Passati più di 23 anni dal giorno della fatidica “discesa in campo”, l’Italia continua ancora oggi a subire la molesta presenza sulla scena del Cavalier Silvio Berlusconi, frutto avvelenato di una seconda Repubblica perennemente sospesa tra la tragedia e la farsa. Destinato a riempire il vuoto politico determinatosi all’indomani del crollo dei partiti tradizionali, Berlusconi ha accompagnato alla perfezione la trasformazione in senso cabarettistico della politica italiana, tra gli applausi gaudenti di una marmaglia idiota e italiota finalmente felice di vedere sostituiti i tanto odiati “politici di professione”- che almeno un libro in vita loro lo avevano letto- con una pittoresca fauna composta da avventurieri, igienisti dentali, sgallettate, ricattatori, millantatori e lacchè, tutti accomunati dalla fiera rivendicazione di una palese e crassa ignoranza, trasfigurata da disvalore in punto di merito, prova provata di una reale vicinanza ai bisogni della “ggente” (“che siamo noi”, avrebbero aggiunto i fratelli Capone del film “Totò, Peppino e la Malafemmina”) . Mandati al macero i vecchi modelli che inseguivano il mito di una pensosa, faticosa e gramsciana “egemonia culturale”, chiuse le scuole di formazione allestite dai principali partiti, reciso qualsiasi anche flebile legame fra politica e cultura, cosa è rimasto? E’ rimasto l’avanspettacolo, il Gabibbo elevato a maitre à penser per intere generazioni di rincoglioniti ossessionati dalla “casta e dalla corruzzione” (sempre con due zeta), accompagnato dalla luciferina e diffusa illusione di potersi realizzare nella vita solo centrando il giro giusto alla “Ruota della Fortuna” (ogni riferimento a Matteo Renzi è puramente casuale). E mentre il pifferaio magico dai capelli asfaltati mostrava al popolino con la mano destra le bellezze aleatorie di un mondo fatato e privilegiato quanto fintamente presentato quasi fosse alla portata di tutti, con la sinistra contribuiva alla distruzione concreta delle principali conquiste economiche e sociali del Novecento, grazie al sostegno decisivo, criminale e complice di una classe dirigente post-comunista di sedicente sinistra che- pur di restare in vita all’indomani della caduta del Muro di Berlino- aveva allegramente venduto l’anima al diavolo (ovvero al capitale finanziario internazionale che parla per bocca del gran ciambellano Mario Draghi). Perché, a pensarci bene, la vera tragedia della Seconda Repubblica non è consistita tanto nella costante presenza di un personaggio ingombrante e tutto sommato caricaturale come Silvio Berlusconi, quanto nel dover amaramente ammettere che un simile elemento- fondamentalmente ridicolo e improbabile nel ruolo di “statista”- risultava comunque migliore dei suoi antagonisti di “sinistra”. Fin dai tempi della “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, infatti, la cosiddetta “sinistra italiana” ha consumato un numero impressionante di tradimenti in danno di quelle classi deboli e lavoratrici che avrebbe dovuto in teoria tutelare, una vera e propria escalation del male che ha trovato il suo acme nel 2011, allorquando Bersani e company contribuirono alla nascita dell’infame governo guidato dall’illuminato Mario Monti, cavallo di troia imposto al potere dagli usurai globalizzati per chiudere i conti una volta per tutte con l’ “italica plebaglia”. E ora, a pochi mesi dalla consumazione dell’ennesimo e inutile rito elettorale (viviamo l’epoca, per dirla alla Fusaro, “dell’alternanza senza alternative”), non ci resta che prepararci all’ascolto del “nuovo programma” predisposto da Forza Italia, che spiegherà agli italiani come realizzare finalmente la tanto agognata “rivoluzione liberale”, come “abbassare le tasse” (per un totale di due aliquote con la massima al 33%), e come “difendere i cittadini che lavorano dall’oppressione di uno Stato invadente”. I primi dieci che voteranno correttamente riceveranno in regalo un almanacco con le figurine dei principali calciatori dal 1994 ad oggi e, i più fortunati, anche un Cd contenente tutte le più belle canzoni scritte dal maestro Apicella: a partire dall’indimenticabile successo “maledetto ‘o buco into ‘o bilancio” (musiche di Silvio Berlusconi, testo di Giulio Tremonti).
N.B. A Marzo del 2018, pubblicato dal “gruppo editoriale Uno”, uscirà il mio prossimo libro
Francesco Maria Toscano
24/10/2017
Caro Francesco, a mio avviso, sei il moderno Kafka…. E mentre il pifferaio magico dai capelli asfaltati….Lunga vita!