imagesRTJ41MW2Da oggi gli italiani possono guardare al futuro con un pizzico di speranza e di fiducia in più. Giorgio Napolitano, arcigno avamposto italiano di poteri schiavistici, antidemocratici ed occulti, si è finalmente dimesso, liberando inconsapevolmente nell’aria un fresco profumo di libertà che riscalda il cuore ed ossigena il cervello. Credo sia opportuno che il Parlamento, espressione di una volontà popolare ripetutamente tradita dal vecchio Presidente, sottolinei l’importanza storica di siffatta circostanza, magari affiancando simbolicamente il 14 Gennaio al 25 Aprile. Napolitano, con metodi e modi alquanto diversi da quelli utilizzati da Benito Mussolini,  ha commissariato l’Italia per quasi un decennio, violentando una dialettica democratica da sacrificare sull’altare di interessi speculativi privati. Napolitano rappresenta uno spartiacque per il nostro Paese. Gli storici, così come avvenne per l’esperienza fascista, saranno costretti a raccontare quanto l’Italia sia cambiata (in peggio) in conseguenza dell’ascesa al potere dell’ex comunista migliorista preferito da Henry Kissinger. Nel 2006 l’Italia era un Paese relativamente prospero e felice, con un tasso di disoccupazione accettabile e un tessuto industriale ancora solido e competitivo. L’Italia di oggi è invece una valle di lacrime, impoverita e umiliata da tecnocrati sprovvisti di mandato popolare che banchettano sulla pelle dei più deboli. In Italia, grazie alle politiche volute da una serie di governi-fantoccio creati dallo stesso Napolitano, la disoccupazione è salita alle stelle. Generazioni intere sono state falcidiate agitando strumentalmente il mito del debito pubblico, tra l’altro paradossalmente aumentato proprio in conseguenza delle dissennate politiche di austerità difese a spada tratta e contro ogni logica proprio dal nostro ex presidente. Ma Napolitano non si è limitato a farsi garante per conto terzi del declino economico e industriale del Belpaese: ha fatto di più e di peggio; ha imposto cioè una visione del potere elitaria ed oligarchica, lentamente sfociata in un vero e proprio culto della personalità indegno persino di un paese in via di sviluppo. In questi anni la grande stampa, all’unisono, non ha mai osato mettere in discussione le scelte del presidente/monarca, bollando come impuri ed infedeli tutti quelli che trovavano il coraggio di resistere alla dittatura del pensiero unico. Un crinale allo stesso tempo risibile e pericoloso, palesatosi al mondo in tutta la sua ridicola drammaticità il giorno in cui i presidenti delle Camere, Grasso e Boldrini, invitarono i parlamentari a non pronunciare invano in aula il nome del Presidente Napolitano. Scene fantozziane che farebbero arrossire di vergogna perfino tipi alla Erdogan. Ancora oggi giornali come Repubblica, la Stampa e il Corriere della Sera, trovano il tempo di raccontare al popolo quanto Napolitano sia felice di tornarsene a casa (figuratevi quanto lo siamo noi). Eugenio Scalfari, in un articolo pubblicato ieri su Repubblica, è riuscito a scrivere che Napolitano aderì in gioventù al Guf (gruppi universitari fascisti) in funzione antifascista. Ma vi rendete conto? E’ come dire che Tizio volle farsi prete perché chiaramente anticlericale. Non sanno più cosa inventarsi per tenere il sacco ad un uomo anziano che ha sempre e soltanto creduto nel potere per il potere. Quando però i piccoli interessi contingenti saranno sopiti, le menzogne interessate e pavide evaporeranno, lasciando sul campo una verità fattuale che, per quanto comprensiva e abbellita, condannerà in eterno il ricordo di Napolitano, pessimo Presidente bravo a fare della banalità un’arte e dell’ipocrisia un punto di forza. Stendiamo infine un velo pietoso sulle vere ed eversive dinamiche che hanno preparato la nascita del governo Monti, denunciate sia nel libro di Alan Friedman (“Ammazziamo il Gattopardo)”, che in quello pubblicato dall’ex segretario del Tesoro americano Tim Geithner (“Stress Test”). Retroscena inquietanti, non a caso silenziati da un sistema informativo che, pur ricordando nei fatti l’istituto Luce, marcia in difesa del ricordo dei giornalisti di Charlie Hebdo, massacrati nel nome di una libertà che non accetta limiti né compromessi. Addio Giorgio. L’Italia è finalmente libera di ricominciare a vivere.  

    P.s. Invito tutti i lettori de Il Moralista ad iscriversi al “Movimento Roosevelt” in vista del primo congresso nazionale che si terrà a Perugia in data 21 marzo 2015. Il modulo per aderire lo trovate in alto a destra

    Francesco Maria Toscano

    15/01/2015

    Categorie: Editoriale, Politica

    30 Commenti

    1. Vorrei tanto sapere se e quale ruolo hanno giocato le recenti rivelazioni magaldiane in questa decisione di Napolitano che da tempo attendavamo. Certo è che il tempismo legato all’interrogazione parlamentare della Bottici (M5S) affinché Napolitano facesse chiarezza sulla Ur-lodge a cui era iscritto, lascia ben sperare. Che si cominci a giocare a carte un po’ più scoperte?

    2. davide scrive:

      sinceramente dire che è colpa di napolitano mi pare eccessivo dato che le leggi le fa il parlamento ed il presidente può solo rifiutarsi di firmarle una solo volta…evitiamo di dare in pasto all’opinione pubblica capri espiatori poichè napolitano avrà avuto le sue colpe ma nessuno può dirsi esente, ad incominciare dal m5s che tanto lo ha accusato: cosa hanno fatto i grillini in concreto per rispondere ai milioni di italiani che hanno votato per loro??? si sono messi a denunciare inciuci e contare scontrini mentre gridavano contro l’aumento del debito pubblico: peccato che questo non cambia nulla nella vita degli italiani anzi come scritto da God stabilizza il sistema ovvero rende inevitabili governi come quello di letta prima e di renzi dopo che sono i veri responsabili nell’attuare le politiche decise dalla massoneria reazionaria che è il vero colpevole della crisi…

      • Scusi Davide, prima dice che dare la colpa a Napolitano le pare eccessivo e poi vede nella massoneria reazionaria il vero colpevole della crisi, cioè quella massoneria in cui lo stesso Napolitano è iscritto. Non capisco….

        • davide scrive:

          Scusi antinozzi ma mi pare che il presidente della repubblica non possa dire al parlamento cosa deve fare ovvero non è colpa di napolitano se il m5s decide di starsene per i fatti suoi: oppure forse anche lei crede che il m5s avrebbe vinto le elezioni e quindi napolitano non ha voluto dare loro il mandato per fare il governo perchè doveva fare arrivare letta e renzi??? cerchiamo di essere seri…poi visto che si parla tanto di pareggio di bilancio e jobs mi domando in europa a firmare i trattati chi ci va i rappresentanti del governo oppure il presidente della repubblica???e le leggi chi le fa il parlamento oppure il presidente della repubblica? se i trattati internazionali li firma il governo e le leggi le fa il parlamento mi pare ovvio che napolitano c’entri solo fino ad un certo punto…poi continui pure a credere che la crisi è colpa di napolitano ma mi pare lampante che certe porcherie sono state fatte da altri che usano napolitano come paravento ad incominciare dal m5s che parla di ostilità da parte di napolitano per coprire la loro responsabilità…

          • Ezra Pound soleva dire che i politici, in un sistema come questo, sono diventati per forza di cose i maggiordomi dei banchieri. Quindi Napolitano ha le sue responsabilità, ma probabilmente molto più limitate di chi gli ha dato gli ordini. Le sue responsabilità sono legate sia al suo raggio di azione, che alla sua coscienza e in quello che gli hanno fatto credere. Insomma tutto dipende dalla posizione che occupi nella piramide gerarchica.
            Detto questo, il suo ragionamento non fa una grinza. Se lei decide di vedere il panorama dal punto di vista teorico-istituzionale ha ragione lei. Se invece vuole spaziare su come nella pratica si sono sempre svolti i giochi, scoprirà qualcos’altro. Magari verrà a conoscenza che “il patto di sangue” che uno presta quando entra in un istituto onorevole come quello della Massoneria, le chiede fedeltà, obbedienza e silenzio. Quindi arriverà alla conclusione che è tale patto è più forte della fedeltà che concede alle istituzioni e ai suoi elettori.
            Io non sono uno stratega, né tantomeno un politico, quindi il mio parere vale nulla, però non ho mai creduto che la colpa della crisi sia di Napolitano. Mi vien da ridere solo a pensarci. Lui è solo una piccola pedina del puzzle del potere. Davvero minuscola, mi creda, pari alla sua pusillanimità.

    3. Gabry scrive:

      Troppo positivo..non ho visto nessuno, stracciarsi le vesti, quando il loro “capo” è andato via..

    4. Javier scrive:

      Aspetterei ad esultare, non vorrei che l’elezione del successore finisca per essere una figura di continuita’ con l’ex presidente……..

      • Ovidio G scrive:

        Esatto! A me viene gia’ da tremare al pensiero di chissa’ quale impresentabile verra’ eletto, perche’ questo giro verra’ scelto da Renzi e Berlusconi.

    5. Alessandra scrive:

      ..concordo con javier..magari il prossimo e’ persino peggio..

    6. ampul scrive:

      Moralista, l’ultima volta che hai scritto cosi’, ce lo siamo ritrovati! Sempre per il nostro bene ovviamente!
      :-)

      @ Davide: è proprio per l’opinion comune che vuole Napolitano tutto sommato esente da varie colpe, che ci ritroviamo in questo stato di cose. Ti hanno fottuto la libertà da sotto il naso senza che tu te ne sia accorto! Perciò pensi (erroneamente!) che la colpa sia più che altro del parlamento semmai, senza renderti perfettamente conto che l’Italia non è più sovrana di niente… mpf, il parlamento… figuriamoci! Semplice quanto ornamentale orpello.
      Lo dico dandoti simbolicamente una pacca sulla spalla, credimi!

      @Javier e Alessandra: sarà certamente in continuità… per capirci, signore e signori ecco a voi “MISTER…”

      • davide scrive:

        quindi è colpa di napolitano se il parlamento ha fatto certe leggi e l’italia non è più sovrana??? fra poco ci sarà chi dirà che siamo in europa per colpa di napolitano…io non ho detto che napolitano non ha colpe ma semplicemente che addossare su di lui facendolo passare come causa principale significa giustificare le malefatte di altri: ad esempio di berlusconi e tremonti che sono stati loro a firmare la famosa letterina con bruxelles…non mi si vorrà dire che glielo ha imposto napolitano poichè se così fosse davvero con il fatto che se n’è andato adesso si cambia registro…peccato che non è così ed i nomi che iniziano a circolare( al netto di quelli che si vogliono bruciare) lo stanno a dimostrare…

    7. Care/i ho gradito assai il concetto di ” FIGURA DI CONTINUITA’”. Se c’è continuità per la massoneria reazionaria, c’è anche continuità per innalzare vessilli che richiamano agli ideali socialisti liberali. La nostra continuità è armarci ogni giorno di pazienza e invogliare ogni singola persona a comprendere che il nostro futuro appartiene a noi. Invogliare a battersi, a sostenere taluni pensieri in modo che lo Stato, diventi talmente masticabile da divenire una famiglia allargata. La continuità di pretendere una DEMOCRAZIA SOSTANZIALE, ed è fattibile se chiunque facesse della propria continuità, una fede. Continuità di esistere e altresì battersi per un mondo migliore.
      Lunga vita!

      • Gio scrive:

        Un concetto bellissimo, ma eviterei di considerare lo Stato una “famiglia allargata”. Spesso abbiamo sentito politici di ogni schieramento blandire impropriamente tale concetto. “Considerate lo stato come una famiglia che deve far quadrare i conti che accudisce i propri figli oppure considerate lo stato come una azienda.” Nulla di più sbagliato!

        Lo Stato non è, e non può essere, una famiglia, in quanto scopo della famiglia è il benessere dei suoi membri (una cerchia ristretta). Scopo dello Stato è il benessere di tutti i cittadini!
        Scopo di una azienda è il profitto (legittimo) che nulla ha a che vedere con gli scopi statuali. Dal paragone improprio deriva che la gestione stessa della “macchina” Stato nulla ha da spartire con le regole di gestione e funzionamento che presiedono famiglie da un lato e imprese dall’altro.

        • Grazie Gio, intendo l’amore che si ha per la famiglia deve divenire anche amore per il proprio stato, poichè se lo stato è limpido anche il singolo cittadino è sereno. Non basta avere una classe dirigente onesta e seria, bensì un popolo partecipe delle scelte del proprio stato. Giust’appunto Stato; famiglia allargata.

          Sono Socialista liberale e adoro il manifesto di sansepolcro. Il miglior manifesto politico se non è condiviso dal POPOLO non vale nulla e viceversa se avessimo una classe politica seria, lavoratrice, eticamente pure e avessimo un popolo menefreghista che Stato sarebbe?Sarebbe uno stato oligarchico, governato da persone serie. Vuoi mettere l’abbraccio tra politico e cittadino e altresì condividere i propri sogni, orizzonti, futuri e quant’altro.
          Lunga vita!

      • Gio scrive:

        lo Stato è spesso dileggiato e visto come un nemico dalla maggioranza dei cittadini. In realtà non bisognerebbe dimenticare che lo Stato è la struttura portante che ci permette di godere di quei diritti e di quelle libertà,faticosamente conquistate, a noi tanto care.
        E’ necessario abbandonare la visione paternalistica di Stato e soprattutto delle funzioni rivestite dalle alte cariche di stato, per approdare ad una visione di più ampio respiro: lo Stato Democratico quale strumento posto a presidio di diritti e libertà.

        Detto ciò, l’elezione del nuovo Presidente ci sorprenderà di certo…in negativo! Non c’è mai limite al peggio. :) <—- rido per non piangere)!!!

    8. Gio scrive:

      @ Tutti

      Nessuno di voi ha notato qualcosa di “strano” e alquanto bizzarro nelle ultime dichiarazione del pontefice?

      Manila, Filippine. Papa Francesco parlando con i cronisti, è voluto tornare sul tema del terrorismo dopo la strage al Charlie Hebdo: “La religione non può mai uccidere, non si può farlo in nome di Dio”. “Ma – ha aggiunto – non si può provocare, non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene”. E fin qui…

      Poi ha aggiunto: “ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno” definire irrituale per un Papa tale dichiarazione è dir poco! Concetti come porgere l’altra guancia, il perdono, la non violenza ecc… mandati tutti a farsi benedire(?)

      Cosa ha voluto realmente comunicare il Papa con tale affermazione? Quale è la sua posizione nell’attuale assetto di forze e poteri in contrasto gli uni con gli altri?
      Non si dimentichi, inoltre, come sia stata enfatizzata dagli organi di informazione l’importanza della mediazione della chiesa, e in particolare del Papa, per il “disgelo” dei rapporti tra Cuba e USA.

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