia e in Catalogna riprende forza il movimento indipendentista. Stretta tra la nostalgia per il ricordo delle piccole Patrie dei tempi che furono, e l’irrompere di nuovi orgogliosi nazionalismi che pervadono tanto la società russa quanto quella francese, l’Europa somiglia sempre più ad un nave senza bussola e senza meta in balia delle onde. Il caos è alle porte. Pagheranno mai i vari Draghi, Merkel e compagnia per i crimini commessi?

    Francesco Maria Toscano

    12/09/2014

    Categorie: Politica

    22 Commenti

    1. alessandro scrive:

      Bene! il Moralista in chiave veemente è quello che preferisco. Aggiungo alle sante parole dell’ottimo pezzo che è bene che ci si rassegni all’idea che parta proprio dall’Italia la svolta per un cambio decisivo di paradigma, salvo colpi di scena da parte della società civile. Osservo invece con maggior attenzione gli eventi francesi e inglesi. Mi riferisco al referendum per l’indipendenza della Scozia e alle “annunciate” posizioni anti-europeiste del governo inglese, anche sulla spinta del partito di N. Farage, a cui seguono le manifestazioni per l’indipendenza della Catalogna. Mi riferisco altresì alle ultime vicende politiche del governo francese. Nel momento in cui le forze progressiste francesi, a mezzo dell’ex-ministro dell’economia ed altri, hanno provato a schierarsi contro il partito dell’austerità, Hollande ha rimpastato il governo con una decisiva svolta a destra. Il governo francese, al momento, nella nuova formazione, ha in sostanza sposato l’idea sinistrosa della terza via, per espressa dichiarazione dello stesso Valls. Tant’è che la svolta a destra è stata già fortemente criticata e contestata dagli ambienti dei delusi social-democratici della società civile, della politica e della stampa francese e pare che i consensi del mandato Hollande siano, anche per questo, fortemente in calo, oltreché per lo scacco al re dell’ex-première dame con il debutto del suo libro-rivelazione. Insomma, la sinistra francese pare che intenda presentarsi come una novità rispetto alla socialdemocrazia che ha prevalso nelle ultime consultazioni elettorali, che si sarebbe rinverdita, a suo giudizio, con le presunte benefiche e salvifiche correnti liberali e liberiste, più attente alla libertà d’impresa. Per sintetizzare, si parla sempre della solita minestra: “riforme, crescita e competitività”, le solite dogmatiche campane a morto per l’economia che privilegiano “il lato dell’offerta”, quando il problema, si sa, è la domanda. Valls è il cugino d’oltralpe di Renzi, il Blair all’amatriciana de’ noantri. Se è vero che la sinistra francese è allo sbando, con i consensi sotto la suola delle scarpe, e il vecchio Sarkò intende ricandidarsi a guidare il centro-destra (nonostante 5 processi sulla groppa e le scaramucce con Carlà), è facile intuire come la Le Pen (versus due mediocri concorrenti) possa vincere a mani basse le prossime consultazioni elettorali, con tutte le conseguenze legate alle “annunciate” posizioni “sovranitariste-anti-euriste”. Con ciò, sarebbe fuorviante dire che i venti della rivoluzione soffino nuovamente dalla Francia o dall’Inghilterra, come storia insegna. Che rivoluzione ci si potrebbe aspettare da una Le Pen o un Cameron? Per imbonirli basterebbero poche prebende. Ma a naso mi pare che lo scontro fra forze progressiste e reazionarie attualmente si giochi e si concentri in Inghilterra e soprattutto in Francia. Sottolineo anche le ultime dichiarazioni in contro tendenza del governo francese, che annunciano che il rispetto del target previsto sul tetto deficit/PIL non verrà rispettato. Ci si sarebbe aspettato che questa mossa desse un alibi per alzare la palla al governo italiano. Curioso, l’azzardo morale francese, contro la sudditanza del bluff del governo renziano. A dispetto della logica, l’Italia si prefigge addirittura un target al di sotto del 3%, ovvero del 2,6% deficit/PIL. Questo a significare che in Italia la classe dirigente è completamente supina rispetto alle forze reazionarie e non c’è e non ci sarà nessun asse italo-francese anti-austerità. Anzi in Italia, se notate, l’ultimo imperativo o leitmotiv ripetuto a pappardella in tutte le televisioni è “riforma del mercato del lavoro”, a significare che sul territorio italico non si gioca la partita fra forze reazionarie e progressiste: non c’è niente di niente qui da noi!

    2. Complimenti per l’eleganza. Credo, opportuno, giunti a ciò, approfondire il concetto di etero diretto inerente al sig. Casaleggio!
      Lunga vita.
      ,

    3. marcobaldi scrive:

      La “pena” per codesti tristi figuri sarà quella del loro predecessore Heinrich Bruning:
      Una cattedra in scienze politiche presso l’ Università di Harvard.
      “prestigiosissimo” ateneo “faro di civiltà” di quel monumento alla libbbbbbbbbertà (come ci ricorda il nostro “Fra cazzo da Velletri”) che sono gli USA.
      Si, gli USA del “sogno ammmmerigano” presi ad esempio da tutti gli europeisti senza se e senza ma (come il Fra cazzo da Velletri) per il prossimo venturo “sogno europeo” degli “USE”.

      Per sognare bisogna dormire e certi languorini allo stomaco e/o certi frizzamenti al posteriore potrebbero svegliare non pochi “plebei”. Sarebbe il caso di non farli svegliare in mano ad un novello imbianchino austriaco. Grazie.

      • il Moralista scrive:

        La sintesi caricaturale che fai del pensiero di Fra’ Cazzo è inaccettabile. Fra’ Cazzo, al netto di alcune controproducenti spigolature, ha sempre argomentato abbondantemente le sue posizioni senza mai dare l’impressione di essere un filo-americano acritico. Questo per puro amore di verità. Saluti, Francesco

        • Rosario scrive:

          Io non sono americano a tutti i costi, e nemmeno un europeista a tutti i costi (dato che questa UE è ormai diventata la nostra rovina..sarebbe stato molto diverso se l’avessero impostata in altro modo, perché questo non è l’unico possibile e immaginabile) ma un po’ di spirito critico non guasterebbe…anche perché, se non ci fossero stati gli americani, probabilmente si sarebbe venuto a creare uno scenario degno de “La Svastica sul Sole” di Philip K. Dick. Quindi, è ANCHE (ma non solo…però il giusto merito bisogna riconoscerlo) grazie agli americani che molta gente può scrivere e dire parecchie stronzate. Compresi alcuni di quelli che frequentano questo blog.

    4. Gianluca scrive:

      Francesco Toscano, una provocazione, ma nemmeno tanto:
      qual’è la differenza tra i carnerfici della macelleria sociale europea, e chi, sognando un europa diversa, ci consegna e ci lascia in mano ai primi?

      Io credo che gli europeisti abbiano una grande responsabilità, in nome di un sogno europeo diverso, ci tengono ancora in scacco matto con neo-fuhrer e oligarchi capitalistici come Draghi e la Merkel, referenti di interessi ben più nascosti.

      • Gianluca scrive:

        p.s. il sottotitolato potrebbe essere: è inutile che ve la prendete con la Germania brutta, cattiva e matrigna, se poi continuate ad andarci dietro come una vittima della sindrome di stoccolma…

        • Rosario scrive:

          Mah…non sono per nulla d’accordo. Scusa fammi capire una cosa…ipotizziamo un attimo che la storia fosse andata diversamente: se, dopo il Risorgimento, l’Italia fosse diventata uno Stato autoritario, allora saremmo dovuti tornare agli stati e staterelli pre-Unità…? Tipo il Regno delle Due Sicilie, il Regno di Sardegna, i vari Principati e lo Stato Pontificio? Sarebbe stato impossibile immaginare un’Italia in veste di Repubblica Parlamentare e Democratica? Dal punto di vista logico, stai facendo lo stesso ragionamento, solo che riferito all’Europa. E’ semplicemente un sistema che va rivoltato come un calzino, ma non l’unico immaginabile.

          • Rosario scrive:

            Spiego meglio l’ultima affermazione, perché ho scritto di fretta: volevo dire che è un sistema che andrebbe rivoltato come un calzino…l’UE non è l’unico modo possibile e immaginabile per realizzare l’unità europea. Ma chi ci vuole stare al servizio degli oligarchi della finanza. E poi, detto sinceramente, non è che se torni a una situazione pre-UE, cambia molto…se continui a seguire le linee del Washington Consensus, stai sempre lì…anzi, finisce peggio.

            • Rosario scrive:

              Ci sarebbe da inserire un punto interrogativo dopo la parola “finanza”.

            • Gianluca scrive:

              Se esci è proprio per liberarti dai tanti vincoli, monetari e politici, dovuti ad un matrimonio che non si doveva nemmeno fare, con la Germania.
              Ripeto: q

            • Gianluca scrive:

              *Questo maledetto sogno, ha dei responsabili. Chi ancora ce la mena con un qualcosa di irrealizzabile, è quasi più responsabile dei carnefici… perché ci lascia in loro balia, sognando cose al momento irrealizzabili.
              Io dai nemici me l’aspetto, dagli amici invece mi sento tradito!
              Devono uscire gli attributi, fare mea culpa sperando di non venir ripagati, e mettere in campo un progetto realizzabile che ripristini il welfare e il lavoro.
              Tutto il resto, è chiacchera da Bar… tipo il teletrasporto.

            • Gianluca scrive:

              Se esci viene a mancare il “vincolo esterno” che “giustifica” il massacro sociale… poi li voglio vedere eletti quesi che vogliono continuare con il massacro… finirebbe lì.

          • Gianluca scrive:

            Stai facendo un paragone sballato… e in ogni caso, meglio tanti stati liberi, che una nazione fascista.
            Ma non è che sotto sotto siete fascisti pure voi? Alla fine è un aspetto organizzativo, con profonde ricadute politiche, ma questa inversione dei valori non mi piace proprio.

            • Rosario scrive:

              Gianluca, hai proprio sballato l’interpretazione del mio ragionamento. Qua nessuno è fascista. Pensare a una federazione democratica di stati europei, sotto un Parlamento unico e un Governo unico, eletti democraticamente (senza annullare quelli degli Stati Membri…chiamasi Federalismo), non è un qualcosa di autoritario. E’ autoritaria la UE così com’è stata realizzata. E comunque ricordati che, se te ne esci, non è detto che succede chissà cosa: l’austerity non è un modo di essere dell’Europa, ma un tipo di politica economica di stampo neoliberista. E il neoliberismo non cessa di esistere uscendo dall’UE. Anzi, uno stato più piccolo è molto più debole nei confronti degli attacchi speculativi finanziari e delle direttive impartite dall’FMI, ispirate al Washington Consensus. Quindi…ok, io rispetto ciò che pensi tu (anche se non lo condivido), ma attenzione a trovare soluzioni in scelte che, francamente, possono risultare sconsiderate. Come detto, il paradigma di riferimento dell’UE è stato il neoliberismo. Bisognerebbe convertirlo, passando al “keynesismo”. E, in modo complementare, democratizzare tutta l’architettura istituzionale e il processo decisionale. E sia chiara una cosa, io personalmente non ho letto alcun post in difesa dell’UE qui. A nessuno piace l’UE com’è stata concepita. Ognuno, di quelli che si definiscono europeisti, l’hanno ritenuta un aborto.

    5. ugo scrive:

      Al padrone di casa vorrei chiedere una cosa che mi frulla in mente da più di qualche giorno e alla quale non riesco a trovare risposta.

      Opportunamente c’è chi ha appena sottolineato che l’abbattimento degli schieramenti che hanno portato al secondo conflitto mondiale è stato possibile per l’apporto determinante degli USA ***E*** in pari misura dell’URSS. Orbene, a suo tempo ci spacciarono la scelta di campo pro-USA come scelta inevitabile per non aderire alla visione comunista (che poi qualcuno dovrebbe spiegarmi cosa c’era di realmente comunista in una realtà come l’URSS, ma va be’). Diamo per assodato che il Comunismo URSS fosse il male e il Liberismo USA il bene, i nostri antenati fecero le loro scelte e buona notte al secchio.

      Orbene, non mi risulta che l’URSS esista ancora, e men che meno che l’attuale Russia sia anche solo velatamente comunista. Sono dunque venute a cadere quelle categorie che ci orientavano ad Occidente. Ed ecco la domanda per Toscano (o per chiunque volesse aiutarmi a capire): vista la maggior prossimità con la Russia, che geopoliticamente darebbe infiniti vantaggi, e la disponibilità di quei territori in termini di materie prime d’ogni tipo, perché dalle nostre parti si continua a ritenere che gli USA siano più appetibili come “compagni di ventura”? Davvero, mi sembra che i presupposti per orientarsi ad Occidente siano ormai caduti da decenni, e che i nostri interessi dovrebbero andare nella direzione opposta. Perché non accade? Cosa (chi) lo impedisce?

      Magari pecco di ingenuità, anzi, SICURAMENTE pecco di ingenuità, ma proprio non capisco.

      • marcobaldi scrive:

        Direi un centinaio di basi militari, tanto per cominciare (a proposito; non dovevano servire a difenderci dai comunisti? Insomma; che ci fanno ancora qua, anzi che ci fa ancora la NATO in vita?).
        E per proseguire, non meno importante, il totale asservimento della nostra classe politica e dirigente ai loro padroni. Daltronde è molto più comodo fare i vassalli e limitarsi a obbedire a che prendersi la responsabilità di una vera guida politica di interesse nazionale. Per svolgere il ruolo di vassallo puro è più che sufficiente essere un Renzi qualsiasi. Tanto per capirsi.

        • ugo scrive:

          Dunque tutto si riconduce alle vecchie leggi della pistola puntata? Entusiasmante! Alla faccia del progresso! Se le cose stanno così direi che non è cambiato niente da quando Huk pretendeva di usufruire delle grazie di Blik minacciandola con la sua clava. Almeno lo si ammettesse chiaramente, csenza tutta la puzzolente retorica che ci viene propinata a partire dai banchi di scuola…

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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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