imagesUn ottimo articolo pubblicato sul sito “Libreidee” contribuisce ad approfondire il dibattito intorno al “pericolo russo”, nuovo spauracchio costruito ad arte dal teatrino mediatico sull’esempio dei “due minuti dell’odio” di orwelliana memoria (clicca per leggere). Leggendo le parole dell’economista americano Michael Hudson, esperto di rapine in salsa neoliberista consumate nell’Europa dell’est all’indomani della caduta del Muro, si evince il rischio di una prossima spoliazione di beni di Stato russi, manovra concettualmente supportata dall’aggravarsi di una crisi pilotata da quegli stessi mondi- massonici, apolidi e plutocratici- che intendono  fregarsi a prezzo di realizzo l’argentaria del Paese guidato da Vladimir Putin. Come tutti sanno, infatti, il crollo del prezzo del petrolio, unito alle sanzioni comminate alla Russia dal cosiddetto “mondo libero e democratico“ (quello, per capirci, che “allatta” Al Baghdadi e i nazisti ucraini di Pravy Sektor), ha provocato una ondata recessiva che Putin potrebbe affrontare rispolverando il vecchio e logoro armamentario elaborato tempo fa dal Washington Consensus: ovvero tagli alla spesa e privatizzazioni finalizzate al contenimento di deficit e debito. Noi italiani, che abbiamo già visto identico film dell’orrore negli anni successivi all’isteria passata alla storia sotto il nome di “Mani Pulite”, conosciamo bene la malizia e la falsità di un simile affresco. Quando Mario Draghi era direttore generale del Tesoro, infatti, i beni di Stato vennero regalati ad un manipolo di avvoltoi illuminati con la scusa del debito pubblico. Risultato: oggi lo Stato italiano non possiede più nulla e il debito pubblico è più alto di allora. I russi, però, proprio perché suggestionati dalle brutture di un socialismo reale solo recentemente abbattuto, potrebbero forse conservare tutt’oggi una ingenua fiducia nelle meraviglie del libero mercato. Se così fosse, se Putin dovesse per davvero vendere di qui a poco gli asset strategici del suo Paese ai privati, commetterebbe un errore fatale gettando un’ombra sinistra sulla bontà e autenticità della sua parabola politica. Quale credibilità potrebbe mai preservare agli occhi del mondo un politico che, criticando a ragion veduta la decadenza di un regime atlantico che difende e legittima la dittatura del denaro, finisse poi nei fatti per scopiazzarne gli stessi identici vizi? E quale modello alternativo rispetto alla globalizzazione nazistoide ora dominate potrebbe mai realizzare un Putin infine “assorbito” e “normalizzato” dai plutocrati fascisti che bevono il sangue degli sfruttati proprio brandendo come una clava la  “libera circolazione dei capitali”? A Putin non servono i soldi di Goldman Sachs, Jp Morgan, Morgan Stanley e compagnia cantante per raddrizzare un bilancio reso ballerino dalle speculazioni sul prezzo del greggio, basterebbe infatti ordinare alla Banca centrale di “monetizzare” il disavanzo. Già, ma è proprio questo il punto. Putin comanda al Cremlino, ma siamo sicuri che comandi pure all’interno del principale istituto finanziario del suo Paese? I prossimi mesi scioglieranno l’arcano, consegnandoci o l’immagine di un Putin pronto per davvero a bonificare il suo Paese dalla grinfie di una genia infame che vive di speculazione finanziaria, o quella di un moderno e furbo Gattopardo, colonna occulta di un sistema che promette discontinuità sul piano geopolitico e militare, ma garantisce la conservazione sul piano- ben più pregnante e decisivo- della macroeconomia applicata. Liberismo economico e fascismo politico sono due facce della stessa medaglia. Non a caso, poco prima di ascendere al potere, Benito Mussolini, nel 1921,  vergava un eloquente articolo su “Il Popolo d’Italia” per garantire protezione alla classe padronale del suo tempo infastidita dalle istanze di progresso e giustizia sociale che provenivano dal basso: “Riassumendo la posizione del fascismo di fronte allo Stato è questa: lotta contro lo Stato economico monopolista, essenziale allo sviluppo delle forze della nazione; ritorno dello Stato alle funzioni d’ordine politico giuridico, che sono le essenziali. In altri termini: rafforzamento dello Stato politico, graduale smobilitazione dello Stato economico”. La dicotomia globalismo/sovranismo da sola non spiega nulla. Bisogna sì difendere i concetti di Patria e Stato per creare un argine contro il dilagare di filosofie che, pur mostrandosi fintamente filantropiche ed ecumeniche,  servono in realtà nascostamente gli interessi di una élite avida e occulta. Ma bisogna farlo fino in fondo e con onestà intellettuale. Nessun popolo è libero se privato della possibilità di condizionale con il voto le scelte strategiche in materia di economia. Nelle dittature fasciste e naziste contemporanee, permeate dalla filosofia mussoliniana prima richiamata, quelli come Draghi decidono per tutti senza sottoporsi al giudizio di nessuno. Nelle democrazie vere invece non funziona così. Putin scelga da quale parte stare. Francesco Maria Toscano 27/02/2016

    Categorie: Editoriale, Esteri

    9 Commenti

    1. […] il Moralista Un ottimo articolo pubblicato sul sito “Libreidee” contribuisce ad approfondire il dibattito […]

    2. Ivan Stronzoski scrive:

      “Putin scelga da quale parte stare”…?!… :D ahahahaha co sta articolo a Francesche’ m’hai fatto sbelica de risate…te vojo fa na domanna…ma e domanne che te poni dentro a st’articoletto da quale “buco cognitivo” provengono?…ma nun è che pe caso se stanno a addensà n’artra vorta ‘ntorno a te li disinformatori de li fumi urdislogici o ancora peggio li disinformatori che puzzeno de cacca de camelo wahabo-merdoganica-fintosovranista? :D ahahahah

      • il Moralista scrive:

        Esimio Stronzoski almeno il pezzo ti ha messo di buon umore…vedi che a qualcosa è servito? Lo spunto, quello che tu chiami “buco cognitivo”, me l’ha offerto l’articolo segnalato in apertura. In ogni caso la questione importante, al netto delle tue congetture adolescenziali, rimane: Putin privatizza si o no?

        • Ivan Stronzoski scrive:

          Francescu’ non puoi fare un articolo su un argomento tanto complesso come questo omettendo i seguenti argomenti “critici” di politologia russa,peraltro “accennati” nell’articolo-ispiratore e totalmente omessi nel tuo:

          1-Guerra interna tra “ministeri di potenza” e “ministeri economici”

          2-Quinta colonna integrazionista-atlantica medvediana volente privatizzazine sfrenata

          3-Privatizzazione “Selettiva” e a “Quota strategica di controllo”.

          Questione congetture adolescenziali:

          qua il risatone non te lo toglie nessuno :D ahahahhaah…di puzza di cacca di cammello wahabo-merdoganica sul web c’è ne tanta…non è che di adolescenziale c’è solo la tua ingenuita’ e incosapevolezza che il web sia luogo di sfrenata “humint online”?…Non mi fare ridere…:D

          • il Moralista scrive:

            Amico caro, lo vedi che siamo d’accordo? Putin privatizza perché costretto dalla quinta colonna atlantica che lo tiene per le palle. E ti pare poco? Quanto al resto, da merdogan ai wahabiti, non ci ho capito un cazzo. So solo che la Turchia e l’Arabia saudita sono due stati canaglia come pochi…

            • Ivan Stronzoski scrive:

              Ciccio…io non ho detto che la quinta colonna tiene per le palle Putin,aspetta un suo passo falso piuttosto. Se mai è vero il contrario sulla questione “prese-scrotali”, per questioni troppo lunghe da spiegare adesso…mi pare una differenza non da poco.
              Piuttosto a proposito di gattopardismi moderni e furbi, le teorie che mettono insieme biunivocamente le discontinuita’ geopolitiche militari e le continuita’ macroeconomiche mi sembrano proprio una regressione alle classiche letture topolin-urlogistiche.E’ vero proprio il contrario che l’una puo’ essere strumento di contenimento dell’altra garantendo cosi quelle pax sociali difficilmente raggiungibili in altro modo.

              • il Moralista scrive:

                Va bene. Ma tralasciando per un attimo tutta la generosa sottigliezza e sapienza che diffondi, se non ti dispiace tornerei sul punto: Putin privatizza come un Draghi qualsiasi oppure no?

              • Ivan Stronzoski scrive:

                Va bene tralasciamo, per un attimo, quel tuo inquadrare come “generosa sapienza” quella che in realtà è una alquanto intuitiva,condivisa ed elementare analisi di politica interna russa e concentriamoci su questa semplificazione: “Putin privatizza come un draghi bla bla…?”…ma tu ti stai rendendo conto che non si puo’ semplificare in questa maniera? Che cosa vuol dire Putin privatizza? Credi forse che sia un dittatore che possa fare il bello e cattivo tempo con la bacchetta magica in mano? Queste sono in genere le fantasie e l’abito che la propaganda occidentale vuole cucire addosso a Putin…
                Sono proprio domande come questa che ci allontanano dal “punto” delle questioni reali e non immaginarie…la bonifica da parte di quella “forza interna” a cui appartiene Putin si appoggia su tre pilastri: i ministeri di potenza,il supporto popolare e la Chiesa Ortodossa…la quinta colonna “media-banca centrale-entourage medvediano-alcuni ministeri economici” quelli che spingono per le privatizzazioni come arma di penetrazione.Il primo mezzo di propaganda di questi ultimi,le ong,sono state abilmente messe fuori uso dalla nuova legge sulle organizzazioni non governative.

              • Ivan Stronzoski scrive:

                Piuttosto che chiederci se Putin possa essere un nuovo e moderno gattopardo o un draghi qualsiasi,piuttosto che chiederci se renzi(e non sono un renziano) sia megiio o peggio di un monti o letta qualsiasi…dovremmo forse chiederci da quale forza è controllata militarmente la zona libica dove sono ubicati la maggior parte degli impianti della italica societa’ di lavorazione petrolifera?…non dovrebbe essere di maggior interesse chiederci che cosa significa quel congruo numero di agenti dei servizi estromessi dai loro ruoli,alcuni anche apicali,e annessa crisetta italo-egiziana?
                Queste sono le domande piu’ urgente e poi si possono capire anche gli altri pezzi di strategie interstatali come le privatizzazioni.
                che cosa cambia se un asset-strategico non è privatizzato ma poi di fatto nel suo board da decenni si succedono dirigenti e nomine foreign-politically-oriented? ;)

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      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

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