DI MAIOHa ragione Ferdinando Imposimato: la presenza di Luigi Di Maio a Cernobbio è altamente controindicata, generando dubbi e incertezze presso un elettorato che, cresciuto con il mito della Rivoluzione, rischia di mandare a Palazzo Chigi una specie di “barboncino da salotto” che i “poteri forti” useranno come parafulmine in mezzo alla tempesta. Di Maio, la cui ambizione è pari solo all’ipocrisia, si è affrettato a spiegare che “bisogna parlare con tutti”. Una risposta degna di un mentecatto, che finisce con il rafforzare la posizione dei “pensatori critici” alla Aldo Giannuli. Che significa che bisogna “farsi conoscere da tutti”? Non significa niente, risultando solo uno scadente espediente retorico degno dei peggiori parolai tardo-democristiani. Ve lo immaginate voi Robespierre che, in piena Rivoluzione francese, accetta di confrontarsi pubblicamente con Luigi XVI e Maria Antonietta per individuare insieme gli strumenti per “uscire dalla crisi”? Oppure Lenin che, anziché occupare Palazzo d’Inverno, scegliesse di fare una conferenza stampa congiunta con i più eminenti membri della famiglia Romanov? Se fosse vissuto al tempo della seconda guerra mondiale, piuttosto che soffiare sul fuoco di Norimberga, un Di Maio ante litteram avrebbe potuto proporre a Stalin e Churchill di fare due chiacchiere (“per farsi conoscere”, naturalmente) con i vari Rosenberg, Goring e compagnia. Siamo all’assurdo e al ridicolo. Purtroppo c’è ancora tanta gente che, incapace di leggere i fenomeni politici in profondità, non riesce a demistificare le insidie del potere, finendo per davvero col credere alle favole veicolate da quattro imbonitori che  si spacciano per Che Guevara in doppio petto. Al punto in cui siamo, dopo cioè che l’attuale classe dirigente ha provocato la morte di migliaia di persone cavalcando l’imbroglio del debito pubblico (che è oggi più alto di quanto non lo fosse all’inizio dell’opera di “risanamento”), la priorità non è quella di individuare le ricette per “ripartire”, ma di punire in maniera implacabile e definitiva i colpevoli ed i responsabili. E per punirli adeguatamente non bisogna “umanizzarli” andandoci a cena, ma mostrificarli ricordandone di continuo le malefatte. Norimberga, Piazzale Loreto, la decapitazione di Luigi XVI e la fucilazione dei Romanov, non furono capricci sanguinari di violenti e vendicativi lestofanti, quanto necessarie (per quanto “spiacevoli”) operazioni propedeutiche all’apertura di una pagina storica veramente nuova, che non sarebbe potuta nascere per davvero senza il sigillo macabro ma altamente simbolico di una esecuzione pubblica che testimoniava contro ogni ragionevole dubbio la morte definitiva di un vecchio mondo fatto di soprusi, disuguaglianze e ingiustizie contro i poveri e i deboli. Quelle esecuzioni furono perciò “sante”, perché aprivano la strada alla salvezza di popoli interi prima tenuti al guinzaglio e schiavizzati da una oligarchia assassina che li dominava sadicamente per mezzo della paura e del bisogno. Che differenza passa fra l’aristocrazia parassitaria parigina che nella seconda metà del Settecento invitava il popolo senza pane a “mangiare brioche” e i “potenti di Cernobbio” che, appena scesi dall’elicottero privato, spiegano quanto sia necessario limare le già rachitiche pensioni di vecchietti ridotti sul lastrico?  Dopo anni e anni di continuo lavaggio del cervello il popolo non possiede più gli strumenti critici per riconoscere la ferocia delle classi dominanti, bravissime nel coniugare con luciferina sapienza una violenza sostanziale accompagnata da un rassicurante bon ton formale. Per cui Di Maio e Salvini vadano pure a scodinzolare nel parterre di Cernobbio in compagnia di tipi come Mario Monti e Jeroen Dijsselbloem, nella speranza di garantirsi buona stampa e copertura giudiziaria dispensando bava alla tavola dei padroni. Basta che poi non vengano a chiedere consenso alla tante vittime usate da anni come cavie e agnelli sacrificali proprio dai “prestigiosi protagonisti” che hanno consumato- finora impunemente- un orrendo Olocausto tecnocratico. Anche sul Titanic l’orchestra suonava un secondo prima del definitivo naufragio.

    P.s. A dicembre uscirà il mio nuovo libro, il “Nazismo Tecnocratico”, che spiega genesi, ratio e svolgimento di questo Olocausto contemporaneo

    Francesco Maria Toscano

    3/09/2017

    Categorie: Politica

    Commenta


    "nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti ma raramente dei moralisti che non erano farabutti." (Indro Montanelli)


    LA GEOPOLITICA DEL CORONAVIRUS

    Scritto il 22 - mar - 2020

    0 Commenti

    LA GENEROSITA’ IPOCRITA DEI...

    Scritto il 18 - mar - 2020

    0 Commenti

    NASCE VOX ITALIA TV

    Scritto il 26 - feb - 2020

    2 Commenti

    COME E PERCHE’ VOX...

    Scritto il 18 - feb - 2020

    0 Commenti

    A FURIA DI USARE...

    Scritto il 10 - ott - 2019

    5 Commenti

    L’INCENDIO DI ODESSA E...

    Scritto il 4 - mag - 2014

    5 Comment1

    IL RITORNO DEL NAZIONALISMO:...

    Scritto il 27 - dic - 2013

    0 Commenti

    ABOLIAMO IL VOTO

    Scritto il 13 - nov - 2011

    0 Commenti

    GOLDMAN SACHS: DOING “GOD’S...

    Scritto il 26 - gen - 2013

    1 Commento

    LA VOCE TREMANTE DEL...

    Scritto il 28 - mar - 2012

    3 Comment1

    • Chi è il moralista

      Francesco Maria Toscano, nato a Gioia Tauro il 28/05/1979 è giornalista pubblicista e avvocato. Ha scritto per Luigi Pellegrini Editore il saggio storico politico "Capolinea". Ha collaborato con la "Gazzetta del Sud" ed è opinionista politico per la trasmissione televisiva "Perfidia" in onda su Telespazio Calabria.

    • Cos’è il moralista

      Sito di approfondimento politico, storico e culturale. Si occupa di temi di attualità con uno sguardo libero e disincantato sulle cose. Il Moralista è un personaggio complesso, indeciso tra l'accettazione di una indigeribile realtà e il desiderio di contribuire alla creazione di una società capace di riscoprire sentimenti nobili. Ogni giorno il Moralista commenterà le notizie che la cronaca propone col piglio di chi non deve servire nessuno se non la ricerca della verità. Una ricerca naturalmente relativa e quindi soggettiva, ma onesta e leale.

    • Disclaimer

      ilmoralista.it è un sito web con aggiornamenti aperiodici non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari, qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci tramite la apposita pagina.