La dura presa di posizione del presidente americano Donald Trump nel corso del G7 siciliano lascia ben sperare. Negli ultimi tempi la massoneria mondialista, che controlla l’alta finanza e i servizi segreti, aveva messo a segno colpi formidabili per ridurre Trump al ruolo di burattino taglia-nastri che esegue senza discutere gli ordini impartiti nel buio dai soliti “maestri venerabili”. Le massonerie luciferine controllano il vertice del cosiddetto “stato profondo”, che esercita un potere delegato proprio in virtù dell’appartenenza e dell’obbedienza riconosciuta nei confronti di un “sistema occulto” che rimane immutabile e insensibile rispetto ai riti della democrazia. Non è uno scherzo combattere un simile mostro che può colpire chiunque, in qualunque momento e con le modalità più diverse. Controllando gli apparati giudiziari e la forze dell’ordine lo “stato profondo” può fare finire sotto inchiesta i “non allienati” usando i pretesti più ridicoli (tipo il “Russiagate”); controllando la grande stampa (dal il New York Times in giù) i “soliti noti” possono diffamare scientificamente per giorni e giorni i bersagli individuati come “pericolosi”. Controllando “last but non least” anche i servizi segreti, all’occorrenza- nel caso in cui gli strumenti più “ortodossi” dovessero rivelarsi insufficienti- il gotha del potere nascosto può sempre creare le condizioni oggettive per riproporre nuovi “casi Kennedy”, nuovi attentati stile “11 settembre” e nuovi strani quanto provvidenziali “incidenti” che tolgono dalla scena le figure più ingombranti e indigeste. Insomma ci vuole fegato per prendere di petto “quelli là”, a partire dal sempreverde Henri Kissinger con relativo codazzo. Trump queste cose le sa, e sa pure che coraggio non è sinonimo di incoscienza. Il cambiamento radicale e immediato- che genera reazioni violente- deve lasciare perciò spazio ad una tattica più efficace, in grado di togliere spazi di influenza alle “conventicole del male” poco per volta, per addivenire ad una totale liberazione nell’arco di almeno un decennio. In questo senso Trump fa bene a mettere nel mirino prima Angela Merkel, nemico più debole, che non il complesso militare-industriale del suo Paese che fa il bello e il cattivo tempo fin dai tempi di Eisenhower. Angela Merkel coltiva velleità egemoniche, pensando di poter fare dell’Europa un polo autonomo di potenza immune dalle influenze interessate di Russia e Stati Uniti. Merkel cioè vuole fare della Germania il perno di un nuovo ordine mondiale multipolare che veda la Ue teutonica protagonista e non rimorchio nella scena globale. L’idea di per sé non sarebbe neppure malvagia, se non fosse che i tedeschi, more solito, pretendono di comandare per mezzo della menzogna e della paura, succhiando il sangue di vicini ridotti volutamente in condizioni larvali (pensate alla Grecia). Come possa mai un abitante del sud-Europa, schiavizzato e umiliato dai nazisti tecnocratici, riconoscersi nella leadership dei suoi sfacciati torturatori rimane un mistero. Quindi, nell’impossibilità di fare dell’Europa (per colpa della ricorrente indole criminale tedesca) la guida illuminata di un mondo rifondato intorno ai valori di libertà, prosperità e giustizia, non resta che appoggiare il tentativo disgregativo ma lucido portato avanti dall’attuale presidente americano, furbo nel tendere una mano ai popoli stremati del mediterraneo per isolare il neonazismo germanico. Alla fine della fiera i tedeschi, stretti tra russi e americani all’esterno, e odiati all’interno dai popoli trascinati in miseria (a partire dagli italiani), faranno le stessa atroce fine che fecero i loro nonni a Norimberga. Per poi passare il secolo successivo a scusarsi per avere la Germania insanguinato inutilmente il mondo nel nome di un “feticcio” chiamato “purezza del bilancio” in luogo della oramai obsoleta “purezza della razza”. Vichiani corsi e ricorsi della storia che l’umanità intera continua a pagare sulla propria pelle.
Francesco Maria Toscano
27/05/2017
Altra domanda
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ha forse ‘ripudiato’ :
L’alleanza tedesco-americana per il XXI secolo
( firmata a Washington il 27 febbraio 2004
dal Cancelliere G. Schroeder e G. W. Bush )
L’alliance Allemagne – USA, par Pierre Hillard – Réseau Voltaire
http://www.voltairenet.org/article13021.html
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26 mar 2004 – L’alliance Allemagne – USA. par Pierre Hillard. La diplomatie allemande est aussi hésitante face aux États-Unis
que son homologue française.
L’Allemagne et les USA unis pour la conquête du monde; jusqu’à la …
http://www.medias-presse.info/lallemagne-et-les-usa…/20408/
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- Le point de vue d’un sociologue universitaire américain sur la stratégie conquérante de l’alliance « Allemagne / USA », depuis la chute de …
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nel 2004, G. W. Bush lancia un progetto di riforme
denominato Grande Medio Oriente.
Con tale termine si identificava quella macroregione
formata da :
“i paesi del mondo arabo, più Pakistan, Afghanistan,
IRAN, Turchia e Israele”
“ … gli obiettivi della politica del “Grande Medio Oriente” lanciata dall’amministrazione Bush,
e poi ribattezzata
“Nuovo Medio Oriente” (New Middle East)
dal presidente del CFR (Council on Foreign Relations)
Richard Haass
nella rivista Foreign Affairs
si riassumono in un impegno che così suona:
«Dobbiamo costruire un vero e proprio partenariato
che leghi Europa e America
ai paesi del Vicino e Medio Oriente
per lavorare insieme con i paesi e i popoli di tali regioni
in un’ottica che permetta di raggiungere obiettivi comuni».
…