Considerato che oramai la Ue ha le ore contate, gli “illuminati” protagonisti dei nostri bui tempi hanno deciso di passare con decisione al “piano B”, quello che prevede e pianifica l’assestamento del definitivo “colpo di grazia” in morte del concetto stesso di “Stato-nazione”, da fucilare nel nome di un anacronistico “localismo” di ritorno divampato prima in Catalogna e ora nel Lombardo-Veneto sulla falsariga di quanto già avvenuto in Scozia, dove gli “indipendentisti europeisti” vengono di continuo usati con cinismo dall’èlite mondialista al fine di tenere sotto ricatto un Regno Unito che, con la “brexit”, ha dato al mondo intero una lezione di democrazia e libertà. Il 13 marzo di quest’anno Carles Puigdemont, presidente della “Generalitat de Catalunya”, approfittando dell’invito ad una “cena di gala” organizzata dalla Gran Loggia spagnola si è incontrato in privato con i rappresentanti di trentuno delegazioni massoniche straniere. In quella occasione il prode Puigdemont- come riporta l’agenzia Europe Press- spese parole chiare e altamente “simboliche”: “La Catalogna condivide i principi di tolleranza, dialogo costruttivo e rispetto del pensiero libero propri della massoneria che impregnano anche la storia della Catalogna, terra di liberi pensatori, propensi all’accoglienza e alla tolleranza nonché aperti alle influenze esterne, uomini che amano il dialogo costruttivo e rispettano tutte le opinioni” (clicca per leggere). D’altronde anche la “simpatia” manifestata da un pescecane del calibro di George Soros per la “causa catalana” non poteva essere del tutto casuale e disinteressata (clicca per leggere). I padroni del vapore hanno quindi deciso che l’inevitabile frantumazione di quel che resta dell’Unione Europea, ovunque delegittimata dalla crescita impetuosa di movimenti fortemente identitari (Austria e Repubblica Ceca si aggiungono ora ad una lista infinita), non dovrà comportare il ritorno sulla scena dello “Stato-nazione”, spauracchio odiato dalle oligarchie cosmopolite del denaro in quanto unico e riconosciuto soggetto storico potenzialmente in grado di tagliare le unghie agli usurai globalizzati. Il regionalismo a gettone concluderà dal “basso” il lavoro di annichilimento di molte nazioni del Vecchio Continente che l’europeismo ipocrita ha iniziato dall’ “alto”. L’obiettivo è quello di dare vita ad una nuova sovrastruttura che ricalchi su per giù i confini che furono dell’Europa carolingia, sganciando i territori bagnati dal mare mediterraneo solo dopo averne depredato fino in fondo le ricchezze con la scusa del debito pubblico e dello spread. Rischiamo di risvegliarci presto dentro un nuovo e peggiore feudalesimo, dominato da una presunta élite del denaro e dello spirito che, dopo avere esautorato le vecchie dinastie fondate sul “sangue”, regnerà su masse straccione per il tramite di nuovi capetti locali pronti a rinverdire- più o meno consciamente- le gesta degli antichi vassalli, valvassini e valvassori. Dentro questa subdola e occulta cornice si comprendono le inconfessabili ragioni che hanno indotto il “sovranista per un giorno” Matteo Salvini a ricalibrare per l’ennesima volta strategia, ora destinata a nascondere la sacrosanta battaglia contro l’euro sotto il peso della suggestiva riscoperta dei sempreverdi temi dell’ “autonomia” e del “federalismo” cari ai “padani” della prima ora. Allo stesso modo, solo in questa ottica si spiega l’opportunistico e vomitevole riavvicinamento consumatosi tra lo stesso Salvini e la mummia Berlusconi, pronti a correre insieme in tutti i collegi dopo avere imposto una legge elettorale che avrebbe probabilmente avuto remore ad approvare perfino lo Zimbabwe del mitologico Mobutu Sese Seko Kuku Ngbendu wa za Banga (che in lingua locale significa “il gallo che non si lascia scappare nessuna gallinella”). Attenti ai tranelli e occhio alle fregature: il regionalismo è l’altra faccia del mondialismo.
N.B. A Marzo del 2018, pubblicato dal “gruppo editoriale Uno”, uscirà il mio prossimo libro
Francesco Maria Toscano
23/10/2017