Come abbiamo già più volte sostenuto, votare alle prossime elezioni politiche che si terranno nel Marzo del 2018 sarà perfettamente inutile. Il Rosatellum, tra l’altro, è una legge miserabile che impedisce nei fatti di esprimere una preferenza compiuta, affidando all’elettore solo la possibilità di barrare il candidato scelto da coalizioni così eterogenee da non significare assolutamente nulla. Il Pd è il centro del male, strumento nelle mani delle oligarchie internazionali che vogliono continuare a torturare l’Italia per mezzo delle famose e “miracolose” riforme strutturali; Il Movimento 5 Stelle, guidato ora da un damerino insignificante come Luigi Di Maio (Alessandro Di Battista era un’altra cosa), si vanta pubblicamente agli occhi della pubblica opinione internazionale di avere intercettato il voto dei delusi per “paralizzarlo” (“non siamo eversivi” piagnucola pure oggi Di Maio sul Corriere dei padroni), mentre Forza Italia più che un partito sembra un film dell’orrore, con protagonista un Berlusconi in versione zombie che ripete meccanicamente dopo più di venti anni le stesse fesserie che raccontava nei primi anni ’90. Avrebbe forse avuto un senso votare per la Lega di Salvini, unica forza che pur fra mille ambiguità aveva nel recente passato messo lodevolmente nel mirino l’euro, prima che l’abbraccio con il vecchio Caimano “normalizzasse” definitivamente l’infelpato Matteo. Con questa legge Salvini e Berlusconi presenteranno diversi candidati unitari nei collegi, per cui l’elettore “sovranista” correrà il serio rischio di votare a sua insaputa per personaggi politici che- come ha recentemente ribadito Berlusconi- considerano la nazista Angela Merkel “un baluardo posto a difesa della democrazia occidentale”. Perché legittimare una farsa così pacchiana recandosi ai seggi? Per di più, con buona pace dei gonzi che ancora non hanno metabolizzato il carattere manipolatorio del “rito democratico”, il risultato del voto non inciderà affatto sulle scelte di fondo che l’Italia sarà chiamata ad affrontare nel prossimo futuro. Tutta la classe dirigente italiana, da destra a sinistra- arrivata al potere all’indomani delle stragi del 1992 e del 1993- è succube e ricattabile, per cui solo un radicale cambiamento degli equilibri geopolitici internazionali potrà per davvero consentire al nostro Paese- ora ostaggio di bande e massonerie- di ritrovare finalmente margini di libertà e dignità. La vittoria di Putin in Siria ricolloca la Russia sul grande palcoscenico della politica mondiale, mandando in frantumi il perfido equilibrio “unipolare” uscito fuori all’indomani della “guerra fredda”, quando intellettuali da parata come il liberale Francis Fukuyama cianciavano di “fine della storia”. Questa evidenza, che infrange per sempre la distopia che predicava l’inarrestabilità di una globalizzazione che avrebbe infine imposto in ogni angolo del pianeta “libero scambio” e “diritti umani”, ha fatto impazzire le classi dirigenti atlantiche, che continuano a digrignare i denti dalla rabbia contro la Russia in preda ad un maccartismo di ritorno ridicolo e patetico. I popoli d’Occidente vivono una condizione di precarietà ed esasperazione non perché Putin condiziona la vita democratica dei diversi Paesi che compongono l’area Ue, ma semmai perché la condiziona troppo poco. Il Presidente russo, per senso di responsabilità, dovrebbe tendere limpidamente e pubblicamente la mano a Paesi come la Grecia e l’Italia oramai violentemente distrutti, promettendo un concreto sostegno a tutti quei popoli che dovessero trovare la forza di ribellarsi al nuovo reich tedesco. Le forze dell’imperalismo assassino organizzano farlocche “rivoluzioni colorate” nei Paesi dell’est con il dissimulato obiettivo di fare poi arrivare in Occidente nuova e fresca manodopera schiavile da sfruttare. Putin dovrebbe fare in Occidente un lavoro uguale e contrario, aiutando le popolazioni a liberarsi dalla tirannia della finanza massonica non per finalità di sfruttamento ma per amore di verità e giustizia. Putin lascerà una duratura e felice impronta nella storia del mondo solo se troverà il coraggio e la lungimiranza di ergersi adesso a difensore delle sacrosante ragioni delle classi subalterne europee, da troppo tempo torturate da una nomenclatura infame che usa il feticcio della “purezza del bilancio” con la stessa ottusa ferocia che accompagnava i nazisti autentici ossessionati dalla ricerca della “purezza della razza”.
Francesco Maria Toscano
27/11/2017